Anime & Manga > Akagami no Shirayukihime
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Autore: Cioccolasha    16/08/2016    1 recensioni
"Zen non sei lucido! Dimmi che è successo."
"E' tutto finito Mitsuhide."
"Che cosa intendi?"
"Che non c'è più speranza. Lei ha deciso di andarsene."
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Fanfiction a quattro mani scritta con Hope4thefuture
||Shirazen|| - ||Mitsukiki||
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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capitolo cinque
Sconosciuti

Probabilmente sarebbe stata meno dolorosa una coltellata dritta in mezzo al petto, si sentiva male, gli mancava l'aria, il suo cervello si era completamente scollegato, limitandosi a rimandargli l'ultima frase che aveva appena pronunciato la ragazza che ora lo stava guardando confusa, ancora appoggiata a lui.
Non poteva essere vero, non adesso che poteva essere finalmente felice con la ragazza che amava. Per un istante il pensiero che fosse stato uno stupido scherzo lo aveva sfiorato, ma lo aveva rimosso subito: Shiarayuki non avrebbe mai scherzato su una cosa del genere, rischiando di ferirlo.
Si sentiva la gola secca, non riusciva a schiudere le labbra per parlare, per poter anche solo pronunciare una frase di conforto nei confronti di quella ragazza che lo guardava come se fosse uno sconosciuto. Ma lui non lo era; non per lei almeno. Si schiarì la voce che uscì tremante e flebile: "Che ... che cosa stai dicendo? Non ti ricordi di me?" chiese pur sapendo già la risposta.
"No, non ti conosco tu chi sei? E dove mi trovo?" chiese guardandosi attorno spaesata, mentre il panico cominciava a salire dentro di lei.
Dove si trovava? Perchè quel ragazzo diceva di conoscerla? E perchè la stava sostenendo in quel modo, come se fosse la cosa più preziosa che avesse?
Non le piaceva quel contatto. Tutta quella vicinanza la spaventava e la confondeva, quindi cominciò a divincolarsi cercando di distaccarsi dalla presa ferrea del ragazzo.
Zen la lasciò andare, mentre lei prendeva le distanze da lui, indietreggiando sempre di più. Non si era accorta dei pezzi di vetro che ancora costellavano il pavimento, ferendosi a una mano.
"Ahi!" gridò improvvisamente portandosi la mano al petto mentre un rivolo di sangue fuoriusciva dalla piccola ferita, scivolando lungo il polso e l'avambraccio.
"Shirayuki!" gridò Zen scattando in avanti e allungando la mano nel tentativo di afferrare la sua e accertarsi della gravità della ferita. Non fece però in tempo ad avvicinarsi che la ragazza indietreggiò ancora e urlo: "Non mi toccare!"
Zen s'immobilizzò all'istante, ferito dal fatto di essere stato respinto in quel modo.
"Io ... io non ti conosco. Non posso fidarmi di te. Ti prego stammi lontano" disse scoppiando in lacrime. Tutta la tensione accumulata dentro di lei stava uscendo sotto forma di pianto.
Zen si limitò a guardarla addolorato mentre le gambe cedevano finchè si trovò di nuovo inginocchiato al suolo. In quel momento la porta della serra si spalancò, rivelando le figure di Obi, il capo erborista, Ryu e Kiki accompagnata da Mitsuhide.
"Ojou-san" disse sollevato Obi, dirigendosi verso Shirayuki che però continuò imperterrita ad allontanarsi da loro; mentre Zen, ancora in ginocchio, abbassava lo sguardo sconfortato, lasciando che alcune ciocche di capelli gli cadessero sugli occhi.
Obi aggrottò la fronte confuso: "Ojou-san?" chiese incerto, scoccando uno sguardo confuso a Zen, che però continuava a tenere il capo chino.
Shirayuki guardò le persone appena entrate nella stanza e ancora più confusa di prima chiese: "E voi chi siete?"
Tutti strabuzzarono gli occhi increduli a quella domanda.
Seguirono alcuni istanti di silenzio imbarazzato, in cui nessuno osava proferir parola e tutti gli occhi erano fissi sulla ragazza che cercava di farsi piccola piccola, intimorita da tutta quella folla di gente sconosciuta.
Poi, all'improvviso, una risata ruppe il silenzio.
Obi rideva di gusto, tenendosi la pancia e indicando ora Zen, ora Shirayuki con l'indice.
"Devo ammettere che per un attimo ci sono cascato. Arji, Ojou-san, non vi facevo così spiritosi" esclamò muovendo qualche passo verso di loro.
Ma Zen lo afferrò per un polpaccio e lo trattenne. "Obi, lascia stare, non è uno scherzo: ha battuto la testa, non ci riconosce più" mormorò senza però trovare la forza di alzarsi.
Mitsuhide, non potendo sopportare la vista del suo principe accasciato a terra sull'orlo delle lacrime, gli si avvicinò e lo afferrò da sotto le ascelle.
"Zen, vi prego, tiratevi su" lo pregò mentre cercava di costringerlo a mettersi in piedi.
Nel frattempo Kiki si era avvicinata cautamente a Shirayuki, forse una donna avrebbe avuto più possibilità di avvicinarla che un gruppo di maschi in agitazione.
"Ciao Shirayuki" la salutò con un sorriso gentile. "Io mi chiamo Kiki" continuò portandosi una mano al petto. "Sai dove ti trovi?"
Shirayuki scosse convulsamente il capo. "Io ..." balbettò. "Non ricordo niente. Solo un odore pungente e dei vetri rotti. Poi mi sono svegliata fra le braccia di quel ragazzo" concluse indicando Zen con un cenno della mano.
"Oh ma quello è proprio un brutto taglio" aggiunse il capo erborista che, seguendo l'esempio di Kiki, si era avvicinata. "Se vuoi possiamo medicartelo, così poi starai meglio" fece poi intimandola ad avvicinarsi.
Shirayuki però si sentiva le gambe di legno, era a dir poco terrorizzata e tutti quegli sconosciuti che cercavano di farle ricordare chissà cosa di certo non la aiutavano.
Aveva solamente voglia di raggiungere la porta e scappare, ma era sicura che gli altri l'avrebbero seguita.
Fu Kiki a prendere di nuovo la parola: "Sappiamo benissimo che sei spaventata, ma nessuno vuole farti del male, vogliamo solo medicarti. Poi potrai fare quello che vuoi."
Shirayuki ci pensò su un attimo, in effetti il taglio bruciava parecchio e quelle due donne sembravano davvero gentili. Fece un piccolo segno di assenso col capo e immediatamente le altre due le furono accanto, sorreggendola ciascuna per un braccio e la scortarono fuori.
"Ryu" disse il capo erborista al ragazzino che da un angolo aveva assistito silenzioso a tutta la scena.
"Vai nella dispensa e prendi le foglie di camomilla essiccate e le bacche di ginepro, fanne una tisana e portala al principe Zen, servirà a calmarlo."
Ryu fece un cenno di assenso e uscì.
Vedendo Shirayuki passargli davanti senza degnarlo di uno sguardo, Zen scattò in piedi e fece per seguirla, ma Mitsuhide gli si parò dinnanzi afferrandolo per le spalle. "Zen-Tenka vi prego, rimanete qui, Kiki sa quello che fa."
Zen lo guardò con le iridi che tremavano, in un primo momento avrebbe voluto spingerlo via e urlargli di non mettersi in mezzo, ma non aveva nè l'energia nè lo spirito per farlo. Così appoggiò la fronte sulla spalla dell'amico e pianse silenziosamente. Non emetteva alcun singhiozzo o lamento, c'erano solo calde lacrime salate che gli rigavano il volto, e poco importava se tutti lo stavano guardando.
Aveva l'orribile presentimento che di matrimonio non si sarebbe parlato più per molto tempo.

 

"Ecco fatto" annunciò soddisfatta il capo erborista annodando la garza intorno alla mano sottile di Shirayuki.
"Grazie" mormorò la ragazza che ora si era tranquillizzata un po'. Quelle persone l'avevano chiamata "Shirayuki" che significa "Biancaneve", era veramente un nome carino che le si addiceva, solo che per il resto tutto era nero e confuso nella sua mente.
"Come ti senti adesso?" le chiese quella ragazza dai capelli biondi tanto cortese.
"Confusa" rispose la rossa poggiando le mani in grembo. "Quel ragazzo dai capelli bianchi, mi sembrava così triste. Per caso mi conosce?"
"Lui ..." esitò un attimo il capitano, forse dirle di punto in bianco che quel giovane era il suo fidanzato sarebbe stato prematuro e un tantino azzardato per le condizioni in cui si trovava " ... è Zen, il secondo principe del regno di Clarines, stava cercando di aiutarti."
"Zen" ripetè piano Shirayuki. Era strano, ma appena aveva pronunciato quel nome qualcosa si era smosso dentro di lei, ma solo per un istante, poi c'era di nuovo stato il vuoto.
Vedendo la sua allieva prediletta così turbata il capo erborista le si inginocchiò davanti e disse: "Non importa se per il momento non ti ricordi di noi, se c'è una cosa che ho imparato è che il tempo è la miglior medicina." Poi si alzò ed assieme a Kiki si diresse verso la porta. "Noi andiamo a far preparare la tua stanza, tu resta qui e riposati."
Quando la porta si fu richiusa e fu sicura di essere rimasta sola, Shirayuki si alzò lentamente e si diresse verso la finestra. Fino a dove arrivava il suo occhio il paesaggio era stupendo; fitti boschi e alte montagne si stagliavano contro l'orizzonte, peccato che a lei risultassero del tutto sconosciuti, non riusciva a riconoscere nemmeno un viso figuriamoci un regno intero.
La ragazza sconfortata si sedette di nuovo sul piccolo sgabello, troppo spaventata e disorientata per pensare anche solo di uscire.
All'improvviso la rossa sentì un cigolio che le fece alzare subito la testa. La porta era leggermente socchiusa e un visino contornato da una chioma di capelli scuri faceva capolino sull'uscio.
Shirayuki lo riconobbe subito come il bambino che aveva visto di sfuggita nella serra poco prima.
"Ciao" la salutò lui muovendo un passo in avanti e si richiuse la porta alle spalle.
"Ciao" rispose lei intenerita dal viso di quel bambino che aveva un'aria davvero dolce.
Dopo alcuni istanti di esitazione il ragazzino si avvicinò finchè non le fu completamente davanti. Shirayuki sorrise e allungò una mano per strizzargli le guance paffute. "Sei proprio carino lo sai? Come ti chiami?"
"Non trattarmi come un moccioso!" sbottò lui liberandosi dalla stretta, dimenticandosi per un attimo che l'amica si trovava in una situazione delicata.
"Sono Ryu" disse poi abbassando lo sguardo. "Davvero non ti ricordi di me?" chiese cupo.
Shirayuki si ritrasse un po', perchè tutti non facevano altro che insistere con quella storia?
"No, mi dispiace io ..." iniziò a dire, ma venne interrotta dalle braccia esili di Ryu che le circondarono la vita.
La stava abbracciando, non l'aveva mai fatto prima, non di sua spontanea volontà.
"Ricorda Shirayuki" la pregò il bambino nascondendo il viso nella sua spalla. "Noi tutti abbiamo bisogno che tu ricordi."
Shirayuki rimase immobile, sorpresa da quel contatto, ma poi si tranquillizzò, in fondo era solo un bambino, probabilmente era molto scosso dalla piega che avevano preso gli eventi e nonostante non si ricordasse di lui un'ondata di tenerezza le avvolse il petto, portandola a ricambiare l'abbraccio del bambino.
"Farò del mio meglio" gli sussurrò all'orecchio, ben consapevole della gravità di quella situazione. Non sapeva dove si trovasse o chi fossero quelle persone, ma voleva fare un tentativo e cercare di ricordare, non voleva vedere la luce speranzosa nei loro occhi spegnersi non appena incrociavano il suo sguardo; cercando una conferma che lei non poteva dare loro. Per un attimo ripensò a quel ragazzo, Zen, che era stato gentile con lei eppure lo aveva allontanato terrorizzata e non gli aveva dato nemmeno il permesso di toccarla, nonostante fosse ferita. Sperava con tutto il cuore che non fosse rimasto troppo offeso dal suo gesto, in fondo era sempre il principe e lei non aveva mostrato grande rispetto. Decise che, non appena si fosse sentita meglio, l'avrebbe cercato e si sarebbe scusata per il suo comportamento indecoroso.
Persa com'era nei suoi pensieri non si era accorta che Ryu aveva sciolto l'abbraccio e la guardava con aria preoccupata. "Tutto bene?" chiese incerto.
"Sì tranquillo, non ti preoccupare" disse sorridendo leggermente. Ryu la guardò ancora, non del tutto convinto ma considerando la situazione in cui si trovava era normale che fosse un po' confusa, quindi decise di lasciar perdere. "Io ora vado, se hai bisogno di qualcosa sono nella stanza accanto." "Va bene, ti ringrazio" disse Shirayuki, aprendosi in un sorriso un po' più sentito, facendo arrossire Ryu, che si affrettò ad uscire, chiudendosi la porta alle spalle.
Rimasta nuovamente sola, Shirayuki rilasciò un sospiro, abbandonandosi alla stanchezza e chiudendo gli occhi, cercando di sfuggire alla miriade di pensieri che le martellavano la testa.

 

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Angolo delle autrici:

C: "Hope"
*Hope alza la testa dal libro che sta leggendo*
H: "Dimmi"
C: "Ma quanto siamo state perfide!? Cioè, povero Zen!"
H. "E non ha visto ancora niente."
*Cioccolasha assume un'espressione perfida*
C: "Già"

Eccoci tornate tra voi (questa volta puntuali) per il quinto capitolo della storia, dove troviamo i nostri beneamini nel bel mezzo di una gatta da pelare.
Shirayuki ha dato davvero una bella capocciata per essersi dimenticata di tutti e perfino come si chiama. Almeno non è morta.
Ed i nostri adorati maschietti vanno in brodo di giuggiole: Zen (guistamente) si dispera, Mitsuhide allarmato cerca in vano di consolarlo e Obi fa lo scemo come al solito ...
Per fortuna ci sono le donne che non si lasciano prendere dal panico e prendono in mano la situazione, quindi diciamo che questo è un capitolo al femminile.
Se non per quella piccola testa calda di Ryu che nonostante l'indole distaccata dimostra di tenere molto a Shirayuki.
Per ora è tutto.
Ci vediamo martedì prossimo.
Hope e Cioccolasha.

   
 
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