Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: hayley99    17/08/2016    1 recensioni
Il mio nome é Talitha, sono cresciuta odiando gli uomini di Telmar, cosa strana dato che anch'io sono una di loro. Ho un solo scopo nella mia vita, portare Narnia all'antico splendore. Ovviamente pensavo di riuscire a fare tutto da sola, ma non è andata esattamente così. Ad aiutarmi ci furono i quattro antichi re di Narnia, Caspian, Alsan e tanti altri. Tra di loro ci fu anche colui che riuscì a fare battere il mio cuore di pietra, l'uomo che amo ancora adesso. Ma basta con tutti questi dettagli, se vorrete scoprirne di più leggete la mia storia.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Caspian, Famiglia Pevensie, Peter Pevensie
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO 5

 

Mi trovavo in una capanna. Delle coperte consumate dal tempo ricoprivano tutto il mio corpo arrivandomi a metà viso. Il letto di paglia era scomodo ma non potevo lamentarmi. Volsi lo sguardo verso la figura di una donna che stava cuocendo qualcosa sul focolare. La donna era molto bella, aveva dei capelli ramati arricciati sulle punte, i suoi occhi castani erano molto attenti al fuoco e tutti i suoi movimenti erano aggraziati come il suo dolce viso. Indossava abiti umili ma che comunque mettevano in risalto le sue forme di donna. Prese un mestolo e versò il contenuto della pentolina su di un piatto di legno. Poi si volse verso di me con un sorriso rassicurante e in qualche modo famigliare. Mi si avvicinò e mi porse il piatto dicendo di mangiarlo tutto. -Che cos'è? Puzza!- dissi io involontariamente. La donna sorrise dolcemente e carezzandomi il viso disse: -E la mia pozione segreta, vedrai che ti rimetterai subito in forze, tesoro.-. -Se non la mangio muoio?- guardai la donna disperata cercando aiuto. Lei sorrise e mi diede un bacio sulla fronte. -Certo che no, amore mio. Non permetterò mai che tu muoia, mai, ricordalo sempre.-.
La scena cambiò e mi ritrovai stesa a terra mentre la capanna andava a fuoco, la donna era stesa a terra schiacciata da un'asse di legno. Io piangevo cercando di avvicinarmi. 
-No! Vattene tesoro...devi vivere...- d'un tratto venni sollevata da due forti braccia e mi ritrovai in groppa ad un centauro bianco come il colore dei suoi capelli, e con gli occhi viola. 
-Celion...portala via e proteggila tu al mio posto.- la donna mi guardò sorridendo per l'ultima volta e pronunciando il mio nome prima di spirare mentre una lacrima le solcava il viso. -Nooo!!!- urlai mentre Celion partiva al galoppo portandomi sempre più lontana da lei...

***

Aprii gli occhi che sentii inumiditi dalle lacrime e prima di riaddormentarmi dissi: -Mamma...-.

***

Mi svegliai poco dopo mentre il sole tramontava. Mi alzai e controllai la spalla che era intatta. "Allora era solo un sogno..." pensai felice. Ero ancora stordita da quello strano sogno dove avevo visto mia madre morire e prima ancora la morte di Celion. Mi vestii lentamente e mi diressi verso la sala di Aslan. Percorrendo il tragitto non feci altro che cercare Celion con lo sguardo non trovandolo da nessuna parte. Chissà dov'era andato a finire. D'un tratto arrivai alla sala ed entrai cogliendo di sorpresa tutti. -Talitha!- Lucy quando mi vide mi si buttò addosso abbracciandomi con forza mentre anche Susan si avvicinava per chiedermi come stessi. Mi guardai attorno vedendo Edmund che mi sorrise dolcemente, Caspian che venne verso di me abbracciandomi e assicurandosi che stessi bene. Vidi Ripicì, Trumpkin, Nilabrik, Trufflehunter e Cimatempestosa, quest'ultimo era triste e pensieroso e quando mi vide abbassò lo sguardo. Alla fine posai i miei occhi su altri di solito di un azzurro intenso ora tendenti al blu. Peter mi guardò, il suo sguardo era serio come quello di tutti in quella stanza. Ma dov'era Celion?! -Lucy, dov'è Celion? E Morris?- Lucy mi guardò e,come Cimatempestosa prima di lei, abbassò lo sguardo. Guardai tutti quelli presenti nella sala soffermandomi su Peter. -Peter, dove si trova Celion ora?!- la mia pazienza era giunta al limite. Quello che avevo fatto non era un sogno, ma la pura e difficile verità, ma non volevo ammettere a me stessa che Celion mi avesse abbandonata. -Talitha...- provò a dire Caspian, ma io lo interruppi subito. -No, Caspian. Voglio sentire quello che ha da dirmi Peter!- guardai nuovamente il Re assassinandolo con lo sguardo. -Dov'è Celion!- gli urlai in faccia avvicinandomi a lui. -É morto, Talitha, Celion é morto!- scoppiò alla fine il ragazzo. Una lacrima solcò il mio viso, non poteva essere davvero successo. Dentro di me sentii un vuoto immenso mentre realizzavo che lui era morto, che non sarebbe più rimasto al mio fianco. -Quando é successo ti ho presa e ti ho portata con me come mi aveva chiesto lui...poi mi sei svenuta tra le braccia per colpa delle ferite. Quando siamo arrivati Lucy...- non lo feci finire. Abbassai lo sguardo e chiusi gli occhi inondati di lacrime. Strinsi i pugni e poi dissi: -Zitto! É solo colpa tua! Se non ti avessi ascoltato forse ora Celion sarebbe ancora vivo! Sapevo che non dovevo seguirti! Lui era tutto per me! Tu sai cosa si prova a perdere la propria madre e poi colui che per molto tempo é stato un padre per me?! Eh, lo sai cosa vuol dire?!-. -Ma certo, é ovvio che tu non lo sappia, tu sei il Re, Peter il magnifico! Tu non hai problemi a iniziare le guerre se poi non perdi nessuno a cui tieni!- lui mi guardò e io lo guardai infuriata. -E invece si che lo so...- a quel punto non mi trattenni più e gli sferrai un potente pugno in pieno volto. -Ma fammi il favore. Almeno stai zitto!- mi voltai e mentre stavo per uscire Caspian mi fermò provando a calmarmi. -Non. Osare. Toccarmi! La colpa é anche tua!- lo scansi e mi diressi verso l'esterno dirigendomi ad un laghetto li vicino. Rimasi sola per molto tempo piangendo e prendendo a pugni un albero li vicino. Le mie mani dolevano e le lacrime erano inarrestabili. Alla fine urlai tutto il dolore che provavo lasciandomi cadere a terra. Rimasi in quella posizione per un tempo che mi parve infinito finché dagli alberi non spuntò Susan. -Eravamo tutti preoccupati per te dunque sono venuta a cercarti.- si giustificò la regina sedendosi al mio fianco. -Peter non mentiva, noi sappiamo cosa si prova a perdere una persona a te cara. Siamo stati costretti a dire addio a nostro padre che partì per la guerra per non farvi più ritorno, e tempo dopo nostra madre che ci mandò lontani dalla nostra città per proteggerci.-. Rimasi in silenzio mentre lei mi parlava. Io l'ascoltavo mantenendo lo sguardo fisso davanti a me. -Talitha, tutto questo presto finirà e Narnia tornerà come un tempo. In guerra si perde sempre qualcuno di importante ma bisogna andare avanti e combattere.-. -Io sono stanca di combattere, sono stanca di perdere coloro a cui tengo. Se resto rischio di perdere anche voi, l'unica speranza per questa terra. Anche se ho provato ad odiarlo per avermi portato via Celion, non ce la faccio. E so che se mi affeziono troppo a te a Caspian, a Edumnd a Lucy...e a Peter, soffrirei ancora, e io non voglio più provare quello che sento ora. Quindi ho deciso di andarmene...combatterete senza di me.- mi alzai mentre Susan mi fermava prendendomi per il braccio. 
-Cosa?! Talitha tu devi combattere!- guardai Susan. -Io non devo fare proprio niente! E ora lasciatemi andare, mia Regina.-. Presi il mio arco, le mie freccie e la mia spada e mi incamminai allontanandomi da tutto, da tutti e da Peter.

***

Camminavo da ormai mezz'ora quando sentii il rumore di alcuni zoccoli raggiungermi. Il cavallo era uno solo e quindi dedussi subito di chi si trattasse, mi voltai aspettandomi di trovare Caspian ma non fu così. Il principe dai capelli scuri che mi ero immaginata fu sostituito da un Re dai capelli biondi come il grano. -Talitha!- Peter mi raggiunse scendendo dal suo cavallo bianco. Sembrava quasi un principe visto da così ma lui era un Re. Mi voltai di nuovo ricominciando a camminare per la mia strada. Lui mi afferrò il braccio e mi costrinse a voltarmi. Mi guardò e io lo guardai con sfida. -Mi spiace Peter ma qualunque cosa tu faccia o dica io non tornerò indietro...- non mi lasciò finire e mi strinse in un abbraccio stringendomi fortemente a sé. -Mi dispiace, mi dispiace. É tutta colpa mia, hai ragione. Sono morti tutti per colpa mia.- solo in quel momento mi accorsi che Peter stava piangendo sulla mia spalla. All'improvviso non era più il Re ma un ragazzo pentito, triste e disperato che come tutti aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi. 
-Peter...-sussurrai. -É colpa mia...mi dispiace tanto...ti prego perdonami.-. Lo strinsi forte mentre gli sussurravo: -Io ti ho già perdonato.-. Lui si staccò leggermente da me fissando il suo sguardo nel mio. L'aria attorno a noi si era fatta più calda mentre mille sensazioni dentro di me si susseguivano una dopo l'altra. Lui prese il mio mento alzando il mio viso verso il suo. Non staccavamo gli occhi l'uno dall'altra e pian piano ci facevamo più vicini. Mille brividi mi salivano sulla schiena mentre Peter si piegava leggermente in avanti posando la sua fronte contro la mia. I miei occhi furono catturati dalle sue labbra socchiuse che emavano calore. Socchiusi le mie labbra e mentre lui piegava il suo viso verso il mio per far coincidere le nostre labbra ma un falco arrivò interrompendo quel momento. -Vostra maestà. Mi scuso dell'interruzione ma ho importanti notizie da darle.- Peter si staccò controvoglia da me portando la sua attenzione al falco. -Dimmi pure.- il falco guardò il Re e disse: -Mio signore, l'esercito di Miraz sta arrivando. Saranno alle rovine appena dopo l'alba.-. Non mi ero accorta di quanto tempo fosse passato, quando me ne andai era notte e ora era già mattina pensai guardando la luna che ancora brillava nel cielo. Peter salì sul cavallo poi mi guardò: -Che intendi fare ora? La guerra sta per iniziare.-. Guardai il ragazzo dagli occhi azzurri e dissi: 
-Ah...e come fareste a vincerla senza di me?!-. Peter sorrise porgendomi il braccio che afferrai saldamente prima di montare a cavallo, stringere il Re contro di me saldamente in modo da non cadere e partire al galoppo mentre ancora mille brividi viaggiavano sulla mia schiena e la luna ci osservava alta nel cielo blu intenso, il cielo di una Narnia che stava per essere liberata.

 

   
 
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