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Autore: cin75    22/08/2016    3 recensioni
Questa sarà una raccolta di storie, di pezzi di vita, di tanti "diversi" Jared e Jensen. A volte saranno storie tristi, a volte comiche, a volte romantiche. Saranno quello che mi ispirerà il mio animo nel momento in cui le scrivo. Quindi sperate sempre che io sia felice!!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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S T R A N E   R E A Z I O N I

“Posso entrare?” domandò timoroso, Jared. Il giovane era appoggiato appena allo stipite della porta della loro camera da letto e sapeva che avrebbe dovuto ringraziare ogni Dio o Dei esistenti se Jensen , gli avesse detto di sì.
“Vaffanculo, Jared!”  fu la risposta decisa e rabbiosa.
Addio ringraziamenti divini !!!
 
Jared sospirò. Sapeva che si meritava quella rabbia e quella risposta ma non poteva permettersi di lasciar correre. Amava troppo Jensen per non rimettere a posto le cose tra loro , specie dopo quello che era appena successo.
Fece un altro piccolo passo nella stanza, senza esagerare. Il suo fu quasi un movimento impercettibile. Ci provò ancora.

“Hai ragione!” iniziò, sperando di aprirsi una breccia. “Mi merito questa tua rabbia. Io non ho scusanti per come mi sono comportato e non ho nessuna intenzione di replicare a nessuno dei tuoi …rimproveri. Accetterò tutto!” sembrò promettere sinceramente. “Ma ti prego…ti prego. Possiamo parlare?!” chiese infine quasi con una esasperata decisione.
Jensen alzò il suo sguardo ferito sul compagno in cerca di penitenza. Ma era ancora furioso e …offeso per buttarsi tutto alle spalle. Aveva ancora voglia di fargliela pagare. Di farlo sentire in colpa. Anche se sapeva che poi anche lui si sarebbe sentito in colpa per averlo fatto stare male.

Il loro amarsi incessantemente era un circolo vizioso!!
Meraviglioso, fantastico ma comunque un circolo vizioso.
 

“Vuoi parlare di cosa, Jared?!” inveì quindi. “Di come tu mi abbia umiliato ? Di come sia stato mortificante per me quello che è successo di là? Di come mi sia sentito mentre  mi ridevi in faccia senza ritegno dopo che io… dopo che io…” e la rabbia sembrò farsi di nuovo furente.
“Jensen, ti prego…” provò a calmarlo Jared.
“Tu non hai idea di quello che mi è costato!” gli fece presente Jensen, con aria amareggiata. “Tu  mi conosci. Nessuno mi conosce meglio di te e nessuno meglio di te, sa, quanto sia difficile per me fare certi gesti.”
“Lo so, lo so…e mi dispiace così tanto. Credimi, potessi tornare indietro , io non …” e il giovane sembrava davvero dispiaciuto di come si era comportato verso il compagno.
“Io ho pensato per giorni e giorni a quello che avrei dovuto fare e dire. Ho ripassato mentalmente ogni sillaba dicendomi che era giusto così. Che il momento era giusto. La persona, i sentimenti …lo erano!”
“Oddio, Jensen!! amore mio…ti prego..” e questa volta la voce di Jared era sinceramente incrinata e in colpa.”

“Per la miseria Jared!!” sbottò all’improvviso. “Io ti ho chiesto di sposarmi!” esclamò alterato. “In ginocchio!” sottolineò. “Con tanto di scatola e anello!” disse ancora e la sua voce sembrò cedere all’emozione, mentre Jared, in colpa, non riusciva nemmeno più a chiedere scusa.

“Io..io…” balbettò appena.
“E tu mi hai guardato come se io fossi appena arrivato da Marte e mi hai riso in faccia. Mio Dio!! ridevi così forte che avevi le lacrime agli occhi!” gli ricordò, cercando di fargli capire come lo avesse ferito
“Lo so…lo so…mio Dio!...lo so!”
“Smettila di ripetere che lo sai. Dimmi perché?” gridò davvero infuriato. “Dimmi perché mi hai trattato così?” e lo voleva davvero sapere perché Jensen si rifiutava di credere che Jared, dopo un gesto del genere da parte sua, potesse essere così superficiale e crudele.
“Jensen , io…” provò a spiegare il giovane ma Jensen, che all’improvviso parve nel panico lo fermò.
“Però ti prego, dimmi la verità. Solo questo ti chiedo. Lo accetterò anche se dovesse essere che questa mia proposta ti ha fatto capire che tra noi è finita!” azzardò mentre la sua voce diventava un sussurro insicuro.
Jared allora, non potè aspettare oltre.
Si avvicinò veloce al suo compagno e prima di dare quella che era la spiegazione alla sua reazione, lo baciò.

Lo baciò con una dolce irruenza e  quel bacio fu talmente inaspettato che Jensen non riuscì a sottrarsi, ma anzi, si fece facilmente ( troppo facilmente) conquistare. Jared gli abbracciò il viso con le mani, così da poter essere la guida di quel bacio e quando fu certo della resa del compagno, lentamente, allontanandosi da lui, bacio dopo bacio, mise tra loro solo una minima distanza.
“Uno: sono stato un prefetto stronzo a reagire così alla tua splendida proposta di matrimonio.” Iniziò.
“Allora perché….” Si agitò Jensen, ancora felicemente prigioniero delle braccia del compagno.
“Fammi finire!” disse serio zittendolo con un  altro bacio che non venne rifiutato. “Due: sono stato uno stronzo a non riuscire a controllarmi nella mia più che stupida ed inappropriata risata!”
“Ma…” e ancora , Jensen, venne zittito.
“Ti ho detto: fammi finire!” e lo baciò ancora. “Tre: prova solo a pensare che tra noi possa finire e la prossima volta non ti bacerò ma ti prenderò a pugni!”
Jensen sorrise  e per un attimo sembrò pensare a cosa dire..
“Ok! Ma allora…” disse e si fermò aspettando di essere costretto al silenzio di nuovo.
Jared lo fissò socchiudendo appena gli occhi e inconsciamente assecondò il desiderio segreto del compagno. Un altro bacio. Più lento, più languido. A tratti più romantico degli altri.

“Ascoltami..” fece Jared sistemandosi meglio addosso al corpo di Jensen che , improvvisamente si sentì come creta tra quella mani grandi e calde che erano le mani di Jared. “So che la mia reazione è stata offensiva e sconsiderata e decisamente senza senso. Ma credimi, ti prego , credimi…ho reagito così perché in quel momento, quando ho messo a fuoco quello che stava succedendo, quello che mi avevi appena chiesto, il modo in cui lo hai fatto, il modo in cui me lo hai chiesto…in quel momento…io mi sono sentito l’uomo più felice del mondo.”
“Cosa?!” e fu solo un sussurro carico di sorpresa quello che scivolò via dalle labbra di Jensen.
“In quel momento stavi realizzando ogni mio sogno o desiderio. In quel momento hai annientato ogni mia remota paura di non poter avere una famiglia, un marito, un compagno, e se Dio vorrà  dei figli. In quel momento quello che ho sentito è stata una felicità talmente immensa che non sono riuscito a fare altro che ridere.”
“Ridere?!” ripetè un attimino confuso Jensen, che però, ormai gli sorrideva, evidentemente più sereno dopo quella confessione.
“Ma la mia, credimi , amore mio, non era una risata denigratoria. Ma era pura e semplice felicità. Non mi era mai successa una cosa simile e ne sono rimasto stupito e sconvolto anche io e penso che se fosse successo a me, avrei reagito esattamente come te. Ma ti giuro, Jensen….ti giuro con tutto me stesso che ti amo e che , sì, non chiedo altro dalla vita che poterti sposare.” Concluse con una dolce decisione.
 
Per un attimo i due  rimasero in silenzio.
Jared aspettava una qualsiasi reazione da parte del compagno. Jensen , sembrava lo stesse ancora analizzando per capire se quella che gli era stato appena rivelata fosse la verità.
Ma Jensen, sapeva anche , che Jared non gli mentiva mai.
Non su cose così importanti.
Bugie bianche, per lo più per nascondere qualche casino dovuto al suo carattere esuberante, ma mai e poi mai, quello splendido ragazzo di cui si era innamorato indicibilmente e che altrettanto indicibilmente lo amava, gli avrebbe mai mentito su una cosa del genere. Su un passo di vita del genere.
 
Allora, lentamente, si liberò dall’abbraccio del compagno. Si scansò qualche passo da lui e infilò una mano in tasca.
Tirò fuori quello stesso scatolino blu che aveva già tenuto tra le mani solo  meno di un’ora prima. Lo aprì e sorrise intenerito al discreto scintillio del delicato anello d’oro bianco.
Jared fissò quei movimenti di Jensen, imprimendoli a fuoco nella sua mente.
Sapeva, ne era consapevole, che in quel momento, tutto della sua vita, della loro vita insieme , si stava decidendo. E ne aveva una paura tremenda, perché sapeva anche, di aver fatto un gran casino questa volta.

Poi…
Poi il sogno.
Il sogno che diventava realtà.
Una seconda volta.
 
Jensen piegò lentamente una gamba e quasi a rallentatore si mise in ginocchio davanti ad un Jared letteralmente basito. Alzò verso il giovane il piccolo gioiello, simbolo di un amore più sacro e poi guardandolo nello stesso modo in cui lo aveva guardato la prima volta o forse, con in viso, ancora più amore, si dichiarò di nuovo.
“Jared, amore mio, mio unico e solo amore. Avevo chiesto alla vita un amore vero e lei mi ha donato te. Il mio amore per te è diventato giorno dopo giorno talmente grande che ora non posso più tenerlo solo per noi, ma voglio mostrarlo al mondo intero. Sei entrato nella mia vita come un temporale e poi sei diventato uno splendido sole che brilla solo per me e che riscalda il mio cuore e la mia anima ogni volta che ti sento pronunciare il mio nome in una semplice richiamo, in una risata cristallina o in un sospiro d’amore. Mi confidasti con un dolcissimo timore che mi amavi e che saresti stato mio per sempre e che io sarei stato tuo per sempre.
Ora, oggi, io, memore di quella tua promessa, ti chiedo di sposarmi e di rendermi l’uomo più felice del mondo. Per sempre.”
 
Jared , incredibilmente colpito da quella rinnovata dichiarazione d’amore, sentì il suo cuore palpitare talmente forte che ebbe paura di avere un altro attacco, ma questa volta, sorprendentemente , accadde l’esatto contrario.
Il giovane cadde in ginocchio, esattamente di fronte al compagno , e prendendogli le mani che custodivano ancora il pegno d’amore, le strinse tra le sue e iniziò a singhiozzare, tentando forzatamente di trattenersi.
“Oddio…ora…ora piangi?!” domandò confuso Jensen, che oramai non sapeva più come chiederglielo.
Jared cercò di contenersi e tirando su con il naso, provò a rispondergli.
“Sì…sì…”
“Sì, piangi? O sì, mi sposi?!” si ritrovò a chiedere il maggiore.

Jared non esitò ancora, sopraffatto ormai dall’emozione. Gli gettò le braccia al collo e in quel gesto caddero goffamente tutti e due sul pavimento e iniziò a baciarlo.
“Sì…sì…ti sposo. Ti sposo , Jensen. Ti amo e ti sposo….e ti amo….e ti sposo…” e più continuava e ripetere quelle poche parole, più riempiva di baci un più che ormai strafelice Jensen, che rideva sollevato e sereno di come si era risolta quella situazione e della splendida conseguenza quella situazione avrebbe portato.

 


 Sposami
Oggi e ogni giorno
Sposami
Dimmi di si…”

( Merry me, Train)
   
 
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