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Autore: zaynseyes_    20/08/2016    1 recensioni
Neo Bartosz aveva spezzato il cuore ad Alexander Sullivan solo per ottenere la sua vendetta. Alexander cerca disperatamente di andare avanti con la sua vita sebbene sia ancora innamorato di Neo, iniziando perciò una nuova relazione. Quando dopo qualche mese Neo ritorna nella sua vita, entrambi i ragazzi si rendono conto di quante cose siano cambiate. Le uniche cose che erano rimaste inalterate erano i loro sentimenti l'uno per l'altro, e il dolore che essi avevano causato.
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[La storia NON è mia e non mi appartiene, tutti i crediti vanno a @SkeneKidz e alla sua fervida immaginazione. Questa è solo una traduzione. Il primo libro appartenente a questa serie, The Show Must Go On che potete trovare qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3046758&i=1. La storia è disponibile anche su wattpad. Grazie per l'attenzione e buona lettura!]
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Come promesso! Siete assolutamente fantastici xx

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***Alexander's POV***

Feci il mio ingresso a scuola sentendomi un pò intontito. Avevo nuovamente iniziato a prendermi i sonniferi e il mio corpo non si era ancora abituato alla sensazione.

Cercai di ricompormi mentre mi avvicinavo ai miei amici. Era raro che arrivassi dopo Scott, eppure eccolo lì.

"Ehi" li salutai.

"Hai un aspetto di merda" osservò Scott 

"Allora è una fortuna che non sei attratto da me"

"Sei arrivato davvero tardi." Disse Bennett, indicando poi Scott "La nonnetta è arrivata prima di te"

"Nonnetta stamattina ha alzato presto il culo dal letto" rispose lui annuendo.

"Scusate. Mi sono riaddormentato" mi strofinai gli occhi.

"Alexander!"

Il mio cuore quasi si fermò mentre mi voltavo ad affrontare Toby. Corse verso di me con un sorriso nervoso in viso.

"Uh...posso parlarti a pranzo? Per favore?"

"Certo," dissi "Nella mia ora di pranzo o nella tua?"

"Nella tua. Verrò a trovarti io"

"D'accordo" risposi, cercando di non far trapelare il grande sollievo per avergli parlato nuovamente.

"Perfetto." Sorrise "Ci vediamo, Alexander" si voltò e si diresse verso il suo gruppo di amici, andandosene subito dopo.

"Quindi finalmente parli di nuovo con Toby?" commentò Bennett, appoggiandosi contro lo spogliatoio.

"Sì, credo di sì"

"Dagli il tuo cane per farti perdonare" disse Scott.

"Prescott" lo guardai storto.

"James" rispose lui alzando pigramente un sopracciglio.

"Smettetela, idioti. Andiamo in classe prima che facciamo tardi" affermò Bennett irritato.

Seguimmo perciò il consiglio del mio amico. La giornata sembrò proseguire all'infinito e divenni sempre più impaziente mentre aspettavo che si facesse l'ora di pranzo.

Quando la campanella suonò, quasi corsi verso il solito tavolo della mensa. Mi sedetti, non curandomi nemmeno di tirare fuori il mio pranzo. Aspettai pazientemente Toby, cercando di rimanere calmo.

"Alexander," disse Toby apparendo accanto a me "Andiamo"

Mi alzai e lo seguì. Scott e Bennett probabilmente mi stavamo aspettando agli armadietti ma avrebbero capito dove fossi, prima o poi.

Toby mi guidò verso una classe vuota e chiuse la porta. Sospirò, passandosi una mano tra i capelli. C'era qualcosa in lui...

"Parliamo" disse.

Ah, ecco cos'era. Non era l'innocente, vivace Toby. Questo era il Toby che non volevi avere come nemico. Il vero Toby.

"Mi dispiace per tutto Toby, davvero"

Alzò una mano per interrompermi "Non hai niente di cui scusarti"

"Ti ho illuso"

"Ne sono consapevole ma so che non era tua intenzione." Sorrise sincero, con il suo solito fare affascinante "Non sono arrabbiato, avevo solo bisogno di schiarirmi un pò le idee. Non volevo sembrare così giù di morale attorno a te. Lo sai che mi piace essere allegro e amichevole"

"Ma questo sei il vero tu." Lo indicai "Calmo, composto. Con il pieno controllo"

"Assomiglio a te." Disse, incrociando le braccia al petto e appoggiandosi al muro "Preferisco di gran lunga essere felice ed estroverso, senza offesa"

"Mi piace di più il Toby vivace." Risposi "Ma immagino che sia una cosa seria, questa"

Annuì "Lo è. L'ho capito Alexander, non hai ancora dimenticato Neo"

"Ci sto provando." Risposi, abbassando lo sguardo "Davvero. Lo dimenticherò"

"Non voglio che le cose siano imbarazzanti per colpa mia." Disse Toby "Non farò finta di dimenticarmi che sia successo perchè voglio davvero frequentarti, e penso che questo debba essere chiaro prima che andiamo oltre nella nostra relazione. Ma odierei perderti come amico per questo"

"Non mi perderai" dissi, facendomi avanti e abbracciandolo.

Lui sorrise, ricambiando l'abbraccio "Mi sono mancate le tue braccia muscolose"

Risi "Chiudi la bocca, Toby"

Gli baciai dolcemente la fronte. Volevo uscirci insieme, dargli un'opportunità. Forse...forse oggi potevamo passare del tempo insieme, e se non fosse andata bene magari domani potevamo...

"Dovrei ritornare in classe, e tu dovresti ritornare dai tuoi amici" affermò lui, baciandomi la guancia.

"Perchè, ti potresti cacciare nei guai?" chiesi, alzando un sopracciglio.

Sorrise di nuovo "No, non mi metterò nei guai. Sono sicuro che mio padre non sarebbe felice se si venisse a sapere che suo figlio ha saltato le lezioni per sgattaiolare con Alexander Sullivan"

Grugnì "Non dire a tuo padre che abbiamo fatto sesso. Non mi importa se abbiamo settant'anni e siamo sposati, se tuo padre te lo chiede, tu sei vergine capito?"

L'innocente sorriso fece la comparsa nel suo viso "Magari me lo lascerò sfuggire..."

"Toby! Non è divertente! Tuo padre potrebbe castrarmi!" dissi miseramente.

"Mio padre non è così terrificante!"

"Hai incontrato tuo padre? Dannazione, ed io che pensavo fosse mio padre quello troppo protettivo." Dissi "Non dire a tuo padre che facciamo sesso" chiusi di colpo la bocca. Avrei dovuto dire 'facevamo'. Merda.

Toby sorrise ma potei vedere lo stesso la piccola scintilla di tristezza passare nei suoi occhi "Ci vediamo dopo, Alexander"

"Sì, ci vediamo" risposi, guardandolo uscire dalla classe.

Dopo qualche minuto uscì anch'io, andando in mensa e sedendomi al solito tavolo. Scott e Bennett erano già lì mentre mangiavano e parlavano tra di loro.

"Quindi?" chiese Bennett.

"Siamo migliori amici per la vita e il mondo và tutto a meraviglia"

"Permaloso." Esclamò Scott "A proposito, ho rubato delle patatine dal tuo piatto"

"Ti ricambierò il favore rubandoti Isaac e non facendotelo più vedere"

Scott socchiuse gli occhi "Sta lontano dalla mia lucertola"

"E tu sta lontano dal mio cane. E dalle mie patatine"

"Chiudi il becco. Non iniziare di nuovo con questa storia." Disse Bennett "È seccante da ascoltare. Esci con Toby dopo scuola?"

Feci spallucce "Non ne sono sicuro. Non ne abbiamo parlato quindi credo di no, non al momento"

Il telefono mi vibrò e lo tirai fuori dalla tasca. Lo sbloccai e guardai il nuovo messaggio ricevuto.

Da: Neo

Fuckboy, dobbiamo parlare. Vieni a casa mia dopo la scuola.

Risposi a Neo, dicendogli che sarei venuto. Riposi poi il telefono e iniziai a mangiare, sperando che Bennett e Scott non mi facessero altre domande.

Fortunatamente, non me ne fecero. Iniziarono a parlare di alcuni libri. Non capì molto della conversazione, ma da quello che potei sentire c'era di mezzo glitter, una motosega e una Mitsubishi. Dio, i miei amici erano strani.

Ad ogni modo, non riuscivo a smettere di pensare a Neo. Di cosa diavolo voleva parlarmi? Perchè voleva vedermi dopo la scuola?

Ma forse era meglio per tutti. Forse finalmente avremmo potuto porre una fine a quella storia ed io avrei potuto proseguire con Toby. Doveva andare così. Questa doveva essere l'ultima volta che incontravo Neo. Sarei diventato pazzo se avessi continuato a dividermi tra lui e Toby. Stasera avrei messo una fine a tutto, in modo che potessi andare avanti con la mia vita invece di essere trattenuto da una relazione che non esisteva da tempo.

Pochi minuti dopo suonò la campanella e ritornammo in classe. Quando finirono le lezioni incontrai i miei amici al mio armadietto e ne approfittai per riporre i libri all'interno.

"Vuoi venire a casa mia?" chiese Bennett.

"Nah, ho delle cose ha fare, e poi credo che chiamerò Toby"

"Delle cose?" chiese Bennett.

"Delle cose" confermai.

"Delle faccende, delle cose" continuò Scott.

"Questa non è The Walking Dead, Prescott" dissi.

"Potrebbe esserlo dal tuo aspetto di oggi"

"Affascinante. A questo punto, posso anche andarmene" dissi e mi allontani dai due ragazzi. Scesi al parcheggio ed entrai in macchina, accendendo la musica mentre mi dirigevo da Neo.

Entrai nel suo vialetto e vidi la sua macchina, ciò stava a significare che era già a casa. Scesi dalla macchina e mi diressi alla porta principale, suonando poi il campanello.

Neo aprì la porta e mi afferrò, trascinandomi dentro. Mi guidò verso la sua stanza e chiuse la porta.

"La tua zucca vuota continua a comparire dentro la mia scuola" iniziò lui.

"Il padre di Toby è amico del preside." Risposi "In realtà prima di lui lo zio di Toby era il preside"

"Volevo solo riferirti che la situazione è irritante, non avevo bisogno di una spiegazione o di un retroscena"

Era sempre stato sarcastico e un pò insensibile, ma mai a quel livello. Sapevo che lo stava facendo per mettere della distanza tra me e lui e, anche se lo odiavo, adesso avrei potuto usarlo a mio vantaggio. Avrebbe reso le cose più facili.

Poi però mi guardò e capì che stava cercando di mantenere un'espressione illeggibile e impassibile. Eppure, qualcosa ancora persisteva nel suo sguardo.

"Mi ha detto che vuoi dimenticarti di me" disse.

"Sì, è così. Non è questo quello che vuoi?"

"Sì. No. Non lo so," Rispose "È quello che dovrebbe succedere. Quello che dovrei desiderare"

"Neo..." Non stava andando come mi sarei aspettato.

Mi si avvicinò e, prima che me ne accorgessi, le nostre labbra si incontrarono. Portò una mano alla mia guancia, le sue dita fredde sulla mia pelle. La sua mano libera andò verso la nuca, facendo avvicinare il mio viso al suo.

Ricambiai il bacio, un milione di ricordi che mi affollarono la mente. Le mie mani si mossero verso la sua vita, facendo curvare il suo corpo contro il mio, incastrandoci insieme nel modo che avevo sempre cercato di dimenticare. Il suo corpo era caldo, al contrario delle sue dita.

Le nostre labbra si muovevano insieme con un desiderio incontenibile. Mi era mancato questo, le sue labbra screpolate, la sua inesperienza nel baciare, la sensazione delle sue mani sulla mia pelle.

Lasciai che una mano scivolasse tra i suoi capelli, arricciandogli leggermente le punte sotto le mie dita. Mi separò le labbra e la sua lingua incontrò la mia.

In quel momento era tutto perfetto, noi che ci baciavamo, labbra, lingue, denti, mani, passione, sentimenti che sfuggivano dalla nostra presa e che si riscaldavano fino ad oltrepassare il limite, fuoriuscendo sotto forma di urgenza e impazienza mentre perdevamo la cognizione del tempo, focalizzandoci solo su noi, sulle nostre labbra e i nostri corpi.

Poi però Neo si allontanò da me e tutto si concluse così com'era iniziato: improvviso e repentino. Le mie labbra formicolavano per il contatto, e il mio corpo era un afflusso di adrenalina.

"No, no, no!" Esclamò arrabbiato lui, indietreggiando ancora "No! Cazzo! Sapevo che farti venire a casa mia era una cattiva idea! Lo sapevo! Volevo solo dirti di non frequentare Toby e adesso ti ho fottutamente baciato!" si passò entrambe le mani tra i capelli "Merda, è stata davvero una pessima idea"

"Neo" lo chiamai quasi sussurrando.

Lui alzò lo sguardo su di me, i suoi occhi più vulnerabili di quanto li abbia mai visti "Non voglio farti ciò che ti ha fatto Jake. Non voglio cambiarti così come ha fatto lui con te. Avevo pensato...non so cosa avevo pensato quando ti ho spezzato il cuore. Non stavo pensando. Ma adesso sì, e non voglio farti questo. E non voglio neanche che sia Toby a farlo. Siamo entrambi un male per te. Voglio che tu non ti metta con nessuno dei due"

"Jake è...quella è tutta un'altra storia." Dissi, schiarendomi la gola "Quello che ha...fatto. Quello che ha fatto è del tutto differente. Tu e lui non avete niente in comune"

"Certo che lo abbiamo." Rispose lui amaramente "Entrambi ti abbiamo spezzato il cuore. Entrambi abbiamo rubato qualcosa da te. Entrambi abbiamo abusato di te. Solo che io ho voluto farlo intenzionalmente per tutto il tempo"

"Te ne sei pentito?" chiesi.

"Sì," Mi guardò e fece spallucce "Sì"

"Allora non sei come Jake. Lui lo avrebbe rifatto altre mille volte e non lo avrebbe mai rimpianto" risposi semplicemente.

"Perchè? Perchè stai cercando di difendermi dopo tutto quello che ti ho fatto passare?" Domandò "Dovresti odiarmi"

"E invece non lo faccio." Risposi "Semmai il contrario, a dire il vero"

"Sei un'idiota." Disse lui, sedendosi sul letto e tirandosi le punte dei capelli "È tutto così incasinato. Volevo solo avvertirti di non metterti con Toby. Solo questo. Non intendevo baciarti. Merda, ho peggiorato tutto. Bel lavoro Neo, secondo strike. Tre strike e sei fuori"

"Ti stai trasformando in Scott. Parla quasi sempre in terza persona." Affermai, sedendomi accanto a lui "Perchè non vuoi che stia con Toby?"

"È un manipolatore" rispose lui guardandomi.

"Non con me." Risposi "Conosco Toby. Lo conosco da quando eravamo bambini. Non può manipolarmi e non lo farebbe. Non si comporta in questo modo, non con gli amici"

"È solo che non mi fido di lui, okay? Per favore, Alexander. Dovresti rimanere single." Disse lui "E intendo, realmente single. Nessuna scappatella. Prenditi una pausa dal sesso, dall'uscire con le persone e da tutto questo"

"Come tu hai fatto con me?"

Lui trasalì leggermente "Non ho scelto io di cambiare quella scuola. I miei genitori pensavano che il mio culone gay dovesse essere sotto la protezione del Signore"

"Hai scelto di non parlarmi"

"Lo abbiamo fatto. Erano brevi e imbarazzanti messaggi, ma erano pur sempre conversazioni"

"Come va con i tuoi genitori?"

Fece spallucce "Oh, puoi immaginare. Sono ancora gay e loro sono ancora convinti che la loro perfezione non avrebbe potuto dare vita ad un figlio omosessuale. O bisessuale. O ogni tipo di figlio che non sia rigorosamente etero. La solita vecchia storia." Sospirò e si poggiò contro il muro "Non mi importa quanto dovrebbe. Non sono mai stato in buoni rapporti con loro. Mio padre era sempre fuori per lavoro, mia madre non sopportava la mia affascinante personalità. Non siamo mai stati molto vicini, fin da quando ero un bambino"

"Hai parlato con Donnie?" chiesi.

"Non fare il finto tonto. Toby mi ha detto quello che hai fatto." Disse lui "Sì, io e Donnie abbiamo ripreso a parlarci. È imbarazzante, ma meglio di niente. Anche Clifton ha ripreso a parlarmi. Abbiamo menzionato un paio di volte di incontrarci. Chissà come si evolveranno le cose?"

"Toby" risposi con un sospiro.

"Grazie." La sua voce era così bassa che quasi non lo sentì "Dopo tutto quello che ti ho fatto, avresti dovuto adorare vedere i miei amici che mi odiavano. E invece hai fatto sì che tornassero a parlarmi. Grazie. Rimani sempre un fuckboy, comunque"

Sorrisi leggermente. Mi era mancato avere una vera conversazione con Neo, invece di quei piccoli stupidi messaggi imbarazzanti. Mi erano mancate tante cose di Neo.

"Questo è sbagliato." Affermò lui "Questo. Noi. È sbagliato. Ci siamo lasciati"

"Tu non vuoi che tra noi sia finita e neanche io"

"Hai ragione, ma sono troppo combattuto per te per poter stare insieme," Rispose, alzando lo sguardo sul soffitto "Non finirebbe bene. Ti ritroveresti ferito come prima." Incontrò poi i miei occhi "Per favore Alexander, non metterti con nessuno. Ti prego"

Sospirai e scossi la testa "Non posso farne a meno, è più forte di me. Ti amo ancora,  ma una parte di me ancora mi grida di voltare pagina con Toby"

"Ti comprerò un pesce se non uscirai con la zucca vuota" propose.

"Vesper lo mangerebbe. Quando avevo dodici anni si mangiò il mio pesce rosso ed io lo cacciai fuori di casa. Poi ho pianto e mi sono fatto aiutare dai miei genitori per cercarlo perchè era scappato via"

Neo sorrise un pò "Stronzetto viziato. I tuoi avrebbero potuto comprartene un altro"

"Non ne volevo un altro. E non voglio un pesce rosso al posto di Toby." Dissi "Non importa cosa succede, rimane sempre un mio buon amico"

"Hai mai visto Sweeny Todd?"

Annuì "Sì, perchè?"

"Beh, ecco, ti ricordi di come Toby faceva tutto il carino e cantava di come non avrebbe lasciato che nessuno ferisse la signora Lovett?" Disse lui "E che era un ragazzo innocente che però nella sua vita aveva fatto cose brutte e imbrogliato persone?"

"Oh no," grugnì "Non paragonare il mio Toby con quel Toby"

Le sue labbra si serrarono leggermente quando mi riferì a lui come 'mio Toby'. Incrociò le braccia al petto e si poggiò all'indietro, continuando.

"Beh, alla fine del film lascia che Lovett bruci fino alla morte e taglia la gola di Sweeney Todd. Dopo un'intera esibizione musicale sul proteggere la signora Lovett," Affermò lui "E dopo essere stato l'unico protagonista di tutto il film a non essere sembrato un pazzo svitato"

"Lui non è Toby di Sweeney Todd!" Affermai "Non ha intenzione di lasciare che qualcuno muoia bruciato o che gli tagli la gola. E neanche inizierà a cantarmi un'intero brano musicale. Almeno spero. Questa non è High School Musical"

"Dovrebbe esserlo, perchè tu certamente hai bisogno di stare attento a quello che fai," Rispose Neo "Il ragazzo non è affidabile"

"Neo," risposi sospirando "Mi fido di Toby. Lo so che tu invece pensi il contrario, nemmeno lui si fida di te. Ma io ho fiducia in lui. E...anche in te"

"Come fai?" chiese lui aspramente "Se fossi in te non mi fiderei di me"

"Sono un forte sostenitore delle seconde possibilità"

"Daresti una seconda possibilità a Jake?" chiese lui fissandomi.

"L'ho già fatto." Risposi "Ha fatto sempre le stesse cose, l'ho lasciato fare e poi è finita"

"Non è finita, questa cosa ha ancora un impatto nella tua vita. Io ho ancora un impatto nella tua vita"

"Sei troppo duro con te stesso," Dissi, allungando una mano e poggiandola sopra la sua. Lui si irrigidì ma non si mosse "Se ti dico che ti ho perdonato, allora è così. Non cercare di farmi cambiare idea. Sono testardo"

"Sì, sì, sì," abbasso lo sguardo sulle nostre mani "Alexander, questo lo rende più difficile"

"Avevi detto che saremmo stati amici" gli ricordai.

"Gli amici non si baciano" disse lui reciso.

Gli strinsi leggermente la mano "Non uscire di nuovo dalla mia vita. Per favore"

"Vorrei fosse facile." Borbottò. Esitò prima di girare la mano e far sì che le nostre dita si incastrassero insieme "Sono così confuso, non so cosa succede. Ciò che voglio che succeda è quello che so che non dovrei lasciare che accada"

Poi sospirò e mi lasciò la mano, alzandosi "D'accordo, esci fuori di qui. Domani ho un compito e se non prendo la sufficienza mio padre mi picchierà con una riga, stile suora"

Mi alzai e mi diressi verso la sua porta, fermandomi però subito dopo "Possiamo parlare più tardi, giusto?"

"Non stasera, devo concentrarmi. Ho bisogno dell'aiuto di Gesù per passare quel compito. Domani, forse" capì che non lo stava dicendo solo per zittirmi, e questo mi diede un pò di speranza.

"Okay, buona fortuna. Ci vediamo domani"

"Ti invierò un messaggio se mi annoierò troppo a studiare." Mi fece un breve cenno con la mano "Adios, fuckboy"

Me ne andai ed entrai in macchina, dirigendomi a casa mia. Dopo essere entrato mi fermai sorpreso.

"Toby" dissi.

Era seduto al tavolo della cucina mentre parlava con mia madre. Entrambi alzarono lo sguardo su di me e mi sorrisero.

"Ciao Alexander!" Mi salutò lui allegro "Sono venuto qui per stare un pò insieme, ma tua mamma mi ha detto che non eri a casa, così mi ha fatto rimanere qui ad aspettarti"

"Dov'eri, Alexander?" chiese mia madre alzandosi.

"Con Bennett e Scott." Mentì "Cosa ci fai a casa così presto?"

"Stasera volevo cucinare la cena, papà è andato a comprare le cose. Ho invitato Toby a unirsi a noi!" disse con un sorriso.

"Se per te va bene, naturalmente" continuò Toby, guardandomi.

"Sì, certo, per me va bene" confermai, afferrando il gatto mentre cercava di superarmi. Lo accarezzai dietro l'orecchio e lui miagolò, appoggiandosi contro il mio petto.

"Andiamo al piano di sopra" disse Toby, saltando in piedi.

"Certo, andiamo" dissi, guidandolo nella mia camera.

Link era fuori dalla mia porta e si rianimò quando mi ci avvicinai. Abbaiò e si affrettò a salutarmi, leccandomi ogni porzione di pelle che vedeva.

"Ciao, ciao" lo accarezzai fino a quando si calmò.

Entrammo poi nella mia stanza, chiudendo la porta. Abbandonai Vesper sul letto ma mi si accoccolò sulle gambe quando mi sedetti, sdraiandosi comodamente.

"Non eri con Bennett e Scott." Affermò "Eri con Neo?"

"Sì" confermai, sapendo che era inutile mentirgli.

Il viso di Toby si corrucciò "Non voglio che io e lui iniziamo una guerra per te. Non voglio che tu sia coinvolto in una sorta di stupida sfida di tiro alla fune. Sei una persona, non un oggetto da conquistare"

"Non so cosa voglio" ammisi.

"Prenditi il tuo tempo," Mi disse, avvicinandosi e baciandomi il capo "Prenditi tutto il tempo che ti serve, Alexander. Questa è la tua vita e la tua scelta. Sai cosa penso di Neo e di voi due che vi frequentate. Ma se questo ti rende felice..." Sospirò "Se ti rende felice allora ti sosterrò"

Si raddrizzò e mi rivolse uno dei suoi luminosi sorrisi che tanto adoravo, che mi rassicuravano. Poi indietreggiò di un passo e quando gli lanciai un'occhiata per intero mi resi conto che era assolutamente mozzafiato.

"Vado un attimo in bagno. Quando torno potremmo giocare ai videogiochi" disse.

"Fino a quando non mi fai il culo come Scott" risposi, ridendo leggermente.

Anche Toby rise per poi lasciare la stanza. Andai verso il mio armadio e lo aprì, bloccandomi sul posto. Cercai all'interno ma i miei sonniferi non erano da nessuna parte. Ero sicuro di averli messi lì la scorsa notte ma...

"Toby" borbottai, chiudendo l'armadio "Ovviamente li avrebbe presi lui"

Mi sdraiai con ancora Vesper sulle gambe. Mi misi le mani dietro la testa, fissando il soffitto. Non avevo idea di cosa fare, oramai. Non avevo idea di cosa sarebbe successo. Non avevo idea se dovessi sentirmi felice o arrabbiato. Sapevo solo che se avessi dovuto scegliere tra Toby e Neo, sarei morto dentro.

 

  
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