Purtroppo, anche se Tom Riddle era stato definitivamente sconfitto, molte erano le vittime, molte le famiglie spezzate, molti giovani innocenti quella notte, nella grande battaglia, avevano abbandonato la vita terrena. E cos’altro potevano fare i sopravvissuti, se non gioire per la fine di Voldemort, e disperarsi per la scomparsa dei propri cari, e pensare a come costruire una nuova società, insieme? Tutti si sentivano vincitori, ma anche vinti, il dolore era un tutt’uno con la felicità per il raggiungimento della libertà. Il mondo magico si preparava a celebrare l’ennesimo lutto, ma anche a festeggiare l’attesa rinascita, come la fenice dell’amato Silente. E mano a mano che maghi da tutto il mondo cominciavano ad affollare Hogsmeade e i prati di Hogswart, decisi a non perdersi quel momento di storia, più importante di qualsiasi altro, il ministero, nelle mani di Shacklebolt, procedeva rapidamente a condannare i Mangiamorte al ministero. E mentre molti di questi partivano, senza ritornare mai, verso Azkaban, come Lucius Malfoy, altri scapparono e altri preferirono togliersi la vita, dalla disperazione per la sconfitta del loro signore, o forse per i profondi sensi di colpa che li sferzavano. E così che Draco si ritrovò orfano a soli due giorni dalla morte del Signore Oscuro, con un padre ad Azkaban e una madre morta puntando la sua bacchetta contro di sé. Il perché Narcissa si fosse uccisa risultava oscuro al figlio, come a molti altri, ma possiamo a ragione sospettare che il solo amore che provava nei confronti del figlio non era sufficiente a mantenerla in vita, lacerata dalla morte della sorella e dalla partenza del marito e, soprattutto dai sensi di colpa nei confronti dei tanti innocenti morti in quegli anni. Certo, aveva anche mentito a Voldemort, ma di questo non doveva poi essere molto dispiaciuta. Fu Harry ad insistere affinché fosse sepolta, con le altre vittime, nel cimitero di Hogswart, dove già riposava il corpo di Albus Silente. Shacklebolt, Yoki-Mura, Marcinèe, Tormini, Al Marji, i più alti rappresentanti dei mondi magici britannici, giapponesi, francesi, italiani, arabi, e molti altri ancora erano riuniti sotto l’ombra dell’imponente castello, mentre un’accorata Mc Granitt, nuova preside della scuola, celebrava la funzione funebre di ben 50 morti: Fred Weasley, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Colin Canon e altri vennero sepolti sotto gli occhi di parenti e amici in lacrime, attorniati da tutti i maghi del mondo, che assistevano attraverso speciali schermi da tutte le piazze delle loro città. Harry si lasciò volutamente in ombra, sapeva di aver compiuto una larga parte dell’impresa, ma era anche a conoscenza di non aver fatto tutto da solo. Accanto a lui, Ginny, e poi Hermione, e Ron, e Neville, e i genitori di Diggory, morto ormai da tre anni. Ma vi erano anche i centauri, i giganti amici di Grop che avevano lottato duramente contro tutti quei loro parenti che si erano schierati con Voldemort. E il corpo di quest’ultimo? Sepolto, con il nome di Tom Riddle e sotto Voldemort, presso il cimitero di Azkaban, a perenne monito che anche i maghi più malvagi muoiono e che il bene trionfa sempre.