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Autore: DanieldervUniverse    17/08/2016    0 recensioni
Questa è una One-Shot di anticipazione, cioè è un capitolo autoconclusivo dal finale aperto che dà l'idea di base per una possibile long, che sarà sviluppata nei tempi proporzionali al numero di persone che si dimostreranno interessate.
TRAMA
Tony si sta prendendo cura della piccola Talì assieme al nonno, e come è giusto bisogna raccontare delle storie. E quali storie sarebbero meglio se non quelle sulla super-mamma?
Genere: Azione, Comico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Caitlin Todd, Elly Bishop, Jeanne Benoit, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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La piccola Talì agitò le sue manine, cercando di raggiungere il leoncino di peluche che Senior le stava dondolando davanti, tenendolo appena fuori dalla portata della bimba mentre finiva di raccontare la favola.
-... E così il fido leone re della Savana tornò dalla sua principessa, giurando di difenderla da ogni pericolo.
E finalmente permise alla bambina di afferrare l'animaletto di peluche.
-Visto? Il grande leone è tornato dalla sua principessa, come aveva promesso- disse Tony, sorridendo alla sua bambina mentre lei ricadeva dolcemente verso il suo grembo, stringendo l’adorato animaletto tra le braccia con soddisfazione.
-È proprio una bella storia- aggiunse l’uomo, rivolgendo gli occhi verso il padre-
-Lo so figliolo- rispose Senior, sedendosi sulla poltrona di fronte al divano, continuando a sorridere alla piccola -Devo ammettere che ho sempre voluto farlo.
-Già. È come una seconda opportunità per te, non è vero?- chiese l'ex-agente del NCIS, sempre dolcemente.
-Junior...- mormorò Senior, tradendo il suo senso di colpa abbassando gli occhi.
-Scusa papà, non intendevo in quel senso- si corresse Tony, mentre Talì alzava i suoi occhioni curiosi dal proprio peluche per guardarlo dritto negli occhi.
-Che c'è piccola? Papà ha alzato troppo la voce?- bisbigliò amorevolmente.
-Credo voglia un'altra storia- suggerì il nonno.
-Bene allora. Adesso il nonno ti racconterà un'altra storia, Talì. Sei contenta?- disse l’ex-agente, strofinando le braccine minute della piccola.
-Credo che la voglia sentire da te- lo corresse però Senior.
Tony sollevò il volto, fissando dritto negli occhi il genitore, ammutolito.
-M-ma io sono un ex-agente federale. Non racconto storie ai bambini- provò a giustificarsi, con un sorriso di disagio.
-Non è detto che tu non possa imparare- gli fece notare Senior, incoraggiandolo con un cenno del capo.
Tony non rispose, spostando il suo sguardo incerto dalla piccola al padre, decisamente imbarazzata.
-Coraggio Junior, sei il suo papà. Talì si aspetta queste cose da te, non è vero?- continuò Senior, sorridendo alla bambina, che sembrò annuire con la sua testolina.
L'ex-agente inspirò profondamente, in segno di resa; si abbandonò all’indietro contro la spalliera del divano, riflettendo su cosa dire, mentre la bimba continuava a stringere il leoncino tra le mani.
-Okay, Talì. Allora...


Paola Cassidy lasciò cadere lo zaino affianco alla scrivania con fragore e si abbandonò sulla sedia, con un sospiro.
-Tutti i giorni la stessa storia- brontolò, con aria esausta.
-Buongiorno anche a te- la salutò Kate Todd, sopraggiungendo in quel momento alla scrivania di fronte in modo assai più rilassato.
Riuscì perfino a sorridere -Dormito bene?
-No: il mio nuovo vicino ha qualche problema di spazio e sento il suo cane che graffia sulla parete tutta la notte- rispose la bionda, andando all'indietro -Preferivo la pace a Rio.
-Perché non bussi alla sua porta per protestare, come tutte le persone normali?- chiese l’altra, mentre si sedeva.
-L’ho fatto. Ho anche provato a mostrare il distintivo, ma sono rimasta un’ora in piedi per niente- sbuffò Paola, afferrando un foglio sulla sua scrivania e lanciandolo furiosamente contro il cestino (mancandolo).
-Beh, non ti darò torto, ma Washington è un ottimo posto per rilassare i propri bisogni- disse la mora, sorridendo mentre si chinava a frugare nella sua borsa.
-Ad esempio?- chiese la bionda, tornando a sedere composta e mettendosi a battere sulla tastiera più per stizza che per necessità: non le andava proprio di lavorare in quel momento.
-Ad esempio questo- rispose Kate, esibendo un involto in carta verde chiaro -Un involtino primavera vegetariano.
-Oddio che schifo!- esclamò l'altra, distogliendo lo sguardo con una smorfia -Pensa a quello che ci mettono dentro!
-Ma che scherzi? Io e Abby ci diamo dentro da settimane- replicò la collega, affondando un morso nel contenuto dell'involto -Mmmhhh, che buono.
-Interessante Kate. Ne hai preso uno anche per me?- chiese in quel momento Ziva David, passando tra le due scrivanie e facendo quasi strozzare la donna.
-Buongiorno capo- la salutò Paola, mentre la mora cercava di deglutire senza sputare tutto in giro.
-Buongiorno ragazze. Dov'è Bishop?- rispose la caposquadra, fermandosi al centro dell’ufficio e guardandosi attorno a braccia incrociate.
-Non l'abbiamo vista. Forse sta arrivando- suggerì Paola, mentre Kate annuiva convinta.
Nessuna delle due sembrava interessata ad intrattenere una conversazione con lei al momento.
L'israeliana rimase ancora un secondo ad osservarsi attorno, come se dovesse annusare l'aria, prima di dirigersi con convinzione verso la scrivania vuota nell’angolo e urlare -Bishop!
Il banco di lavoro ebbe un violento scossone, seguito da un forte colpo e poi da un gemito di dolore.
Emily Bishop spuntò da sotto il proprio nido, massaggiandosi il capo e spettinandosi i capelli già disordinati con fare poco convinto.
Aveva due occhiaie e non si era cambiata i vestiti dalla sera prima.
-Buongiorno capo- borbottò con una smorfia di dolore la donna.
-Perché dormivi sotto la tua scrivania?- chiese Ziva, tornando soddisfatta alla sua scrivania.
-Temo sia colpa mia- intervenne Jeanne Benoit, sopraggiungendo in quel momento in abiti civili e senza essere annunciata dal battere incessante dei suoi tacchi -Mi serviva di recuperare alcuni referti di autopsie riguardo a delle recenti sparatorie in Baltimora, e ho chiesto a Emily di ricercare sui server.
-Sono rimasta in piedi tutta la notte per farlo, è un tale disordine- rispose la donna, rimettendosi a premere sulla tastiera forsennatamente, segno che ancora non aveva trovato quello che cercava,
-Non potevi dirmelo, Jeanne?- disse Ziva -Bishop è un agente federale, ha anche altri cose da fare.
-Avevo fretta. E nell'archivio stanno ristrutturando: ci sarebbero volute ore cercando a mano- rispose con tranquillità il medico legale.
-Niente è come perdersi tra le pagine di un buon libro- commentò Paola, non abbastanza forte da farsi udire dalle due.
Inserirsi in una discussione tra Ziva e Jeanne era come scatenare un vespaio, sapeva di doversi guardare bene dal farsi coinvolgere in quelle conversazioni.
-Perché tu leggi?- chiese Kate, quasi sarcastica.
-Tu no?- replicò con tono orgoglioso la bionda, lanciando alla collega un’occhiata di sfida.
-Certo che leggo!- esclamò la mora, offesa.
-Scusatemi cosa c'entra?- chiese Jeanne, distogliendo la sua attenzione dalla capo squadra.
-C'entra perché Kate ha promesso di leggersi il nuovo libro di McGee, e anche di dargli qualche consiglio!- intervenne Abby Sciuto con il suo solito tono travolgente, arrivando saltellando trafelata con tutte le sue tintinnanti catene e fermandosi di fronte alla scrivania della diretta interessata per farsi passare un altro involtino incartato.
-Mangiate davvero quella roba?- commentò Ziva, tirando fuori la pistola e controllando che fosse pulita e carica.
-Certo che sì, Zi-va- replicò la forense dark, sottolineando le due sillabe del nome della caposquadra mentre passava davanti alla scrivania, senza neanche fermarsi.
-Ho l'impressione di non esserle simpatica- commentò la mora, quando l'altra sparì dalla vista.
-Beh, sei quella che ha sostituito Gibbs: credo che avrebbe motivo di serbare un po di rancore- disse Kate, mentre dava un altro morso all'involtino.
-Sento una punta di invidia- commentò Paola, stavolta non abbastanza piano.
-Se voi due ricominciate a litigare su chi sia l'Agente Speciale più anziano e quindi ereditare il ruolo di capo vi chiudo in archivio a raccogliere scartoffie tutto il giorno- minacciò Ziva, anticipando le solite discussioni mattutine.
-Nessun nuovo caso oggi, capo?- chiese Emily, continuando a trafficare sul computer come una matta.
-No, non che sia di competenza dell'NCIS almeno- rispose mesta l'israeliana, rimettendo l'arma a posto -O nostra. Avrebbero chiamato.
-Meglio: stasera ho preso appuntamento con mio marito per una cena...
Jeanne venne interrotta dallo squillo del telefono, a cui Ziva rispose immediatamente con il solito -Agente Speciale David, NCIS.
-Facevo meglio a stare zitta- commentò la medico legale, prendendo la propria roba e dirigendosi in sala autopsie a cambiarsi.
-Un'altra sparatoria a Baltimora, due vittimi. Entrambi Marine- comunicò Ziva, aprendo i cassetti per prendere arma e distintivo, mentre Kate e Paola afferravano l'attrezzatura e filavano via.
Ma quando stava per dirigersi all'ascensore a sua volta, la caposquadra si accorse che Emily era ancora al suo posto.
-Bishop che fai?- chiese, lanciandole un occhiata curiosa.
-Ehm, dato che adesso le sparatorie su Baltimora sono nella nostra giurisdizione serviranno tutti i referti e la documentazione...
-Potrai farlo dopo, la scena del crimine ha la precedenza- la informò seccamente l'israeliana, riprendendo a camminare spedita, mentre la compagna scattava a comando dietro di lei, nel tentativo di non perdere l’ascensore.


Autore Nota: Ebbene lettori e lettrici questa è una One-Shot di preparazione, come già spiegato nell'introduzione. Cioè è autoconclusiva e serve solo a dare un'idea per una possibile long. Spero vi abbia interessato e alla prossima. Ciao.

  
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