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Autore: Simox99    16/08/2016    0 recensioni
Zootropolis: la città dove gli "umani non sono mai esistiti", o almeno così si pensava fino ad oggi.
Cosa accadrebbe se due mondi così diversi tra di loro, entrassero in collaborazione per dare la caccia ad un criminale così potente che ha seminato il terrore in entrambi?
A causa di un brutto imprevisto ,Il professor Layton, il suo fedele assistente Luke ed un nuovo personaggio misterioso, verranno in contatto con la grandissima, coloratissima e popolatissima Zootropolis, dove troveranno la collaborazione dei nostri amati Nick Wilde e Judy Hopps e di tutto il corpo di polizia della città , per tentare di fermare un pazzo criminale che vuole distruggere entrambi i loro mondi...
Riusciranno nell'impresa?
Spetta solo a voi lettori scoprirlo!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3.
 
 
Il Rapimento.
 
 
 
Zootropolis”.
 
 
Luke rilesse quelle parole sottovoce per almeno altre due o tre volte, per cercare di capire se quel nome ,potesse essere collegato ad una città che conosca che potesse avere quel bizzarro nominativo; si sforzò di ricordare ma nulla.
 
Tralasciando per il momento il nome, Luke si riconcentrò nuovamente sull’immagine di quella sorta di metropoli, stampata su quella strana e misteriosa cartolina.
 
Potè curiosamente notare, che al centro di codesta città si trovava un conglomerato massiccio di alti grattaceli, dalle forme più strane ed articolate, tanto che nemmeno a New York esistono grattaceli di tali fattezze.
 
Spostando l’occhio dal centro dell’immagine ,dove si trovano i grattaceli appunto, Luke rimase al quanto sorpreso nel notare che a poca distanza da essi, si trova quello che ad occhio appare come una sorta di deserto, e non solo; altri biomi come la tundra ed la foresta equatoriale, sembravano essere tutti ravvicinati, come incastonati in un puzzle, dove i pezzi tra loro sono in perfetta armonia.
 
Luke dunque, decise di tenere con se la cartolina, anche se per il momento non ebbe intenzione di mostrarla né al Professore né all’ispettore Chemley ed ai suoi uomini.
 
Non sapeva di preciso il perché, ma qualcosa dal profondo gli sussurrava di tenerla stretta e di non rivelarla ora , dato che per l’indagine che devono seguire, ovvero la sparizione di un uomo, a Luke non sembrava una prova significativa al caso.
 
Dunque aprì la sua piccola borsa di color marrone chiaro, prese il suo diario dalla copertina verde smeraldo, un po’ scolorito dal tempo, dove solitamente vi annota tutto ciò che può essere utile per il risolvimento di un mistero, quali soluzioni di enigmi, e prove. Lo aprì e vi ci infilò tra le pagine a mo di segnalibro, la cartolina.
 
In quel preciso istante la figura del Professor Layton, fece capolino da dietro la porta della stanza dove si trovava Luke.
 
“Hei Luke, sei riuscito a trovare qualche prova, che possa aiutare la nostra indagine? Io là in salone, nonostante abbia esaminato la stanza da cima a fondo non ho trovato un bel niente.” Disse Layton,con tono scoraggiato.
 
“Nemmeno io Professore…”. Concluse Luke con medesimo tono di voce, e volgendo lo sguardo verso il basso.
 
“L’unica speranza che abbiamo ragazzo mio, è che gli uomini di Chemley al piano di sopra siano riusciti a scovare qualcosa, altrimenti non ho idea di come poter  mandare avanti la nostra indagine”. Concluse Layton, mentre una sensazione di tristezza e arresa, stava assalendo il suo corpo.
 
“Già ha ragione, oh guardi, si sta facendo tardi, che ne dice se andiamo di sopra giusto per salutare l’ispettore, e annunciarli che sfortunatamente la nostra ricerca è stata inutile?”. Disse Luke, mentre uno sbadiglio voleva uscire, ma egli lo ricacciò in gola.
 
“D’accordo,andiamo; ho come l’impressione che anche loro non siano riusciti a trovare nulla…”. Aggiunse Layton, mentre si stavano dirigendo verso l’imponente scalinata, che dà accesso al piano sovrastante.
 
La percorsero, ed appena sopraggiunti, gli si piazzò davanti Chemley, con una faccia altrettanto sconvolta e stanca, mentre nella mano stringeva una tazza di caffè:
 
“Allora miei cari, trovato qualcosa?”. Appena detto ciò, Chemley sorseggiò un “boccone” di caffè dalla tazza.
 
“Sfortunatamente ispettore , io e Luke non siamo riusciti a trovare nulla né nel salone che ho controllato da cima a fondo io stesso; né dallo studio, che ho affidato a Luke.”. Disse Layton con tono abbattuto, mentre a Luke, ritornò in mentre la cartolina rinvenuta poco tempo prima, nello studio del preside scomparso.
 
“Lo immaginavo, anche qui sopra sono ore che rivoltiamo questo piano come un calzino, ma nulla. Ora l’unica soluzione che ci rimane è interrogare l’unica presunta testimone della vicenda; la figlia dell’uomo scomparso: Margaret Murphy, le abbiamo chiesto gentilmente di presentarsi da noi in caserma domattina alle 10.00, e visto che lei Layton collabora con noi sarà proprio lei a eseguire l’interrogatorio, io logicamente sarò presente se le servirà qualcosa.”. Disse l’ispettore, mentre ripose la tazza vuota su un tavolino che era nei paraggi.
 
“Ah giusto, la figlia!, me ne ero completamente scordato, comunque la ringrazio infinitamente per l’opportunità ispettore, sono sicuro che la sua testimonianza potrà rivelarsi molto utile all’indagine.” Aggiunse Layton, mentre un barlume di speranza stava incominciando a splendere nella sua geniale mente.
 
“Ok, la ringraziamo davvero molto ispettore, ma si sta facendo tardi e dobbiamo incamminarci verso casa, allora a domattina ispettore!”. Disse Luke, mentre un altro sbadiglio insistente voleva uscire, ma sta volta non seppe trattenerlo e dunque sbadigliò con potenza.
 
Layton lo osservò divertito e disse:
 
“Ok, sarà meglio che andiamo a casa prima che Luke si addormenti qui!, allora ci si vede domani ispettore.”.
 
“Va bene figlioli, a domani; e mi raccomando puntuali!”. Disse Chemley mentre gli fulminò con una delle sue occhiate demoniache.
 
“Stia tranquillo ispettore, “puntualità” è il mio secondo nome!”. Concluse Layton, mentre lui e Luke, stavano percorrendo la scalinata verso il basso.
 
La notte calò lenta e rigida su Londra, che piano piano si puntellava di luci; il Tamigi scorreva lento e scuro mentre i ponti su di esso risplendevano di luce.
 
Dopo una sostanziosa cena Luke e il Professore andarono a letto, pensierosi di quanto stava accadendo in quel periodo; in particolare Luke che disteso nel suo letto con nuovamente quella cartolina in mano e avvolto dalla fioca luce della sua piccola lucina da notte, non smetteva di guardarla per cercare di capire il senso della sua scoperta.
 
 
CASA DIXON.
 
Ore 2.00 del mattino.
 
Simon si girava e rigirava nel letto, era tutto sudato e respirava a fatica: era nel pieno di un incubo agghiacciante; quando d’improvviso un rumore sordo lo fece svegliare di colpo, qualcosa o per lo meno qualcuno si stava avvicinando alle loro camere; non potevano essere i genitori, dato che erano partiti per l’estero  circa una settimana prima per un affare di lavoro molto importante.
 
Simon accese la sua bagiour , e buttò un occhio sul letto di sua sorella Sarah, per controllare se stesse ancora dormendo; come previsto la ritrovò abbandonata ancora al sonno.
 
Nel frattempo, i passi si facevano sempre più vicini alle loro camere, Simon tremava come una foglia se non peggio, non sapeva che fare, era come paralizzato dalla paura:
 
E se fosse un ladro? Magari armato… che faccio? Forse se gli allungo qualche gioiello di mamma, se ne andrà..’. Pensò, frettolosamente il ragazzo terrorizzato.
 
‘TUM,TUM,TUM,TUM’; i passi erano sempre più pesanti e vicini, sembravano ormai a pochi centimetri dalla porta chiusa della loro stanza.
 
Simon, si gettò le coperte in viso, e non mosse più un muscolo, l’unica cosa che si muoveva senza sosta e in costante accelerazione era il cuore, mentre anche il respiro sembrava essere stato ridotto al minimo.
 
I passi non si udirono più.
 
Il silenzio…
 
Simon era a ad un passo da avere un infarto.
 
Il silenzio, venne improvvisamente smorzato, dalla porta della loro camera che pian piano si stava aprendo, con un leggero cigolio; Simon avvertì una piccola e fredda gocciolina di sudore attraversagli la schiena facendogli provare un lieve brivido , mentre la porta avanzava nell’aprirsi.
 
Ciò che entrò in quella stanza,è qualcosa che non risiede nemmeno nei peggiori incubi; Simon da sotto le coperte, vide un’enorme massa scura con orecchie lunghe appuntite ed due occhi di un colore giallo brillante che si ergeva non su quattro ma su due zampe, avanzare verso il letto di sua sorella, dunque si fece coraggio, fece un bel respiro, e si scostò lentamente le coperte dal viso.
 
La tenue luce della bajour, permise a Simon di osservare l’essere in tutto il suo macabro splendore; è molto alto, circa due metri e dieci, con un naso molto allungato; due occhi da incubo di un giallo intenso , che ti scavano dentro e ti fanno percepire nient’altro che ansia e paura, Simon notò inoltre che esso non è nudo… ma indossa stupefacentemente una grossa giacca di pelle nera carbone, e dei pantaloni strappati, di un tessuto che a prima vista Simon non riuscì a identificare.
 
Il lupachiottone bipede, non si accorse fortunatamente per Simon della sua presenza, e si diede da fare per sbrigare la sgradevole faccenda, che doveva compiere: in un batter di ciglio, si coricò Sarah ancora dormiente sulla spalla destra, e si avviò verso il muro della stanza.
 
Simon non poteva credere ai suoi occhi, in un lampo si scaraventò via la coperta di dosso e si rivelò al poderoso predatore bipede.
 
Il lupo gli cacciò un ringhio ,che rivelò nell’oscurità della stanza dei denti affilati di un bianco candidissimo, dunque Simon a quella vista si pietrificò.
 
Avrebbe voluto gridare, saltare addosso a quell’essere  per tentare di salvare sua sorella ;sapendo benissimo che sarebbe bastato un solo morso di quella belva per ferirlo mortalmente, eppure la paura prese il soppravvento sul coraggio, e costrinse Simon ad uno stato di assoluta impotenza: le membra erano come incollate alle lenzuola del letto incapaci di qualsiasi movimento, il cuore era a poco dal scoppiargli, da quanto batteva veloce; i capelli lunghi che gli ricadevano sulle spalle, intrisi di caldo sudore che abbondantemente veniva riversato sulla sua fronte.
 
Lo strano lupo dunque ritornò al suo lavoro, avvicinatosi a pochi passi dal muro della stanza  vi scaraventò contro una piccola sfera vitrea contente un liquido di color verde smeraldo, che una volta disintegratasi, sprigionò un’energia sconosciuta che aprì una sorta di vortice pieno di luce; il lupo dunque con la ragazza ancora dormiente sulla spalla, non si guardò indietro e vi entrò.
 
Le gambe di Simon ebbero uno stimolo, il ragazzo scattò verso il muro ma appena lo raggiunse il vortice, il lupo e sua sorella si erano dileguati nell’oscurità della fredda parete.
 
Il delicato equilibrio emotivo di Simon, si squarciò in due: il ragazzo si appoggiò con le mani ed il volto sulla oscura parete; gettò i suoi occhiali tondi a terra e d’improvviso una cascata, un fiume di salate lacrime premeva agli angoli dei suoi occhi, mentre lentamente il suo corpo si lasciava andare al suolo, strisciando  lentamente contro la parete.
 
Si vergognava, vergognava per non aver fatto nulla per impedire quel che era appena successo davanti ai suoi occhi, per non aver saputo reagire e proteggere una persona che per lui oramai conta come una madre, una persona che nel momento del bisogno c’è sempre stata e si è fatta in quattro pur di aiutare il suo caro fratellino. E lui per ringraziarla cosa ha fatto?  L’ha lasciata rapire da un mostro, assistendo paralizzato alla scena come un cucciolo pauroso.
 
Ma era inutile continuare ad incolparsi di tutto non provando a fare nulla, lui ora aveva solo il compito di riportarla indietro, e di dimostragli tutto l’amore fraterno che prova per lei.
 
Ma cosa fare? A chi chiedere aiuto? I genitori ora sono più inutili che mai e sono molto lontani a causa di un viaggio di lavoro, la polizia sicuramente non li avrebbe mai creduto ed anzi lo avrebbero  ritenuto un pazzo e poi non vi era alcuna prova per dimostrare ciò che era successo; a parte forse la effettiva mancanza della sorella.
 
Simon dunque raccolse le ultime briciole di sanità emotiva che gli rimanevano in corpo e lentamente raccolse i suoi occhiali tondeggianti e si rialzò da terra sempre appoggiandosi alla parete, si mise gli occhiali; e si avviò verso la finestra della sua camera che dava sul balcone, per uscire un attimo di fuori a prendere una boccata d’aria.
 
Ma proprio nel momento in cui Simon fece il primo passo verso la parte opposta della camera, qualcosa di alquanto sorprendente accadde sotto i suoi occhi: Un raggio di luce, di una luce identica a quella che emanava il portale dentro al quale sono scomparsi quello stano essere lupoide e sua sorella, stava provenendo dal pavimento; nell’esatto punto dove quel portale sorse e si dileguò.
 
La luce si fece sempre più intensa, diventò quasi folgorante; Simon si coprì gli occhi dal bagliore,ma ecco che in come in un lampo la luce sparì; il buio nuovamente riecheggiava nella stanza.
 
Simon si tolse lentamente le mani dal viso, e buttando per caso un occhio verso il pavimento, notò che vi era qualcosa nell’esatto punto da cui quella luce aveva avuto origine.
 
L’oscurità gli impedì di vedere con chiarezza di cosa si trattasse; dunque corse all’interruttore della luce e la accese. Di corsa tornò nel punto dove si trovava lo strano oggetto, veduto con poca chiarezza pochi istanti prima.
 
Simon rimase alquanto sorpreso da ciò che si ritrovò davanti:
 
Una busta portalettere.
 
Simon la raccolse lentamente da terra e la esaminò, era costruita di un tipo di carta diverso da quello mai visto fino ad ora, di un color caffè che odorava di resina d’albero, anche la consistenza era diversa era estremamente rugosa ma liscissima allo stesso tempo.
 
Simon non perse altro tempo e cercò di aprirla, ma stranamente non ci riuscì.
 
Pareva sigillata con qualcosa di molto più resistente della colla; ad un certo punto delle parole apparsero come dal nulla sulla carta, le lettere piano piano incominciarono a formare delle parole, poi delle frasi.
 
Simon lesse le prime parole che erano apparse e rimase turbato:
 
ENIGMA 001”
 
“LA LETTERA MISTERIOSA”.
 
Appena lette queste parole, Simon capì immediatamente a chi avrebbe potuto chiedere aiuto per risolvere questa inusuale situazione, ma non sarebbe stato educato recarsi di corsa a casa Professor Layton alle tre del mattino, dove  molto probabilmente sia lui che Luke stavano dormendo.
 
Eppure Simon sentì con tutto se stesso, che non ce l’avrebbe mai fatta ad attendere che si facesse giorno, sentiva che sarebbe impazzito se non avesse agito subito; dunque non ci pensò due volte; corse a mettersi i primi vestiti che aveva sotto mano; prese la sua borsa che usa come zaino scolastico, ci mise all’interno e con molta cura ed in una piccola busta di plastica, la lettera sigillata appena trovata a terra.
 
Prima di uscire prese al volo il suo cappello preferito, un basco di un blu bellissimo quasi color del cielo, chiuse velocemente casa e si mise in marcia verso la casa del Professore, non riusciva nemmeno a camminare, bensì si mise a correre come non aveva mai corso in vita sua, stava correndo verso una speranza, ne era certo; avrebbe portato indietro Sarah ad ogni costo; ormai è l’unico appoggio famigliare sul quale può davvero contare; senza di lei si sente come un orfano perduto in un mondo tanto grande e meschino.
 
Non ci mise molto Simon ad arrivare alla sua meta, appena arrivato al portone del palazzo dove abita Layton, egli fu avvolto come da una incertezza, che per tutto il tragitto non aveva osato farsi sentire; era indeciso se suonare quel campanello o no… sarebbe valsa davvero la pena di disturbare il Professore e Luke alle tre e mezzo del mattino, per una questione così sovrumana e non credibile? Ma cosa fare altrimenti? Da solo non sarebbe mai  stato capace di trovare una soluzione a questo mistero, per poi  non dimenticare la misteriosa lettera apparsa da un mini-portale e sigillata da un enigma, Simon da solo non si sentiva in grado di risolverlo.
 
Solo un uomo poteva aiutarlo in questa situazione, e quell’uomo era Hershel Layton.
 
Dunque Simon fece un bel respiro e suonò al campanello.
 
Una luce al secondo piano si accese, e un volto ormai famigliare si affacciò dalla finestra.
 
“Simon? Sei tu? Cosa ci fai qui  a quest’ora?”. Disse un Layton ancora stravolto dal sonno, mentre si trattenne dal fare un enorme sbadiglio.
 
“Ehm… salve Professore, le chiedo davvero scusa se mi presento qui a quest’ora ma ho una questione alquanto urgente da esporle… potrei salire da lei?”. Disse il ragazzo, con tono molto imbarazzato.
 
“Certo, non stare lì al freddo, ti apro la porta, vieni su.” Concluse Layton mentre si accinse a spingere l’interruttore che apre il portone.
 
Appena Simon avvertì il rumore dello sblocco della porta si diresse verso di essa e l’aprì, accese la luce e salì lentamente le scale del palazzo.
 
Arrivato presso la porta dell’appartamento, Simon fece un bel respiro e bussò, nel frattempo che il professore si stava dirigendo alla porta per aprigli, Simon pensò con chiarezza tutto ciò che doveva dirgli e per sicurezza, buttò un occhio all’interno della sua borsa per assicurarsi di aver preso su la lettera, quando ecco che la porta sì aprì.
 
Simon era abbastanza emozionato, ma determinato a spiegare al professore tutto quello che era successo quella fatidica notte.
 
 
 
 
 
 
 
Angolino dell’autore: Salve a tutto il popolo di questo fandom e non solo! Ecco a voi il terzo capitolo di questa serie crossover alquanto atipica XD, sono come sempre consapevole che il mio stile di scrittura non sia dei più brillanti, ma comunque continuo a mettermi in gioco ed ad allenarmi scrivendo questi capitoli, vi invito a buttarci un occhio e se avete proprio le forze e non state per vomitare, di scrivere una recensione dove vi invito a esprimere un parere di qualsiasi genere riguardante il capitolo, soprattutto accetto molto volentieri anzi le considero quasi quanto l’oro le critiche; poiché mi possono servire per migliorare magari lo stile di scrittura o altro.
Al prossimo capitolo, dove finalmente qualcosa di un po più interessante accadrà!
 
Simo.
 
 
 
 
 
   
 
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