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Autore: mentaverde    18/08/2016    2 recensioni
Odio stare in bilico.
Odio sentire quella sensazione sulla pelle, di poter cadere da un momento all’altro.
Odio il fatto che con una folata di vento potrei schiantarmi al suolo.
Ma soprattutto odio il fatto che sia tu a mettermi in questa posizione.
Tu, il Re, l'Originale, l'ibrido.. così tanti nomi, così tanto potere ad un unico uomo pieno di odio e pieno d'amore.
Un uomo e tutta l'eternità davanti.
Tu ed io.
Tu il mio Re, ed io la tua Regina.
Klaus e Caroline.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Rebekah Mikaelson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II

 
Tu non sai in quanti posti ti ho portato con me. 
Anche se non eri lì.
Anche se non eri con me.
- Anonimo-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Io non lo farò mai”, ti lamenti mentre rido come una pazza.
Sei una visione stupenda, veramente. Come te non ho mai visto nessuno. Beh, certo, è difficile vedere il vampiro Originale almeno che tu non gli faccia un torto… ma di certo è ancora più difficile vedere Klaus Mikealson con straccio e detersivo in mano.
“Oh, andiamo, Originale”, ti canzono e abbassi la testa tenendo gli occhi fissi su di me cercando di spaventarmi, come un puma che si ritrae prima dell’attacco. Dovresti saperlo che non mi fai più paura da quel giorno.
“Io non pulirò”, dici come se fosse una parolaccia.
“Vuoi essere un marito?”.
“Voglio essere tuo marito, bambola”.
“Allora è meglio se inizi a conoscere bene lo straccio e il detersivo”, ti dico e tu rimani serio.
“Lo fai apposta”.
“Andiamo! Non fare il bambino!”.
“Siamo vampiri, Caroline, non ci ammaliamo per degli acari”.
“Questo non spiega perché dobbiamo dormire e mangiare in mezzo a tutto questo macello”.
“Caroline”.
“Klaus”, ti riprendo e intravedo un sorriso che soffochi. Devi fingerti arrabbiato? Per cosa? Perché sono impertinente? Non siamo qui per questo?
Io che non mi faccio comandare da te che sei abituato a comandare tutti. Non è per questo che mi vuoi così tanto?
Ti avvicini lentamente, “Quindi tu mi sposeresti?”, chiedi e non stacchi gli occhi da me.
“Cosa mi daresti in cambio?”.
“Tutto questo”, dici e indichi attorno.
“Non puoi regalarmi una cosa che ho già regalato a te”.
Tu sorridi e scuoti la testa. “Il mondo intero sarà tuo se sarai con me”.
Oh, Klaus.
Ancora? Tu sei un Re ma io non sarò mai una Regina.
So che può sembrare strano in quanto Caroline Forbes ha sempre sognato di essere una regina, ma finché ero umana. Ora che ho conosciuto il mondo per quello che è mi accontento di una casetta dispersa, che sia al mare o in montagna, al caldo o al freddo… voglio solo che siamo io e te, Klaus. Senza Hope, senza Rebekah, Hayley, Elena, Damon e Stefan. Non voglio nessuno attorno a noi.
Voglio essere l’unica che ti possa guardare al mattino e alla sera prima di addormentarti.
Voglio essere l’unica ad avere il coraggio di ignorarti quando ti arrabbi.
Voglio essere l’unica che ti veda sorridere.
Invece ci sono i tuoi fratelli, c’è Hope.
Non siamo mai io e te.
E si sa che re e regina non sono mai soli.
Una volta non dormivano neanche nello stesso letto troppo presi dai loro impegni.
Io non voglio altri impegni oltre che te.
“Non ci sposeremo, Klaus”, ti dico e sembra che ti abbia dato uno schiaffo.
“Allora che ci facciamo qui?”, chiedi stanco allontanandoti da me.
“Ti insegno un po’ di… educazione domestica”.
Mi guardi con gli occhi spalancati, “Educazione domestica? Vuoi che io, l’Originale, impari a pulire?”.
“Cucinare, stirare, lavare, fare giardinaggio e…”.
“Se volevi uno sguattero te ne rimanevi con Enzo, Caroline”, sputi con cattiveria.
Ecco a noi Mr Lunatico.
Sempre all’attacco?
Mi avvicino a te ma ancora mi respingi. Stiamo cadendo? Io sì.
“Ancora con questa storia?”.
“Vogliamo parlare di Stefan?”, ringhi.
Ecco che si ricomincia.
Mi stai lanciando giù?
“Se parliamo di Stefan ci conviene parlare anche di Hope, sai, la figlia che hai avuto con quella cagna!”, urlo e so di ferirti ma non me ne importa.
“Non parlare di Hope”.
Hope. L’innominabile Hope.
Tu e lei vivete su un pianeta vostro dove l’accesso agli altri è completamente escluso.
“Parliamo di Hayley allora!”, urlo e tu mi guardi come se fossi distrutto.
Sei stanco? Ma di cosa? Di me?
“Ne abbiamo già parlato, Caroline”, dici mettendoti le mani fra i capelli, “Se dovessi tornare indietro nel tempo lo rifarei perché significherebbe avere Hope”.
Sempre Hope. Mai Caroline.
Sempre così.
Io annuisco e me ne vado. L’hai già detta quella frase e ogni volta ha fatto male come se fosse la prima. Tu e quella cagna… siete amici quando vorrei che neanche vi guardaste. Poi c’è Hope e il suo essere impertinente e volgare, e te che le baci la terra dove cammina.
Mia madre me lo aveva detto che per i genitori esistono solo i figli, che tutto il resto viene dopo. Ma non pensavo che fosse così doloroso essere nel dopo. Perché so che sarò sempre lì, che non verrò mai prima di quel piccolo demonio, che nessuno verrà prima di lei.
E poi mi sembra assurdo essere gelosa di tua figlia, insomma, è tua figlia eppure non la sopporto.
Non sopporto che quando lei arriva tu non mi guardi più.
Che quando ti chiama rimandi tutto per lei… rimandi anche me.
Lo capisco.
In parte lo capisco. Io non potrò mai avere figli. Mia madre mi diceva che sarei stata la madre più terribile di tutti i tempi, perché sono troppo ossessiva, un po’ maniacale ed esageratamente vivace, ma l’idea mi era sempre piaciuta.
Però ero riuscita a sopportarlo, mentre Elena no. Lei si era rifiutata di vivere così e aveva scelto tutt’altro stile di vita.
Neanche c’eri quando ho detto addio ai miei amici. Tu non c’eri, Klaus.
Eri con Hope, a rincorrerla da qualche parte in giro per il mondo.
La rincorrevi mentre io piangevo come una disperata.
Prima mia madre, Jeremy e Matt, poi Bonnie. Stefan caduto nella depressione più totale dovuta al fatto che ora sarebbe stato solo per l’eternità. Ricordo ancora quando l’ho trovato sdraiato sul pavimento del bagno con il paletto a mezzo centimetro dal cuore. Aveva provato ad andarsene ma non c’era riuscito. Era pur sempre Stefan.
Ricordo di aver pensato che in parte lo capivo.
Anch’io avrei voluto dire addio a tutti visto che tutti se ne erano andati.
Elena e Damon se ne sono andati chissà dove, lontani dai ricordi, lontano da tutti.
Ma poi tu riapparivi e mi ricordavi che c’eri e che non potevo andarmene perché una eri in vita. E io non potevo abbandonare l’unica persona che c’era oltre a Stefan.
Ho pianto così tanto che tu non puoi neanche immaginare, mi sono sentita così sola e finalmente ho capito che l’eternità fa schifo se non puoi passarla con le persone che ami.
E io amavo mia madre, Matt, Bonnie e Jeremy.
Erano la mia famiglia.
Erano tutto quello che avevo.
Poi ho avuto te ma non sei mai stato una costante.
C’eri e poi non c’eri in base alle grida di aiuto di Hope. Se lei urlava tu correvi e mi lasciavi da sola, nonostante le mie suppliche, nonostante le mie sofferenze.
Prima Hope poi io.
Lo capivo ma non lo accettavo.
Non lo accetto neanche ora.
“Caroline”, eccoti. Ti siedi vicino a me sul molo, “Piangi?”.
“No”, dico veloce.
“Ti ho sentita singhiozzare da dentro casa”, dici guardandomi negli occhi come se solito fare.
Mi stringo le spalle e scuoto la testa, “Malinconia”, ti dico sapendo che non ti accontenterai comunque della mia risposta.
Sospiri, “Non è facile, Caroline, non può essere facile, se lo fosse non sarebbe solo per pochi fortunati. Non credi?”.
“Ma perché noi, Klaus? Perché non potevamo essere normali, vivere una vita normale, andare a scuola, al college, innamorarci, odiarci, sposarci, avere figli, lavorare e poi, mio dio, morire come tutti! Perché noi non possiamo?”.
Mi guardi con una tenerezza che non ho mai visto nel tuo sguardo, come se in quel momento mi volessi abbracciare come nessuno ha mai fatto. “La normalità è per i deboli”.
Ed ecco che la storia ricomincia, infinite volte, senza mai veramente iniziare e senza mai smettere.
Io e te, legati da qualcosa che è così forte che dobbiamo ancora capirlo, nonostante tutti i tuoi anni e i miei sforzi.
L’eternità era così bella, così dannatamente lunga che ti sembrava che il tempo non sarebbe mai mancato. Perché l’eternità è questo no?
Invece non è altro che un susseguirsi di addii, di sofferenze e di difficoltà con qualche minuscolo momento di felicità che si perde.
L’eternità doveva essere compresa con Elena, Stefan, Bonnie e – a suo malgrado – con Damon. Eppure sono spariti tutti, chi se ne è andato per sempre e non mi rimarrà altor che un ricordo lontano e sempre più sbiadito e chi è scappato da tutto, cercando un angolo di paradiso dove l’eternità possa sembrare meno lunga e angosciosa.
“Questo è il nostro angolo di paradiso, Klaus?”, ti chiedo incollando gli occhi ai miei.
Mi fissi per un attimo, come per capire cosa stia cercando, cosa voglia sentirmi dire, “Ogni posto che tu desideri…”.
“Questo. Voglio questo”, ti interrompo.
Sorridi dolcemente, un sorriso che il Re riserva solo per la sua Regina.
“Allora questo è il nostro angolo di paradiso… anche se non penso che…”
“Non dirlo neanche”, ti fermo ancora e vedo la tua espressione irrigidirsi – nessuno zittisce il Re, neanche la sua Regina – ma io sono una Regina che adora far incazzare il Re, “Questo è il nostro paradiso”.
“Il tuo comportamento non aiuta a renderlo un paradiso”.
Ci risiamo. Mi stai facendo cadere?
“E il tuo non mi aiuta a mantenere un minimo di sanità mentale, Klaus! Perché non mi vuoi aiutare? Perché?”.
Da tesa la tua espressione diventa, da prima sconvolta e poi offesa, “Ho lasciato tutto per venire qui, Caroline, tutto e tu come mi ringrazi? Incolpandomi?”.
“Dovrei ringraziarti per cosa esattamente? Per essere presente una santa volta?”.
Ti alzi fulmineo, “La conversazione finisce qui. Se non hai intenzione di tranquillizzarti me ne tornerò a New Orleans”.
Una vocina mi dice di aspettare a parlare, ma sono la Regina che adora far incazzare il Re, per cui stare ad ascoltare la coscienza non è certo una delle mie priorità. “Vattene”, biascico e tu te ne vai davvero.
L’Originale, il Re, l’ibrido, il primo vampiro della storia… se ne va, impaurito, spaventato, arrabbiato e io continuo a cadere senza mai trovare la fine e senza mai trovare l’inizio.
Cado nel vuoto e i minuti, le ore, sono solo eco delle mie grida, delle mie sofferenze.
Sofferenze della Regina, di Caroline, l’amica di tutti eppure amica di nessuno. Caroline la compagna dell’Originale, la matrigna di Hope, a cena con la cagna con falsi sorrisi stampati sul volto, con quella rabbia funesta che le cresce dal cuore, quell’invidia ceca che le fa rimpiangere l’essere diventata eterna.
Cosa c’è di bello nell’eternità se è una continua lotta a chi rimane in equilibrio per più tempo?
Perennemente avvolti da quel senso di vuoto, di smarrimento e di solitudine, che ti portano alla pazzia più estrema, ai pianti più disperati.
L’eternità, una beffa per i più grandi peccatori.
E lui se ne è andato, come ogni volta, lasciandomi qui.
Tornerà? Si. Torna. Torna sempre.
Io sono la Regina, la sua Regina.
La Regina che non ha voluto sposare il Re, il Re eterno, il primo Re che, invece di regalare rose, regala fili, fili su cui tesse le sue ragnatele e dove posiziona la sua amata. Fili che si rompono e che rinascono.
Fili. Sempre e solo fili. 




 
Buongiorno a tutte le lettrici!!!
Eccomi di nuovo qua.. pronta con il secondo capitolo della mini serie!
Nel prossimo ci sarà una "nuova" presenza... provate a indovinare un po'!
A presto,

menta
  
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