Spengo la luce, come tutte le notti, nella speranza che questa sia la volta buona.

Prendo la prima posizione, di fianco, con un braccio sotto il cuscino e una gamba piegata più sù dell'altra.

Chiudo gli occhi, ed eccoli come sempre, ad invadermi la mente, quei pensieri. Non riesco nemmeno a catalogarli, perchè appena ne inizia uno, il successivo vi si sovrappone. So con certezza quali siano i temi principali: l' Amore; la Solitudine; la Paura.

Sono come tre tronchi di albero, che come tali hanno decine di rami e centinaia di foglie ciascuno. Perciò è naturale, elencarli, sarebbe impossibile.

Ultimamente sto imparando a fermarli, a mettergli il tasto pausa, semplicemente aprendo gli occhi. Sì, apro gli occhi e mi guardo intorno. Dire che mi guardo intorno è quasi paradossale, dato che non vedo niente, o meglio vedo solo il buio. Adesso però mi soffermo su un punto, che sembra essere quello più “luminoso”, o almeno mi sembra. E' strano perchè fino ad ora lì non ci avevo mai guardato durante le mie notti bianche, mi ero sempre limitata a guardarmi sopra la testa e a richiudere gli occhi.

Però questa strana luce mi affascina, o mi spaventa, non lo capisco. Decido di alzarmi e di andare a vedere, voglio capire se è solo un'illusione o quello che sto guardando è prodotto da qualcosa.

Mi avvicino sempre di più, precisamente all'angolo della mia piccola stanza, vicino all'armadio. Il bagliore si fa più nitido e lo vedo, vedo il punto di origine. E' sicuramente dietro quello zaino, che da ormai qualche mese, sta raccogliendo polvere.

Tentenno qualche secondo prima di spostarlo. Così, preso fiato, lo faccio. Ed ecco quella luce invadermi la stanza, una luce così forte che quasi sono costretta a chiudere gli occhi. Riacquisita la vista, ho l'opportunità di capire cosa sta succedendo. Una sagoma, distintamente umana, mi guarda, sorridente. Dopo qualche secondo la stessa sagoma schiarisce e mi da modo così di guardarla attentamente. E' un ragazzo, dai capelli castani, vestito di un bellissimo abito bianco. Sono presa dalla paura e meraviglia allo stesso tempo così mi allontano lentamente. Continuo intanto a chiedermi chi sia e cosa sia questa “luce”. Penso ad una luce perchè la materia di quel ragazzo non pare proprio definita, sembra qualcosa di etereo.

Noto che in questi attimi lui non ha ancora smesso di guardarmi, ho paura a parlare, non voglio svegliare mia madre nella stanza accanto.

Improvvisamente l'essere mi si avvicina, rimango immobile in piedi di fianco al letto.

Ne percepisco così la voce: “Ciao Lisa”.

In quello stesso momento, colta dal sonno più improvviso mai avuto, mi accascio a letto e mi addormento.