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Autore: AlessiaCo    20/08/2016    1 recensioni
Era come se le loro labbra fossero state create per baciarsi in un solo modo, il loro
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- E questo che significa? -- L'ho fatto per non dimenticare - - Per non dimenticare che cosa? - - Che ho trovato il mio punto cardinale -
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ciao a tutti :) Mi dispiace per questo ritardo, ma purtroppo il mio tempo libero sembra inesistente in questo periodo. Vi auguro una buona lettura, a presto!

ELYZA

Luglio? Agosto? Non ero in grando nemmeno di dire in che mese ci trovassimo. Il sole di quei giorni fu insopportabile e la mia pelle era già molto abbronzata, nonostante non avesse un colore omogeneo. Quella notte la passai rabbrividendo di tanto in tanto, per via della reazione del mio corpo bollente a contatto con l'aria fredda. Il richiamo delle cicale fu l'unico rumore udibile da quando spegnemmo i motori delle nostre auto, ma trovavo il loro canto incessante terribilmente piacevole.
Dopo aver controllato l'area circostante mi offrii di fare la guardia, dato che di dormire ne avevo davvero. Sdraiarsi per terra o nei sacchi a pelo sarebbe stato scomodo, considerando che, con tutto quel buio, saremmo potuti incombere in qualche brutto incontro improvviso e quindi sarebbe stato meglio rimanere pronti per ogni evenienza dormendo nei cassoni delle auto.   
Dopo essermi accordata con Lincoln, decidemmo entrambi di rimanere di vedetta in postazione di guida così, senza attendere ulteriormente, mi precipitai ad aprire la portiera della cabina e accomodarmi sul sedile del Pick-up.
.- Posso farti compagnia? -
 
Senza ascoltare alcuna mia risposta, Alicia prese posto nel sedile accanto, accovacciandosi come una bambina, rannicchiando le gambe fini al viso.
 
.- Non trovi sia romantico? - mi chiese osservando fuori dal finestrino abbassato - Fare la guardia dentro un Pick-up arruginito? - La presi in giro voltandomi ad osservarla. Il suo viso era illuminato dalla luce lunare e quando sorrise alla mia squallida risposta, mi parve di vedere le sue labbra splendere ancora di più. - Idiota. Mi piace il suono delle cicale - - Si, anche a me - risposi rimanendo però con la mente su altri pensieri.
 
.- Lo sapevi che la Luna è bugiarda? - - Che vuoi dire ? - mi chiese alzando un sopracciglio e diventando d'untratto curiosa. Osservai la sua reazione e, felice di sapere di essere a conoscenza di qualcosa a lei sconosciuto, avanzai con il busto dalla sua parte, indicando con un dito la Luna sopra all nostre teste.
.- Vedi... Ora la Luna forma una "C" ma altre volte forma una "D". La Luna può essere Crescente o Decrescente... Quindi oggi è...? - la spronai a rispondere sorridendole divertita. Lei arrossì, come quando a scuola non sapevi rispondere a una delle domande dei professori - Crescente? - tentò di rispondere infossando il viso tra le spalle - EH NO! Ti ho detto che la Luna è Bugiarda! - la rimproverai mostrandone la lingua e iniziando a ridere per la sua faccia da cane bastonato, dopo essere stata umiliata
.- Non è divertente - commentò incrociando le braccia sotto il petto. Io cercai di riprendere fiato e dopo aver osservato la sua faccia imbronciata di riavvicinai nel tentativo di baciarla - Eddai, se tu che ti sei offerta di farmi compagnia -. Lei sembrò pensarci per un po’, ma dopo essersi resa conto del suo sbaglio mi tornò a sorridere regalandomi ciò che desideravo.
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Le 4:16 di notte e Alicia si era persa nel mondo dei sogni già da diversi minuti. L'aria fredda iniziò ad alzarsi e alcune nuvole cariche di pioggia oscurarono la vista della Luna. " Quanto tempo è passato?" Mi chiesi osservando la figura di fianco a me. I miei pensieri volarono al ricordo del nostro incontro, il giorno in cui ebbi la brillante idea di farmi "quasi" investire dalla sua macchina. Mai e poi mai avrei pensato che Alicia mi avrebbe condotta in questa assurda avventura. Quella ragazza cupa e misteriosa che nascondeva in se stessa mille e uno pregi. Una persona che, in breve tempo, mi aveva trascinata in un mondo che non pensavo esistesse. In quel momento, per me, era come aver vissuto cento vite in sua compagnia, ma sentivo anche l'esigenza di viverne altrettante.
Fui tentata di svegliarla, di raccontarle ciò che la mente mi riportava davanti gli occhi. Chiederle se anche lei provava tutte quelle sensazioni al ricordo dei momenti passati insieme. Chiederle se mi vedeva cambiata o se in qualche modo lei stessa si sentiva cambiata dopo questi mesi.
 
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Il rumore di una portiera mi destò e dallo specchietto retrovisore vidi Lincoln raggiungermi.
.- Tutto ok? - chiese appoggiando i gomiti sulla portiera e ficcando la testa per osservare Alicia distesa nella cabina - Come vedi sono in ottima compagnia - risposi a bassa voce suscitandogli un sorriso - Tranquilla ti capisco, anche Octavia è crollata - mi informò invitandomi a parlare un po' fuori per sgranchirmi.
 
.- Hai parlato con Bellamy? - - Non mi sembra incline ad alcun dialogo direi - rispose riferendosi alla scenata di quella mattina. Asserii in silenzio facendo due o tre volte il giro su me stessa, ascoltando lo scricchiolio prodotto dalla erba secca sotto le mie scarpe.
.- Cosa pensi di trovare lì? - - Dove? - -Mi riferisco nel luogo che ci hanno indicato - - La verità è che non lo so. Sono sempre speranzosa che qualcosa possa migliorare, di certo peggio non ci potrà andare - - Siamo stremati Ely. Abbiamo fame e necessitiamo tutti di un letto dove riposare decentemente. Se continuiamo di questo passo, rischiamo davvero di sfogare le nostre frustrazioni tra di noi -
Accolsi le parole di Lincoln come un consiglio oltre che come una richiesta disperata. Non potevo dargli tutti i torti e la discussione avvenuta con Bellamy quel giorno, poteva essere solo l'inizio di altre litigate. Sapevo che i ragazzi si fidavano di me e sapevo anche che sarebbe spettato alla sottoscritta trovare una soluzione a tutti quei problemi.
 
.- Devo parlare con Alicia - mi disse tirando una veloce occhiata verso di lei - Perché? - - Prima di scappare dalla Yacht ha sorpreso me e suo fratello in mezzo alle siringhe e... Penso si sia fatta un'idea sbagliata - - Non ne sapevo niente - - Già. La verità è che gli sto solo dando una mano perché… ci sono già passato - - Davvero!? -
Fui sorpresa nel sentire che, in passato, anche lui avesse avuto problemi con le droghe. Non sapevo molto di Lincoln, ma in quei pochi anni si dimostrò talmente tanto gentile e garbato, che non pensai minimamente avesse trascorso un’infanzia sopra le righe - Ma è storia passata... - specificò notando il mio silenzio.
La sua risposta si sovrappose a uno strano suono, un fruscio. Con fare guardingo, mi allontanai un poco da lui cercando di mettere a fuoco le figure in quell buio pesto.
 
.- Ely… cosa… - - Ssshh - - Cosa? - - Ho sentito qualcosa, vai in macchina -
Lo seguii con lo sguardo eseguire il mio ordine e mantenendo la calma indietreggiai anche io, raggiungendo il portello dell'auto. Continuai a osservare intorno a me, rassicurandomi di tanto in tanto, che Lincoln non notasse niente di strano. Senza fare rumore aprii la portiere, accomodandomi all'interno  cercando di non svegliare Alicia.
Dallo specchietto vidi il mio compagno continuare a guardarsi in torno, ma mi rilassai appena mi fece un cenno che tutto andava bene. Distesi I muscoli, appoggiando la mia schiena contro il sedile e lasciando andare il respiro che avevo trattenuto per tutto il tempo.
Le mie mani erano sudate e una sensazione strana continuava ad opprimermi inspiegabilmente il petto.
All'improvviso sentii uno scossone e, a quello strano movimento, mi chiesi se per caso non fosse stato un terremoto a causare un così strano sbandamento.
Dopo poco ne sentii un altro  e un altro ancora, fin quando la successione, sempre più ravvicinata, sembrò svegliare tutti i passeggeri.
Gli occhi addormentati di Alicia mi cercarono subito, ma io non riuscii a darle nessuna spiegazione. La terra sembrava sprofondare sotto di noi, ma trovai la forza di mettere in moto soltanto quando Raven iniziò a battere sul vetro incentivandomi a partire.  
 
 
 
ALICIA
 
Non ebbi il tempo di realizzare cosa stesse succedendo, tutto si svolse senza darci il tempo di realizzare quale fosse il problema. Udii il rombo del motore risuonare nella cabina, seguito dal vento che aumentava man mano che prendemmo velocità. Dopo aver lanciato un occhiata ad Elyza, intenta a procedere al buio, mi voltai ad assorvare gli altri dietro di noi. Li vidi dimenarsi e sferrare dei colpi a qualcuno, o a qualcosa, che non ero in grado di vedere.
.- Accendi i fanali! - gridai aggrappandomi alla maniglia della portiera per non sobbalzare.
.- Ma... - - Fallo Elyza!!!! - la spronai nuovamente alzando ancora di più il volume della voce.
 
Inizialmente non vedemmo nulla, ma il terreno sembrava ancora sgretolarsi sotto i nostri pneumatici, non capendo davvero cosa stesse succedendo. Alcuni spari iniziarono ad udirsi e fui sollevata nel vedere i ragazzi alle prese con le armi sferrare colpi su bersagli che io non ero in grado di scorgere.
 
.- Ma che cazzo ce là fuori!? - Mi chiese continuando a reggere il volante e osservando la strada di fronte a lei.
Mi abbassai dal sedile, cercando a tentoni la mia pistola, che avevo riposto prima di partire alla rinfusa dentro il mio zaino. Quando la trovai, mi sporsi dal finestrino, capendo finalmente con cosa avessimo a che fare.
.- Sono sotto terra! - le urlai iniziando a sparare in basso.
 
Arti, teste,corpi, sbucavano dalle aperture. Era come se stessimo percorrendo un cimitero dove i cadaveri iniziavano man mano a riprendere vita.
-Alicia...-
Sparai anche l'ultimo colpo della mia Calibro e, quando mi voltai al richiamo di Elyza, osservai nella sua stessa direzione. Davanti a noi… centinaia di corpi resuscitarono dal sottosuolo.Elyza inchiodò all'improvviso, non trovando alcuna via d'uscita davanti a noi. I fanali della macchina illuminarono i grandi occhi grigi dei non morti, renderndoli a loro volta in grado di emettere luce facendoli sembrare dei veri automi. Contemplammo quell’orrore, dando il tempo ai nostril respire di mescolarsi in un unico grido disperato.
.- Perché vi siete fermate!?!? - sentimmo urlare dal cassone dove erano ancora alle prese con degli zombie che si erano arrampicati durante la corsa.
 
.- Elyza. Elyza! Forza vai per di là! - le ordinai vedendola impietrita e impanicata da quella visione. Il mio urlo di supplica le fece mutare improvvisamente espressione, ed io quasi non la riconobbi più quando la vidi mettere in moto e proseguire dritta proprio verso l'orda.
Non sapevo quale fosse il suo intent, e nemmeno ero in grado di dire se fosse davvero socura di quello che stesse facendo ma, ad ogni modo, assecondai quella pazzia, ricaricai la pistola e puntai nuovamente verso i bersagli.
I corpi sbatterono violentemente sul cofano della macchina, catapultandosi a destra e a sinistra, lasciando sul vetro scie di sangue che coprirono parzialmente la visuale. Elyza non rallentò, anzi, prese sempre più velocità scavalcando gli zombie che man mano si accalcavano sotto di noi.
I rantoli e le urla dei nostri amici proseguirono per minuti interi fin quando, dopo quasi un chilometro, l'orda non iniziò a diradarsi, lasciando dietro di noi una gran quantità di vittime.
Fu allora che la vidi... Fu come una visione.
.- Ely! La strada! - le indicai alla nostra sinistra. Poco distante da noi, infatti, la  Ruut 40 apparve illuminata dai lampioni e io non ci pensai due volte nel consigliarle di dirigersi proprio lì.
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Per quanto non trovassi sicuro percorrere strade illuminate e facilmente avvistabili, quella fu l'unica nostra consolazione. Ancora stremate e scioccate, raggiungemmo facilmente l'asfalto liscio e, a quel contatto, ci prendemmo la libertà di spegnere i motori e riprendere fiato.
Dopo aver passato un intero minuto in silenzio, voltai il mio sguardo e vidi Elyza ancora con le mani strette al volante e lo sguardo perso nei vuoto.
.- Hey - le dissi cercando di richiamarla. Con ancora gli occhi sbarrati si girò verso di me e non passò molto prima che i suoi occhi lasciassero andare qualche lacrima liberatoria - Sei stata brava - continuai scostandole una ciocca di capelli che le si era incollata sul viso dal troppo sudore.
Scesi dall'auto e appena misi i piedi a terra, notai ancora del fumo fuoriuscire dal Pick-up a causa di tutta quella accelerata. Gli occhi straniti di Raven furono i primi che incontrai. I loro visi erano sporchi e insanguinati, e pregai che quel sangue non gli appartenesse.
.- State bene? - chiesi osservandoli scendere dal cassone con movimenti poco agili.
.- Si... Credo - mi rispose Nick posizionandosi davanti a me e controllando che non mi fossi fatta niente.
 
ELYZA
 
Quando chiusi la portiera il suono sembrò rimbombare dentro la mia testa. L'odore fetido del sangue appena versato, continuò a rimanermi sotto le narici, iniziando a infiltrarsi sotto la mia pelle. Quando osservai i miei compagni radunati accanto ai Pick up, ebbi l'esigenza di contarli uno ad uno, nella speranza che la vita non mi avesse privata di nessuno di loro. Osservandoli così mal ridotti, mi chiesi se valesse ancora la pena lottare per tutto ciò, consapevole che presto avremmo rivissuto altri momenti come quelli.
Notando alcuni sguardi verso di me, mi sistemai la maglietta stropicciata e a passi lenti li raggiunsi.
.- Ely... Tutto ok? - chiese Lincoln non capendo il mio strano silenzio. Continuai a camminare intorno a loro, studiandoli, toccandoli e annusando il loro odore. Vidi i loro volti seguire i miei movimenti, ma nessuno di loro mi chiese cosa stessi facendo. Il punto era che volevo farlo... Volevo vederli... Volevo guardarli davvero. Volevo capire perchè valesse davvero la pena andare avanti, continuare a puntare la bussola verso l'ignoto, verso un luogo che avrebbe messo sicuramente alla prova le nostre vite.
 
Quando mi portai alla destra di Alicia, alzai il mio sguardo e lo puntai dritto in quello di Raven. Quando i suoi grandi occhi marroni mi scrutarono, sentii le mie labbra piegarsi in un sorriso e, senza capire il perché, dalle mie labbra iniziò a uscire una risata. Il mio divertimento contagiò tutti e ci ritrovammo a ridere come degli sciocchi. C'erano un sacco di modi per scaricare la tensione, ma una cosa del genere non pensavo che sarebbe potuta accadere. Effettivamente, se avessimo raccontato una cosa del genere, nessuno ci avrebbe creduto, ne ero sicura.
 
.- Sto bene - risposi infine riprendendo fiato da quelle bizzarre emozioni. Ancora una volta eravamo riusciti a sfuggire alla morte, ancora una volta restammo uniti.
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.- Ora cosa facciamo ? - mi chiese Bellamy portandosi al centro del gruppo.
Fui sorpresa nell'udure quella domanda pronunciata proprio da lui e, per la prima volta, decisi che forse era il momento di farsi da parte, e capire quali fossero le vere sue intenzioni. Spostai il mio peso prima su una gamba e poi sull’altra, assumendo un mezzo sorriso sfacciato con cui cercai di sfidarlo - Non lo so Bell, dimmelo tu. Tu cosa faresti? - gli chiesi portandomi le mani dietro la schiena come un soldato in attesa di ordini.
Lui mi guardò con aria sbalordita e naturalmente cercò delle risposte negli sguardi altrui, che naturalmente non arrivarono.
.- Che vuoi dire scusa? - mi chiese imitando il mio sorriso beffardo  - Quello che ho detto. Da che parte dobbiamo andare? -
Sapevo di averlo messo con le spalle al muro, ed ero anche convinta che Raven se la stesse ridendo davanti a una scena del genere. Come mi sarei dovuta aspettare, Bellamy assunse una espressione seria, di chi non si sarebbe mai fatto mettere i piedi in testa e io finalmente feci un passo indietro, curiosa di sentire quale sarebbe stato il suo piano.
 
ALICIA
 
Quello fu davvero un colpo basso, e dallo sguardo che mi rivolse mio fratello, capii che anche lui doveva essersi stupito dal comportamento Elyza. Tutti trovarono il suo gesto impulsivo e senza senso, ma sotto sotto sapevo che quella pazza ragazza aveva sicuramente pensato alle conseguenze e che tutta quella scena non era di certo improvvisata. Dal sorriso assunto da Raven ricevetti una conferma, quello che pensavo non era del tutto sbagliato, e fortunatamente non mi preoccupai per quella decisione.
Osservai Bellamy estrarre una cartina stradale e cercare su di essa il luogo in cui ci trovavamo.
 
.- Noi dovremmo essere circa... Qui.  Se percorriamo la Route 40 dovremmo giungere a destinazione tra 8 ore. - disse cercando continuamente un consenso da Elyza - Lo so che qui siamo dei bersagli facili, ma non abbiamo altra scelta - continuò cercando di convincerci del suo piano. Mi scambiai un veloce sguardo con Elyza e non riuscii a nasconderle la positività della sua decisione di lasciargli carta bianca.
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Dopo una quindicina di minuti ci rimettemmo in marcia e l'alba iniziò a rischiarare il cielo. Mi offrii di guidare, ma questa volta il nostro Pick-up avrebbe seguito quello di Bellamy che, felice del potere, si era messo al capo della carovana.
Elyza fu stranamente silenziosa durante i primi minuti di viaggio, ma il suo viso non parve triste, al controrario, assunse in aria serena e spensierata. La osservai ogni tanto chiudere gli occhi, con il vento che le investiva il volto e le scompigliava i capelli.
.- Comandante Blake? Seriamente? - le chiesi cercando di intavolare una sfida verbale. Lei non rispose e si limitò a sorridermi consapevole che non aveva bisogno di spiegarmi il perchè del suo gesto.
.- Se la caverà - disse improvvisamente poggiando la schiena sulla portiera e voltandosi con tutto il corpo verso la mia parte. La sua strana posizione mi lasciò interdetta e, dopo svariati minuti in cui sentivo i suoi occhi su di me, trovai le parole per parlare - Ma cosa stai facendo? - - Ti sto guardando - - Si... Ma mi stai mettendo a disagio - - Non posso fissarti? - - NO... Cioè, si... Ma perchè lo fai? - - Perchè voglio farlo –
 
Tutta quella sfacciataggine mi lasciò stupita. Non era usuale vedere Elyza indossare una maschera del genere, soprattutto perché estremamente in contrasto con la sua personalità. Tuttavia, i suoi occhi ammaliatori e sfrontati mi piacquero talmente tanto che assecondai il suo gioco. Era bella Elyza… e a ogni giorno che passava, me ne innamoravo sempre più.
 
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.- FERMI! -
 
Vidi i fanali dei freni illuminarsi all'improvviso nel Pick-up che ci precedeva, e istintivamente arrestai il veicolo a pochi centimetri. Da quella posizione non riuscii a vedere l'ostacolo davanti a noi, ma lo sguardo allarmante dei ragazzi nel cassone anteriore, ci fecero intendere che doveva trattarsi di qualcosa di serio.
Nonostante avessi voluto scende dall'auto per capire cosa stesse succedendo, restai immobile nella mia posizione, attendendo che qualcuno ci desse un segnale. Osservai Elyza sporgersi dal finestrino ma, sentendola sbuffare e imprecare a bassa voce, capii che nemmeno la sua visuale era in grado di darle risposte.
Sfortunatamente il responso arrivò in abiti militari. Due soldati si affiancarono al primo Pick-up, mentre un terzo si fermò accanto alla portiera di Bellamy. I due iniziarono una discussione abbastanza accesa, ma anche con i finestrini abbassati, non riuscimmo ad udire niente.
.- merda –
 
" Merda" fu l'unica cosa che Elyza ripeté ininterrottamente  per i minuti seguenti e l'ansia iniziò a invadere la cabina.
 
.- Prendi la pistola - le dissi a bassa voce indicandole il mio zaino. Vedendo uno dei soldati dirigersi verso di noi, i movimenti di Elyza divennero estremamente lenti, ma fortunatamente la vidi impugnare la pistola e nasconderla sotto il sedere.
 
.- Problemi agente?- la sentii chiedere appena questo ci raggiunse.
Di una cosa ero sicura.... Mai prendersi gioco dei soldati, mai...
 
.- Non sono un vigile signorina - rispose infatti con tono inflessibile. Il ragazzo deveva avere circa 23, 24 quattro anni, la sua espressione rimase imbronciata per tutto il tempo, ma nonostante la sua serietà, non parve essere così pericoloso. I suoi occhi chiari risaltavano nel suo viso lungo e segnato da profonde occhiaie, ed io trovai i suoi lineamenti differenti da quelli degli altri militari di fronte a noi, decisamente più affilati. La sua divisa non sembrava nemmeno appartenergli, fin troppo abbondante per il suo corpo esile.Il mio sgardo vagò sulla sua giacca, sicura di trovarci le etichette riportanti “ U.S.Army “ e il sio nome, “ Murphy”.
 
.- Dove state andando? – chiese appoggiandosi con una spalla all’auto.
 
Le nostre vite dipendevano dalla risposta a quella domanda perché, se fosse stata diversa da quella di Bellamy, sicuramente le cose sarebbero peggiorate.
 
.- Da quella parte - rispose Elyza indicando la direzione senza togliersi uno strano sorriso di circostanza dal volto.
Il ragazzo sorrise a sua volta e la sua aria divertita mi spiazzò. Lo osservai avvicinarsi ancora di più al finestrino dell'auto, fino ad arrivare a pochi centimetri dal volto di Elyza.
 
.- Ok signorina, allora facciamo così... - disse a bassa voce tirando una veloce occhiata agli altri soldati - Ora chiamo il Generale… e quando giungerà di fianco al tuo finestrino.... Tu prenderai fuori la pistola che tieni sotto il sedere e gli sparerai una pallottola in testa. Sono stato chiaro? -
  
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