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Autore: Linsdey    16/08/2016    1 recensioni
Avevo semplicemente bisogno di scrivere. Sembrerá che tutto succeda velocemente e quasi in modo surreale ed era proprio quello che volevo. Due opposti, rispettivamente la luce e l'oscuritá che si uniscono in una notte. Una sola e basta, ma che durerá in eterno.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aberforth Silente, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Come tutti sanno, Hermione era la tipica ragazzina che amava svolgere i suoi doveri dividendosi tra le lezioni e la biblioteca. Lì trovava la sua pace. La trovava ogni volta che ne varcava la soglia. Quando il profumo dei libri antichi le riempiva il naso, quando i raggi di sole penetravano dalla finestra rischiarando le pagine che stava già leggendo; persino incontrare la gatta di Gazza, per lei, era una dolce sorpresa in biblioteca. Già, la biblioteca. Ma non vedetela come un luogo noioso, dove regna il silenzio e si é circondati da compiti e libri. Vedetela con gli occhi di Hermione Granger, l'eroina del Mondo Magico. E se c'era una cosa che lei aveva imparato in quei 7 anni ad Hogwarts, era come in quel posto lei avesse smarrito se stessa, ma si fosse ritrovata altre mille volte. Amava leggere di tutto, i libri le piacevano tutti. Amava il semplice atto di leggere, come tutte quelle lettere che sembravano mescolate lì per caso, prendessero forma e diventassero nella sua mente parole, pensieri, emozioni. Imparò presto che lì poteva essere chiunque, poteva vedere i draghi, e viaggiare lontano, in posti che forse, non avrebbe mai potuto visitare fisicamente.  Quel giorno, però, cercava tranquillità e non tra i suoi soliti libri. Dopo qualche minuto che camminava senza una meta le si presentò davanti la porta della Stanza della Necessità. Decise che quella stanza serbasse troppe sorprese e lei voleva solo pace.  Continuò quindi a camminare, fino a ritrovarsi dinanzi al famoso bagno del secondo piano infestato dal fastidioso lamento di Mirtilla Malcontenta. Quanto sarebbe stata una scelta lecita in quel momento? Eppure decise di andare lì. Era un posto calmo e tranquillo come la biblioteca, l'unica differenza era che non dovesse pensare più a nulla ed era quello di cui aveva bisogno. E nessuno le avrebbe fatto qualsiasi domanda sul suo passato, su Harry o su Lord Voldemort. Stava per andare a sedersi nel posto in cui era solita andare una volta entrata in quel bagno, ma si rese conto che era già occupato. Era occupato da una Serpe e non una qualunque, la più stupefacente che avesse mai visto. Malfoy era lì, piegato a terra con la testa tra le gambe che cercava di non vomitare. Non c'era traccia di alcol o cose del genere e lei ne fu rassicurata senza sapere il perché. La camicia che portava era aperta sul petto e impregnata di sangue. Fu più forte di lei e si portò la mano alla bocca. Si abbassò verso di lui e gli osservò la pelle chiara fino ad arrivare agli occhi vitrei e inespressivi anche se lei ci sarebbe annegata dentro. «Che cosa ti é successo, Malfoy?» Hermione decise di sussurarlo, quasi avesse paura di poterlo sciupare con la sua voce. Lui non diede risposta, sembrava che avesse smesso di vivere già da un po'. Per tutta risposta, lei, col suo fare distratto si sedette accanto a lui, non troppo per toccarsi davvero.  «La Battaglia ha cambiato tutti» iniziò a tamponare le ferite che aveva sul petto e la pancia con il suo stesso maglione «Eppure non capisco che cos'abbia tu per stare così. Nonostante tutto, i tuoi genitori sono ancora qui con te» Draco, che non si era mosso nemmeno quando lei aveva iniziato a curargli le ferite improvvisamente le scostò di forza il braccio raddrizzandosi. Le sue parole lo avevano ferito. In quell'esatto momento le prese i polsi freddi, e li guardò, li strinse fortissimo e le sussurrò di seguirlo. Iniziò a correre, ed Hermione con lui, correvano mentre lui le teneva una mano, correvano come non avevano mai corso, quasi come se avessero voluto scappare da quel posto. Ci volle poco che si togliessero le scarpe e che l'erba sfiorasse loro i piedi.  Erano sempre in corsa, sempre lui che le stringeva il polso fino a farle male. E lì, davanti a loro, finalmente, il Lago Nero. Limpido, profondo e oscuro a quell'ora della notte che sarebbe potuto essere l'anima di Draco. Si tuffarono in acqua con tutti i vestiti addosso, senza pensare a niente. Erano soli là dentro, con le gambe distrutte e il cuore che batteva all'unisono. Fecero il bagno immergendosi e riemergendo, respirando e trattenendo il respiro per sentirsi vivi. Quando si ritrovarono ai piedi di un albero al limitare della Foresta, con la sola luce della luna, Malfoy si rese conto di come lei non avesse avuto paura di sporcarsi del suo sangue. Di quante volte lui la avesse insultata, le avesse ripetuto quanto fosse sporco il suo sangue. Non si sentì in colpa, si sentì in trappola, in un limbo, in un tranello. Perché lei era un persona che meritava solo odio e disprezzo ma senza aver bisogno di parole era riuscito a renderlo felice. Pianse in silenzio, ma Hermione se ne accorse, e prima che lui la abbracciasse, distinse le seguenti parole:«Tu non sai che cosa vuol dire essere me». Non fu come le altre volte, quella fu una svolta. Una persona così cattiva come lui, che si era dimostrato senza scrupoli e capace di lasciar morire una persona a lui cara se qualsiasi cosa avesse potuto mettere a repentaglio la sua vita, un Mangiamorte come lui, la notò. Non poté fare a meno di vederla in modo diverso. Un Mangiamorte come lui notò i suoi capelli malamente piastrati, il maglione sgualcito, e il trucco sbavato. Non vide bellezza, vide casa in lei e in tutte le sue piccole imperfezioni. Un Mangiamorte come lui e una Mezzosangue come lei avvinghiati l'uno all'altro. In mezzi pianti e singhiozzi strozzati. Non si sarebbero mai amati, non si sarebbero mai desiderati: l'unica cosa che avevano in comune era il volere disperatamente appigliarsi a qualcosa. Si sarebbero salvati a vicenda. O forse non sarebbero stati un bel niente. Fuori c'erano le tenebre e dentro di loro pure. Avrebbero provato il buio, insieme. O forse la luce più immensa.
   
 
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