CAPITOLO 2
La notte non tardò ad arrivare. Eravamo in una radura e la luce della luna era la nostra unica illuminazione. Erano presenti molti degli abitanti di Narnia, dai centauri ai fauni e ai minotauri, per non parlare degli "animali parlanti" e dei nani. Le uniche eccezioni eravamo io e il ragazzo che si rivelò essere Caspian X (decimo) erede al trono di Telmar. Celion era alla mia destra in tutta la sua altezza vertiginosa. Nikabrik cominciò a parlare incolpando Caspian di aver rubato il corno al popolo di Narnia, ovviamente il ragazzo non era della stessa opinione del nano e così iniziò un dibattito tra di lui e altri presenti. -Voi ritenete me responsabile per tutti i crimini del mio popolo?!- disse il ragazzo. -Responsabile e punibile!- disse il nano. -Questa è buona detta da te nano,o hai dimenticato che è stata la tua gente a combattere al fianco della strega bianca?!- ribatté il mio amico topo. Nikabrik infuriato ammise la sua preferenza alla strega bianca piuttosto alla sottomissione del popolo di Telmar. -Al di là di questa foresta,io sono un principe,il trono di Telmar è mio di diritto,aiutatemi a rivendicarmi ed io riporterò la pace tra noi!- affermò il principe. Cimatempestosa si fece avanti,
-Questo è vero,i tempi sono maturi,io osservo il cielo,poiché il mio compito è quello di osservarlo come il tuo è quello di ricordare tasso,Parva il signore della vittoria e Alanville la signora della pace si sono uniti nell'alto dei cieli,e ora qui,un figlio di Adamo si è fatto avanti,per offrici di nuovo la nostra libertà.-. Uno scoiattolo chiese conferma tutto elettrizzato all'idea di una nuova pace nella terra di Narnia. -Due giorni fa,io non credevo all'esistenza di animali parlanti,di gnomi,di centauri,ed eccovi qua,e siete tanto forti e numerosi che noi di Telmar non l'avremo mai immaginato. Non so se questo corno sia magico o no,ma ci ha fatti incontrare,e insieme abbiamo la possibilità di riprenderci ciò che è nostro.- Caspian rapì tutti i presenti con quelle parole. -Se sei tu a guidarci io e i miei figli allora vi offriamo le nostre spade.- confermò Cimatempestosa, alzando la spada imitato da tutti gli altri centauri presenti nella radura. -E noi ti offriamo la nostra vita,senza riserve.- Ricipí si inchinò seguito subito dopo dal tasso e tutti gli altri animali parlanti. Mi feci coraggio e con lo stupore del principe dissi: -Se la metti così principe, io non mi tireró certo indietro. Avrai anche le mie armi con te.- sorrisi fissandolo negli occhi mentre lui stupito mi sorrideva di rimando. -Ancora non so il vostro nome signorina.- disse Caspian. Continuai a fissarlo nei suoi profondi occhi e orgogliosa dissi: -Talitha, il mio nome é Tailtha.-
***
Quella mattina il turno di ronda capitò a me, Morris e Caspian. Mi allontanai di qualche metro da loro per ammirare la maestosità degli alberi. Celion diceva che ai tempi dei re e delle regine di Narnia gli alberi danzavano e tutti gli animali erano liberi e parlavano tra di loro addirittura. Mi sarebbe proprio piaciuto vedere gli alberi danzare, arrampicarmi tra le loro fronde mentre i petali mi circondavano con i loro colori e i loro profumi, mentre il vento spettinava i miei lunghi capelli castani e i miei occhi cioccolato osservavano il paesaggio immaginando mille avventure. I miei sogni ad occhi aperti vennero interrotti dal grido di una bambina -Basta!-. Corsi e trovai Caspian alle prese con un biondino mentre Morris fissava inebetito una bambina di circa dieci-dodici anni non di più e ne di meno. Aveva dei lunghi capelli castani tendenti al rosso e due enormi o chi azzurri che fissavano la scena impauriti. Il viso ancora da bambina era rotondo e leggermente allungato, spruzzato qua e là da delle lentiggini. Indossava un vestito lungo rosso e bianco con dettagli dorati, alla vita portava una cintura che conteneva un pugnale e una boccetta con uno strano liquido rosso all'interno. -Che diavolo sta succedendo qui?!- dissi rivolta a Caspian che nel frattempo aveva smesso di lottare con l'altro ragazzo. Quest'ultimo appena sentì la mia voce alzò il suo sguardo su di me, cielo e cioccolato si scontrarono. Aveva degli occhi meravigliosi, e a dirla tutta non era nemmeno un brutto ragazzo, anzi! Aveva i capelli biondi leggermente lunghi e sparpagliati qua e là in modo elegante. Il viso non era ne troppi marcato come quello di Caspian ma nemmeno troppo tondo come quello do un bambino. Era alto e abbastanza muscoloso al vederlo, la maglietta azzurra fasciava alla perfezione le sue belle spalle e i pantaloni marroni lasciavano intravede la muscolatura atletica delle gambe. In mano reggeva una spada molto bella, era tirata perfettamente a lucido e finiva con un'impugnatura con la testa di un leone come decorazione. Sulla lama era scritto qualcosa ma dalla distanza in cui mi trovavo non riuscivo a leggere nulla. Ad un tratto da dietro una roccia spuntarono altri due ragazzi, una ragazza che somigliava molto alla bambina, solo che aveva lunghi capelli mossi e castano scuro, e indossava un vestito azzurro come i suoi bellissimi occhi; l'altro ragazzo invece era l'esatto contrario del biondino, aveva i capelli neri come gli occhi, delle lentiggini spruzzate sul viso e il fisico era abbastanza atletico ma molto magro. -Lucy!- urlò la ragazza mora correndo dalla bambina di nome Lucy appunto. Da dietro l'ultimo ragazzo spuntò un nano di mia conoscenza, -Trumpkin! Pensavamo tutti fossi morto!- dissi guardandolo incredula per la felicità.
-Beh, se non fosse stato per loro non sarei qui ora.- disse rivolgendosi ai ragazzi sconosciuti. -Tu sei Caspian?- chiese il biondino al principe. -Sí, sono io. E tu sei...?- rispose il moro. -Peter, re Peter. Mentre loro sono i miei fratelli: la regina Susan, re Edmund e la regina Lucy.- finì di dire il biondino. -Si certo! E io sono la regina bianca!- dissi io scoppiando a ridere assieme a Morris. -Talitha. Loro sono davvero i re e le regine di Narnia, il corno ha funzionato davvero.- affermò Trumpkin. Io sbiancai, ero certa di poche cose in vita mia, e una di quelle é che Trumpkin non mente mai quando e sicuro al cento per cento di una cosa. Il biondino mi guardò divertito e mi sorrise in modo sghembo. Io ricambiai il sorrisino con una boccaccia. Nessuno, e dico nessuno mi metteva i piedi in testa! Da dietro di noi giunsero dei rumori e tutti gli abitanti di Narnia sbucarono e si inchinarono dinanzi ai sovrani di Narnia. Peter li fece alzare tutti. Cimatempestosa parlò: -Benornati a Narnia miei re e mie regine. Se volete sarei ben lieto di scortarvi personalmente alle rovine, dove abbiamo stabilito la nostra base.-. -Certo, facci pure strada.- disse cortesemente re Peter. Io salii su Celion e chiusi il corteo subito dopo Capsian diretti alle rovine.