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Autore: Robigna88    21/08/2016    1 recensioni
Allison Morgan credeva di essersi lasciata alle spalle gli Originali con i loro drammi, i loro segreti e quel sempre e per sempre in nome del quale avrebbero fatto qualunque cosa. Sono suoi amici e vuole loro bene ma ha già abbastanza problemi e nemici di cui occuparsi e non vuole avere a che fare anche con quelli dei Mikaelson. Questo fino a quando Rebekah non la chiama in cerca di un aiuto per trovare un posto sicuro per lei e la piccola Hope e orde di cacciatori sono pronti a raggiungere New Orleans in seguito a strani avvenimenti che hanno attirato la loro attenzione. Allison si sente in dovere di avvertire Klaus ed Elijah; solo avvertirli e niente di più. Una volta arrivata nella città del Quartiere Francese però, tutto cambia e lei viene risucchiata dai loro problemi, come già le era successo in passato. Decide quindi di rimanere per un po'. Nel frattempo, in Kansas, Dean e Sam Winchester, avvertito il tumulto tra i cacciatori decidono di partire per New Orleans ed indagare senza sapere però che quel caso-non caso li condurrà dritti dalla loro amica cacciatrice e dai suoi strani amici.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NDA: come semrpe, in fondo, l'outfit di Allison. Buona lettura, Roby.

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13.

LA DICHIARAZIONE

 

 

 

 

 

Allison si versò dei cereali, poi ci aggiunse del latte appena scaldato e si mise a sedere all’isola della sua nuova cucina. Doveva ammettere che quando Marcel le aveva proposto di prendere un piano di quell’edificio e trasformarlo in un posto tutto suo all’inizio aveva pensato che fosse pazzo, poi però l’idea aveva iniziato a farsi strada nella sua mente e senza accorgersene si era ritrovata a comprare dei mobili tra cui un gigantesco divano di tessuto beige e un bellissimo lampadario.

Così il quarto piano di quel vecchio edificio abbandonato e ora abitato da vampiri era diventato il grande attico abitato da una cacciatrice del soprannaturale che proprio non ne voleva sapere di stare fuori dai guai. Una cosa in sua difesa doveva dirla però, se era rimasta a New Orleans era principalmente per due motivi uno dei quali riguardava il giovane lupo che oramai faceva coppia fissa con Josh.

Quando gli aveva stretto la mano qualche giorno prima aveva visto qualcosa, qualcosa di oscuro che sembrava destinato ad abbattersi su di lui e anche se non aveva detto niente a nessuno per non creare nessun tipo di allarmismo era certa che fosse il caso di rimanere nei paraggi.

L’altro motivo, beh non era importante specificarlo. Lei lo conosceva ed era ciò che contava. Nessun altro doveva saperlo.

Due piani sotto la cucina dove ora stava facendo colazione viveva Elijah che aveva lasciato la tenuta dopo le nozze di Hayley e Jackson e il loro trasferimento lì. Quando lo aveva visto spostare le sue cose in quel posto non aveva chiesto nulla perché non c’era bisogno di domandare i motivi di quella decisione che erano piuttosto evidenti.

Quello che aveva fatto era stato aiutarlo a portare lì tutta la sua roba, a sistemarla per bene e poi a finire una bottiglia di bordeaux davanti ad una buona cena a base di cibo italiano.

Poi era dovuta partire per incontrare i Winchester e Castiel in Kansas e al suo ritorno molte cose erano cambiate; Rebekah era ospite di un nuovo corpo dentro il quale era finita per errore. La vera proprietaria di quei bei capelli ricci e neri era una strega che aveva cercato di prendere il sopravvento e di cui si erano liberati grazie all’aiuto di Vincent Griffith che, Dio Allison si era confusa mentre glielo raccontavano, era l’uomo il cui corpo era stato ospitato per mesi da Finn Mikaelson.

L’Originale obbediente e petulante si trovava ora all’interno di un ciondolo appeso al collo di Freya, la sorella che tutti credevano perduta ma che invece era tornata. Anche lei aveva contribuito alla salvezza di Rebekah, aveva sconfitto Esther, ritrovato il suo adorato padre e preannunciato l’arrivo di un male peggiore della strega Originale madre dei Mikaelson.

“Non male per due settimane di assenza” mormorò Allison masticando i suoi corn-flakes. Un’altra novità che l’aveva davvero, davvero, sorpresa era stata la scoperta di una relazione piuttosto improvvisa e passionale tra Elijah e Gia. Come fosse nato quel sentimento non lo aveva ancora capito, ma onestamente non era certa di volerlo sapere.

Non erano affari suoi in fondo, anche se la cosa la infastidiva parecchio. Voleva bene a Gia però… era tutto dannatamente complicato.

“Hey” disse a Marcel quando lo vide entrare. “Entra pure. Vuoi un po’ di latte e corn-flakes?”

Lui scosse il capo sorridendo e si guardò intorno. “Niente male come hai sistemato qui. Bei mobili e quel divano… ti sei portata dietro uno dei miei per soggiogare i commercianti?”

“No, li ho soggiogati con un bell’assegno da diecimila dollari, per l’intero arredamento. E altri cinquemila per gli arredatori che mi hanno aiutato a sistemare tutto nel migliore dei modi” spiegò lei. “Ora manca solo qualche libro e qualche pianta per dare personalità al tutto.”

“Le voci sul tuo conto erano vere allora.”

“Quali voci?” chiese lei con sguardo confuso.

“Si vocifera che tu sia una ricca ereditiera che caccia solo per capriccio.”

Allison rise. “Sono una ricca ereditiera ma non caccio per capriccio. Piuttosto per vendetta. O meglio lo facevo per quello, poi dopo aver fatto ciò che dovevo ho continuato a cacciare perché ho scoperto che mi piace aiutare la gente.”

“Quindi hai placato la tua sete di vendetta?”

“Alcuni anni fa, grazie all’aiuto dei Winchester.”

“Chi era lo sfortunato che è capitato sotto la tua lama?” scherzò il vampiro.

“Un vampiro, mio fratello. Ha ucciso i nostri genitori, io ho ucciso lui.”

Calò il silenzio per alcuni istanti, poi Marcel si schiarì la voce imbarazzato. “Mi dispiace, non ne avevo idea.”

“Non fa niente” mormorò Allison con un sorriso. “Ma visto che sei qui vorrei farti una domanda.”

“Chiedi pure.”

“Cosa sai dirmi di Aiden, il ragazzo di Josh?”

Marcel sembrò rifletterci un attimo. “Non molto a dire il vero. So che è uno dei più cari amici di Jackson, il suo braccio destro. Un bravo ragazzo che a volte ha preso delle decisioni sbagliate. Jackson si fida ciecamente di lui. Perché me lo chiedi?”

Lei si strinse nelle spalle. “Curiosità. Mi piace molto Josh, volevo solo accertarmi che gli fosse capitato un bravo ragazzo e non uno spacca cuori. Di quelli ce ne sono in giro fin troppi…”

Il vampiro la guardò, sembrava che non stessero più parlando di Josh ed Aiden, ma preferì non indagare. “Hey che ne dici di una bella pizza e di un paio di birre stasera? Ci metteremo su quel bel divano e festeggeremo la nuova casa.”

“Magari la prossima volta” rispose la cacciatrice sistemando la tazza dentro il lavabo. “Elijah si è già prenotato per portarmi fuori a cena per festeggiare il mio nuovo e magnifico appartamento. E dopo dovrò partire per New York, devo lavorare ad un caso. A quanto pare, non tutti i cacciatori mi credono una sporca traditrice. Un tizio che non sentivo da anni mi ha chiesto aiuto, ho accettato.”

“La prossima volta allora” Marcel annuì. “Ci vediamo dopo.”

“Ci vediamo dopo” lei lo guardò mentre usciva, poi uscì a sua volta. Doveva comprare dei libri e dei fiori e poi un vestito per la cena con Elijah.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Alle nove e trenta in punto Allison ebbe la certezza che Elijah non sarebbe arrivato, così bevve l’ultimo sorso di vino e guardò il suo riflesso sbiadito nella vetrata accanto al tavolo a cui aveva aspettato per un’ora e mezza prima di decidere che era ridicolo stare ancora lì. Aveva pagato cento dollari per una bottiglia di pregiato vino rosso e per scusarsi di aver occupato il tavolo così a lungo senza ordinare nulla da mangiare e si era incamminata verso casa mentre la luna splendeva alta nel cielo di New Orleans.

Una volta lì si era tolta le scarpe alte, aveva messo alcune cose dentro un borsone, si era preparata una tazza di caffè e si era messa a sedere sul divano nuovo che Marcel voleva tanto provare. Si disse che avrebbe dovuto accettare la sua proposta fatta di pizza e birra, era certa che lui non avrebbe mancato l’appuntamento. Ma poco male, oramai era andata così. Si ricordò che quando lo aveva visto al mattino si era dimenticata di dirgli una cosa che senza dubbio lui avrebbe ritenuto importante così gli scrisse un messaggio di testo perché entrando aveva notato che non c’era nessuno in casa.

 

Ho scordato di dirti che ho trovato il tuo doppelgänger. Si chiama Jason Myers ed è un ginecologo presso un ospedale di Seattle.

A quanto pare va piuttosto forte con le donne, ma è uno stronzo di prima categoria.

Un po’ come te… pizza e birra al mio ritorno e se vedi Elijah e ti chiede di me digli che c’è solo un uomo più stronzo di Jason Myers ed è lui.

 

Lo inviò, poi si mise in piedi decisa a non aspettare un minuto di più prima di partire. I libri e alcune piante che aveva comprato ore prima erano ancora disordinatamente sparsi per la stanza, non aveva avuto il tempo di sistemarli e potendo tornare indietro avrebbe speso i duecento dollari del vestito che indossava per un bel quadro. Ma non poteva e questo la faceva infuriare ancora di più con se stessa. Era un’idiota, c’era poco altro da aggiungere… quando si trattava di Elijah Mikaelson perdeva ogni tipo di controllo. Non le piaceva ma non sapeva come evitarlo.

“Allison” si sentì chiamare, da quella dannata voce profonda che la faceva rabbrividire ogni volta. “Sono andato al ristorante ma non c’eri.”

“Ti sorprende?” gli chiese guardando l’orologio da parete. “Ho aspettato per più di un’ora vestita come un’idiota” disse indicandosi. “sola in un ristorante bevendo vino e continuando a dire al cameriere che aspettavo qualcuno ogni volta che si avvicinava per prendere l’ordinazione.”

“Mi dispiace” si scusò l’Originale. “Sono stato trattenuto.”

La donna annuì avvicinandoglisi di qualche passo. “Hayley o Gia?” domandò a bruciapelo. “Sì, so di Gia, non sono stupida. Quando l’ho vista uscire dal tuo appartamento con addosso una delle tue camicie per tre mattine di fila ho fatto due calcoli” gli spiegò. “Ad ogni modo, nel caso te ne fossi dimenticato, esiste un congegno magico chiamato cellulare, serve per telefonare. E di solito chi è in ritardo telefona per avvertire.”

Elijah sorrise appena, la voce roca della donna che gli stava di fronte si era fatta più calma, quel pizzico di sarcasmo che la caratterizzava era tornato prepotente scacciando la rabbia di pochi secondi prima. “Mi farò perdonare, lo prometto. Domani.”

“Non credo sarà possibile, sto partendo.”

L’Originale mise le mani nelle tasche. “Partendo per dove?”

“New York, un vecchio amico cacciatore mi ha chiesto aiuto per un caso.”

“Un caso complicato?”

“Non lo so ancora con certezza” la cacciatrice si strinse nelle spalle. “Da quel che mi ha detto al telefono credo si tratti di un fastidioso e testardo fantasma ma ne saprò di più una volta lì.”

Il vampiro annuì, abbassò lo sguardo per un lungo istante e poi lo rialzò su di lei. “Riguardo a Gia, io non…”

“Non devi giustificarti con me Elijah” prese la parola lei. “Ma sto per dirti una cosa e ci ho pensato e ripensato in quell’ora e mezza in cui ho aspettato invano al ristorante. Non ero sicura che dirtelo fosse la cosa giusta ma ora ti guardo e sento il mio cuore battere all’impazzata di rabbia e… e un sacco di altre cose che non so controllare e penso che non posso più tacere. Non è giusto e non è da me.”

“Ti ascolto” sussurrò lui guardandola, un misto di speranza e timore in quegli occhi scuri.

“Quando sono arrivata qui a New Orleans mesi fa ero certa che il mio soggiorno sarebbe durato meno di ventiquattro ore. Volevo solo avvertirvi sui cacciatori e sul fatto che Rebekah ed Hope erano al sicuro… ma come mi succede ogni volta niente è andato come previsto” iniziò. “Non sono rimasta perché volevo a tutti i costi un posto in prima fila nella guerra contro la vostra folle madre, sono rimasta perché credevo che tu avessi bisogno di me. Rimango sempre per questo motivo…” sorrise nervosa. “Ma poi mi accorgo che non sei tu ad aver bisogno di me, piuttosto sono io ad aver bisogno di te. Come non ho mai sentito il bisogno di nient’altro nella mia vita.”

“Allison” Elijah avanzò di qualche passo, ma lei lo fermò con un gesto della mano e riprese la parola.

“Io ti amo ma devo sapere cosa sono per te” gli disse. “Amarti è un privilegio a cui non voglio rinunciare ma se tu non mi vuoi allora ti lascerò andare.”

“Io… è più complicato di così.”

“No, non lo è Elijah” la donna scosse il capo. “Non se tu non vuoi che lo sia. Tornerò fra qualche giorno e se per allora avrai capito cosa vuoi rimarrò e ti darò ogni cosa di me.”

“E se non lo avrò capito?”

Allison sospirò. “Allora io lascerò andare te e tu lascerai andare me e saremo liberi. Non ci guarderemo più indietro e non avremo rimpianti” col calma si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia, poi prese il borsone e se ne andò.

Lui rimase fermo, gli occhi fissi sul pavimento, l’odore della pelle della donna gli accarezzò le narici per qualche secondo ancora, poi svanì.

 

 


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