AkaTsuki
Fan fiction by Fin Fish
Ciao a tutti!
Lo so, rispetto al solito ho postato molto più tardi ma purtroppo ci sono stati
una serie di imprevisti e sono rientrata tardi >.<.
In questo capitolo assisteremo allo scontro tra Bankotsu e Kagome e poi… xD lo
scoprirete leggendo il capitolo =).
Vi lascio alla lettura.
Un grandissimo kiss dalla piccola Fin.
19° Capitolo: Anima ferita.
Kagome e
Bankotsu si scrutavano con attenzione.
Nessuno dei
due però era intenzionato a fare la prima mossa, aspettavano entrambi un
tentennamento da parte dell’altro e allora lo scontro poteva cominciare.
Miroku e
Sango erano poco distanti dai due, pronti a intervenire nel caso qualcuno
commettesse qualche scorrettezza.
Tuttavia, nonostante sapevano della forza della miko, erano preoccupati.
Avevano sempre visto la sua bravura con arco e frecce, ma non potevano sapere
cosa avrebbe portato uno scontro frontale con una persona come Bankotsu.
Sango si morse il labbro inferiore, mentre aumentava la stretta sulla cinta che
reggeva Hiraikotsu.
Era ingiusto che si sacrificasse sempre lei, mentre loro non potevano fare
altro che guardare.
Inaspettatamente,
la mano di Miroku si posò sulla sua serrata sul petto.
I suoi occhi, blu come la notte, catturarono la sua attenzione.
Si perse per un lungo istante in quel mare oscuro, lasciando da parte per un
breve istante il mondo esterno.
-Non preoccuparti-, mormorò con voce roca, stringendo dolcemente la presa sulla
mano.
-Kagome riuscirà a farcela, ma dobbiamo darle tutta la nostra fiducia-.
Un piccolo
sorriso illuminò il suo volto.
Sango però si accorse che, oltre alla sicurezza nel suo volto, c’era molto
altro.
I suoi occhi erano lucidi e la sua mano tremava, scosso da piccoli e
impercettibili brividi.
-Miroku…-, sussurrò Sango.
Ero preoccupato quanto lei tuttavia, nonostante tutto, aveva cercato di
rassicurarla senza comportarsi da maniaco come faceva solitamente.
-Grazie-, mormorò riconoscente, sorridendo dal profondo del suo cuore a quel
giovane monaco.
Kagome piegò
leggermente le gambe, pronta a scattare in avanti.
Era stanca di aspettare una mossa da parte di Bankotsu, così si sarebbe fatta
avanti a lei.
Scattò in
avanti, sferrando un calcio in direzione del collo di lui ma, sfortunatamente,
Bankotsu riuscì a parere il colpo proteggendosi con un braccio.
Kagome ritirò
la gamba, proteggendosi dal pugno che ora stava sferrando il suo avversario.
Con un salto all’indietro, portò distanza tra lei e Bankotsu ma quest’ultimo la
raggiunse in un attimo, colpendola duramente ad un fianco.
Kagome si accasciò al suolo, sotto lo sguardo compiaciuto del capo degli Shinchitai.
Per niente sopraffatta dal dolore, Kagome, con un movimento semicircolare della
gamba sperava di fargli perdere l’equilibrio ma Bankotsu si spostò all’indietro
evitando il suo semplice attacco.
Boccheggiando per il dolore, Kagome si rialzò in piedi e osservò il suo
avversario con occhi di fuoco.
“Accidenti, sono più fuori forma del previsto”. Kagome si morse il labbro
inferiore, mentre osservava Bankotsu avvicinarsi rapido a lei.
In poco
tempo, i due furono trascinati in una danza pericolosa e mortale dove il più
piccolo errore sarebbe stato fatale.
Kagome e
Bankotsu riuscivano a respingere l’uno gli attacchi dell’altro, la loro
maestria era impressionante e stupì tutti quanti.
I due
avversari spiccarono un balzo nelle direzioni opposte.
Avevano entrambi il fiato corto, ma Kagome era quella più provata da quel
combattimento tanto ravvicinato.
-Sei in
gamba-, commentò entusiasto Bankotsu, mentre osservava Kagome nel vano
tentativo di riprendere fiato.
-L’ho sempre
detto: sei la donna più straordinaria che io abbia mai conosciuto. Credimi,
nutro una grande stima per te-.
Un sorriso sarcastico illuminò il volto della miko, mentre sfidava lo sguardo
del suo avversario.
-Mi suona di
bugia-, mormorò con la voce spezzata.
I suoi occhi s’indurirono, mentre rifletteva sul perché era venuto con solo due
persone al seguito.
Dov’erano gli
altri?
La cosa non
prometteva nulla di buono, ma al momento non era degli altri che si doveva
preoccupare.
Bankotsu ripartì all’attacco, cogliendola di sorpresa e sferrando un potente
calcio all’altezza della bocca dello stomaco.
Kagome boccheggiò per il dolore, ma si riprese subito.
Si voltò di schiena e afferrò Bankotsu per un braccio, sfruttando il suo peso
come leva lo sollevò da terra e lo schiantò a terra davanti a se.
Kagome si
allontanò, evitando una possibile reazione di contrattacco da parte sua.
La situazione
non prometteva bene, se ne accorgeva lei stessa.
Il sigillo sul collo aveva preso a pulsare, era come se qualcuno cercasse di
metterla in difficoltà contro di loro.
Scosse il
capo, stringendo i denti ancora una volta.
Non poteva permettere alle tenebre di avere il sopravvento su di lei,
altrimenti sarebbe stato tutto perduto.
**
Quella
giornata era accompagnata da una strana brezza.
Questo pensava Sesshomaru, mentre scrutava il cielo con il suo sguardo
impenetrabile.
Erano giorni
che camminava ormai, ma non aveva ancora trovato nulla che potesse sembrare
utile per forgiare una spada adatta a lui.
Il suo sguardo si posò per un brevissimo istante, sulla katana legata alla
cintura.
Tenseiga, non era una spada adatta ad un combattimento; era una lama
inoffensiva.
Eppure, pur
sapendolo, suo padre decise di lasciargliela.
Affidando ad un’umana e poi a Inuyasha la lama più potente; Tessaiga.
A pensarci il
sangue gli ribolliva nelle vene.
Odiava
Inuyasha, ma non poteva dire lo stesso per la ragazza umana che si accompagnava
a lui.
Odiava anche lei, certo, ma non con la stessa intensità per il fratello.
Continuò a
procedere per la sua strada, ignorando volutamente la presenza della Yasha alle
sue spalle.
Kagura infatti, per ordine di Naraku, si stava assicurando che Sesshomaru
andasse nella direzione preparata apposta per lui.
Lo fissò con attenzione, picchiettandosi il mento con il suo ventaglio.
“Così questo è Sesshomaru, il fratello di Inuyasha. Che uomo mite al suo
confronto”, pensò, mentre si spostava in alto per continuare a seguirlo.
Naraku aveva preparato per lui una trappola, approfittando della sua brama di
potere e dell’aiuto di uno degli Shinchitai.
Kagura lo scrutò ancora una volta, indecisa se scendere o meno per avvertirlo
di andarsene da quel luogo.
“Vattene via da questo posto finché ce la fai”, pregò disperatamente dentro di
se, mentre osservava lo youkai incedere elegante nella foresta.
**
Inuyasha
ormai correva a perdifiato, non curandosi minimante di aspettare Kikyo.
Sentiva che Kagome era nei guai, non poteva perdere nemmeno un secondo e, come
se non bastasse, tra pochi giorni il sigillo si sarebbe infranto e lei sarebbe
morta.
Un odore
familiare colpì il suo sensibilissimo olfatto.
Era odore di lupi, quindi era vicino alla montagna dove dimorava quel lupo di
nome Koga.
Strinse i denti, aumentando ancora di più la sua velocità.
Il vento portava con se un forte odore di sangue, ma c’era anche qualcosa di
diverso, una fragranza davvero particolare.
Il suo cuore accelerò i battiti riconoscendo in quella fragranza l’odore di
Kagome.
**
Kagome si
reggeva ormai a stento in piedi.
La mascella era leggermente rigonfia, causa di un pugno che non aveva saputo
evitare come doveva.
Sentiva
dolori ovunque, ma non per questo si arrendeva.
Miroku e
Sango fissavano impotenti quella scena, consapevoli che le loro voci non
raggiungevano il cuore della ragazza.
Più volte l’avevano pregata, implorata di smettere con quel combattimento
assurdo ma era stato tutto vano.
Ogni volta
che finiva a terra, Kagome si rialzava.
Ormai non
aveva più la forza di reagire, senza contare che Bankotsu l’aveva sempre
superata in resistenza fisica.
-Mi sembra inutile continuare-, esordì Bankotsu, osservando le pietose
condizioni in cui versava Kagome.
Era la
persona che più rispettava, fare quel lavoro non lo entusiasmava ma non aveva
altra scelta.
Tutti dovevano pur sopravvivere, in un modo o nell’altro.
Adorava uccidere, scontrarsi con avversari sempre più potenti era la sola che
lo spingeva a vivere; la sua ragione di vita.
Per quanto stimasse Kagome, era pur sempre una delle persone più forti che
conosceva e non poteva sottrarsi a quella sfida.
I suoi
compagni sembravano soddisfatti di quella vittoria, soprattutto Renkotsu che
non aveva mai potuto sopportare la presenza di quella miko tra di loro.
Bankotsu si
diresse verso la sua alabarda, pronto a porre fine alle sofferenze di Kagome.
Sango e
Miroku si guardarono, accennando un cenno d’intensa tra di loro.
Sango sciolse il laccio che teneva Hiraikotsu, pronta a lanciarlo contro il suo
avversario.
-Non… Fatelo…
Vi prego…-, mormorò Kagome, mentre cercava di rimettersi in piedi.
Sentiva il
sangue invaderle la bocca, impastandosi con la saliva.
Non le era mai piaciuta quella sensazione, ma ormai non le importava.
Vedeva gli sguardi sconcertati di Sango e Miroku, ma non poteva fare altro per
proteggerli.
Era sciocco, ma tipico di lei sacrificarsi in quel modo così poco decoroso.
La sua mente
tornò indietro, ripensando al giorno della morte di Inu no Taisho.
Le aveva sorriso dolcemente e le aveva affidato Tessaiga, assicurandola che un
giorno il figlio sarebbe venuto a riprendersela.
Non ci
credeva, almeno fino a quando Inuyasha non era apparso nella sua vita.
Inuyasha.
Era strano come la sua esistenza fosse cambiata, quasi senza che se ne
accorgesse, alla fine era diventata una miko e sfruttava i suoi poteri
spirituali, cosa che aveva sempre detestato.
Lei non era Kikyo, non aveva la sua forza eppure, nonostante tutto, aveva
deciso quasi inconsciamente di percorrere quel sentiero.
Bankotsu sollevò in aria Banryu pronta a rilasciare l’ultimo attacco contro di
lei.
Un sorriso malinconico dipinse il volto di Kagome, mentre una lacrima solcò il
suo volto.
-Avrei voluto rivederlo un ultima volta-, sussurrò, la voce talmente bassa era
a malapena udibile.
Chiuse gli occhi, traendo un profondo respiro e attese.
Il clangore
prodotto da uno scontro di spade la riscosse.
Quando aprii gli occhi, faticava a credere a quello che si presentava dinnanzi
ai suoi occhi.
Inuyasha era lì, davanti a lei, reggendo
tra le mani Tessaiga intenta a respingere il colpo di Banryu.
Inuyasha
fissava furibondo l’avversario dinnanzi a se, pronto ad ucciderlo in qualsiasi
momento.
Con un movimento secco, Tessaiga scalzò la presa di Banryu lasciando che
Bankotsu si allontanasse da Kagome.
La miko, nel frattempo, aveva sentito le forze venirle meno e si era accasciata
al suolo.
Sango e Miroku corsero a soccorrerla, constatando con gioia che non aveva
ferite gravi.
-Kagome!-.
Inuyasha si voltò rapido verso di lei, inginocchiandosi a terra davanti a lei.
Tese tremante la mano verso il suo viso, scostando qualche ciocca di capelli
dal volto sudato e pulì il suo labbro leggermente sporco di sangue.
Kagome aprì lentamente gli occhi, perdendosi per un brevissimo istante
nell’ambra di quelli dell’hanyou.
Sorrise
mesta, portando una mano a sfiorare il volto di Inuyasha. –Non sto sognando-,
mormorò debole, mentre lentamente ritrasse la mano.
Sango gli fece un cenno rapido, lasciandogli intuire che doveva restare
tranquilla almeno per un po’.
-Maledetti-, sibilò tra i denti, mentre aumentava la stretta su Tessaiga.
L’idea di uccidere degli esseri umani non lo attraeva, ma non aveva altra
scelta al momento.
-Ma guarda!-, esclamò sorpreso Bankotsu, riconoscendo la figura dell’hanyou che
accompagnava Kagome da un po’ di giorni. –Tu sei l’hanyou dell’altra volta, mi
sorprende che Kagome sia ancora in tua compagnia-.
-Falla finita!-, urlò di rimando.
Spiccò un balzo, pronto ad affondare la sua spada nel petto di quel ragazzo che
aveva osato ridurre Kagome in quello stato.
Le due lame
si scontrarono ancora una volta, trattenendo in due avversari.
-Mi sorprende che un tipo come Kagome, in grado di sterminare da sola un intero
villaggio, non ti abbia mai ucciso-, sbottò Bankotsu, mentre liberava Banryu
dalla presa di Tessaiga
-Che vorresti
dire?-. Inuyasha mosse un potente fendente in direzione di Bankotsu, ma
quest’ultimo riuscì ad evitare l’attacco con grande maestria.
-Non lo
sai?-, domandò sorpreso il capo degli Shinchitai, mentre contrattaccava.
-Kagome una
volta ha sterminato un intero villaggio da sola. Non è la creatura indifesa che
tu pensi, le sue mani sono lorde di sangue!-.
Banryu, grazie ad un fendente, rilasciò una potente energia che respinse
Inuyasha facendolo sbattere contro uno degli alberi lì vicino.
Il suo sguardo cadde per un istante su Kagome, priva di sensi tra le braccia di
Sango.
Anche loro avevano sentito, ma non riuscivano a credere a quello che era stato
detto.
Veloce, la mente di Inuyasha ritornò alle parole pronunciate da Kagome poco
tempo prima.
<< Kagome, le tue
mani sono sporche quanto le mie.
La tua anima è nera,
Kagome. Non potrai sfuggirgli in eterno >>;
<< Ti prego.
Inuyasha, è una cosa di
cui non voglio parlare per il momento, così come la faccenda di Naraku; me ne
occuperò da sola >>
Era la verità,
lo sentiva nel profondo.
Tuttavia, dopo aver commesso lui stesso delle atrocità, non si sentiva in
diritto di giudicare Kagome per il suo passato.
-Non m’importa-,
rispose infine, puntando la lama contro Bankotsu. –Il passato è passato, quello
che devo fare ora è proteggerla-.
Vibrando un colpo in aria, Inuyasha riuscì a ricreare la cicatrice del vento.
Bankotsu parò
l’effetto di Tessaiga, proteggendosi con Banryu che gli offrì un ottimo scudo.
Tuttavia, quando l’effetto passò, Bankotsu si accorse con sommo orrore che la
sua alabarda, compagna di molte avventure, si era scheggiata profondamente.
-Maledetto-, sibilò tra i denti, mentre estraeva Banryu dal terreno.
Ero pronto per lanciarsi nuovamente all’attacco, quando una freccia magica si
conficcò a terra davanti a lui impedendogli di proseguire.
Il ragazzo
sollevò il capo, incontrando lo sguardo serio e freddo di una miko.
Era simile a Kagome, benché il suo aspetto fosse più maturo e determinato.
Un unico nome risuonava nella sua mente: Kikyo.
Guardò i suoi
compagni, lanciandogli un rapido cenno del capo e questi si allontanarono nel
folto della foresta.
-Inuyasha, per oggi il nostro scontro termina qui. Tuttavia, ci rivedremo molto
presto-.
Bankotsu si allontanò rapido, raggiungendo i due compagni e lasciando solo il
gruppo appena riunito.
-Inuyasha, ora riesci a controllare la cicatrice del vento?-, proruppe Miroku,
avvicinandosi all’hanyou e sorridendogli calorosamente.
Inuyasha annuì con il capo, mentre con un movimento rapido rinfoderava
Tessaiga.
Kagome era
ancora accasciata a terra, priva di sensi.
Kikyo le si era avvicinata lentamente, esaminando con cura ogni centimetro del
corpo.
Sango la guardava titubante.
Sapeva cos’era accaduto in passato, ma non poteva credere che avrebbe voluto
ucciderla anche ora.
-Dobbiamo spostarla-, mormorò Kikyo, rialzandosi e afferrando anche l’arco di
Kagome posto poco distante da loro.
Sango si
offrì volontaria per trasportarla, ma Kikyo era fermamente contraria a quella
proposta.
-No, sarà Inuyasha a portarla-.
L’hanyou era rimasto sorpreso, ma senza dire una parola si avvicinò a Sango raccogliendo
il corpo esile di Kagome da terra.
Era più leggera di quello che ricordava.
Posò ancora
una volta lo sguardo sul suo volto.
Sembrava sereno ora, ma sapeva che probabilmente la sua anima stava soffrendo
in modo atroce e incredibile.
Quante volte
avrà sognato di rivivere quella scena?
Cosa aveva provato al villaggio degli sterminatori, mentre pregava per le loro
anime?
Dopo pochi minuti, trovarono una capanna abbandonata nel folto della foresta.
L’edera l’aveva quasi del tutto ricoperta, mentre il tetto era aperto in più
punti.
Kikyo e Sango preparono un giaciglio improvvisato, sfruttando alcune foglie
secche e dell’erba.
La coprirono con il suo yukata, mentre Miroku era uscito a cercare legna e
qualcosa da mangiare.
Kikyo, stupendo i presenti, curò le ferite della sorella con grande impegno e
dedizione.
Inuyasha osservava immobile l’espressione immutabile del viso di lei, fino a
quando Kikyo non richiamò la sua attenzione e quella della sterminatrice.
-La situazione è peggiore del previsto-, esordì, scostando i capelli di Kagome
e mostrando il sigillo, ormai ben visibile sul suo collo.
-Inuyasha, l’unico modo per eliminare il sigillo e la maledizione insieme è
entrare nell’animo di Kagome e cercare la causa del suo male-.
-Io credevo che le maledizioni potessero essere sciolte solo da chi le aveva
evocate-, incalzò Sango.
Kikyo scosse il capo, riprendendo subito le fila del discorso. –No, questa è
diversa. E’ una maledizione che viene alimentata dalla sofferenza di Kagome, soltanto Inuyasha potrebbe riuscire a trovare
il modo di salvarla-.
L’hanyou passò lo sguardo da Kikyo e Kagome, per poi tornare su Kikyo.
Sapeva che si poteva fidare della miko, l’aveva dimostrato nei lunghi giorni
del loro viaggiare e ora assisteva la sorella, la stessa ragazza che si era
ripromessa di eliminare.
Alla fine
Inuyasha annuì. –D’accordo, cosa devo fare?-.
E anche questo è
andato *ouf*.
Scusate la fretta, ma come ho detto rispetto al solito sono molto in ritardo
sulla tabella di marcia.
Allora, passiamo
all’angolo dei ringraziamenti:
achaori: No purtroppo, siete soltanto voi poche anime pie a
commentare =). Ma anche se fossi solo tu, continuerei lo stesso ad aggiornare.
Non importa quanta gente recensisca, mi fa piacere che almeno una persona la
legga… anche se non commenta =). Gli altri, come avrai capito, sono impegnati
altrove =).
Indelebile: Gioia mia, grazie di essere passata =). Diciamo
che avevo appena rivisto Never Back Down, l’idea di un corpo a corpo mi
solleticava e quindi ho pensato di inserire la cosa dentro xD. Per il colpo di
saperlo in compagni di Kikyo…temo dovrai aspettare che si risvegli =), al
momento è un po’ fuori gioco xD.
Al prossimo aggiornamento.