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Autore: crimsontriforce    29/04/2009    3 recensioni
Mondi prigione fatti di idee: sbarre più salde di quelle di carta e inchiostro, che pure li trattengono entro i loro confini. Abbandonati alla mercé di se stessi, non hanno possibilità di vittoria.
1. Vacanze estive: Solo una pausa, per camminare un poco sotto il sole di giugno.
2. Vuoto d'autunno: Sradicate, forse non sopravviveranno al freddo. Ma importa?
3. Generale Inverno: Scende lieve, dichiarazione incessante di guerra.
4. Primavera incognita: Senonché infine, per Volontà, o per sorte...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Atrus, Catherine, Gehn
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '2. In cerchio attorno a una voragine di stelle'
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Primavera incognita







All'arrivo su Myst credette di stare sognando. Un colpo di sole, forse, e la stanchezza accumulata, uniti al mistero di quel tomo scritto in una lingua ignota.
Eppure l'isola era lì, sotto i suoi piedi. Solida quanto la pietra su cui si reggeva e che spuntava a tratti dal prato come i resti fossili di un colosso meccanico: colonne, ingranaggi, due edifici. Si fermò ad inspirare l'aria salmastra, fresca come si sente sulle isole al Nord; bagnò un singolo pavido dito nell'acqua che s'infrangeva sul molo. Quel luogo era reale quanto il deserto che aveva lasciato solo minuti prima – o, se uno era sonno e l'altro veglia, non avrebbe saputo dire quale e quale, e in che direzione conducesse il libro, e se quella fosse una stazione di passaggio, una sorta di limbo privato per ogni essere umano che fosse giunto al risveglio, lasciato il quale poteva iniziare la vita vera.

Si rassegnò quindi a vagare in un luogo senza tempo.
Le stanze erano tonde e curate e prive di ogni vita; fuori, la torre dell'orologio segnava un perenne mezzogiorno e non c'era motivo di credere che potesse aver torto quella struttura semplice e solida verso cui l'intera isola sembrava puntare in cerca di consiglio.
Nulla sembrava rispondere al suo tocco, da leve che scattavano a vuoto a futili mappe stellari, a figure astratte, porte cocciutamente chiuse, motori spenti, due messaggi così rovinati provenienti da chissà dove, chissà chi. Erano mai esistite quelle persone, assieme alle altre due che, affannate, sembravano rincorrersi in un carosello invisibile? O era un elaborato gioco, stabilito da dèi beffardi in tempi antichi e lasciato privo di una soluzione per l'eternità?

Incessante, la risacca andava e veniva sulla spiaggia di un mondo morto, abbandonato dai suoi abitanti, dalla logica e infine dallo scorrere stesso dei giorni.

*


Quando tornò sull'Era, l'isola non era cambiata, ma il suo sguardo sì.

Passò un dito sul bordo di un leggio, mentre ancora stringeva nervosamente la pagina colorata: uno strato sottile di polvere.
You've returned...”
E all'esterno, passeggiando un poco all'ombra rassicurante dei pini – prima di tornare, perché non sarebbe stato saggio sentire solo metà della storia – ecco d'improvviso il grido di un uccello marino e un frullare d'ali. Volgendo l'occhio alla fonte del rumore, avvicinandovisi, attendendo un nuovo fruscio a conferma della sua posizione, riuscì a scorgere, ben nascosto fra le fronde, un nido pieno d'uova e la madre che vi si affaccendava. Nell'ammirarli vide che gli alberi stessi custodivano un loro segreto, più modesto e più affine al carattere austero dell'isola: in fondo ai rami, gemme.

Il cambiamento era possibile. Era parte dell'ordine delle cose anche in quel mondo solitario e, in parte, sarebbe accaduto anche senza aiuti. La parte rimanente... aveva bisogno di una piccola spinta. L'avrebbe avuta.
Vide un sentiero iniziare davanti a sé e si vide percorrerlo, tendendo la mano a un innocente, incontrando poi altri pellegrini per la strada, fra cui quel padre scomparso e la sua moglie paziente, e così gettando semi di rinascita in fondo, forse, poteva già scorgere casa.

Sul suo taccuino scrisse solo, per memoria e buon augurio: Primavera.





















Nerdaggine & credits:

@ riassunto: 'by the Maker, or by the roll', yesyes?
@ POV: Straniero/a generico/a con sospettato generico e percorso generico, come spero si noti dalle capriole grammaticali. è_é La mia sarebbe stata molto più pragmatica, è una signorina di larghe vedute e spalle altrettanto! (e con questionabili gusti in fatto d'uomini, ma credo che questo sia già stato trattato altrove.) (hint: sono interpretati dalla stessa persona) (...non David Ogden Stiers!)
@ Colossi su Myst: mmmme piacerebbe! Un Colosso rende tutto migliore °=°
@ dèi beffardi & co: non so dove stia scritto che un punto di vista ottocentesco dia carta bianca con le metafore buffe, ma certo devo averlo letto da qualche parte, perché continuo a farlo a spron battuto... il 'San Giorgio e il drago' di Con resta imbattuto, però.
@ abbandonato dalla logica: BESTEMMIAAAH! ...ma l'abbiamo pensato tutti prima o poi, ve'? E ci siamo pentiti dei nostri peccati non appena trovata la soluzione all'Infame Enigma di turno. Amen.
@ You've returned: i due scassamaroni m'hanno fatto un solo favore in vita loro: iniziare il secondo discorso nella stessa maniera, proprio quel che serviva per tenere indefinite le scelte di questo buffo Straniero. Ah sì, e anche dare un'ossatura di trama al mio gioco preferito. Ma quelli son dettagli.
@ tendendo una mano a un innocente: soprattutto visto che Assassinio sull'Orient Express non era ancora stato scritto, l'idea che i colpevoli siano tutti non è la prima cosa che passa per la mente alla gente, eh! A quel punto della storia, per quel punto di vista c'è ancora un colpevole, un innocente e probabilmente un morto *tocca ferro*
@ semi di rinascita & primavera: ...con tutti i migliori auguri. In realtà è un posto EMO abitato da gente EMO con un futuro EMO e discendenza EMO, ma non diciamolo troppo in giro e soprattutto non a chi s'è appena fatto un mazzo così a risolver quattro Ere, poveraccio/a.





Riassunto di dubbia utilità per lettori di passaggio: un generico 'tu' senz'altre caratteristiche che parlare inglese e trovarsi nel 1807 in un deserto in New Mexico* trova un libro che lo trasporta in un altro mondo, un'isola che sembra fuori dal tempo. Due fratelli sono imprigionati in altri libri e si accusano a vicenda, chiedendo di essere liberati. L'isola porta tracce della presenza passata di altre due persone, tali Atrus e Catherine. In realtà risolvere l'intera baracca potrebbe aver portato a risultati dubbi dal punto di vista storico pan-dimensionale e duecent'anni dopo certa gente non ci andrà leggera nel classificare i signori in questione come falliti figli di falliti e genitori di falliti e il luogo stesso come (brutto, cattivo, puzzone e) maledetto, ma sul momento ci si sente fighissimi, davvero. °_°
Luogo brutto, cattivo, antipatico, puzzone, maledetto e in brutta CG

*dev'essere questa la famosa immedesimazione totale di cui parlano tanto analizzando Myst: chi non è stato nel 1807 in un deserto in New Mexico, in fondo?
   
 
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