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Autore: darken_raichu    21/08/2016    3 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Ghostly Harbourage, Tra i tentacoli del Jellicent, 15/02/4766, circa le 21
«Niente lavori?! Andiamo Jent, non possiamo andare avanti così, devi aver qualcosa che…»
«Non vuoi diventare dei nostri? Benissimo, ma non venire qui a chiedermi un lavoro che posso dare a uno dei miei.»
«Ultima parola. Hai provato alla gilda? Se non vuoi diventare uno dei miei, potresti provare a diventare uno di loro. Mi sembri anche il tipo a cui vanno a genio le loro missioni tutto “eroismo e bontà”.»
Honedge scosse la testa. Non solo ci aveva già provato, ma anche alla Gilda gli avevano risposto che avrebbe potuto fare l’avventuriero errante senza problemi se avesse passato il periodo di apprendistato. Peccato che esso durasse sei mesi, che per lui erano fin troppi.
Sconsolato, il pokémon salutò Jent e si girò, raggiungendo i compagni. Si rese conto solo in quel momento che insieme ai quattro erano seduti al tavolo anche altri due pokémon. Quando li riconobbe trasalì.
«Ah, ma vedo che anche Honedge è ancora tra noi.» Commentò la Froslass, bevendo un sorso del Succo di Bacca.
«Froslass?!» Esclamò Honedge con un brivido.
«Ehi, ehi, ti pare il modo di reagire? Che maleducazione.» Commentò l’Haunter al suo fianco, con un sorrisso lungi dal tranquillizzare Honedge.
«Che Gira… Che ci fate qui voi due?»
«Oh, non siete felice di vederci? Beh, non mi pare strano visto che per colpa vostra siamo finiti in galera.» Riprese la Froslass.
Honedge non rispose. Quei due erano pericolosissimi. Erano una coppia che catturava merci e pokémon lungo la Strada di Arceus. Honedge si era fatto pagare con un grosso anticipo sulla loro taglia per accettare la missione, e in cinque avevano comunque faticato incredibilmente. Per quel che ne sapeva, avrebbero dovuto trovarsi a marcire in qualche prigione, anche perché erano passati solo tre mesi dal loro primo incontro.
«Ma ora, grazie a te, siamo diventati i sottoposti di un certo pokémon, qualcuno di molto grosso.»
«Già. Per merito tuo, in prigione abbiamo conosciuto qualcuno. E quando questo qualcuno è evaso, ha deciso di portarci con lui.»
Honedge rifletté, e un attimo dopo strabuzzò l’occhio «No. Lui no.»
«Lui sì, carissimo. Gork ti manda i suoi più vivi ringraziamenti per questi sei mesi di galera, e si augura di poterti dare la morte più dolorosa e lenta possibile. Ti chiede anche se preferisci essere appeso alla parete in orizzontale o verticale.»
Honedge rabbrividì. Il Golurk era stato il suo peggior nemico, il capo di un’organizzazione criminale spuntata sei mesi prima e che Honedge aveva attaccato per aiutare Dusclops insieme a diversi altri pokémon, nell’epoca in cui ancora viaggiava da solo. La cosa peggiore era stata che, per batterlo aveva dovuto usare addirittura la Chiave, per la prima volta in tutto il tempo passato separato da Giratina. Il che faceva di Gork uno dei pochi che sapevano. “Se l’ha detto anche a loro…” «Nient’altro?» Chiese.
«No, nient’altro. Beh, visto che comunque abbiamo conosciuto il capo grazie a te, non abbiamo intenzione di farti del male ora. Sarà un piacere ucciderti domani.» Terminò Haunter «E lo stesso vale per gli altri. Buona breve permanenza a Ghostly Harbourage.» Aggiunse. Poi i due si alzarono ed uscirono.
Honedge batté la mano sul tavolo «Dannazione! Dobbiamo andarcene! Scapperemo domattina, appena le porte della città verrano riaperte.»
«D’accordo, ma dove?» Chiese Phantump.
«Phantom City.» Rispose Honedge dopo un momento di riflessione «Se diciamo a Dusclops che Golurk è di nuovo in circolazione, dovrà aiutarci.»
«Sempre che ci lascino fuggire.» Concluse tetro Banette.
 
Ghostly Harbourage, 16/02/4766, circa le 7
«Niente da fare, il cancello è sorvegliato.» Disse Banette, scuotendo la testa, raggiungendo i compagni in un piccolo vicolo vicino alla porta ovest della città.
«Ne sei sicuro?» Domandò Spiritomb.
«Assolutamente. Ci sono diversi pokémon appostati nella zona, e non posso che pensare sia una trappola per noi.»
«Quindi che facciamo? Ormai è chiaro che si aspettano la nostra fuga per Phantom City. Non ci lasceranno passare.»
Honedge rifletté. Anche la porta sud era sorvegliata, e anche il porto. Per esclusione quindi… «Andiamo alla porta nord.»
«Ma la strada a nord passa vicino al fiume Spook. Se passiamo di lì saremo costretti a procedere fino ai Colli, il fiume è troppo largo per sorvolarlo, almeno per la maggior parte di noi.»
«Inoltre, anche riuscendo a superarlo, è probabile che la strada per Phantom City sia sorvegliata.»
«Non andremo a Phantom City. Ci nasconderemo nel mio villaggio natale. Visto che nessuno sa dove sia, tranne me, è ragionevole pensare che quelli non riusciranno a seguirci fin là.»
«Significa che finalmente potremo…»
«No. La Fonte del Ritorno è un segreto, e tale deve restare. Ci rifugieremo nel villaggio, e tanto basterà.»
I quattro pokémon annuirono. Se gli dispiaceva, non lo davano a vedere.
«D’accordo. Proviamo. E se la porta è sorvegliata?»
«Preferisco non pensarci.»
Poco dopo, i quattro si muovevano circospetti vicino alla porta nord. Non sembrava fortunatamente esserci nessuno, perciò scivolarono oltre il portone e si allontanarono, diretti verso nord.
Honedge fissò il fiume. Era parecchio largo, troppo perché lui, Phantump o Banette potessero attraversarlo. Quanto a Spiritomb, lui non poteva comunque levitare in nessun modo, quindi Drifblim avrebbe dovuto trasportarlo. E considerato il peso, sarebbe stato troppo sfiancante. Lo stesso valeva d’altronde per trasportare gli altri tre e poi Spiritomb. Il pokémon scosse la testa con un’imprecazione.  Non c’era modo di attraversare il fiume. E anche se ci fosse stato, restava il problema di raggiungere la città. Perciò scosse la testa e puntò verso nord. Verso casa.
Poco lontano, vicino alla porta, un Golurk sorrise fissando i cinque che si allontanavano e fece un cenno. Froslass e Haunter emersero dal terreno poco lontano da lui.
«Chiamate gli altri, il nostro caro amico ha abboccato, ed è il momento di tirare su.» Disse, senza riuscire a nascondere la felicità. C’erano voluti sei mesi, per pianificare e portare a termine il tutto. «E inviate un messaggio al capo, ditegli che possiamo procedere con il tocco finale.»
                                                                                                                                                                     
Colline Spettrali, 20/02/4766, circa le 12
Honedge sorrise. Finalmente, anche se con parecchia fatica, ce l’avevano fatta. C’erano voluti quattro giorni per arrivare fino alle Colline, ma adesso la strada era tutta in discesa. Dovevano soltanto arrivare al suo villaggio, e lì si sarebbero nascosti per un po’. D’altronde, nel villaggio lui era rispettato e quasi idolatrato da tutti, come Custode di Giratina. Li avrebbero accolti a braccia aperte.
Si guardò intorno. Quelle colline erano il luogo in cui era nato, eppure per lui non significavano nulla. Era cresciuto nel Mondo Distorto, e non si sentiva davvero a casa in nessun altro luogo.
“Ma per il momento anche il villaggio andrà bene.” Si disse.
Il pokémon guidò il gruppo lungo stretti sentieri, percorsi solo da cacciatori e mercanti, fino all’imbocco di una stretta vale, una curva intorno a un piccolo fiume. Superata la curva, però, si trovò davanti uno spettacolo orribile.
Il villaggio e i campi erano bruciati. Le case erano pezzi di carbone ormai, di cui si salvavano solo poche pietre annerite dalla fuliggine. Ma la parte peggiore erano gli abitanti.
C’erano chiari segni di lotta per le strade, e a confermarlo alcuni corpi. Aegislash, Doublade e Honedge soprattutto, ma anche una grossa Jellicent e due piccoli Frillish. Alcuni corpi, quelli degli spettri composti da gas o da pura energia, dovevano essere scomparsi, dissolti nell’aria dopo la morte, ma ne mancavano ancora.
«Chi può…» si chiese, ma una voce alle sue spalle rispose alla domanda.
«Ciao Honedge, ti ricordi di me.» Chiese il Golurk, apparendo dietro di lui.
«Tu… Sei stato tu!»
«Con un po’ di aiuto, ma sì, direi che per la maggior parte è merito mio. Ma non ti preoccupare, ho intenzione di farti raggiungere il resto del tuo villaggio presto.» Disse, schioccando le dita. Un momento dopo, diversi spettri, tra cui Froslass e Haunter, emersero dal terreno. «Ovviamente l’invito è anche per i tuoi amici.»
«Come hai potuto? Gli abitanti di questo villaggio non ti avevano fatto nulla.» Chiese Honedge, guardandosi intorno, in preda al panico. “Che faccio, che faccio, che faccio…”
«Oh, nessuno piangerà un branco di sporchi Giratiniani, cosa credi? Quelli rimasti li venderò in schiavitù ai pirati del Draak, scommetto che gli piaceranno.»
“Non posso batterlo. Dobbiamo fuggire. Fuggire?! E dove? Dove?” E all’improvviso capì cosa doveva fare. Sorrise. Non restava che giocarsi il tutto per tutto. Fece un cenno ai suoi compagni, e quelli capirono. Drifblim liberò una Nube nera, che ricoprì il campo. E come da segnale, i cinque fuggirono verso est. Colpirono a sorpresa due pokémon, e corsero verso i monti, seguendo Honedge, che sorrise. Tutto era andato come previsto. “Non avrei mai creduto che potesse andare così bene.” Pensò, mentre Drifblim continuava a rilasciare la Nube, ricoprendo l’intero villaggio di una densa cortina, difficile da penentrare. Honedge sentì distintamente un urlo di Gork, probabilmente un ordine, poi una Palla Ombra che volò alla sua destra.
“Ancora un po’, ancora un po’… pensò, poi lui e i suoi compagni furono nel bosco, passando attraverso i tronchi anziché aggirarli, con Drifblim che ruotava su se stesso per scagliare la Nube in ogni direzione, rendendola uniforme e difficile da seguire. Poi smise, ansimando. Era difficilissimo mantenere quella mossa a lungo, come Honedge sapeva bene, dopo aver viaggiato con lui per gli ultimi quattro mesi.
«Ti troverò, ragazzino!» Gridò una voce, quella del Golurk sicuramente.
Il pokémon non rispose, continuando a far da guida ai suoi compagni nelle profondità del bosco.
«Dove stiamo andando, Honedge?» Chiese Spiritomb, in difficoltà. Dato che la Roccianima non poteva diventare incorporea, era costretto a muoversi, rischiando di restare indietro. Honedge si guardò intorno, preoccupato, poi scorse il sentiero nascosto e il fiume accanto a esso.
«A casa mia.» Spiegò, indicando il sentiero.
«Vuoi dire…»
«Sì.» rispose il pokémon annuendo «Andiamo alla Fonte del Ritorno.»
Al villaggio, nel frattempo, la nube si stava diradando. Gork sorrise. Poi, incapace di trattenersi, scoppiò a ridere di gusto.
«Ti stai divertendo, Gork?» Chiese una voce alle sue spalle. Il pokémon rabbrividì, girandosi, e trovandosi davanti il capo.
«Signore… Io… Ecco…»
«Di cosa ti vergogni? Certo che ti stai divertendo. Sta andando tutto come da programma. Devo ammettere che siamo stati fortunati, non avrei mai detto che saremmo riusciti a procedere così in fretta. Dopo soli sette mesi, siamo già qui. E ovviamente, non dimenticherò il tuo impegno.»
«La ringrazio signore. Non è stato facile scoprire chi fosse il Custode, lo ammetto.»
«Ne sono certo. Tuttavia, la parte difficile non è stata quella, dico bene?»
«No signore. Ma d’altronde lei sa perfettamente come è organizzato il piano.»
«Assolutamente. Dimmi, sei certo che i tuoi stiano seguendo il Custode, vero?»
«Certo signore. Anche Shedinja li sta pedinando, comunque, insieme ai suoi Messaggeri.»
«Eccellente. Andiamo Gork, e anche i tuoi. Il nostro momento è giunto.»
E con questo il capo si mise in marcia, seguito da Gork e i suoi pokémon.
 
Seguendo il sentiero ed il ruscello fino alla cima, i pokémon si trovarono davanti l’ingresso di una grotta. Percorsero un breve tunnel, sempre con il ruscello che scorreva accanto a loro, poi si trovarono davanti una grande fonte di acqua cristallina, sul fondo di una enorme grotta. Dal laghetto sotto di essa partiva il ruscello che avevano seguito. Ma la cosa spettacolare erano i giganteschi cristalli sospesi tutto intorno. Avevano la superficie riflettente di uno specchio, ma guardandoli i presenti non poterono fare a meno di sentirsi osservati. Era come se una presenza enorme fosse lì, proprio sull’altro lato del cristallo.
«E adesso?» Chiese Banette, guardandosi intorno.
«Adesso restiamo qui, nascosti, finché Gork e gli altri non se ne vanno.»
«Ma non potremmo scappare nel Mondo Distorto? Lì non ci prenderebbero di certo.»
Honedge scosse la testa, chinandosi a fissare la propria immagine riflessa nella sorgente «Fosse così facile l’avrei già fatto, ma portare tutti noi dall’altra parte esula dalle mie capacità. Ma non preoccupatevi, questo luogo è già di per sé sicuro a sufficienza.»
«Io non ne sarei così sicuro.» Commentò una voce alle loro spalle. I cinque si girarono, e con orrore Honedge vide Gork emergere dal tunnel.
«TU?! Come hai…»
«Chiedilo a loro. Ai tuoi “compagni”.» Rispose Gork, con un sorriso.
Honedge fissò gli altri, un dubbio atroce insinuatosi nella sua mente. E senza preavviso, le braccia filiformi di Drifblim e le zampe di Banette gli furono addosso, trattenendolo.
«Voi! Ma perché?! Credevo fossimo compagni. Cosa state facendo?!»
«Suvvia, non c’è bisogno di urlare.» Disse una nuova voce. Un pokémon avvolto dalla testa ai piedi in un Terrorpanno, inclusa quella che doveva essere una coda, entrò nella stanza. «Ora, lascia che ti spieghi, piccolo Honedge, cosa sta succedendo. Credo di doverti almeno questo, come ringraziamento per avermi fatto trovare questo luogo.» Proseguì, avvicinandosi all’Honedge «Vedi, io e i miei compagni, dal momento in cui abbiamo cominciato i nostri… progetti, ci siamo messi in cerca del Guardiano di Giratina. Non è stato difficile scoprire che eri tu, dato che sei così gentile da farlo sapere in giro. Ma ovviamente ci serviva la prova che non eri solo un pallone gonfiato. Perciò ho ordinato al Generale, qui» precisò indicando Gork «di affrontarti. Ero certo che, alle strette contro qualcuno di chiaramente superiore, se fossi stato il Custode, avresti dovuto usare la Chiave.»
«Tu sai…»
«Non interrompere.» Rispose il capo «O rischi di perderti un pezzo del discorso. Comunque, confermato che tu eri il Custode, il Generale Gork ha perso di proposito e ha trascorso tre mesi nelle prigioni di Spettria, il luogo ideale per reclutare soldati. Il tutto, mentre alcuni dei suoi tenevano d’occhio te con la scusa di essere Giratiniani. A quel punto, abbiamo atteso. Ho dovuto lavorare parecchio, ma alla fine ho convinto alcuni dei più fidati compagni del Dusclops di Phantom City che ti dava da lavorare che la tua presenza era deleteria per il loro gruppo criminale, costringendo quindi Dusclops ad allontanarti. A quel punto, sapevo saresti andato per forza a Ghostly Harbourage, dove conoscevi un Jellicent. Convinto anche lui con gli stessi mezzi, ti ho fatto incontrare Gork e i suoi soldati. Poi, ti ho convinto a fuggire verso il tuo villaggio, usando Banette, che ti ha fornito informazioni false sulla sorveglianza ai cancelli della città. Raso al suolo il villaggio, potevi avere solo un luogo dove fuggire, ed era questo.»
«Ma perché fare tutto questo?» Chiese Honedge.
«Perché ora, tu, mi farai il favore di usare la Chiave, aprire il portale e permettere così a Giratina di passare di qua. Vedi, io so che la Chiave permette a Giratina di uscire ovunque, ma so anche che di solito è difficile prevedere dove si trova, nella vastità del Mondo Distorto. Ma qui, alla Fonte del Ritorno, Giratina può osservare il nostro mondo, e io so che è qui anche ora.»
Honedge lo fissò «E se non lo facessi?»
«Oh, non c’è fretta. Vedi, noi sappiamo come Giratina sceglie il proprio Custode. Se morirai ci limiteremo a obbligare Giratina a scegliere uno dei nostri, dovessero volerci anni. Ma io non credo tu voglia morire, almeno non ancora.»
«Tu hai una vaga idea di cosa accadrebbe se liberassimo Giratina? Si trasformerebbe nella Forma Alterata e si scatenerebbe per Pokémos!»
«Credi davvero correremo questo rischio? Guarda.» Disse quello. Poi, dalla piega del mantello, emerse una pietra verde, simile a un cristallo. Honedge la fissò per un momento, sbigottito. «Non può essere…»
«Lo è. Questa è la Grigiosfera che avete cercato tanto a lungo. Con questa, Giratina potrà restare nel nostro mondo per tutto il tempo che vorrà in Forma Originale. Non desideri che colui che ti ha cresciuto sia libero? In cambio del suo aiuto, noi gli offriamo la libertà.»
«E dovrei fidarmi?» Chiese, ma una voce gli risuonò in testa “Aspetta Honedge.”
“Giratina?”
“Io. Ascolta, sto osservando tutto. Avrei voluto dirti qualcosa prima, ma posso parlarti solo attraverso i cristalli della Fonte. Non ti preoccupare, tutti possono farsi ingannare. L’importante adesso è cambiare le carte in tavola. Ricorda, quello che gli serve sei tu. Sono arrivati fin qui, ma senza la chiave non possono andare oltre.”
“Quindi cosa devo fare?”
“Fatti liberare e consegnare la Grigiosfera. Se è autentica, e ti ho spiegato come capirlo, usa la Chiave e fammi uscire. A quel punto, di loro mi occuperò io.”
Honedge annuì «D’accordo, ma dovete consegnarmi la Grigiosfera subito. Sarò io a darla a Giratina.»
Il capo annuì, poi fece un cenno a Banette e Drifblim che lo lasciarono andare.
«Vi credevo amici.» Sussurrò Honedge con astio.
«Anche i Custodi sbagliano.» Replicò Banette con un ghigno.
Senza parlare Honedge prese l’oggetto. E come Giratina gli aveva detto, la pietra reagì al Custode, illuminandosi di una luce verde e viola.
«D’accordo, è la vera Grigiosfera. Dove l’hai trovata?»
«Dove sapevo di trovarla.» Rispose il pokémon nel Terrorpanno, enigmatico.
Honedge annuì, poi attese un momento, caricando il colpo. E subito dopo, scagliò un fendente ed aprì il portale.
Vide Giratina emergere, e vide i primi tratti della Forma Alterata prendere il sopravvento, perciò non attese un solo istante. Si lanciò contro il pokémon e lo toccò al petto con la Grigiosfera.
Per un attimo, sembrò che le due forme fossero rimaste sospese, come se non sapesse decidere, poi la Forma Originale di Giratina emerse, così alta da sfiorare il soffitto dell’enorme caverna.
Honedge sorrise. Quello era il momento che aveva atteso tutta la vita, il momento in cui finalmente Giratina tornava nel mondo come un pokémon libero dall’influenza di Bonoth, libero dalla forma Alterata. Poi il Capo si fece avanti.
  
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