Camminare sotto la pioggia mi era sempre servito per poter schiarirmi le idee. Era diventato il mio sfogo, dal giorno in cui avevo scoperto che vincevo a scacchi contro papà solo perché lui fingeva di perdere. Da allora avevo scoperto che era rilassante... L'acqua che scivola tra i vestiti, che bagna i miei boccoli rossi, le goccioline ferme sulle ciglia... Adoravo perdermi tra i ricordi, cullata dal vento e dal ticchettio delle gocce che cadevano. Era un modo per chiudermi tutto all'esterno: la mamma, con la sua mania per lo studio; il papà con i capelli rossi che ho ereditato da lui; e anche lui, Scorpius. Era per lui se oggi piangevo sotto la pioggia. Questa volta, però, non era un pianto di sfogo: piangevo perché avevo paura. Da domani sarei diventato la Signora Malfoy, come sarebbe stato?