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Autore: Ashbear    27/04/2009    3 recensioni
[Rinoa e Squall, Quistis e Seifer] Si può fare sempre la scelta giusta, se ci viene data la possibilità di realizzare i nostri sogni tramite una semplice risposta: sì o no? Una bugia che cambierà per sempre una nazione, una settimana che cambierà per sempre la storia.
Attenzione: la traduzione è stata completamente rivista e corretta; attualmente, abbiamo aggiornato i primi 22 capitoli con la nuova traduzione, fatta sulla base dell'ultima versione della storia rilasciata dall'autrice originale.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Yet the thunder shall not hurt you
Nor the battle storms dismay;
Tho' the sun in heaven desert you;
"Love will find the way."
--Alfred Noyes

CRIMSON LIES
scritto da Ashbear, tradotto da Erika, Shizuru117, Alessia Heartilly, Shu e Youffie
~ XXIII. COMBATTERE ~

Rinoa rivolse all'amica uno sguardo di scusa, prima di girarsi imbarazzata dall'altra parte. Piegando dolcemente il capo sulla bambina, cercava le parole giuste. Cercava spiegazioni che nemmeno lei stessa riusciva a comprendere. I suoi pensieri sarebbero di certo suonati infantili o capricciosi, se avesse cercato di esprimerli a voce. Ma Alex, accortasi della tensione che aveva creato, decise di provare a vedere la situazione sotto tutto un altro punto di vista: capire il ragionamento di Rinoa che stava dietro a quell'omissione.

"Okay, prima di parlare di quello che non è successo, parliamo di quello che è successo." riprese Alex, mettendosi a sedere sul bordo del letto.

"Già," disse Rinoa piano. "Così magari ci capirò qualcosa di più anch'io."

"Allora..."

"Alex, io lo amo."

"Su questo non ho mai avuto dubbi, Rinoa, nemmeno quando cercavi di convincermi del contrario...o convincere te stessa. Il solo pronunciare le parole non le rende vere."

"Io ho paura. So che non potremmo mai essere davvero felici... essere una famiglia Forse sto proteggendo Squall dalla perdita... o forse sto proteggendo me stessa dalla colpa."

"Ma, Rinoa, lui ti ha detto di Quistis, no? E tu l'hai perdonato."

"No." esclamò Rinoa a voce un po' troppo alta, e per questo Allison si mosse nel sonno. Passò piano la mano sui capelli della bambina, che sembrò riconfortarsi a quel tocco. "Lui mi ha detto che era sposato... ma non con chi. L'ho scoperto da una trasmissione alla radio, lui aveva convenientemente tralasciato quel particolare; e allora io ho convenientemente tralasciato il particolare di chi sia il padre di Allison."

"Rinoa... quella che sta parlando adesso non sei tu, non lasciare che la rabbia ti offuschi i pensieri. So che non ti comporteresti mai così."

"Sì, hai ragione. E vuoi sapere la cosa più divertente? Anche se è stata Quistis a mentire... io sono comunque più arrabbiata con Squall. Forse, in un certo senso, una faccenda così potevo aspettarmela da Quistis... o da chiunque. Ma non da Squall. Chiunque, tranne Squall. Pensavo che noi avessimo un legame più profondo, che lui non mi avrebbe mai tradita. Alex, lui ha veramente creduto che io avessi ucciso Ellione... me l'ha detto." spiegò Rinoa con voce rotta, ogni parola sempre più difficile da pronunciare. Quando le lacrime cominciarono a scenderle sul viso, Allison la guardò piena di infantile curiosità e innocenza. "Quando l'ho visto a Deling, ho capito che era convinto che io... perché, Alex... perché non ha creduto in me?"

"Rinoa, io credo che tu stia prendendo la cosa per il verso sbagliato. Ti è mai venuto in mente che forse lui non credeva in se stesso? ha perso la fiducia in te - l'ha persa in se stesso. E non poteva vivere con questo, così la cosa più semplice era scaricare la colpa su di te; soltanto adesso Squall sta guardando in faccia i suoi fallimenti e sta cercando di riparare al danno fatto. Se penso che sia una cosa giusta? No. Comunque, io non lo conosco, però conosco te. Sto per dirti una cosa che potrebbe sembrare completamente assurda in questo preciso momento... ma tutto quello che ti chiedo è di rifletterci su, fra un po'."

Alex si mise di fronte a Rinoa per guardarla dritto negli occhi, posandole con affetto una mano sulla spalla. "Rinoa, forse... magari, forse tutto quello che è successo è stato per il meglio." A Rinoa mancò il respiro al solo pensiero che gli ultimi due anni potessero essere stati qualcosa di diverso da un inferno in terra.

"Che cosa, Alex?! Tu lo sai cosa mi ha fatto Richard... hai visto con i tuoi occhi quante me ne ha fatte passare. Come diavolo puoi startene qui e dire una cosa del genere... a me?!"

"Rin... so benissimo com'è stato, ricordati che anch'io ho vissuto in quell'incubo. Ti sto solo dicendo di pensare alle cose che hai imparato... a quanto sei cresciuta, diventata più forte. Non devi rispondermi adesso... basta che provi a ragionarci un po'."

"Come vuoi." rispose lei seccamente.

"Rinoa, diglielo il prima possibile. Di là c'è una stanza piena di gente che lo sa, se non glielo dirai tu lo farà qualcun altro... casualmente oppure no. Solo perché tu hai scoperto di Quistis dalla radio non vuol dire che Squall debba venire a sapere questa cosa da un'altra persona. Stiamo parlando di Allison: lo devi a lei, se non altro."

"Lo farò... lasciami solo un pochino di tempo, adesso. Ti prometto che gli parlerò in giornata."

"Grazie." disse Alex, carezzando la spalla di Rinoa per farle forza; e poi, dopo aver rivolto all'amica un rapido sorriso, andò verso la porta. Prima che l'aprisse, Rinoa tirò fuori un argomento che Alex avrebbe volentieri evitato.

"Alexandra, dimmi la verità, tu sapevi che Squall si era sposato?"

Lo sguardo che aveva negli occhi parlava da sé, ma la donna sapeva che, dopotutto, la verità era l'unica possibilità.

"Avevi appena avuto Allison... Rinoa, ero preoccupata, non sapevo come avresti preso la notizia. Poi, le cose con Richard hanno iniziato a peggiorare, e quel poco di vita che ti era rimasto stava andando lentamente in pezzi. Sapevo che ti avrebbe solamente fatto del male. Mi sono assicurata che tutti i giornali che potevi avere tra le mani... insomma, mi sono assicurata che tu non lo scoprissi. Non era importante. Solo Allison lo era."

Rinoa annuì, accettando quelle parole senza aggiungere altro. Si stese piano sul letto, stringendosi vicino la sua bambina. Quando chiuse gli occhi, mille immagini e ricordi le affollarono i pensieri, e ognuno di essi non faceva che aumentare la confusione che sentiva dentro: tutti quegli anni di colpe e di rabbia sembravano accumularsi insieme. Eppure, per la prima volta in due anni, riuscì a sgombrare di tutte quelle cose la sua mente, concentrandosi solo sul suono ritmico del respiro di Ally. Era in pace, e raggiunse la figlia in un sonno esausto e sereno.

*~*~*~*~*

"E questo è tutto. D'ora in poi, non si potrà più tornare indietro." Il comandante mostrava in volto solo una minima traccia di emozione mentre parlava a Irvine e Zell.

"Quindi qual è la posizione del Garden riguardo alla strega?" chiese l'esperto di arti marziali, per abitudine.

"Il Garden di Balamb, beh, insomma, Cid, è dalla nostra parte; ha dato ad ogni studente e SeeD la possibilità di andarsene se non condivide questa decisione. E, Zell... per favore, chiamala Rinoa."

Zell scosse la testa e guardò l'amico, ripensando a come era stato corretto, soltanto pochi giorni prima, per l'esatto contrario. In un sospiro, mormorò "Strano, eppure mi sembrava di averla sempre chiamata Rinoa."

A Squall non piacque il commento, e neanche quello che sottintendeva. Ma ulteriore tensione era l'ultima cosa di cui avevano bisogno in quel momento, e quindi, prendendo un gran respiro, continuò a esporre il contenuto delle comunicazioni criptate.

"L'ultimo messaggio che sono riuscito a tirar fuori dal portatile non era dei più rassicuranti. Esthar e tutte le sue risorse sono dalla nostra parte, sono sicuro che c'entri qualcosa Loire; comunque, in quel continente nessuno fa i salti di gioia per Mitchell. Trabia è in subbuglio per la morte di Richard Bennett, e oltretutto non ha contingenti militari che non appartengano al Garden locale. Il Garden di Trabia, per la maggior parte, starà con noi. Le truppe di Timber sono poche, però possiamo contarci. E infine, l'Impero di Dollet per ora è rimasto neutrale: la presenza Galbadiana lì è forte, ma se i cittadini si mettessero tutti insieme potrebbero avere un'idea diversa. Con loro, correremo il rischio."

Il comandante smise di parlare quando si aprì la porta della camera da letto e ne uscì Alex. La guardò senza espressione, cosa che fece sentire ancora di più la donna come un'intrusa che avesse interrotto una riunione top secret.

"Scusate, ragazzi." fece in tono sarcastico. "Mi sa che uscirò un po' a... ehm... sedermi." Si mosse per andarsene, ma mentre passava Zell la prese con gentilezza per un braccio.

"Squall, Alex fa parte del nostro gruppo, che ti piaccia o no. So che non è un SeeD, ma ha rischiato la vita per Rinoa ed Allison. Adesso è una di noi."

Squall chiuse gli occhi; avrebbe tanto voluto trovare una buona ragione 'da comandante' perché la donna non potesse restare e venire a conoscenza della situazione attuale. Ma quando la guardò, tutto quel che vide fu la persona che aveva salvato Rinoa, e, di conseguenza, salvato lui. E, cosa ancora più importante, per qualche strana ragione non riusciva ad ignorare la sensazione di familiarità che Alex aveva intorno a sé. Forse era l'anello con Griever che portava al collo, o forse dentro di sé Squall avvertiva il suo legame con Ellione. Aveva fiducia in lei. Maledizione.

"Fa un po' come ti pare." rispose aspro. "Basta che non dai fastidio."

Alex alzò gli occhi al cielo, e Squall tornò al suo atteggiamento militare.

"Il Garden di Galbadia molto probabilmente si schiererà con Mitchell: la maggior parte degli studenti viene da Deling City, e non ha mai digerito quel che è successo cinque anni fa. Cid è riuscito a contattare il generale Caraway, che stava andando a Trabia per... il funerale di Renee Bennett; ha cambiato il suo itinerario quando Cid gli ha detto che si trattava di una questione della massima urgenza. Caraway ancora non sa di Rinoa, ma la sua sicurezza sarebbe stata in pericolo se avesse rimesso piede a Deling. Forse le truppe lo rispettano anche, ma quando scopriranno che la strega è viva..."

"Gli volterebbero le spalle se Rinoa si rifugiasse nel Garden." concluse Irvine.

"Proprio così. Dalle informazioni che Selphie e Cid sono riusciti a raccogliere, nessuno vuole collaborare per proteggere Rinoa... nemmeno i membri del Garden di Balamb. La vedono ancora come un'assassina, ma bisogna dire che sono stati informati della verità solo stamattina. Come per tutte le cose, ci vorrà del tempo. L'unico problema è che... non so davvero quanto tempo abbia a disposizione Rinoa adesso. Però la gente, più ancora che avere avversione per Rinoa, detesta il presidente Mitchell e il totalitarismo del Consiglio. Il Garden di Balamb e i suoi alleati lotteranno per il potere, ma non per la strega. Questo ce l'hanno fatto capire senza ombra di dubbio. Non ci sarà nessuno a proteggere Rinoa... da nessun lato... tranne noi."

*~*~*~*~*

"Se vuoi la tua libertà devi lasciarci, adesso." ripeté piano Quistis.

Seifer guardava lontano, verso i gabbiani che si contendevano piccoli bocconi di cibo sugli scogli vicini. "Quanta autorità pensi che avrà Squall per chiedere clemenza?"

"Dopo tutto questo... credo dipenda da come finirà. Se a Galbadia ci scontriamo con le truppe di Mitchell e vinciamo, sarà la fine per il Consiglio Mondiale. Il governo piomberà nel caos come è successo cinque anni fa dopo Artemisia. Se perdiamo... dovremo tutti affrontare la stessa accusa di tradimento. Quindi direi che... nessuno sarà in una posizione tale da poter dettare legge. Ma comunque, se il Garden resterà in piedi, Squall si impegnerà per difenderti. Lo conosco."

"Non ho parlato di difendere me." disse lui bruscamente. "Di quello che succederà a me non potrebbe fregarmene di meno."

"Seifer?"

"Non si meritavano questo... nessuno dei due. Se torno al Garden e collaboro per rovesciare il presidente Mitchell... voglio clemenza per Raijin e Fujin."

Quistis non riuscì a trattenere un sorriso. Anche nel momento in cui Seifer correva il rischio di essere condannato all'ergastolo, o, molto peggio, a morte, la sua lealtà rimaneva. Stava rischiando la libertà per i suoi amici, un gesto d'onore che onestamente non si sarebbe mai aspettata dal turbolento studente di tanti anni prima.

"La loro unica colpa è stata quella di credere in me. Una cosa un po' da sprovveduti, d'accordo, ma fatta con le migliori intenzioni. Si dice sempre che la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni... mi sa che chi l'ha citato era amico anche di Artemisia."

"Non posso prometterti nulla, Seifer: sai quanta poca influenza avrò quando torneremo. Dannazione... sarò già fortunata se non dividerò una cella con te."

"Beh" fece lui girandosi verso Quistis con uno sguardo malizioso. "questo non sarebbe poi tanto male. Basta che non occupi tutto il letto come hai fatto l'altra notte."

"Non ho occupato tutto il letto" replicò lei fingendosi arrabbiata. "Guarda che mi sono svegliata un sacco di volte perché tu mi venivi addosso."

Seifer si alzò da terra con un sorrisetto, offrendole la mano. "Non dire che non ti è piaciuto. Semplicemente, la prossima volta ci servirà un letto più grande."

La prossima volta. Le parole le riecheggiavano nella mente. La prossima volt. Quistis evitò di guardarlo negli occhi mentre si tirava su. Poi, spolverandosi il vestito, lo fissò e gli rispose a voce bassa: "Già, la prossima volta." E Seifer non poté non notare un'ombra di paura nei suoi occhi, e un'ombra di sorriso sul suo volto.

*~*~*~*~*

Mentre passeggiava per i corridoi del Garden, Selphie avvertiva il disagio tutto intorno a lei. Non aver previsto l'attacco di cinque anni prima aveva, di fatto, preparato il Garden alla battaglia. L'assalto di due anni prima era stato immotivato... ma questo... questo la spaventava.

Anche allenarsi tutta la vita a combattere non può mai prepararti sul serio alla battaglia, non importa quanto pensi di essere pronto. Ogni guerra è differente, ogni battaglia ha la sua personalità. E per questa il discorso non era diverso. In passato, gli studenti del Garden di Balamb si erano uniti compatti contro quello di Galbadia, ma ora la gente era divisa, più o meno come era successo quando c'erano stati i sostenitori di Norg e quelli del preside Cid.

Cid quella mattina aveva fatto un annuncio pubblico sulla crisi e sul conseguente ritorno della strega. In quel momento, Selphie era in biblioteca, a cercare dei vecchi microfilm che potevano servire contro Mitchell: e si era subito sentita tutti gli occhi addosso quando il preside aveva annunciato 'lei tornerà qui, tutto l'incidente riguardo ad Ellione è stato un malinteso.'

Il preside, naturalmente, era stato molto diplomatico a questo proposito... aveva cercato in tutti i modi di evitare qualsiasi accenno agli errori commessi da Quistis. Bisognava ammetterlo, Cid era bravo con la diplomazia e la politica. L'uomo che era riuscito a trasformare una semplice idea nel corpo mercenari migliore del mondo.

E della sua rovina, si preoccupava.

A dire il vero, si preoccupava allo stesso modo anche di tutti gli altri. Le sue motivazioni erano assolutamente altruistiche, ma neanche le sue ottime doti di oratore avevano potuto nascondere il disagio nella sua voce. Gli studenti se n'erano accorti. E appena avevano avvertito l'insicurezza del leader, fra di loro questa si era moltiplicata per dieci. Il Garden era in uno 'stato organizzato di panico', come a Selphie piaceva definirlo... un modo di dire che aveva coniato in tante missioni con Squall. Squall, uno che non mostrava mai panico alla squadra, eppure, più lo conoscevano, più riuscivano a leggere dentro di lui... beh, prima della scomparsa di Rinoa.

Cosa che l'aveva riportata alla biblioteca... e alle decine di occhi che aveva addosso. Tutti sapevano quanto il loro gruppo fosse compatto: sì, certo, avevano le loro divergenze, ma erano come una famiglia e c'era tra di loro un legame che nessun altro SeeD o cadetto aveva.

Né avrebbe mai avuto.

Improvvisamente si era sentita fuori posto a stare lì, in mezzo agli studenti e agli insegnanti. Sì, lei conosceva la verità, ma gli altri non erano altrettanto fortunati. Stringendo forte i suoi libri, era uscita nel corridoio, diretta all'ufficio di Cid. Dopo che era stato eletto, il preside aveva ceduto il suo ufficio a Squall per sistemarsi in una stanza molto più piccola: tanto stava al Garden solo in rare occasioni, la maggior parte del suo lavoro si svolgeva nella capitale di Galbadia.

Ma quel giorno Cid si trovava nel suo ufficio del Garden di Balamb. Appena aveva ricevuto la prima e-mail di Quistis, aveva raccattato tutti i documenti e i dischetti che aveva potuto a Deling e se n'era andato di corsa. Senza dubbio, adesso la sicurezza sua e di Edea sarebbe stata a rischio, e lo stesso valeva per il generale Caraway.

Selphie si sforzò di sorridere per quanto le era possibile mentre passava per i corridoi, cercando di evitare d'incrociare il suo sguardo con quello degli altri. Decise di continuare il suo lavoro nell'ufficio di Squall, servendosi del suo computer ormai inutilizzato. Sapeva che normalmente Squall si sarebbe molto arrabbiato per qualsiasi intrusione nella sua sfera privata: sarebbe stata quasi un affronto. Ma date le circostanze, la sua decisione sarebbe stata bene al comandante, ne era sicura.

Arrivata nell'ufficio di Squall, vide Lauren seduta al suo terminale, sconvolta e incredula. Selphie spostò lo sguardo sullo schermo del computer e fu presa dal panico.

"Ho trovato questo messaggio criptato sepolto qui nell'hard disk... Selphie, l'esercito del presidente Mitchell sa che attualmente sono ancora tutti a Dollet... sarà solo questione di ore prima che li localizzino. Ho già avvisato Cid che abbiamo una situazione di emergenza: sarà qui a momenti."

"Oh, li troveranno." mormorò Selphie. Mordendosi il labbro, considerò in un attimo l'attuale velocità e distanza del Garden. "Così non ce la faremo mai."

"Lo so." disse piano Lauren. "Non so dove si trovino esattamente. Vista l'estensione dell'area e il numero di abitanti di Dollet... possono setacciare l'intera zona palmo a palmo in quattro ore appena arriveranno le truppe."

"Dobbiamo arrivarci prima di quanto avevamo stabilito." All'improvviso, Selphie si tirò una delle sue treccine. "La Lagunarock!" Gli occhi le si accesero di speranza. "Io so far volare la Lagunarock! È un po' che non lo faccio, ma dev'essere come andare in bicicletta, no?"

Lauren rise sommessamente alla ragazza più grande. "Certo, Selphie, una bicicletta con mitragliatori semiautomatici, un arsenale di bombe e la capacità di viaggiare nello spazio... sembra proprio la prima bici che avevo quando ero piccola."

"Grazie." Selphie diede una pacca sulla spalla alla sua amica. "Grazie per tutto quello che hai fatto. Non sai quanto sia stato importante per noi il tuo aiuto."

Lauren annuì in un gesto di gratitudine. "Va' dai tuoi amici, Selphie, prima che lo facciano loro."

Selphie se ne stava già andando di corsa, ma poi sentì la voce di Lauren che le chiedeva di fermarsi.

"Credo ci sia una cosa che devi sapere, Selphie... questa comunicazione è stata scritta su un terminale del Garden. Fai attenzione a chi ti sta accanto."

*~*~*~*~*

Rimase a guardare la porta chiusa per quelle che gli parvero ore. In realtà erano passati soltanto alcuni minuti, ma in un certo qual modo sembrava che il tempo non avesse nessuna importanza. Per Squall, la porta della camera da letto era molto di più che non un semplice, sottile pannello di compensato. Era un simbolo della nuova vita che aveva cominciato solo quattro giorni prima, era un ritorno all'esistenza che aveva condotto in passato. E che non aveva mai saputo apprezzare appieno.

Ad occhi chiusi, scacciò dalla mente ogni pensiero... tutta la rabbia, tutti i tradimenti, tutte le ferite. Invece guardò in positivo e cercò di dimenticare l'ansia che provava per il fatto che stava per incontrare la figlia di Rinoa per la prima volta.

La figlia di Rinoa.

Era un'espressione che ancora non gli si registrava bene in testa. Durante gli ultimi giorni, aveva guardato a fondo dentro di sé. Per la maggior parte della sua vita, da quando era diventato adulto, aveva sempre sostenuto con convinzione di non volere bambini. Eppure, adesso che doveva scontrarsi con la realtà, non era la bambina la cosa che lo spaventava. Era l'amore incondizionato che quella vita innocente implicava. L'idea gli sembrava così estranea, così sconosciuta da fargli nascere nel cuore una vera paura.

Un qualcosa di così fragile, che faceva affidamento su qualcosa di tanto afflitto e segnato. Il concetto che un essere potesse amare senza motivazioni esterne, semplicemente in purezza sembrava quasi irreale... innaturale. Forse si trattava delle stesse paure che lo avevano spinto ad allontanare Rinoa da sé tanti anni prima. Quello che era successo due anni prima era stato soltanto un catalizzatore dell'inevitabile: a dire la verità, aveva iniziato a respingerla praticamente nel momento stesso in cui l'aveva fatta entrare nella sua vita.

Aprì con cautela la porta.

Chissà come, ma per un istante tutta la sua preoccupazione svanì quando vide la scena che gli stava davanti agli occhi. La luce del sole filtrava attraverso le tende tirate, e il pulviscolo brillava circolando nell'aria. Di fronte a lui, sul letto, stava Rinoa, con le gambe adesso coperte da un lenzuolo; un braccio era abbandonato sul cuscino, ma l'altro era posato dolcemente sul piccolo, delicato essere umano che dormiva accanto a lei.

Giorni prima aveva visto la foto di Allison nella sala riunioni, al Garden. La foto su cui aveva fatto quella domanda Zell... anche Zell era riuscito a vedere, dove lui era cieco.

La risposta tra il gruppo era stata: "tutti i bambini piccoli si assomigliano".

Non avrebbero potuto sbagliarsi di più. Perché la bambina di fronte a lui era il ritratto di sua madre. Anche dalla distanza a cui si trovava le somiglianze erano evidentissime. Non poteva esistere bambino più bello. Continuò a guardare la piccola e sua madre, osservando ogni respiro che prendevano. Come una sentinella in servizio, adesso Squall era lì per proteggere loro. Adesso era questa la sua responsabilità.

I capelli scuri, il naso... c'era qualcos'altro di familiare nella bambina che non riusciva a mettere a fuoco. Anche quanto era grossa lo stupì: Squall aveva poca esperienza coi bambini, nella sua mente si era sempre immaginato la figlia di Rinoa della taglia di un neonato. Invece era più grande, e, grazie al cielo, meno fragile di quanto credeva.

Qualcosa continuava ad attirarlo verso la piccola. Forse era la curiosità del bambino che c'era dentro di lui. Mai e poi mai aveva avuto voglia nemmeno di 'guardare' un bambino, ma in quel momento non desiderava altro che prenderla in braccio. E questo ancora lo spaventava. Ora aveva incontrato l'essere con cui doveva dividere Rinoa... e, in qualche modo, la cosa non lo disturbava.

Rinoa gemette piano. Improvvisamente teso, Squall fece il giro del letto cercando di non far rumore. Quando vide che l'espressione sul viso di lei non cambiava, cercò di trattenersi; ma era una battaglia persa, perché non poteva sopportare di vederla in quell'angoscia. Le sfiorò una spalla. A quel tocco, il corpo di lei si tese ancora di più, i suoi occhi si spalancarono di colpo.

Squall poteva vedere il terrore, il dolore dipinti in quegli occhi.

Nell'istante in cui si svegliò, involontariamente le sfuggì soffocata la parola 'no'. Ma quando la sua mente si fu schiarita, Rinoa si ricordò di dove era, e allora si sentì inondata di un improvviso sollievo.

Le lacrime che le erano affiorate negli occhi adesso luccicavano, mentre un piccolo sorriso illuminava il suo volto. Cercando di non svegliare Allison, si girò dall'altra parte, verso Squall. Lui si chinò per guardarla negli occhi, ma senza togliere la mano dalla sua spalla.

"Tutto bene?"

"Sì..." fece lei esitante. "Per un attimo ho creduto che tu fossi qualcun altro."

"Non potrò mai immaginare l'inferno che hai dovuto sopportare. Rinoa... anche se non avessi saputo cosa hai passato, l'espressione che avevi negli occhi appena ti sei svegliata diceva tutto... io..."

"Squall, è finita, va bene? Non so cosa dovrò affrontare nei prossimi giorni, ma comunque sia, Richard Bennett è morto, e con lui Renee Bennett. Adesso ci sono soltanto io... Rinoa Heartilly e Allison..." S'interruppe - non aveva mai pensato a sua figlia come a una 'Heartilly'. "Ci sono soltanto Rinoa ed Allison." disse, correggendo il suo lapsus.

"Bene, allora, voi due" disse Squall a bassa voce. "Il Garden sta per arrivare qui. Dovrebbero raggiungerci entro stasera."

"Il Garden?" Buttando giù dal letto le gambe, Rinoa si tirò su a sedere. "Il Garden... sta venendo qui? E io?

"Tu verrai con noi. Anzi, voi due." disse, facendo un cenno verso la bambina. "Saremo tutti con te. Cid ha già preparato gli altri al fatto che salirai a bordo a Dollet."

"Gli altri," ripetè lei. "Io... oh... Squall... non posso."

"Puoi. E lo farai." Non era un'affermazione, era un ordine. "Alex viene con noi, le abbiamo offerto totale protezione."

"Protezione da cosa... dalla strega? Alex, una che ha tradito Bennett, un membro del Consiglio Mondiale? Da chi la proteggeranno?"

"Rinoa, che altre scelte abbiamo? Dietro tutto questo c'è il presidente Mitchell, c'è sempre stato lui sin dall'inizio..."

"No, quella era tua moglie." lo corresse lei, caustica.

Squall ignorò l'ultimo commento e continuò. "Abbiamo le forze del Garden e i nostri alleati. È la nostra unica speranza. Se vuoi avere, prima o poi, una vita normale... se vuoi che Allison abbia una vita normale... è la nostra unica possibilità."

Voltandosi dall'altra parte, lei sussurrò "Io non sono fatta per avere una vita normale. Squall... so che il mio tempo sta per scadere, l'ho sempre saputo, fin dall'inizio. Se non è per una cosa, sarà per un'altra. La mia unica speranza è che Allison possa condurre quella 'vita normale' che io non ho mai potuto avere."

Squall ebbe un sussulto quando la sentì dire che il suo tempo stava finendo, ma non aveva intenzione di arrabbiarsi, per non intristirla. Ma il modo in cui parlava diventava sempre più drammatico di secondo in secondo. Rimase a guardare Rinoa che si alzava, andava alla finestra per guardare fuori, e infine tornava a rivolgere la sua attenzione a lui.

"Verrò... non per me, non per te, ma per Allison. Magari, forse, lei potrà sopravvivere a tutto questo."

*****
Note delle traduttrici: Torniamo ad aggiornare questa storia dopo un lungo silenzio che, immagino, abbia innervosito molti di voi: so che il pubblico di Ashbear è abbastanza vasto^^ Credo che sia giusto spiegarvi il perché di questo ritardo.
Le traduttrici rimaste del gruppo iniziale (cioè Alessia Heartilly, Shu e Youffie17) si sono divise, tempo fa, i capitoli rimanenti della storia. Io mi sono presa l'incarico di rivedere i capitoli precedenti, per sistemare alcune scelte di traduzione su termini ricorrenti nella storia. Ho deciso anche di farmi aiutare da un beta-reader che si è rivelato validissimo, ossia DefenderX, e ci siamo messi al lavoro insieme, con la fanfiction in inglese sottomano. Purtroppo, ci siamo accorti che nei capitoli iniziali c'era una serie di incongruenze con l'originale; abbiamo pensato che ci fosse stata una revisione da parte di Ashbear, e quindi ci siamo salvati tutti i capitoli originali confrontandoli parola per parola con la versione tradotta, eliminando errorini di battitura, uniformando al resto della traduzione, e aggiungendo quelle frasi che c'erano nell'originale e non nella traduzione. Questo, naturalmente, ha allungato il lavoro e ritardato di riflesso la traduzione dei nuovi capitoli, che abbiamo deciso di rivedere per lo stesso motivo: poteva esserci stata una revisione da parte di Ashbear posteriore alla nostra traduzione. A questo si sono aggiunti problemi di varia natura (traslochi, pc esplosi, adsl a signorine, esami, varie ed eventuali). Tutto questo non giustifica il ritardo ignobile, ma quanto meno ci permette di farvi leggere una storia che è quanto di più fedele all'originale siamo riusciti a ricavare. Era, per noi, doveroso sistemarla, per rispetto all'autrice originale, alla meravigliosa storia che ha scritto, e al pubblico italiano che la conosce attraverso noi.
Vi invito a leggere i capitoli precedenti, non solo per le correzioni, ma anche per quelle piccole aggiunte che si sono poi rivelate importanti. Con questo aggiornamento sono stati pubblicati anche i capitoli rivisti dall' 1 al 7; continueremo a darvi conto nelle note dei capitoli sistemati, fino a quando li avremo esauriti (speriamo presto^^).
La traduzione è, di fatto, terminata; posso annunciarvi fin da ora che gli aggiornamenti saranno settimanali, e che la storia conta, in totale, 42 capitoli epilogo compreso.
Inoltre, abbiamo aperto una newsletter per tutti coloro che volessero ricevere via email una notifica degli aggiornamenti delle traduzioni di Ashbear (questa e anche le storie successive); vi potete iscrivere a questa pagina. I dati che vi vengono richiesti non sono visibili da noi traduttori, e il sito che ospita la newsletter non li utilizza (lo so per esperienza :D), quindi iscrivetevi tranquilli: ricevete l'avviso pochi minuti dopo la pubblicazione di ogni capitolo, con i link a cui è possibile leggerlo.
Scusate la lungaggine e alla prossima^^
Il capitolo è stato betato da DefenderX.
Citazione di apertura: tratto da Love will find out the Way in Bartlett's Familiar Quotations di Alfred Noyes.
Ma la folgore non ti potrà toccare
Né la furia della battaglia angosciare;
E anche se nel cielo il sole ti dovesse abbandonare,
"L’amore troverà la strada."
- Alessia Heartilly

   
 
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