Salve a tutte, mentre continuo a
lavorare su My Black Honey, ecco che
m’è venuta l’ispirazione per questo brevissimo racconto. Siate clementi nel
giudicarmi, per favore, poiché chi mi conosce sa che “usar poche parole non è
il mio forte”, tuttavia, ogni tanto mi fa bene cercar di uscire dagli schemi e
misurarmi in qualcosa di insolito.
Detto questo, vi lascio alla flashfic, l’Io narrante è di Hajime.
Oshi-chan
Conteggio parole testo: 497
Per Colpa di
Un Sorriso
E poi succede che un semplice gesto rompe
ogni logica, facendoti ricredere su tutto. Ragionare su quanto resta si rende
necessario, e dunque i pensieri si fanno leggeri. Non si può tornare indietro,
mentre la memoria si prepara a imprigionare questi attimi folli che ci vedono
nascosti da mura di cemento, pazzi, ma sicuri di volerlo come i nobili eroi delle
leggende.
Adesso sto amando Touru Oikawa, la
persona con la quale sono cresciuto, condividendo esperienze da fratelli di
sangue e tutto ciò che forse avrei dovuto tacere.
E’ sulle sue labbra che muore ogni
concretezza. La sua saliva è un nettare intossicante che mi fa dimenticare tutte
le liti sul perché questo non doveva
succedere.
Giuro che ho lottato per impedire alle
mie mani di bramare il suo corpo; ma i miei sforzi non sono stati sufficienti,
oppure, volevo perdere la sfida in partenza. In fondo, ho segretamente gioito
di come tutti quei sorrisi superficiali non fossero mai destinati a me.
Ho iniziato a provare questi strani e perversi sentimenti da aprile,
quando fare il bagno insieme cominciò a farsi strano. Oikawa affondava i candidi
incisivi nelle labbra in maniera adorabile, e come una ragazza, cercava di
nascondere il volto quando si scopriva in imbarazzo. La sua voce, sempre
lagnosa e sentenziante, aveva assunto note melliflue; forse incerte. Sempre più
spesso, parlando di lui e di me, si esprimeva in terza persona, come se
chiedermi un favore fosse diventato un problema.
Il vero problema, adesso, è fermarsi: comandare
alla bocca di non succhiare troppo e troppo forte da lasciar segni sul collo o
sulle spalle.
Oikawa ha un buon odore, lo ha sempre avuto; lo avevano le coperte nelle
quali s’abbandonava al sonno e il cuscino nel quale mi scoprivo puntualmente ad
affondare la faccia.
Tutto il suo essere insopportabile
sembra fatto per preservarlo da tutte le botte che spesso si merita. E’ una
rosa con le spine, ma le sue mani sono più vellutate di petali bianchi, quando
indugiano sul mio corpo bollente.
Non è l’amante strafottente che mi ero
immaginato. Per assurdo, fra le mie braccia, Oikawa sembra più incline ad
abbandonarsi e a lasciarsi travolgere, piuttosto che a cercare il comando. Sul campo,
ogni decisione è sua, ma qui, fra brividi e strusciamenti, attende le mie
direttive senza fiatare.
Ansima e sospira. Trema. Che abbia
paura?
Mi stringe e si contorce febbricitante,
mentre lo tocco dove mai avrei pensato di farlo; di farlo a lui e a qualunque
altro maschio. Ho sempre amato le donne ma Touru Oikawa è Touru Oikawa e quando
m’afferra per trattenere l’orgasmo in gola, quasi mi sorprendo della vampata di
calore che s’irradia dai lombi.
Non voglio fermarmi qui; non adesso.
-Farà male, Iwa-chan?-
-Un po’. Ma fa parte del gioco. -
-Sei un vero animale.-
Può darsi, ma è colpa sua.
E’ lui che mi ha sorriso stamattina. Già
aveva previsto tutto.
Lui è Touru Oikawa e le sue labbra non si sprecano mai in smorfie casuali.
Fine