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Autore: AndreMCPro    18/08/2016    2 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.98 Frammenti di conoscenza
 
Siamo ancora nei giorni di preparazione della grande festa quando vedo quella piccola e perfida banda di ragazzi che ci hanno umiliato a Paintball radunarsi nella piazza vicino a una delle grandi fontane. Incuriosito la seguo tenendomi a distanza, ma abbastanza vicino per sentire i loro farfugli.
«Secondo te cosa vuole farci vedere il capo?» Chiede il più giovane del gruppo, ma alla sua ultima parola viene colpito dietro la nuca dal più grande.
«Cosa ti avevo detto Edoardo? Non gli piace essere chiamato cosi, non si considera il nostro capo ma un amico, e l’ha dimostrato radunandoci tutti dopo quel brutto giorno» Risponde il più grande.
«Sì, hai ragione, è che…»
«Chiamalo per nome, o Duca come scherzosamente si prende in giro da solo, ma non capo» Lo corregge nuovamente. «Adesso muoviti o facciamo tardi, piccoletto» E prende a correre lasciando il giovane e mingherlino Edoardo indietro.
«Io non sono piccolo!» Risponde secco, ma prima di inseguire il suo amico si volta e mi vede, mi fa un gran sorriso -probabilmente sa chi sono- e scappa via raggiungendo il resto del gruppo.
Li ad aspettarli non c’è nessuno, e i dieci si guardano intorno perplessi. Mio fratello sbuca da una delle strade che portano alla piazza e li invita a seguirlo.
«Beh? Che fate li impalati? Andiamo, su! Seguitemi!»
Massimo insieme alle piccole pesti, meglio tenerli sott’occhio, sono pericolosi. Li seguo tenendomi a distanza, e questi, raggiunto uno dei cancelli principali a Ovest, escono dalle mura e raggiungono uno spazio all’aperto, sotto all’occhio vigile dei soldati alle mura.
«Allora? Che volevi mostrarci?» Chiede il più grande, che si fa’ carico della curiosità di tutti i suoi amici.
«Ecco, un attimo di pazienza… Allora, mettetevi a semicerchio sotto questa pianta e osservate. Vorrei insegnarvi qualcosa, ma badate che non è un gioco. Se usata bene e se le sue regole vengono rispettate permette di fare cose fantastiche, ma se viene infranta anche solo una di queste regole si rischia di farsi male e di fare male agli altri»
«Ma se è pericoloso perché ce la… mostri…?» Chiede Edoardo dopo aver alzato il dito che subito abbassa dopo aver visto le occhiatacce dei suoi compagni.
«No, tranquilli, ha ragione. È pericoloso ma ho fiducia in voi e nel vostro giudizio. E poi, ragazzi… voi siete giovani, e i giovani hanno una mente più aperta di un anziano. Se c’è qualcuno che puo capire quello che voglio insegnarvi siete proprio voi, e adesso… a me gli occhi!»
Massimo si volta verso l’orizzonte, tira fuori una bacchetta e mette un focus e poi stende il braccio. La bacchetta rilascia le sue fiamme bruciacchiando il terreno.
I ragazzi sorpresi scattano in piedi eccitati, tutti tranne uno che invece rimane turbato dalla magia
«Vi è piaciuto, ragazzi? Beh… questo è ovvio, credo. Questo è quello che può fare un mago con la sua bacchetta, ma è solo una delle milioni di cose che si possono fare»
«Se servono solo a distruggere allora non la voglio imparare, questa magia» Risponde secco il ragazzo ammutolendo tutti gli altri, che prima lo guardano male ma poi iniziano ad appoggiarlo.
«Sì, è vero, ha ragione Edoardo. Se questa magia serve solo a distruggere non vogliamo impararla» Dice il più grande.
«Tranquilli, come tutte le cose c’è un lato buono e uno meno buono, ma alla fine dipende sempre dall’uso che si sceglie di farne» Massimo stende la mano e su suo palmo si forma un cerchio giallastro, prende un seme dalla sua tasca e lo pianta a terra, poi posa il palmo con il cerchio e gli da’ energia, in pochi istanti un ramoscello germoglia e cresce diventando una piccola pianta poco più alta di un metro. A quella vista anche il giovane Edoardo si fa avanti e rimane ammaliato dalla magia.
«Adesso che ne pensi? Vale la pena imparare ad usarla?»
Il giovane muove la testa affermativamente con un gran sorriso sul volto, mentre tutti gli altri, seguiti poi da lui, si avvicinano per toccare la piccola pianta per vedere se è vera o solo un’illusione.
«Bene, ragazzi. Ora che vi siete convinti prendete questi diari. Ognuno di voi prenderà i suoi appunti e scriverà le sue ricerche» Consegna i diari, poi tira fuori il suo taumonomicon. «Quello che vedete nella mia mano è un libro di magia. Quando avrete imparato le prime basi della magia vi mostrerà qualcosa anche di questo per approfondire gli studi… ma per ora voglio solo che impariate a riconoscere la composizione degli oggetti che vedete ogni giorno. Sul diario vi ho segnato alcuni esempi, quindi ora andate a dargli una occhiata. Io vi raggiungo subito»
Lascia i ragazzi sotto l’albero e mi raggiunge.
«Sicuro di voler insegnare proprio a loro le basi della magia? O è un’altra delle tue iniziative?» Gli chiedo pronto ad ammonirlo come Spark e Seth.
«No, tranquillo, ho parlato con Spark e Seth e prima di loro con alcuni anziani del consiglio. Qualcuno era contrario ma alla fine tutti hanno convenuto che bisognava impararla, altrimenti se incontrano un nemico che la padroneggia si troverebbero nei guai»
«Ma noi siamo qui per questo…»
«Vero, ed è per questo che all’inizio hanno fatto resistenza, ma sai meglio di me che prima o poi torneremo a casa… a casa nostra. Non voglio che quando accadrà loro risentano di questo vuoto. Devono essere indipendenti da noi, non sei d’accordo?» E mi sorride.
«Sì, ok, ti sei come al solito ingarbugliato con le parole, ma ho capito cosa intendi. Ma… un giorno gli dovrai dare il tuo libro già completo. Non è pericoloso per le loro giovani menti?» Chiedo turbato, ma lui mi sorride di nuovo e mi apre il libro.
«Dimmi un po’, queste pagine le riesci a leggere?» E me ne mostra una.
«Si Massimo. Focus per bacchetta: Fuoco»
Lui mi guarda con gli occhi socchiusi. «Hai già dato una sbirciata al tuo, vero?» Mi chiede. Poi cambia pagina e me ne mostra un’altra con scritte incomprensibili. «E questa la leggi?»
«No, questa no. Cos’è ?» Chiedo incuriosito.
«Metalvuoto. Ho incantato il mio libro affinché mostri solo quello di cui si è a conoscenza. Le pagine successive si sbloccano con l’aumentare della conoscenza del singolo e delle sue capacità» E sorride «Mi ha aiutato Clidrath. Mi è venuto a trovare due notti fa in sogno e mi ha fatto vedere come fare»
«Dici sul serio? Clidrath si è mostrato? Senza portale?» Gli chiedo sorpreso, ma la sua faccia bugiarda lo smentisce subito. «No, stai mentendo, ti si legge in faccia…»
«Sì, è vero, sinceramente ancora devo capire come funzionano questi poteri ma sono riuscito ad incantare così il mio libro e sembra che funzioni. Anche se me lo dovessero rubare non potrebbero leggerlo. E il tuo dov’è?» Chiede guardando i suoi ragazzi.
«Nella nostra stanza segreta, nella cassaforte. Al sicuro insomma» Lo tranquillizzo.
Un richiamo di gruppo dei dieci ragazzi -alquanto inquietante alle mie orecchie- ci raggiunge: «Maestro?»
Massimo alza la testa e mi guarda. «Scusami fratellino, i miei allievi mi cercano» E sorride divertito.
«Sì, sì, vai. E vedi di non far danni… A proposito, come va con i tuoi preparativi?»
Ma lui è già tra le piccole pesti che si confonde tra le loro chiacchiere.
«Allora chi vuole provare la mia bacchetta?» Chiede Massimo al gruppo.
Ecco fatto, e per fortuna che gli ho detto di non fare danni…
  
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