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Autore: My Pride    17/08/2016    11 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Broken heart Titolo: Broken heart, little bird
Autore: My Pride
Fandom: Batman & Robin: New 52
Tipologia: One-shot [ 1186 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Alfred Pennyworth, Bruce Wayne, Richard John Grayson, Bat-family
Rating: Verde/Giallo
Genere: Generale, Malinconico
Avvertimenti: Hurt/Comfort
The season challenge: Autunno › Rosso
The angst time: 03. Angoscia
Caretaking challenge: 16. Collare
Cocktail di storie: Angelo azzurro › 08. Hurt/Comfort
Agnes Obel Challenge: You can give to my heart a thousand words or more.  Stretch your eyes, Citizen of Glass


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
You can give to my heart
A thousand words or more.
(
Agnes Obel - Stretch your eyes; Citizen of Glass)

    «La bat-fune non poteva spezzarsi così. Qualcuno sapeva come tagliarla».
    «Stai forse cercando di dirmi qualcosa, Timmy-bird?»
    «Sai benissimo di che cosa sto parlando, Jason».
    «Se hai voglia di fare a botte fatti sotto, avanzo di pettirosso».
    «Jason, sta' zitto».
    Quell'unica frase da parte di Dick fu provvidenziale per riportare il silenzio nella vasta e buia caverna sotto villa Wayne, poiché tutti stavano guardando Damian che, fino a quel momento, non aveva proferito una parola. Proprio lui, il signorino «Questi sciocchi sentimentalismi sono inutili» con la puzza sotto al naso, non aveva ancora aperto bocca nemmeno per una di quelle solite e ciniche frasi pungenti che sulle labbra di un ragazzino erano perversamente bizzarre. La sola cosa che aveva fatto era stata fissare con estrema angoscia la figura di suo padre, disteso su quel lettino medico con un collare ortopedico al collo e un paio di elettrodi sul petto, facendo scorrere - solo di tanto in tanto - lo sguardo sulle pezze intrise di sangue che Alfred aveva accatastato sul piano da lavoro, insieme agli altri strumenti chirurgici che era stato costretto a utilizzare. Per quanto la gargolla e la fascia di kevlar nel cappuccio avessero in parte attenuato la caduta ed evitato conseguenze troppo gravi, complice anche la fanghiglia che le piogge autunnali avevano portato fra quei sudici vicoli di Gotham, il contraccolpo era stato così violento da farlo svenire e causargli diverse fratture multiple, ed era stata un vero e proprio miracolo che non avesse provocato un edema cerebrale. Forse, da lassù, Thomas e Martha Wayne vegliavano davvero sul loro sconsiderato figlio.
    «Pennyworth... quanto tempo ci vorrà?» esalò infine Damian, con un tono talmente basso che, per un lungo istante, parve davvero un bambino di dieci anni. Un bambino che aveva il timore di poter perdere il proprio padre. E il maggiordomo lo capì anche senza ulteriore bisogno di parole, coprendo l'uomo con una coperta per far sì che stesse al caldo.
    «Il tempo necessario, signorino Damian», affermò, conscio che mentirgli avrebbe solo fatto sì che si arrabbiasse ed esigesse con i soliti toni bruschi, spesso degni dei peggiori scatti di Bruce Wayne, una risposta sincera e forse persino schietta. «Non possiamo far altro che aspettare. Dopotutto, padron Bruce è di costituzione forte... bisogna lasciarlo riposare ancora un po'. Ora consiglierei a tutti voi ragazzi di seguirmi di sopra. Avete bisogno di qualcosa di caldo e di dormire almeno un paio d'ore».
    «Io resto qui ancora un po'».
    Il vecchio maggiordomo abbassò lo sguardo su di lui, e per un lungo istante parve valutare non solo quelle poche parole, ma persino il viso stanco di quel bambino. Non si era nemmeno preso la briga di togliersi l'uniforme, e appariva bizzarramente fragile con quel mantello giallo e nero a nascondergli le spalle, impressione data soprattutto dall'espressione che stava mostrando in quel momento. «Come preferisce, signorino», gli disse semplicemente dopo attimi di silenzio e, sfiorandogli appena una spalla con due dita a mo' di conforto, si avviò alle scale insieme agli altri due ragazzi, stranamente silenziosi e poco propensi ai litigi come loro solito. Solo Dick si fermò qualche altro momento per osservare il volto pallido ed emaciato di quello che era stato ed era tuttora il suo padre adottivo, capendo pienamente come si sentisse Damian. Come si sentissero tutti, maledizione. Persino Jason, per quanto continuasse a fingersi un duro a cui non interessava un bel niente, aveva perso un battito quando avevano trovato Bruce in quel maledetto vicolo. Così si avvicinò un altro po' a lui, avvolgendogli un braccio intorno alle spalle nonostante il momentaneo irrigidimento del bambino.
    «So che non vuoi sentirti dire le solite stronzate rassicuranti, Damian», cominciò, seppur in tono basso e comprensivo. «Quindi lascia che ti dica semplicemente una cosa. Capitò, una volta, che Bruce rischiò seriamente la vita per una caduta peggiore di questa... una volta gli venne persino spezzata la schiena, ma si rimise in piedi, seppur bisognoso di tanto, tantissimo tempo. Perché Bruce ha una forza di volontà e una voglia di vivere che persino Clark, certe volte, loda e rispetta. So che adesso hai paura, l'abbiamo tutti... devi solo provare ad avere un po' di quella fede che a volte persino Bruce dimentica di avere».
    Il silenzio fra loro regnò assordante per un lungo momento, prima che Damian, quasi pesantemente, si ritrovasse a sospirare. «...fai schifo a consolare le persone, Grayson. E non ho paura».
    Nonostante tutto, però, Dick abbozzò un sorriso. «Pensa che mi ci metto anche d'impegno. Forse dovrei cambiare tattica», asserì, glissando abilmente l'argomento paura. Pur senza ammetterlo, era fin troppo chiaro che tranquillo non lo era di certo. «Ciò che sto cercando di dirti - ciò che voglio che tu capisca - è che, anche se adesso ti sembra tutto perduto... si rimetterà, ne sono certo. Lui è Bruce, dopotutto». Gli carezzò una spalla, dandogli poi una leggera pacca prima di avviarsi. «Cerca di riposare un po' anche tu, adesso. Ti aspettiamo di sopra».
    Damian non disse nulla, non si girò nemmeno a guardare l'altro mentre si allontanava, come se farlo potesse in qualche modo spronarlo davvero a cercare il conforto di cui sembrava necessitare in quel momento. Ma non voleva
Pur essendo internamente grato a Grayson di quel modo in cui aveva provato a tirarlo su di morale e a stargli vicino, dando al suo cuore martoriato quelle parole di conforto, non voleva andare con lui perché era convinto che lasciare da solo il genitore potesse in qualche modo peggiorare le sue condizioni, per quanto sciocco e infantile fosse quel pensiero che aveva cominciato a frullargli per la testa. 
    Strinse quindi la mano del padre, lo sguardo fisso sulla metà tumefatta del suo volto non più nascosto dalla solita maschera austera che era solito indossare. Era così assurdo pensare che, dopo anni e anni di lotta contro i peggiori criminali di Gotham, contro i peggiori criminali di tutto il pianeta con la Justice League, un uomo come lui, il solo e unico Batman che aveva conquistato persino il cuore di sua madre e il rispetto di suo nonno, potesse morire per la caduta da uno dei grattacieli di quella città che tanto aveva amato e protetto. Non era giusto. Per quanto sapesse che nel loro lavoro incidenti del genere potessero capitare, non era per niente giusto. Gotham non poteva tradire in quel modo il suo re e lasciare che cadesse fra le viscere di quell'inferno che erano i suoi vicoli bui.
    A quei suoi stessi pensieri, Damian si accasciò contro il lettino vicino al petto del genitore, quasi volesse tener d'occhio il suo battito minuto per minuto, e affondò il capo fra le proprie braccia, nascondendo il viso e, forse, qualche lacrima persino a se stesso. «Non morire, padre... ti prego», pigolò, stringendo maggiormente quella mano - di solito così grande, forte e confortevole, ma ridotta ora ad un ammasso di carne senza alcun segno di vita - nella sua, piccola e apparentemente innocua.
    Suo padre era un uomo forte, si sarebbe ripreso anche da quello e sarebbe tornato a combattere. Doveva. Eppure una piccola parte di lui continuava ad aver paura che lo lasciasse solo.





_Note inconcludenti dell'autrice
E va beh. Io con il rapporto paterno/fraterno che c'è tra Damian e Dick ci vado proprio a nozze, quindi non potevo proprio evitarmi di inserirlo ancora una volta. Beh, non proprio ancora una volta se si parla di questa raccolta qui, ma avevo già dato un accenno di come lo amassi nella one-shot Morning after dark
Abbiamo anche modo di vedere come Damian, sempre attento a dimostrarsi più grande di quanto non sia a causa della sua educazione, abbia paura di restare solo. Ha sempre provato a farsi accettare da Bruce nei soli modi che conosceva e che gli erano stati insegnati, quindi è normale che vedere il padre così ridotto lo abbia scosso. Lega degli Assassini o meno, resta pur sempre un bambino di dieci anni con una certa sensibilità. Basti vedere come si senta male nello scoprire i corpi di bambini martoriati (Streets of Gotham) o come salvi degli animali da macelli illegali (Batman Incorporated) per capire che, tutto sommato, non è cattivo come vuole sembrare
Due spiegazioni veloci sul discorso di Dick a Damian, comunque, che si lega anche alla frase iniziale pronunciata da Tim e alla replica di Jason: sta ovviamente parlando della brusca caduta avvenuta in Batman: Hush, che spinse Bruce, sotto condizione indotta, a cercare le cure del suo amico di vecchia data Thomas Elliot, che si scoprì in seguito essere Hush e nella cui saga compare anche Jason risorto dalla tomba. Continua inoltre con Batman: Knighfall, quando Bane gli spezzò la schiena. Insomma, a Bruce non va mai bene una e Dick lo sa
Inoltre, giusto perché alla fin fine mi piace sperimentare e trovare nuove idee tramite prompt di challenge, la raccolta adesso partecipa persino alla Caretaking/Prendersi cura di... challenge indetta da Rebecca04
Commenti e critiche, comunque sia, son sempre accetti
A presto! ♥



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