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Autore: bicorn    20/08/2016    6 recensioni
Raccolta di one shot senza pretese. Ambientate in universi alternativi dove Clarke e Lexa non hanno doveri verso nessun popolo, dove non ci sono regine del ghiaccio da uccidere e città artificiali da distruggere. Solo Clarke, Lexa e il loro amore che nasce e viene vissuto in maniera diversa a seconda dell'universo in cui la storia prende vita.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"Royal balls are such a bore, aren’t they?" 

[Second part]

Gli occhi di Clarke correvano da una parte all'altra del giardino del re adibito per il torneo, incapaci di rimanere fissi su un solo punto, mentre la sua bocca era spalancata in un'espressione di puro stupore.

Al contrario di quanto Clarke si sarebbe aspettata, suo padre, seduto al centro tra lei e la madre, era sereno.

Si massaggiava tranquillamente il mento, come era solito a fare ogni volta che doveva prendere una decisione importante. Nonostante gli occhi del piccolo pubblico, riunitosi per assistere al torneo, erano puntati su di lui (e non solo), si stava prendendo tutto il tempo del mondo per prendere una decisione.

Abby Griffin, invece, non si riusciva a capire per cosa fosse più scioccata: se per quello che era appena successo, o se per il silenzio del marito al suo fianco.
 
"John, è inamissibile che tu ci stia anche solo pensando!" Sibilò la regina alle orecchie del marito.

Ma gli occhi blu del re non sembravano voler abbandonare la figura di Alexandria Woods, che, fasciata come al solito da abiti maschili, se ne stava in piedi nel bel mezzo del campo tra i tre duellanti: Finn Collins, Wells Jaha e Nate Miller.

Questa sosteneva coraggiosa lo sguardo del re; dal suo volto impassibile e freddo non trapelavano emozioni, nemmeno un briciolo di nervosismo, ma qualsiasi occhio attento avrebbe detto che quella era solo una maschera.

Clarke si concesse finalmente di guardare la figura della donna, mentre sentiva in testa ripetersi ancora e ancora quella frase che aveva gettato i nobili e i regnanti nella più totale confusione:

"Mio signore, come stabiliscono le regole del torneo, le chiedo un solo desiderio: voglio sposare sua figlia."

Non era sicuramete un segreto che Alexandria Woods fosse una delle giovani nobili più testarde ma anche più coraggiose del reame; non erano nemmeno un segreto i suoi gusti sessuali, ma nessuno le aveva mai dato conto, fino a quando questa dava libero sfogo ai suoi desideri nel privato delle sue stanze.

Il discorso era diverso, però, se Alexandria Woods si era innamorata della figlia del re. 

La situazione si faceva ancora più complicata se la giovane nobile avrebbe duellato per vincere la mano della principessa.

(Mi piacerebbe duellare per te, ma non per vincere un matrimonio. Duellerei per vincere il tuo cuore.)

Clarke osservò la figura del padre e non si vergognò nemmeno un momento di desiderare che questo dicesse di si.

Bastava la sua benedizione, e la donna avrebbe duellato per lei. E Clarke ne era sicura, avrebbe vinto.

La principessa non si vergognò di desiderare tutte queste cose, e non si vergognò nemmeno di riconoscere i suoi sentimenti per Lexa: era innamorata di lei.

Da sciocca e giovane principessa qual'era, si era innamorata di lei dopo un singolo ballo. Ma non era sicuramente colpa sua se Lexa era la persona più affascinante del regno, sia dentro che fuori.

E riconosceva il suo amore per lei ancora e ancora ogni volta che i suoi occhioni blu scorrevano sulla figura della donna, arrossendo prepotentemente non appena questa ricambiò il suo sguardo e il suo sorriso.

"E sia" la voce severa e profonda del re irruppe nel silenzio, facendo piombare il giardino nel più completo caos.

Clarke riuscì a cogliere espressioni del tipo "ma è assurdo!" 

"Da quando due donne possono sposarsi?"

"Il re deve essersi bevuto il cervello."

Ma né a Clarke, né a Lexa, la cosa importava.
Gli occhi delle ragazze, infatti, rimasero ancorati gli uni negli altri, fino a quando a Lexa non furono portati un arco e una freccia.

La disciplina scelta da Clarke era stata proprio il tiro con l'arco, sapendo bene quanto la disciplina fosse poco apprezzata dai tre principi.

Ma nonostante questo, Clarke non si sorprese quando vide la freccia di Finn Collins arrivare quasi al centro del bersaglio.

E in quel momento aveva ormai perso ogni speranza.

Questo fino a quando non aveva incontrato un paio di selvaggi occhi verdi.

Così, quando Lexa si era messa in posizione, il braccio sinistro teso pronto a scoccare la freccia e un occhio chiuso per prendere la mira, il cuore di Clarke cominciò a correre all'impazzata. 

Un silenzio sovrannaturale si era di nuovo diffuso nel giardino; tutti osservavano con il fiato sospeso e gli occhi spalancati, pronti a cogliere ogni dettaglio.

Lexa scoccò la freccia.

Clarke chiuse gli occhi, non volendo ancora vedere l'esito del torneo.

Il giardino esplose in un timido quanto scioccato applauso e Clarke avvertì anche il padre, per la prima volta, applaudire al suo fianco.

Quando riaprì gli occhi, annegò ancora una volta in un paio di occhi smeraldini; poi lo sguardo corse al bersaglio e la vide: la freccia conficcata nel centro esatto del bersaglio.

John Griffin ancora applaudiva e sorrideva dalla sua postazione, mentre la madre ringhiava chissà quale minaccia al suo fianco.

Come successe al ballo, tutti scomparvero agli occhi di Clarke.

C'erano solo lei, il giardino, e un paio di occhi verdi ad attenderla.

Gli stessi che l'avrebbero attesa tutte le mattine al suo risveglio.

E così la principessa, sotto gli occhi stupiti del pubblico, stanca di combattere ancora contro se stessa e contro i suoi sentimenti, si alzò dalla sedia per correre nelle braccia della sua sposa.

Corse come non aveva mai fatto, così veloce eanche così sbadatamente che il vestito le si impigliò nell'erba, facendola inciampare e cadere fra le braccia di Lexa.

Questa continuava a sorriderle e la strinse a se fregandosene delle regole "vacci piano, principessa" sussurrò sulle sue labbra "non devi correre, abbiamo tutta una vita davanti."

Clarke dovette lottare con tutte le sue forze contro la voglia di baciarla lì, davanti a tutti, davanti ai suoi genitori e alla nobiltà che, ne era sicura, non avrebbe reso il loro matrimonio facile.

Così si limitò a gettarle le braccia al collo e ad affondare il viso nei suoi capelli bruni, ispirando il suo profumo che sapeva già di casa.

"Hai ragione, mio amore, abbiamo tutto il tempo del mondo."

*Angolino di Bicorn*
Devo dire che sono abbastanza soddisfatta di questa seconda parte. Vi aspettavate che Lexa duellasse per Clarke? 
Ho voluto rendere il suo personaggio qui abbastanza sfacciato e sicuro di sè, quindi forse un po' c'era da aspettarselo che avrebbe fatto qualcosa.
Spero che le one shot siano piaciute come a me è piaciuto scriverle, ovviamente fatemi sapere cosa ne pensate con una piccola recensione.
Nel prossimo aggiornamento le clexa saranno in un altro universo, e ho già parecchie idee in mente. ;)

P.S. Lexa versione Robin Hood ha il suo perché, non c'è che dire.

 
  
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