Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Neverland98    23/08/2016    2 recensioni
[ Jean x Mikasa ]
In collaborazione con miss_shinigami.
Tra loro si era creata quell'armonia segreta ed istantanea grazie alla quale i momenti di silenzio non devono per forza essere riempiti da chiacchiere inutili, poiché non pesano.
Era semplicemente bello essere lì, insieme. Non servivano parole.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jean Kirshtein, Mikasa Ackerman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'orologio scandiva inesorabile i secondi. Da quanto tempo andava avanti così? Un'ora, forse? Probabilmente di più. Ma cosa poteva fare? Il nervosismo l'aveva pervaso fin dal primo istante in cui quella folle idea gli era venuta in mente. L'immagine del volto di lei non lo abbandonava. La splendida chioma corvina. Gli occhi neri come la pece, impenetrabili, dal taglio raffinato. La carnagione pallida, nivea, eterea. Tutto in lei emanava candore, e al contempo sicurezza, forza, coraggio. Era la migliore di tutti loro, Jean l'aveva sempre saputo. Era consapevole che il cuore di Mikasa fosse rivolto altrove, eppure, ultimamente, non poteva fare a meno di notare che qualcosa stava cambiando. Lei non era più distante come i primi tempi, bensì, talvolta, gli permetteva di intravedere attraverso gli abissi del suo cuore. Si mostrava più interessata, addirittura sembrava tenerci a lui. Era stata proprio questa speranza, forse un sogno, a dare a Jean il coraggio di fare quello che aveva sempre voluto. Le avrebbe chiesto di vedersi, dopo cena. Solo loro due, a guardare le stelle. Forse per l'ultima volta. La loro vita era legata a un filo da quando erano diventati soldati per la gloria dell'umanità. Jean si domandava come lei avrebbe reagito. Avrebbe rinunciato a passare la sera con Eren, quel bastardo fortunato!, per lui? Pochi mesi prima l'avrebbe ritenuto impensabile, ma adesso... Doveva farlo. Doveva almeno provarci. Tanto presto sarebbero morti comunque. Cosa aveva da perdere? Con passo deciso uscì dalla baracca dove dormiva. Il cielo era quasi buio, di lì a breve avrebbero dovuto cenare. Mentre camminava, Jean si domandava dove potesse essere Mikasa. Decise di recarsi direttamente nella sala dove servivano i pasti. L'avrebbe aspettata. Nella mente ripassava quello che le avrebbe detto. Improvvisamente, impallidi. Doveva recarsi lì senza niente? Nemmeno un fiore? Non sarebbe mai stato degno di lei. Si dette mentalmente dell'idiota. Dove poteva trovare dei fiori? Guardandosi intorno, scorgeva solo cespugli crespi e impoveriti dal freddo autunnale. Nessuna traccia di fiori. Che idiota. Che idiota. Che idiota. Aveva già perso. -Jean?- Jean si bloccò. Ogni cosa intorno a lui smise di muoversi. Il mondo intero era fermo. O almeno, così gli sembrava. Quella voce. Decisa, controllata, a suo modo musicale. Inconfondibile. Si voltò, e il viso lo sentiva bollente. Sapeva di essere arrossito. Che idiota. - Mikasa...- -Dove stai andando? Tra poco si cena. Vai nella direzione sbagliata.- Jean ritornò brutalmente alla realtà. Cercando disperatamente i fiori, si era allontanato senza accorgersene. Non sapeva come spiegarlo. Avrebbe voluto scomparire. Tutti i suoi buoni propositi, la sua sicurezza, gli sembravano lontani anni luce. -Io stavo...- cominciò, ma poi ebbe un'illuminazione. -Anche tu sei nella direzione sbagliata...- e da sola. Avrebbe voluto aggiungere. Ma si trattenne. E nascosw la gioia nel non vederla insieme a quell'insignificante di Eren. Mikasa sembrò colta in flagrante. Distolse lo sguardo, in difficoltà. - Io... non ho molta fame.- Era così bella in quei momenti di imbarazzo, in cui il suo volto pallido si tingeva di una pittoresca sfumatura rosata. -Nemmeno io. - Jean si sentì rincuorato. - Sai, in realtà ti stavo cercando.- Ormai non poteva più tirarsi indietro. Mikasa parve sinceramente sorpresa. - Me? Come mai?- Jean strinse i pugni e mosse qualche passo verso di lei. - Senti, io...- iniziò, ma in quel momento gli parve di aver perso la facoltà di parlare. Le parole gli morivano in gola, si sentiva soffocare. Gli occhi scuri di Mikasa erano fissi su di lui, in attesa. - Io...- ritentò, senza successo. Dannazione, era davvero un idiota. Mikasa addolcì lo sguardo.- Questi giorni sono stati molto faticosi. È normale che tu non ti senta molto bene.- Jean stava per protestare, imbarazzato come non mai, quando Mikasa continuò.- Quando sono nervosa mi piace guardare le stelle.- alzò gli occhi al cielo, poi li riportò su Jean, al quale non sfuggì il delicato rossore di poco prima. - Se ti va- fece Mikasa - potresti farmi compagnia.- Jean si sentiva sul punto di esplodere di gioia. Il cuore gli batteva all'impazzata, non poteva credere alle sue orecchie. Sicuramente aveva capito male. Oppure stava sognando. Ma lo sguardo di Mikasa, impercettibilmente imbarazzato e al contempo interrogativo, era inequivocabilmente reale. - Si...- ballettò. - Mi farebbe molto piacere. Sempre se ti va, cioè, se non ti dà fastidio, insomma...- - Seguimi.- tagliò corto Mikasa, sulle cui labbra si era dipinto un involontario sorriso. Si affrettò a nasconderlo voltandosi rapidamente. - Conosco una zona del bosco dove non c'è mai nessuno e ci sono pochi alberi, così si può guardare il cielo.- prese a camminare. Jean si affrettò a seguirla, al settimo cielo. -Sai, Mikasa...- disse, talmente piano che quasi non gli sembrò di aver parlato. - Volevo chiedertelo io, ma non ci sono riuscito. Sono proprio un idiota.- - L'avevo intuito.- esclamò Mikasa, continuando ad avanzare, senza voltarsi.-Ci avevo sperato.- aggiunse in un sussurro. Si addentrarono tra gli alberi, nella penombra della luce lunare. Jean non si era mai sentito così bene in vita sua. Una strana calma, mista ad una sottile eccitazione, gli aveva invaso il cuore. Sentiva di aver trovato il suo posto. Al fianco di Mikasa. Camminarono a lungo. Tra loro si era creata quell'armonia segreta ed istantanea grazie alla quale i momenti di silenzio non devono per forza essere riempiti da chiacchiere inutili, poiché non pesano. Era semplicemente bello essere lì, insieme. Non servivano parole. Proseguirono ancora, finché non arrivarono in un punto in cui scarseggiavano gli alberi e il cielo era visibile in tutta la sua vastità. - Siamo arrivati.- lo informò Mikasa, adagiandosi sull'erba fresca. Jean fece un respiro profondo e le si sdraiò accanto. Era così vicina che poteva sentire il suo profumo, un profumo unico. Inconfondibile. Di foglie e freschezza. Jean si sentì avvampare. Aveva il terrore di dire o fare qualcosa di sbagliato e rovinare tutto come suo solito. Si distrasse guardando il cielo. In effetti, Mikasa aveva ragione. Dopo pochi istanti si sentì più sereno. Quasi rilassato. - È bellissimo.- mormorò. Mikasa annuì impercettibilmente. Poi gli si avvicinò di più, fino a toccare con la testa la spalla di lui. Jean si voltò ad osservarla. I capelli corvini sparsi tra i fili d'erba in pittoresco disordine. La luce lunare conferiva al suo profilo delicato una luce quasi scintillante. Era semplicemente stupenda. Mikasa chiuse gli occhi. - Resta qui.- pronunciò tutto d'un fiato. Jean, per la prima volta in vita sua, sapeva esattamente cosa rispondere. - Non vado da nessuna parte.- ANGOLO AUTRICE: Salve a tutti! Grazie per essere arrivati fin qui. Questa oneshot è nata da una serie di fangirling con la compagnia di ship miss_shinigami (che mi ha costretta a scrivere all'una di notte, MA NE È VALSA LA PENA!) Speriamo vivamente vi piaccia! Bacioni! ❤❤❤❤❤
   
 
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