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Autore: FraSilverlight99    16/08/2016    0 recensioni
E se Rosewood fosse ancora più misteriosa di quanto crediamo? E' possibile? Se oltre alle bugie ci fosse anche la magia? Questa volta le quattro ragazze avranno a che fare con un pesce ancora più grosso. Riusciranno a capire chi sia e ad affrontarlo?
Voi che dite? -A
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Caleb Rivers
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Tu abiti qui?- Chiese Hanna a Damon mentre varcava la soglia di casa sua che si trovava più o meno in mezzo al nulla.
-Già.-
-MA E' ENORME?- Lo era davvero, Hanna non aveva mai visto una casa tanto grande, e tanto antica, sembrava una casa inizio novecento, tutti i mobili in legno vecchio e tappetti decorati con delle fantasie strane e colorati con colori caldi. Hanna avanzò e andò in cucina che invece era moderna, probabilmente l'avevano ristrutturata. Girovagava per la casa a bocca aperta. Poi salì le scale per andare a vedere il pianp di sopra che era grande all'incirca come quello sotto. C'erano tre porte. Aprì la prima e finì in una camera da letto. Se non fosse stato per uno smooking che era pogiato sul letto, avrebbe pensato che era di una ragazza. Era fin troppo in ordine. Damon era dietro di lei.
-Tu dormi qui?-
-Oh santo cielo, no. Ti sembro il tipo da una camera del genere forse?- Chiese lui ironico.
-E che ne posso sapere io, ti conosco da mezz'ora!- Replicò Hanna.
-Allora qualcuno abita con te?-
-Mio fratello, è una palla, non mi lascia mai divertire.- E fece la faccia da finto imbronciato.
-Quindi è più grande di te?- Ipotizzò la bionda mentre si faceva un giro nella seconda stanza che portava ad una scala. Chiuse la porta.
-Gli piacerebbe.-
-Quindi tu sei il fratello maggiore giocherellone e lui quello piccolo che studia 24h su 24 per cercare di andare bene a scuola o al college o qualunque cosa faccia?- Hanna aprì la terza porta ed entrò. Era una camera a dir poco gigantesca, con un letto enorme e un bagno per niente retrò con una vasca che poteva quasi essere chiamata "piscina".
-No aspetta, questa è la tua camera?- Chiese lei incredula mentre si guardava intorno.
-Esattamente.- Lui quasi rideva della sua faccia.
-Mmh, ti dovevo conoscere prima. Ma possiamo rimediare.- E gli saltò addosso per baciarlo. Lui non ci pensò nemmeno e la strinse a sè mentre indietreggiava sul letto, dove pochi minuti dopo, entrambi, si ritrovarono completamente nudi.

Emily aprì piano gli occhi, vedeva la stanza tremare davanti a sè, poi capì che forse era la testa che le girava. Si portò una mano sulla tempia e se la massaggiò cercando di ricordare quello che era accaduto. Si ricordava tutto, ricordava Klaus, Rebekah e la sua velocità, la sua forza. Ma tornò subito a sè quando, guardandosi attorno, vide che non era nel bosco, ma in una camera, che non era la sua. Pensò di essere stata rapita, ma non era legata, nè aveva la bocca chiusa, poi ricordò qualcun altro: Toby. Si alzò piano e notò con sua grande sorpresa che riusciva a stare in piedi, così si incamminò verso la porta della stanza, ma a metà strada, questa, si aprì, e Toby entrò.
-Che ci fai in piedi?- andò verso di lei e la prese in braccio per rimetterla sul letto. Ma Emily si divincolò fra le sue braccia, chiaramente arrabbiata, nonostante tutto, lui sembrò non fare il minimo sforzo per rimetterla sul letto.
-Come fai? Come fate tutti? Ho visto delle cose pazzesche in questi ultimi giorni, cosa sta succedendo?- Lui cercò di prenderle il viso per guardarla negli occhi, ma lei gli diede un colpo al braccio, più o meno consapevole di cosa lui le avrebbe fatto.
-Toby no, ti supplico.- Aveva gli occhi lucidi, era sporca di terra e di erba, e a Toby dispiaceva vederla così, voleva dirle la verità.
-Ci sono molte cose che non sai, molte cose che devono essere tenute segrete e io te le dirò, ma tu non le dovrai dire a nessuno, promettimelo.- Emily si asciugò gli occhi.
-Okay, te lo prometto.-
-Io sono un vampiro.-
Emily sgranò gli occhi.-Cosa?-
-Come lo sono anche Klaus e Rebekah, anzi, c'è una differenza, loro sono gli originali. Sono la famiglia dei primi vampiri. Io discendo da loro.- Toby camminava per la stanza, ma vedendo che Emily lo guardava come se fosse pazzo, lui si fermò.
-Non mi credi, bene.- Fece uno scattò e fu su di lei. Lei sussultò e sembrò impaurita, in effetti lo era davvero.
-Hai una ferita al ginocchio, la vedi?- Emily annuì.
-Il mio sangue, il sangue da vampiro, la guarirà.- Dalla bocca di Toby spuntarono due canini aguzzi, si morse la mano e la porse ad Emily che era terrorizzata.
-Bevi.- Non sapendo cos'altro fare, gli prese la mano e bevve il sangue che c'era sopra. Poi vide lo sguardo di Toby abbassarsi sul suo ginocchio, così guardò anche lei e la ferita che c'era fino a un minuto prima era completamente sparita. Non riusciva a crederci, come era possibile una cosa del genere? Aveva appena scoperto che la sua ragazza era un vampiro che...in quel momento ci pensò, che altro potevano fare i vampiri?
-Cos'altro siete capaci di fare?- chiese singhiozzando. Lui si allontanò da lei e tornò in piedi in fondo alla camera.
-Sappiamo provocare delle visioni, ma in rari casi, possiamo controllare gli umani tramite il soggiogamento, possiamo spegnere le emozioni e siamo immortali.-
-Con immortali cosa vuoi dire?-
-Che la tua cara Rebekah ha mille anni ed è ancora viva.- La ragazza si portò le mani alla bocca con un sussurro. Non riusciva a mandare giù tante rivelazioni tutte insieme.
-Tu quanti anni hai?- Chiese infine.
-Sono stato trasformato solo cinque anni fa.-
-Ma da chi, perchè?- Non riusciva a capire come qualcuno potesse scegliere quella vita, okay, aveva il suo fascino, ma tutte le conseguenze orribili, lei credeva fossero abbastanza per reprimere ogni tentanzione, per soffocare ogni desiderio. E poi cosa c'era di bello nell'immortalità? Più tempo per vivere, ma senza tutte le emozioni puramente umane che senso aveva?
-Questo non te lo posso dire.-
-Perchè? Pensavo che volessi dirmi tutto.- Ora che sapeva, non si accommentava, voleva sapere tutto.
-Mi dispiace, ma è una cosa personale, sai quello che devi sapere, ora alzati che ti riporto a casa.- Disse lui uscendo, ed Emily rimase da sola in quella con più domande di prima e pochissime probabilità di ricevere risposte.


Circa un anno e mezzo prima...
Emily ed Alison erano rimaste da sole nello spogliatoio dopo un'ora di palestra, Emily era già pronta per andarsene, indossava una tuta e non si era asciugata i capelli, non lo faceva quasi mai. Al contrario Alison, ci passava le ore lì, tra il lavarsi, mettersi creme per il corpo e vestirsi. Emily la guardava sognante, amava vedere le sue mani passare la crema sulle spalle o sulle coscie, aveva una delicatezza nel muoversi che avrebbe fatto sciogliere chiunque. -Em, mi aiuti per favore, non riesco ad allacciarlo.- E quando Alison se ne usciva con queste richieste, le sue guancie sembravano non poter fare a meno di arrossire. Nonostante tutto si alzò, e le allacciò il reggiseno. Non resistì, sfiorava quella pelle liscia, morbida, aveva i capelli che odoravano di quello shampoo che Emily amava, così, si scansò i capelli dietro la schiena e le baciò il collo, prima piano, non sentiva una risposta da parte della bionda, ma sentiva il suo respiro farsi più irregolare. Poi cominciò sempre con più ferocia e a quel punto Alison si girò di scatto. -Cosa fai?- Emily non rispose.-Senti, mi dispiace, ma io non sono come te, ti bacio solo perchè non so chi altro baciare e così nel frattempo cerco altri modi per far arrapare i ragazzi.-
   
 
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