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Autore: HP_dream    24/08/2016    1 recensioni
Ecco a voi una carrellata dei primi memorabili scherzi di Fred e George ad Hogwarts, l’inizio di una carriera di inarrestabili fuorilegge.
Con la straordinaria partecipazione di Charlie Weasley e quella alquanto irritata di Severus Piton.
*
“Tanto non mi prendi!” lo prese in giro Fred, facendogli la linguaccia.
“Aspetta solo che... ehi la mia bacchetta! Dove diavolo è la mia bacchetta?” fece Charlie, tastandosi le tasche irrimediabilmente vuote.
“Vuoi dire la bacchetta che ha in mano George?” chiese Fred con fare disinteressato, indicando il gemello che nel frattempo se l’era data a gambe dall’altra parte.
*
“Come prima lezione Piton è risultato proprio quello che sembra, viscido” disse Fred, leggermente disgustato. Decisamente, quel professore l’aveva inquadrato subito e di certo lui e George non gli erano simpatici. Si era praticamente divertito a togliere punti al Grifondoro per l’intera lezione.
“Ecco perché io e Fred abbiamo pensato che con il nostro aiuto” spiegò George indicando il secchio “Forse questa sua qualità non sarà più così evidente”.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angelina, Johnson, Charlie, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Lee, Jordan, Severus, Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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L’alba dei fuorilegge

«Be’… quando eravamo al primo anno, Harry, giovani, spensierati e innocenti... » Harry sbuffò. Dubitava che Fred e George fossero mai stati innocenti.
[Harry Potter e il prigioniero di Azkaban]

Il pomeriggio avanzava pigro e sonnacchioso nel parco di Hogwarts: qua e là gli studenti spaparanzati, chi all’ombra degli alberi, chi nei pressi del lago, o chi semplicemente nel bel mezzo del parco, si godevano gli ultimi raggi di sole dell’estate. Era finito il secondo giorno di scuola e bisognava approfittare di quei momenti di libertà per rilassarsi, prima che il carico di lavoro aumentasse in modo spropositato.
Evidentemente, Fred e George non era proprio dello stesso parere, nonostante fossero appena al primo anno; facevano tutto il chiasso possibile, da una parte per intrattenere i loro nuovi amici del Grifondoro, dell’altra per infastidire i fratelli maggiori Charlie e Percy, che avevano avuta la pessima idea di sdraiarsi lì vicino.
“...Riuscite a crederci? Lee e Angelina ci sono proprio cascati quando gli ho detto che potevo sdoppiarmi! Quando è saltato fuori George sono rimasti come pesci lessi!” stava raccontando Fred ad Alicia Spinnet e Kenneth Towler, facendoli ridere di gusto, con grande disappunto dei due ragazzi interpellati.
“Va bene, ammetto che me l’avete proprio fatta, ma dopotutto vi avevamo appena conosciuto!” intervenne Lee, un ragazzino scuro con dei riccioli rasta, non riuscendo però a trattenere un sorrisetto.
“Tutte scuse, Lee” borbottò  Kenneth, che se la stava ancora ridendo.
“Avete solamente approfittato del nostro momento di agitazione prima di essere Smistati, non è leale!” sbuffò Angelina imbronciata “E poi io non ci sono cascata veramente” aggiunse sulla difensiva. Fred la osservò, compiaciuto della riuscita dello scherzo, nonostante lei non lo volesse ancora ammettere. Ma prima o poi anche lei avrebbe capito che i gemelli Weasley erano inarrestabili, constatò prima che intervenisse il fratello.
“Strano Angelina, a me era sembrato di vedere i tuoi occhi diventare grandi come vassoi da portata!” sghignazzò George, scatenando tra i compagni una quantità di risate tali che molti studenti lontani, riemergendo dallo stato di profondo ozio, si girarono verso di loro guardandoli perplessi. Questo di certo non impedì loro di continuare, tanto che alla fine anche Angelina si mise a ridacchiare.
“In ogni caso ci avete creduto” dissero in coro i gemelli, sfoderando due ghigni identici.
“E tanto per chiarire, questo era solo l’inizio” precisò Fred, sperando di risultare almeno un po’ inquietante.
“Tanto vi fregherò anche io prima o poi!” dichiarò Lee, facendo inarcare non poche sopracciglia.
“Mi dispiace per te Lee ma nessuno c’è ancora riuscito!” disse George, sorridendo soddisfatto. Alicia sbuffò sonoramente.
“Certo, allora come mai ieri Pix vi ha ricoperti di foglie secche? O forse vi eravate messi d’accordo con lui?” buttò lì, cancellando il ghigno dei gemelli Weasley.
“Ah ma Pix non conta” se ne uscì George, scrollando le spalle “Lui è un pericolo per tutti gli innocenti indifesi, proprio come noi” concluse, sfoderando un’espressione da cucciolo ferito che non ingannò nessuno.
Fred si limitò a ridacchiare “Stai attenta piuttosto a non ferire il nostro orgoglio” disse, portandosi teatralmente una mano sul petto.
“Il tuo ego, vorrai dire” precisò George, guadagnandosi un’occhiataccia da parte del gemello. Ma Fred, anche se ammetteva di essere, a volte, un pochino egocentrico – d’altronde, che ci si può fare se io e George siamo fantastici!– sapeva che il fratello non era quasi mai da prendere sul serio.
“Senti Georgie, piuttosto che farmi rispondere, non sarebbe il caso di perfezionare il prossimo scherzo da fare a Lee?” suggerì Fred, guardando l’amico di sottecchi. Era troppo divertente molestarlo.
“Oh perché in questi giorni ve la siete presi solo con me?” contestò Lee infastidito “Guardate che anche Kenneth condivide il nostro dormitorio, ma lui non si è ancora svegliato con la maglia al posto dei pantaloni e i pantaloni al posto della maglia!”
“Eri uno spettacolo unico” commentò George, ululando dal ridere, seguito a ruota da tutti gli altri. Vedendo la reazione dei ragazzi, anche Lee si lasciò andare ad uno sbuffo esasperato, esattamente come quando la prima mattina di lezione si era ritrovato con i vestiti sottosopra. A Fred vennero quasi le lacrime agli occhi rievocando l’immagine di Lee, totalmente impedito nei movimenti, che saltellava da una parte all’altra del dormitorio, maledicendo i due gemelli Weasley. Dopotutto, pensò il ragazzino guardando dalla parte di Charlie, intento a lucidare il suo manico di scopa, e Percy, che tanto per cambiare leggeva un libro, i loro nuovi compagni non avevano ancora visto niente di quello che lui e George erano capaci fare.
“Ehi Lee, sappi che verrò a cercarti se questi due mi combinano qualcosa... cosa che faranno” aggiunse Kenneth, notando i sorrisi che gli rivolgevano i gemelli. “Oh fatela finita!” sbottò poi divertito, visto che i due rossi non la smettevano di sorridergli ingenuamente, o almeno questo Fred sperava che risultasse. La tattica, che raramente ingannava sua madre, si rivelò fallita grazie ad Angelina.
“Sappiate che non sembrate per niente innocenti con quelle facce” disse la ragazzina scura, in un tono che pareva stesse parlando del tempo “Semmai siete inquietanti”
Fred si scambiò un’occhiata d’intesa con il fratello, prima di ribattere “Sai Angie, non vorremmo mai che Kenneth arrivasse impreparato...”
“...o che si culli in falso senso di sicurezza...” continuò George.
“...come è successo a voi prima!” conclusero insieme indicando le ragazze. Alicia e Angelina si guardarono in un attimo di comprensione, prima di girarsi verso i due malandrini.
“State dicendo che siete stati voi a sostituirci le penne con quelle di qualche negozio di scherzi?” domandò Alicia. Fred guardò di nuovo verso George, poi alzò le sopracciglia con fare disinteressato, ma evidentemente questo bastò come un sì.
“Siete incredibili, accidenti!” se ne uscì Angelina, che come notò  Fred con soddisfazione, non poteva crederci ci di essere stata fregata di nuovo. “Tutte le parole venivano scritte al contrario, credevo di impazzire!”
“E io che mi sono fatta scappare una parolaccia mentre passava la McGranitt! Non credo di aver mai provato così tanta vergogna!” sbottò Alicia, che era diventata di un intenso color cremisi. Kenneth si scambiò un’occhiata con gli amici, prima di scoppiare di nuovo a ridere.
“Non c’è assolutamente niente da ridere! Ringraziate solamente la McGranitt che si è limitata a togliermi dei punti!” li rimbeccò lei, incrociando le braccia e guardando malissimo i gemelli. Fred, naturalmente, non ne fu minimamente scalfito, considerando che stava facendo di tutto per non aggiungere un’altra battuta che avrebbe scatenato un pandemonio.
La fatica di trattenersi gli fu risparmiata dall’arrivo di Charlie, che aveva abbandonato il suo manico di scopa per sedersi di fianco a George. Con enorme felicità di quest’ultimo, il fratellone lo afferrò con un braccio, scompigliando con la mano i suoi capelli di un rosso fiammante.
“State disturbando la lettura di Percy con tutte queste risate” annunciò il robusto e lentigginoso ragazzo con un sorrisetto.
“Sì, come se a te importasse” ribatté Fred. Sorvolando su quest’ultimo commento, Charlie riprese a parlare.
“Cosa hanno combinato questi due per farvi arrabbiare tanto?” chiese, ignorando le proteste di George, che faceva di tutto per liberarsi dalla sua presa. Fred gli fece segno di stare fermo. Gli era appena venuta una brillante idea per fare arrabbiare Charlie e così vendicare George.
Dato che le ragazze erano ancora risentite, e Lee di certo non faceva che peggiorare la situazione dando alcune risatine, fu Kenneth a prendere la parola.
“Diciamo che ci hanno un po’ messi in ridicolo” disse, sorridendo a mo’ di scusa davanti alle espressioni di Angelina, Lee e Alicia. “Ehi, guardate che non è colpa mia se sono ancora salvo!”
“Davvero non ti hanno ancora fatto nessuno scherzo?” domandò Charlie stupito “Sei fortunato” Fred si scambiò un fugace sguardo con il gemello. Fortunato, certo.
“Vedrai Kenneth come sarà divertente vederti saltellare per tutto il dormitorio” disse Lee, quasi fosse la sua massima aspirazione. Più probabilmente, pensò Fred, aveva solo voglia di ridere per qualcosa che non tirasse in ballo anche lui.
“Non penserai davvero che io e Fred siamo così scontati, Lee” intervenne George da sotto il braccio possente del fratello “E mollami Charlie!”
“Sul fatto che siate delle piccole pesti non ci piove” confermò il fratello più grande ottenendo il consenso di tutti e ignorando bellamente il piccolo Weasley, che ora si limitava a tamburellare le dita. Fred prese la palla al balzo, tanto per tenere l’attenzione di Charlie lontano da ciò che a gesti comunicava col gemello, quando lui non guardava.
“A proposito Charlie, io e George” disse Fred indicandolo “Ci chiedevamo se tu avessi qualche suggerimento da darci per uno scherzo da fare a Piton”  buttò lì con noncuranza. Charlie lo fissò come se fosse pazzo.
“Piton?! Ma voi non lo conoscete ancora, o sbaglio?” chiese anche agli altri cercando conferma.
“No infatti, ce l’abbiamo domani per la prima volta” rispose Angelina, sfogliando gli orari delle lezioni. “Tuttavia a prima vista non sembra un gran simpaticone, vero?”
“Altroché” disse Lee rabbuiato “Ieri mentre uscivo dalla Sala Grande mi ha tolto venti punti solo perché gli sono inciampato addosso” spiegò, suscitando le risate.
“Ritieniti fortunato Lee, poteva andarti molto peggio. Piton può diventare davvero molto perfido” spiegò Charlie, irrigidendo un po’ l’espressione. “Fossi in voi” continuò, squadrandoli dall’alto dei suoi sedici anni, soffermandosi su Fred e George “Eviterei di cacciarmi nei pasticci in sua presenza. O di fare commenti sulla sua acconciatura durante il Banchetto d’Inizio Anno”
I gemelli lo guardarono, facendo finta di non capire l’allusione. Non riuscendo però a trattenere la risata, Fred esclamò: “E’ tutta colpa sua, se non andasse in giro con quella tendina di capelli unti non avremmo avuto niente da ridire!”
“Se lo va a cercare, cosa possiamo farci io e Fred?” rincarò George, che in apparenza si era arreso alla presa ferrea del fratellone. Charlie li guardò esasperato.
“Sentite, se voi due volete cacciarvi nei guai io di certo non vi fermerò. Ma se lo viene a sapere la mamma” e qui Fred fu percorso da un brivido “State pur certi che tra lei e Piton ci sarà una gran concorrenza per la punizione da darvi” concluse Charlie, sicuro di aver toccato il timore più grande dei gemelli: mamma Weasley. In effetti era così, ma dopotutto, ragionò Fred, se erano riusciti a sopravvivere a undici anni di punizioni sarebbero sopravissuti anche con Piton. Se li avesse beccati.
“Davvero è così temibile vostra madre?” chiese Alicia, esibendo un sorrisetto “A vederla sembra tanto gentile”
“Sì, nostra madre è molto gentile con tutti” disse Charlie, rivolgendole lo sguardo.
Fred non aspettava altro. Si alzò e corse via silenzioso, in modo che il fratellone non fosse un problema in quanto girato di spalle, e in pochi passi giunse da Percy, totalmente immerso nella lettura. Ma il suo obiettivo era la scopa di Charlie, abbandonata lì di fianco. Volse lo sguardo indietro appena in tempo per vedere il ghigno complice di George, ancora incastrato, e la confusione sulle facce degli amici, che occhieggiavano dalla sua parte nel bel mezzo del discorso con Charlie.
“...il più delle volte si arrabbia con Fred e George, quindi abbastanza spesso...” stava dicendo Charlie, del tutto ignaro del fatto che Fred fosse appena salito sulla sua scopa. Anche se non era ancora un fenomeno, se la sapeva già cavare piuttosto bene in volo, grazie all’insegnamento dei fratelli. Si alzò di circa tre metri da terra, prima di dirigersi lentamente verso il gruppetto.
Evidentemente, Charlie si era accorto che gli amici dei suoi fratellini non prestavano più molta attenzione a quello che si diceva, poiché d’un tratto tacque. Quando poi notò la mancanza di Fred e il ghigno alquanto inquietante che esibiva il suo gemello, ancora bloccato dal suo braccio, i suoi peggiori sospetti furono confermati.
“Fred! Giù quelle manacce dalla mia scopa!” urlò Charlie quando lo individuò, ergendosi in tutta la sua altezza. Ciò consentì a George di sgattaiolare via, sotto gli sguardi perplessi di Angelina e Lee, e quelli leggermente preoccupati di Kenneth e Alicia.
“Tanto non mi prendi!” lo prese in giro Fred, facendogli la linguaccia.
“Aspetta solo che... ehi la mia bacchetta! Dove diavolo è la mia bacchetta?” fece Charlie, tastandosi le tasche irrimediabilmente vuote.
“Vuoi dire la bacchetta che ha in mano George?” chiese Fred con fare disinteressato, indicando il gemello che nel frattempo se l’era data a gambe dall’altra parte.
“Piccoli mostriciattoli!” gridò ancora più forte il fratellone, ottenendo l’attenzione di mezza Hogwarts, e riuscendo persino a far riemergere Percy dalla lettura fin troppa attenta.
“Ehi Charlie, piantala di urlare!” sbottò quest’ultimo irritato.
“La pianterei se solo quella peste scendesse dalla mia scopa, che oltretutto era di fianco a te!” lo incolpò Charlie. Percy arrossì, prima di alzarsi con il suo fare pomposo.
“Prendi la bacchetta e...”
“Ce l’ha George la mia bacchetta, accidenti! Fai qualcosa tu, Percy!”disse il ragazzo, visibilmente disperato. Fred si mise a ridere di gusto, guadagnandosi un’occhiataccia dai fratelli. Percy aveva appena sfoderato la bacchetta verso il piccolo Weasley, che quest’ultimo gli fregò gli occhiali, riducendolo ad una talpa completa. Charlie riuscì ad afferrare la coda della sua scopa, prima che Fred riuscisse a volare via.
“I miei occhiali! Dammeli Fred!” esclamò Percy, rivolgendosi dalla parte opposta al fratello, dato che non vedeva praticamente nulla.
“Ti ho preso, mostriciattolo!”disse intanto Charlie, esultante. Fred sorrise amabilmente.
“Non credo proprio, Charlie” affermò, indirizzando la scopa verso l’alto. Sapeva quanto Charlie ci teneva, ed era pronto a scommettere che l’avrebbe lasciato pur di non rovinare neanche un rametto della sua amata scopa. Di fatto fu così, e voltandosi vide il fratellone che partiva alla carica correndogli dietro, lasciando Percy vagare alla cieca per il parco.
Fred continuò a volare, passando sopra le teste degli amici, che se la ridevano di gusto alla vista di quella scena assurda.
“Come  va?” fece Fred salutandoli, notando che Lee rideva talmente tanto da non riuscire a stare in piedi.
“FREED! Giuro che ti stacco le gambe se non vieni giù subito!” lo minacciò Charlie imbufalito, sotto le facce divertite di parecchi studenti che si stavano godendo lo spettacolo. Fred, per nulla intimidito, si diresse verso George, che era tranquillamente seduto più avanti.
“Qualcuno fermi quelle piccole pesti!” fece Charlie esasperato. Nulla da fare: Fred e George erano entrambi sulla sua scopa, il primo con in mano gli occhiali di Percy, l’altro brandendo la bacchetta di Charlie. Entrambi stavano sghignazzando all’indirizzo di quest’ultimo, che era sull’orlo di una crisi di nervi.
“Qualcuno mi dia una bacchetta, per favore!” disse, riuscendo a farsela prestare da un’anima buona. “Ora sì che vi prendo!” esclamò, anche se Fred e George erano di nuovo volati via. Fred si girò a guardare il fratellone che brandiva minaccioso la bacchetta verso di loro.
“Aspettiamo ancora un po’, Georgie” disse soddisfatto. Il gemello sorrise divertito.
“Sicuro Fred, non vorrei scordarmi nessun dettaglio di questo momento!” esclamò George, ed entrambi scoppiarono in una risata che per un momento coprì le urla di Charlie.

*

“Siete proprio sicuri di volerlo fare?” chiese Lee, per quella che era forse la centesima volta. Fred alzò gli occhi al cielo, continuando a camminare verso i sotterranei di Hogwarts.
“Certo Lee, Piton ha davvero bisogno di questo scherzo! Anche perché, insomma, non ride mai!” fece George “Dobbiamo solo ringraziare Charlie per averci dato lo spunto ieri”
“Vuoi dire quando ha parlato dei suoi capelli? E... oh. Voi siete pazzi” disse Lee, quando notò che reggevano un secchio pieno di acqua saponata, rendendo chiare le loro intenzioni.
“Sei stato tu a dire che volevi aiutarci” fece notare Fred all’amico, sorridendo sornione. Lee lo guardò imbronciato.
“Certo, ma non pensavo che voleste davvero fare uno scherzo a Piton! Pensavo fosse solo un diversivo per distrarre Charlie” si giustificò, ridacchiando al ricordo. Fred e George si scambiarono un sorrisetto.
“In effetti lo era...” cominciò George.
“...ma dopo averci riflettuto su...”
“...e pianificato un po’ le cose...”
“...abbiamo concluso che era un’ottima idea!” Lee li guardò, esasperato.
“Fare uno scherzo a Piton equivale a firmare la propria condanna a morte! Non vi è bastata la lezione che abbiamo avuto oggi?” chiese, sperando che questo bastasse a scoraggiare le loro pericolose intenzioni.
“Come prima lezione Piton è risultato proprio quello che sembra, viscido” disse Fred, leggermente disgustato. Decisamente, quel professore l’aveva inquadrato subito e di certo lui e George non gli erano simpatici. Si era praticamente divertito a togliere punti al Grifondoro per l’intera lezione.
“Ecco perché io e Fred abbiamo pensato che con il nostro aiuto” spiegò George indicando il secchio “Forse questa sua qualità non sarà più così evidente”
“Ho i miei dubbi” borbottò Lee ridacchiando, ma tacque immediatamente quando furono davanti all’ufficio di Piton. Non ci erano mai entrati e Fred era sinceramente curioso di vedere cosa tenesse là dentro.
“Lee piantala, lo sai benissimo che sta pranzando in Sala Grande” disse Fred, quando notò lo sguardo ansioso dell’amico. Lui gli fece una smorfia.
“Mica ho paura, io” lo rimbeccò, facendo un passo avanti e aprendo la porta. “Bleah! Ma che schifo!” esclamò poi, facendosi da parte per fare entrare i gemelli. Fred pensò che avesse usato le parole giuste per descrivere quella stanza: le intere pareti di pietra, eccetto che per un armadietto nell’angolo, erano tappezzate da ripiani su cui erano posati barattoli dal contenuto ripugnante; e tanto per completare l’inquietante quadretto, sulla scrivania era appoggiata una vaschetta contenente quello che sembrava un organo pulsante immerso in un liquido verdastro.
Distogliendo lo sguardo da quella visione stomachevole, Fred intimò agli altri di iniziare a sistemare le cose per lo scherzo. Fu un lavoro molto complicato, dato che in pochi giorni di scuola non potevano conoscere chissà quanta magia, cosa che li costrinse ad usare metodi Babbani (salire in piedi su una sedia, per intenderci).
Dopo parecchi sbuffi e sfaticate, riuscirono ad uscire dall’ufficio di Piton, chiudendo la porta su cui era posato il secchio, totalmente in bilico. Fred sorrise soddisfatto della loro opera.
“Ecco fatto! Basterà che lui apra la porta e...” dei passi che scendevano le scale lo interruppero. La sola vista delle scarpe e del mantello nero svolazzante lo fece impallidire, lentiggini comprese.
“Presto! Nascondiamoci qua dietro!” sussurrò George, indicando una rientranza nella parete di pietra, che grazie al cielo li rendeva impossibili da individuare dall’ufficio.
Cautamente, si spinsero fuori dal nascondiglio quel tanto che bastava per dare un’occhiata, anche se questo comportava lo stare compressi uno sopra l’altro. Quasi soffocando schiacciato dal peso di Lee, Fred osservò Piton dirigersi verso l’ufficio: il lungo mantello nero svolazzava ad ogni suo passo, rendendolo fin troppo simile ad un pipistrello troppo cresciuto, e la solita espressione indecifrabile era dipinta sul viso, circondato dagli inconfondibili capelli neri e unti spartiti in due bande. Concluse che quest’ultimo elemento, assieme ad il suo modo di fare e a tutte le schifezze del suo ufficio, lo rendeva ancora più sgradevole. In certo senso, gli stavano facendo solamente un favore, pensò il piccolo Weasley sogghignando.
Piton allungò una mano e abbassò la maniglia della porta; in quella frazione di secondo, Fred trattenne il respiro e percepì gli altri fare lo stesso, trepidanti di attesa e di un minimo di puro terrore. Era pur sempre Severus Piton, non un Serpeverde qualunque.
Come a rallentatore, vide il professore aprire la porta, avanzare un poco... per poi vedersi cadere in testa il secchio pieno di acqua saponata.
Fred , George e Lee scoppiarono a ridere, maledicendosi subito dopo: se li avesse sentiti, sarebbe stata la fine. Per fortuna, erano stati salvati dalle sonore imprecazioni di Piton, che era scivolato sul pavimento bagnato, finendo lungo disteso a terra.
“Quei maledetti studenti, se li prendo gli farò pentire di essere nati!” gridò ad un certo punto cercando di alzarsi, il secchio ancora in testa,
“Togliamoci dai piedi, non ci tengo ad essere qui quando verrà a cercare il colpevole!” mormorò Lee, sfrecciando silenziosamente verso le scale per uscire dai sotterranei, seguito a ruota dai gemelli Weasley. Correndo, Fred si arrischiò a voltarsi indietro per dare un’occhiata a Piton: quest’ultimo, grondante di acqua ma con i capelli neri finalmente puliti, aveva scaraventato via il secchio, furibondo come non l’aveva mai visto. Con un’espressione paurosa che batteva sicuramente mamma Weasley, il professore si avviò nella direzione opposta alla loro, proprio verso il nascondiglio nella parete.
Tirando un sospiro di sollievo, Fred continuò a correre insieme ai due complici, che attraversarono  la Sala d’Ingresso non si fermarono prima di essere giunti nel parco, all’ombra del grande faggio, dove Angelina e Alicia stavano facendo i compiti di Trasfigurazione.
“Perché avete corso come una mandria impazzita?” chiese Angelina perplessa, al di sopra del tema che stava scrivendo. Dato che Fred e Lee avevano ancora il fiatone, fu George a prendere la parola.
“Abbiamo fatto lo scherzo a Piton!” annunciò esultante, prima di ridere assieme agli altri due. L’accesso di risa durò talmente tanto, sotto gli sguardi increduli di Alicia e Angelina, che alla fine Lee dovette sdraiarsi a faccia in giù per piantarla.
“Do-dovevate... dovevate vedere... la sua faccia” riuscì a dire Fred, calmandosi lentamente. Era ancora tutto troppo recente per non ridere.
“Per non parlare di tutte le imprecazioni che ha urlato quando gli è finito il secchio in testa” aggiunse Lee con le lacrime agli occhi.
“Che si lamenti, gli abbiamo comprato noi lo shampoo!” dissero i gemelli in coro, trascinando Lee in una nuova risata. Anche le ragazze, dopo qualche inutile sguardo di disapprovazione, si decisero a vedere il lato divertente della situazione.
“Siete proprio pazzi” disse Angelina sorridendo.
“Da quanto avete detto, sono sicura che Piton non si metterà mai a ridere su quello che gli avete fatto, anche quando sarà storia vecchia tra qualche anno” dichiarò Alicia, ridacchiando suo malgrado.
“E se vi scoprisse?” disse Angelina, tornando seria.
“Dai non siate così pessimiste!” fece Lee, mettendosi finalmente a sedere.
“E poi Angie come pensi che faccia a scoprirci, non ha nessuna prova!” continuò Fred, scacciando dalla mente l’immagine di Piton con il secchio in testa, cosa rischiava di farlo ridere di nuovo e fin troppo.
Angelina non era convinta. “Non lo so, ma Piton è uno che sicuramente si vendica”
“Pff avanti Angelina, pensare troppo a Piton non fa bene a nessuno!” concluse George, sorridendo e gettando un’occhiata complice a Fred e Lee.

*

Fred soffocò una risata, scambiandosi uno sguardo con George al di sopra del calderone fumante. Un banco più avanti, uno dei Serpeverde che seguiva la lezione di Pozioni, stava borbottando inviperito con il suo compagno da almeno cinque minuti. Precisamente da quando una Caccabomba si era misteriosamente sostituita alla sua riserva di aconito.
La momentanea ilarità dei gemelli venne meno quando il professor Piton si avvicinò al loro banco, la cortina di capelli tornati unti quanto prima e l’espressione leggermente infastidita.
“Ci divertiamo?” chiese con una pericolosa nota melliflua nella voce. Fred, dopo lo scherzo dello shampoo, sapeva bene quali soglie poteva raggiungere la rabbia di Piton, per cui si affrettò ad imbastire l’espressione più innocente del suo repertorio.
“Nient’affatto, stiamo lavorando, vede?” rispose George con naturalezza, mescolando la pozione. Piton arricciò appena l’angolo della bocca.
“C’è da sperare che questa volta sappiate combinare qualcosa di meglio, dopo il disastro che molti di voi” disse alzando la voce e ottenendo l’attenzione della classe “Hanno fatto con la ricerca che vi avevo assegnato” concluse, soave. Distogliendo lo sguardo da Fred e George, agitò la bacchetta Appellando i temi posati sulla cattedra. Iniziò a sfogliargli, mentre gli occhi di tutti i ragazzi erano puntati su di lui. Fred notò che Alicia, nel banco di fianco al loro, era talmente in ansia da non accorgersi che la sua pozione ribolliva minacciosa.
“Oh ma chi abbiamo qui... Weasley e Weasley!” declamò Piton; Fred non era per niente sorpreso che fossero saltati fuori lui e George. “I vostri temi sono stati addirittura peggiori di quello Jordan” punzecchiò maligno, sogghignando all’indirizzo dei gemelli e facendo scendere la segreta in un silenzio quasi assoluto, rotto solo da qualche risatina.
“Beh, è sempre un punto di partenza” puntualizzò Fred tranquillo. Sfidò con lo sguardo il professore, fissando i suoi occhi neri e freddi. A quanto pareva fu un errore perché Piton sogghignò in maniera ancora più preoccupante.
“Temo che questa vostra negligenza vi costerà una punizione... sì, anche con la partecipazione del signor Jordan”  aggiunse dopo una pausa appositamente studiata. Lee, che non se l’aspettava, si irrigidì guardando il professore con la stessa espressione di chi ha appena inghiottito una medicina disgustosa, mentre nella classe risuonavano le risate dei Serpeverde, chiaramente favoriti da Piton.
“Basta così” esordì piano Piton, facendo ritornare il silenzio. “Voi tre” continuò indicandoli “Nel mio ufficio questa sera. Alle otto. Vedremo se travasare e ripulire i contenitori a mani nude servirà a lavare le idee stupide che avete in testa” A Fred parve di cogliere vagamente un’allusione, ma aspettò che Piton si allontanasse dal loro banco per distribuire gli altri temi, prima di parlarne.
“Come accidenti fa a saperlo?” lo precedette Angelina, parlando sottovoce dal banco dietro al loro. Era assolutamente scioccata. I gemelli voltarono la testa altrettanto perplessi.
“Non lo so Angie, ma sono sicuro che non ci ha visto!” disse Fred convinto. George scrollò le spalle, mettendosi ad esaminare il suo tema.
“Come fai ad esserne certo?” chiese scettica la ragazza nera, versando la giusta quantità di aconito nella pozione e aiutando il suo compagno a tagliuzzare l’asfodelo.
“L’ho visto! Siamo scappati quando lui era ancora a terra, poi era già troppo tardi quando è andato a controllare il nostro nascondiglio” mormorò Fred accennando ad un sorriso, voltandosi per aggiungere le lumache cornute nel calderone, dove il contenuto emanava un alone rosato. Controllò che Piton non li stesse guardando prima di tornare a voltarsi indietro.
“Se ci avesse visto, saremmo stati messi in punizione molto prima, non ti pare?” sussurrò ad Angelina, lasciandola pensierosa.
“Oh, lo so io perché Piton ci ha messo in punizione” disse George a sorpresa, alzando lo sguardo dal suo tema “I compiti sbagliati sono solo un pretesto” aggiunse quando il gemello aprì la bocca. Appoggiò il foglio di fianco al libro di Pozioni.
“Guarda un po’ Fred! Questa frase sui bezoar è praticamente la stessa del libro e Piton me l’ha cancellata! Scommetto che ha fatto così in tutto il tema anche con te e Lee!” mormorò sbuffando. Fred sogghignò, nonostante fosse irritato.
“Eccoti servita, Angelina. Piton in qualche modo ha capito che siamo stati noi a lavargli i capelli...”
“...e ci ha messo in punizione per qualcosa di cui non abbiamo nessuna colpa” completò George con fare teatrale. Si scambiarono un’occhiata malandrina che non sfuggì ad Angelina.
“Ditemi che non gli farete più nessuno scherzo, vi prego” sussurrò lei, sorridendo leggermente.
“Certo Angie, com’è vero che diventeremo entrambi Ministri della Magia” scherzò Fred, facendola ridere silenziosamente. I gemelli le fecero l’occhiolino e voltarono la testa, evitando di essere sorpresi a parlare da Piton che aleggiava come un’ombra qualche banco più avanti.
“E comunque ne varrà la pena, non riuscirà mai a coglierci sul fatto!” continuò Fred tirando fuori la bilancia appartenuta a Bill.
“Sì, e secondo te come altro avrebbe fatto a capire che siete stati voi? Vi ha letto la mente?” fece Angelina. George fu come colto da un’ispirazione.
“Potrebbe... ricordo che papà parlava di un suo collega del Ministero che per interrogare qualcuno di sospetto usava la... Legilimanzia mi sembra si chiami”
“Beh, questo spiegherebbe molte cose! Ma non possiamo esserne certi finché non gli faremo un altro scherzo, giusto Georgie?” mormorò Fred, ribelle.
“Sicuro Fred! Ma prima dobbiamo dare la precedenza a Gazza, ricordi?” rispose George, voltandosi per fare la linguaccia ad Angelina che sbuffò sonoramente.
“Certo che le punizioni ve le andate proprio a cercare” borbottò lei, abbassando un po’ la fiamma sotto il calderone e guardando il suo compagno che mescolava la pozione.
“Non ci hanno ancora mai beccato! E’ solo Piton che usa delle scuse per punirci!” ribatté Fred, testardo. Era sicuro di avere ragione, e per un po’ rimasero in silenzio, lui maledicendo ogni tanto la pozione che non ne voleva sapere di diventare del verde chiaro descritto dal libro.
Quando suonò la campana della ricreazione, Piton gratificò Fred, George e Lee con uno dei suoi migliori ghigni di trionfo, che certamente preannunciava un altro brutto voto.
“La prossima volta giuro che gli metto un cuscino a pernacchia sotto la sedia” fece Lee ai gemelli appena fuori dai sotterranei, visibilmente irritato. Fred si scambiò uno sguardo col fratello.
“Apprezziamo molto il fatto che tu abbia preso da solo l’iniziativa, caro allievo” dissero in coro, mentre George si inchinava a Lee.
“Che scemi che siete! Dovreste ringraziarmi perché non sono arrabbiato con voi!” disse Lee, ridendo.
“Oh non saprei. Aspetta di aver passato la punizione di Piton, poi ci saprai dire” intervenne Fred, esibendo un ghigno identico a quello di George, facendo chiaramente intendere a Lee che le loro imprese da fuorilegge erano solamente agli inizi.
FINE


Spazio Autrice:

Ciao a tutti! Caspita, ne è passato di tempo dall’ultima storia... era davvero tanto che non bazzicavo qua su EFP, è proprio bello tornare a leggere e ad ideare storie, soprattutto se ritorno a scrivere nel mio solito stile!
I gemelli Weasley sono tra i miei personaggi preferiti e spero di avergli reso omaggio con questa storia. Mi preoccupa sempre la caratterizzazione, che mi auguro sia più IC possibile, dato che amo i personaggi della Rowling così come sono. Semplicemente volevo raccontare i primi scherzi di Fred e George ad Hogwarts e conoscendoli, di sicuro non hanno perso neanche un’occasione^^
Volevo precisare che il primo scherzo nominato da Fred, quello dello sdoppiamento, non è una mia idea ma un riferimento ad una storia molto carina che potete trovare 
qui
Per chi non lo ricordasse, Kenneth Towler è nominato da Fred nel quinto libro, dove dice di avergli messo della polvere di Bulbadox nel pigiama, quindi ho dedotto che stia in dormitorio con loro. Non conoscendo altri loro compagni al di fuori di questi, non ne ho inventati altri. Ah, Charlie sta frequentando il sesto anno e di conseguenza Percy il terzo, mentre Bill ha finito l’anno prima.
Dovrei avervi detto anche troppo, quindi alla prossima! E una recensione fa sempre piacere, positiva o meno^^
HP_dream
  
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