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Autore: tylersanchor    22/08/2016    3 recensioni
Stiles Stilinski aveva sempre saputo di avere delle priorità sbagliate sin da quando, in terza elementare, aveva deciso che sposare Lydia Martin era più importante che imparare a fare le divisioni, cosa che gli era costata un votaccio. E le cose, quando ormai Stiles aveva raggiunto la veneranda età di diciassette anni, non erano affatto cambiate. Infatti per quale altra ragione che delle priorità sbagliate in mezzo a suo padre che usciva con la madre di Lydia, la sua media che affondava come il Titanic accompagnata da tutte le sue amicizie il suo problema più grande era perché diamine Derek Hale non si era mai innamorato pazzamente di lui?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Cora Hale, Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Le cose che odio di me



*




 
 
Alla fine si erano radunati tutti nell'aula vuota in cui si erano svolte le prime riunioni dell'ES, compreso Derek che però aspettava ancora fuori insieme a Stiles.
- Ho convinto Malia che il suo desiderio più profondo, perlomeno in queste ultime ore, non è uccidere Liam e quindi c'è anche lui. Sono ai capi opposti della classe e Lydia la sta distraendo. Scott e Malia sanno già di noi due quindi ...
- Stiles, - borbottò Derek alzando un sopracciglio, - stai seriamente pensando di parlare loro della nostra relazione come prima cosa anziché dell'animale che ieri ci ha quasi fatto fuori?
Stiles gli appoggiò la testa contro la spalla, sospirando rumorosamente. Effettivamente sarebbe stato molto più semplice focalizzarsi sulla sua quasi morte se Scott non avesse passato tutta la giornata scolastica a chiedergli dettagli sulla sua nottata con Derek, facendogliela di conseguenza rivivere un centinaio di volte. Non che la cosa gli fosse dispiaciuta, per quanto appena visto Derek entrare nel corridoio evitare di chiudersi in uno sgabuzzino con lui e farci le peggio cose fosse stato decisamente arduo, ma era anche stato il chiodo fisso delle ore precedenti. Quindi non c'era da stupirsi se ci pensava così tanto, specialmente con il suo bellissimo ragazzo che lo guardava con aria di disapprovazione. Stiles si chiese come potesse amarlo incondizionatamente anche quando Derek aveva scritto in faccia che lo considerava un deficiente.
- Possiamo entrare oppure passerai altro tempo a strofinarti contro la mia spalla? - borbottò quest'ultimo, guardando male Stiles che arrossì.
- Oh, scusa è solo che ... sai ... è il primo giorno che stiamo insieme e posso toccarti quando mi pare e ...
Derek lo gelò con un'occhiata che gli fece rimpiangere di avere le corde vocali.
- Ehm ... non stiamo più insieme? Perché sai, posso capire. Insomma, non sono certo un ragazzo che si considera particolarmente carino secondo gli standard normali e sono iperattivo e parlo troppo e sicuramente hai cambiato idea dopo averci riflettuto stamattina ma io sono totalmente cool con questo sai sono davvero una persona molto cool e... - iniziò a dire a raffica.
Derek gli lanciò uno sguardo omicida ma si sporse verso di lui e gli stampò un bacio sulle labbra, circondandogli la vita con un braccio.
- Hai finito con le idiozie? - borbottò strofinando il viso contro il suo collo.
Stiles chiuse gli occhi e gli accarezzò piano i capelli.
- Stiamo insieme, - gli mormorò in un orecchio, non meravigliandosi di sentire Derek irrigidirsi e rispondere qualcosa di molto simile a “asdfgthidjm”. Avrebbero dovuto ancora lavorare molto sui sentimenti, ma per ora andava bene così.
I due si guardarono e si avviarono dentro l'aula e con somma sorpresa di Stiles, Derek lo prese per mano. Per qualche secondo Stiles pensò di esserselo sognato, perché Derek Hale non prendeva per mano, o perlomeno che fosse un'allucinazione tattile, sicuramente più probabile che lui, si sua spontanea volontà, avesse fatto quel gesto. Eppure era lì, una mano grande e calda, forse un po' ruvida al tocco, ma piacevole. Stiles si godette la cosa per circa un secondo, poi si ricordò di avere i palmi sudati e sperò ardentemente che Derek non avesse l'impressione di tenere in mano un rospo. In fondo, pensò, non era mica così emozionato. Bastò il pensiero per far peggiorare esponenzialmente la situazione, tanto che Stiles valutò seriamente l'ipotesi di amputarsi gli arti superiori, ma Derek iniziò a parlare e si dimenticò di tutto: - Io e Stiles stiamo insieme, - buttò lì, - non c'è altro da dire.
- Era anche ora, - disse Lydia e Derek le lanciò un'occhiataccia.
- Sono felice per voi! - cicalò Kira, aggrappandosi al braccio di Scott, - sappiate che sono totalmente pro omosessualità.
Derek stava per ribattere, probabilmente con un “a nessuno interessa della tua opinione” quando Liam se ne uscì con: - Perché solo io non sapevo nulla?
- Perché sei ritardato, - rispose candida Malia, - non arrivi mai a niente.
- Mi sono già scusato, - ribatté lui e fra lo stupore generale si limitò a guardare dall'altra parte anziché iniziare a litigare.
- Perché non litigate? - domandò Scott e tutti gli lanciarono un'occhiataccia, sperando che non li istigasse a saltarsi addosso come belve feroci, ma Liam alzò le spalle e appoggiò il mento sul pugno chiuso.
- Per parlare di cose serie, - riprese Derek, - ieri un licantropo ha attaccato me e Stiles.
Ci fu un mormorio di sorpresa fra coloro che non sapevano ancora cosa fosse successo ma Derek lo ignorò e parlò di nuovo: - Penso che si tratto di uno di un branco che di solito sta nella costa opposta degli Stati Uniti. Li conosco perché mia madre ha trattato con loro in passato e avevano dei cuccioli dell'età circa mia e di Talia. Ho incontrato uno di loro e in qualche modo sembrava sapere del mio problema coi poteri, cosa che mi ha insospettito. Non ho praticamente dubbi sul fatto che abbiano voluto spaventarmi, facendomi attaccare da qualcuno di loro in grado di trasformarsi completamente.
- Spaventarti? - domandò Scott, - e perché? Non sei nemmeno più un alpha.
Per una volta, nonostante solitamente i suoi ragionamenti fossero più appropriati per un babbuino che per un essere umano, Scott aveva centrato il punto. Derek aveva fatto realizzare a Stiles perfettamente come se il lupo avesse voluto ucciderli, lo avrebbe potuto fare senza problemi. In fin dei conti, erano soltanto due umani e lui un beta. Invece li aveva solo rincorsi per un po'.
- Non lo so. Questo mi preoccupa.
Derek guardò Stiles ansioso, neanche fosse stato lui l'oggetto di interesse dell'animale e a Stiles venne un'inaspettata voglia di abbracciarlo. Era uno dei motivi per cui, anni prima, aveva notato Derek: cercava disperatamente di mostrare quanto non gli importasse di nessuno quando in realtà era il primo a preoccuparsi. E Stiles che era stato un quindicenne non solo in preda agli ormoni ma anche incredibilmente romantico, aveva quasi visto in lui un eroe di qualche libro. Ma Derek era reale, scontroso, inopportuno, invadente e immaturo. E Stiles era così imbecille dal preferire il reale e musone Derek a qualunque personaggio di carta.
- Non potrebbe essere che tu sia a conoscenza di qualcosa su di loro che non vorrebbero venisse rivelato? - domandò Lydia, lisciandosi la gonna.
Solo allora Stiles uscì dalla sua bolla e si rese conto di quanto l'atmosfera della stanza fosse effettivamente tesa. Di solito riuscivano sempre a fare casino, invece per la prima volta da parecchi mesi erano tutti riuniti in silenzio a discutere di qualcosa che, Stiles se ne rese conto solo allora, aveva quasi dimenticato quanto potesse fare paura. I licantropi per mesi erano stati solo Malia che ogni tanto non si controllava e tirava fuori le zanne, ora invece erano lì e li minacciavano, per cosa neanche lo sapevano.
Minacciavano Derek.


 
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
Finita la riunione l’unica cosa che Stiles avrebbe voluto fare era abbarbicarsi a Derek e coccolarlo e proteggerlo, ma si scontrò con la dura realtà, ovvero con il Coach. Non era stato un bel periodo, per Stiles, ultimamente, se si escludeva il miracoloso plot twist di Derek che evidentemente sotto stupefacenti aveva dichiarato di amarlo, e la cosa oltre a ripercuotersi sulla sua carriera scolastica, facendo affondare i suoi voti come il Titanic, si era anche tradotta in un saltare gli allenamenti. Era iniziato come una mancanza di voglia di fare le cose, ma a lungo andare Stiles se ne era semplicemente dimenticato, un po’ come aveva fatto con gran parte delle sue responsabilità.
- Stilinski. Siccome quest’anno non insegno più nella tua classe mi aspettavo che la tua costante assenza agli allenamenti fosse dovuta a una grave e incurabile malattia.
Stiles deglutì senza dire una parola, guardando disperato Derek e gli altri che stavano ancora parlano nell’aula, ignari del fatto che lui era di fronte alla morte.
- Posso spiegare …. – buttò lì, anche se raccontare al Coach della sua vita privata era esattamente l’ultima cosa che avrebbe voluto fare. Avrebbe preferito farsi investire da qualcosa di molto grosso, ecco, tipo un carro armato. Chissà se quel lupo rabbioso era ancora in giro, poteva offrirsi a lui come pasto ed evitare di soffrire.
- Conosci le regole. Sei fuori.
Stiles lo sapeva, ma fece male comunque. Andò ad aggiungersi ai votacci, alle assenze e allo sguardo di rimprovero di suo padre quando lo aveva beccato con la vodka. Andò ad aggiungersi alla lista di “ragioni per cui Stiles non dovrebbe essere amato da suo padre”. Era una lista lunga, convincente, avrebbe convinto chiunque. Stiles era un pessimo figlio, e lo sapeva. Era superficiale, dimenticava le cose importanti e stava dietro a quelle inutili. Usciva a ubriacarsi con gente poco raccomandabile, faceva piani per far lasciare Natalie e suo padre anziché fare le ossidoriduzioni.
Stiles cercò di mantenere un’apparenza di decenza di fronte al Coach e annuì, abbassando la testa.
- Sì, lo sapevo è che … ho avuto tante cose per la testa.
- Non mi sembra una giustificazione.
Infatti non lo era. Era tutto sbagliato e se non fosse stato per Derek, che era l’unica cosa bella in quel momento, Stiles avrebbe preso una macchina del tempo per tornare all’inizio dell’anno. Anzi, no, a quando era piccolo e nessuno si aspettava che si prendesse le sue responsabilità. Quando c’era ancora sua madre. Al solo pensare a lei, trasalì. Chissà quanto sarebbe stata delusa ora.
- Lo so, ma penso sia meglio prendersi una pausa, ora, per me.
Il Coach lo scrutò, ma non disse nulla, limitandosi semplicemente ad avviarsi verso la sala insegnanti.
Stiles sospirò, cercando di mettere su una faccia decente per tornare dagli altri, ma una voce lo fece sobbalzare.
- A quanto pare sei nei pasticci.
L’ultima persona che Stiles avrebbe voluto che lo vedesse in quella situazione, la persona che era sempre dannatamente perfetta in tutto ciò che faceva, lo fissava con aria curiosa, quasi fosse una specie rara.
- Lydia …
Stranamente, però, lei gli si avvicinò e si mise seduta con la schiena contro il muro, invitandolo a fare lo stesso.
- Anche io, sai? Mi hanno bocciata in matematica.
Stiles quasi si strozzò con la saliva.
- Cosa?! In matematica? Ma tu sei tipo un genio matematico, Lyds …
Lydia gli lanciò un’occhiataccia: - Capita. Sai, con quello che è successo fra i nostri genitori e quella cosa che ho avuto con Peter sono stata parecchio distratta.
- Beh sembravate andare abbastanza d’accordo, voi due, - replicò Stiles.
Lydia scrollò le spalle e replicò: - Sì, beh, ma non abbiamo quello che avete tu e Derek.
Stiles si strozzò per la seconda volta con la saliva e iniziò a tossire rumorosamente, tanto che Lydia dovette dargli delle pacche sulle spalle.
- Non fare il melodrammatico, - disse lei alzando gli occhi al cielo, - avete questa specie di grande amore che è così ovvio da anni a questa parte. Siete quasi patetici. Non avete occhi che l’uno per l’altro. Ti invidio, sai? Siamo incasinati nello stesso modo, ma tu hai lui almeno.
Stiles la guardò interrogativo: - Tu non hai Peter?
- Stai scherzando? A lui non è mai importato niente di me. A me, di lui, però, sì.
Stiles non aveva mai visto Lydia piangere se non quella sera nel parcheggio, anni prima. Quella sera aveva pensato che lei fosse bellissima, anche se piangeva – però, ecco, Derek aveva gli occhi più belli, più verdi, no? – mentre in quel momento gli si spezzò davvero il cuore. Lydia non stava piangendo in modo teatrale o a dirotto, le scendevano semplicemente le lacrime sulle guance mentre parlava, cercando di reprimere i singhiozzi.
- Sai, è solo che … non ho nessuno. Era la cosa più vicina a una persona che mi volesse bene esistesse. E non dire che mi vuoi bene e che gli altri mi vogliono bene, lo so. Ma non è ciò che voglio io. Io voglio qualcuno che mi faccia sentire desiderata, non intendo come donna ma come persona. Qualcuno per cui la mia presenza o assenza fa una grossa differenza. Qualcuno che guidi due ore solo per vedermi, qualcuno che veda con me Le pagine della nostra vita senza stancarsi perché mi piace vederlo e …
Stiles abbracciò Lydia, tenendola stretta contro il suo petto.
- Punto primo. Sei Lydia Martin e non ti serve nessuno. Vai bene così come sei e sicuramente non è un uomo che determina quanto la tua presenza conti o meno. La tua presenza conta a prescindere, sai che vincerai la medaglia Fields, cavolo, Lydia. Punto secondo, la tua presenza conta e tanto per tutti noi. E poi …
- Lo so, lo so, Stiles. Per questo ho deciso che non vedrò più Peter. Mi fa solo male cercare di sentirmi amata da qualcuno a cui non interessa.
Lydia si tirò su, asciugandosi il viso e aprendo un piccolo specchio per controllare il trucco e cancellare le righe di lacrime miste a mascara che le scorrevano sulle guance.
- E, - ripeté Stiles, - penso dovresti chiamare Jackson.
E questa volta fu Lydia a strozzarsi con la sua stessa saliva, ma riuscì a gestire la cosa con molta più classe di Stiles e mise immediatamente su un’espressione disgustata, quasi Jackson fosse il nome di una malattia particolarmente disgustosa e infettiva.
- Andiamo, è l’unico ad avere le palle di sorbirsi quel film, - le disse Stiles.
- Detto da uno il cui film preferito è Star Wars non mi aspettavo altro. Le pagine della nostra vita è un classico.
- Il mio film preferito è Il Signore degli Anelli, Il Ritorno del Re, perché tu lo sappia.
Lydia roteò gli occhi.
- Non vorrai dirmi che disprezzi il film che ha vinto ogni singolo oscar a cui era nominato?
- A me sembra solo draghi e montagne, - disse sinceramente Lydia.
- Sono Nazgul!


 
 
 
 
 
*
 



 
 
Stiles aveva sempre pensato che Il Signore degli Anelli fosse un’ottima consolazione, nei momenti bui. L’idea che un minuscolo hobbit fosse riuscito in un’impresa praticamente impossibile lo faceva sempre sentire pieno di speranza, senza contare tutta la storia di Aragorn, le battaglie e i discorsi agli eserciti. Non aveva mai pensato, però, che limonarsi Derek mentre Gollum faceva tutti i suoi soliloqui sarebbe stato così terapeutico.
Naturalmente la cosa aveva i suoi contro, ovvero che se Cora voleva venire a bere qualcosa, per arrivare in cucina doveva passare per il salotto e già due volte li aveva beccati avvinghiati e aveva palesato il suo disgusto. Derek le aveva allora ricordato quanto gli aveva rotto le scatole – anche se aveva usato termini meno forbiti – perché si mettesse con Stiles e ora che stavano insieme non potevano neanche darsi un bacino?
Cora si era limitata a roteare gli occhi a dire che la vita sessuale di suo fratello era qualcosa di disgustoso a prescindere, per quanto con Stiles essa fosse meno raccapricciante da immaginare che con la vacca abnorme che era Braeden. Al che, appena si era murata viva nella sua stanza con i 5 Seconds of Summer a palla, Stiles si era sentito in dovere di limonarsi Derek con ancora maggiore foga di prima.
Si stavano giusto prendendo una legittima pausa, sia perché il discorso di Theoden ai cavalieri di Rohan era un classico sia per evitare che i baci si trasformassero in ciò che Cora sicuramente non avrebbe voluto accadesse sul divano dove lei guardava Young and Hungry, e Derek si stava strofinando leggermente contro il collo di Stiles mentre lui lo coccolava distrattamente.
- Hai un buon odore, - mugolò Derek, - mi sembra strano non averlo notato quando ero un licantropo.
Stiles gli sollevò il viso per un bacio ma poi un flashback lo fece desistere e per poco non gli tirò una testata, siccome si stava già muovendo verso di lui.
- Derek!
- Eh?
Derek lo fissò irritato, ma Stiles non si fece intimorire e iniziò a scuoterlo per le spalle.
- DEREK. Tu hai sentito l’odore del licantropo ieri!
- Cosa? – borbottò lui.
- Sì! Quando hai detto che non sentivi più il suo odore! Ti ricordi?
Derek per poco non cadde dal divano e lo fissò allibito con gli occhi spalancati.
- Hai usato i tuoi poteri!
- Ho usato i miei poteri.
C’era qualcosa negli occhi di Derek. Stiles sapeva bene che la felicità di una persona non può e non deve dipendere dagli altri, ma si era illuso di essere, in qualche modo, la ragione per cui Derek aveva iniziato a rimettersi in pista dopo la perdita dei poteri. E, giusto perché non era una persona abbastanza orribile, anziché essere puramente felice per quel luccichio negli occhi del suo ragazzo, sentì un nodo in gola e una domanda balenargli a caratteri cubitali nella testa: se a Derek fossero tornati i poteri lo avrebbe voluto ancora?



 
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Vi devo delle scuse, lo so. Tante e sincere. Vi ricordate cosa ho scritto mesi fa, sulla vita bella? Ora la mia vita non lo è affatto, fra stress per l'ammissione a medicina, problemi di salute (how ironic che una aspirante oncologa viva nel reparto di oncologia e ematologia - se ve lo chiedete, la mia è la seconda, naturalmente -) e amici che cosa sono si mangiano? Stasera volevo prendermi un break dalle simulazioni e quindi mi sono ritrovata a scrivere e in qualche modo è uscito questo capitolo. C'è davvero molto della me di questi mesi e quasi nulla di ciò che la storia prevedeva. Ma in qualche modo, non so come, l'ho fatta crescere con me. E probabilmente questo capitolo fa schifo - ma scusate che vi aspettate da una che vuol fare medicina? - ma ne sono davvero davvero fiera. Vorrei dirvi alcune cose, a uesto proposito:
1. Stiles è estremamente vittimista e sta affermando cose davvero pesanti - che il padre non lo ami -. Vi ricordo, che ha 17 anni e penso che prima o poi tutti nella nostra adolescenza abbiamo sentito l'amore dei nostri genitori come non incondizionato, per quanto magari loro ce lo dimostrino al meglio. 
2. Lydia. Onestamente penso avrà un ruolo più importante nella storia a partire da ora, mi piace l'idea che si sia autoconvinta di essere innamorata di Peter e abbia scambiato la loro chimica per qualcosa di più e lo abbia usato per sostituire Jackson, in qualche modo. Non ho vissuto la cosa direttamente, per quanto abbia cercato di sostituire taaaaante volte una persona importante nella mia vita con altre fallendo miseramente, ma mai in senso amoroso. Cioè io non amo, ed è un problema, ma va beh, sono un Nazgul. 
3. LO AVEVATE VISTO L'INDIZIO NEL CAPITOLO? Okay, l'ho pubblicato tipo due anni fa, ma questa storia la avevo in mente fin dall'inizio e sono super proud di essermelo ricordata. Non era prevista la reazione di Stiles, lo ammetto.Ma in qualche modo ha senso se si sente insicuro per com'é lui, che si senta insicuro anche per come si evolverà il suo rapporto con Derek. Ma sappiate che non succederà ciò che vi aspettate. 


Se avete letto fin qui, se avete aperto questa storia dopo i secoli che non aggiornavo e mi date ancora retta, grazie <3 siete il mio posto felice in cui tornare. Anche se non conosco direttamente nessuno di voi, molto spesso mi "confido" più qui che con i miei amici. E ribadisco la mia promessa: questa storia finirà. Ci vorranno anni, magari, ma avrete una fine. Ve la meritate e penso di meritarla anche io. Vi mando un abbraccio e tanta, tanta felicità. 
  
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