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Autore: _cercasinome_    24/08/2016    2 recensioni
Approdo (finalmente) nella sezione di Fairy Tail anche come autrice!
Ecco a voi una raccolta di one-shot su una delle coppie che preferisco in assoluto!
Si tratta di momenti tra Laxus e Mirajane, alcuni ispirati al manga/anime, altri inventati da me!
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“Bene, la prossima volta combatterò anche io!” le aveva sentito dire queste parole tra le lacrime. Eppure era certo che lei non potesse più combattere dopo…quell’incidente. Non era preoccupato. Voleva semplicemente vedere che piano stesse escogitando quella testolina bianca.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mirajane
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mancanza

Quella notte la gilda più casinista di Fiore, Fairy Tail, stava festeggiando.
In realtà non era una novità, ma quella volta era diverso…
Era notte inoltrata, ma nessuno aveva intenzione di tornare a casa e interrompere la festa. Avrebbero continuato a gridare, ballare, cantare, ridere, bere e mangiare per un’intera settimana, senza interruzioni.
Si trattava di un evento davvero importante. Importantissimo. Speciale.
Un cucciolo di Fairy Tail era appena tornato a casa.
La piccola della famiglia Strauss era finalmente tornata a Fairy Tail.
Era successo tutto così all’improvviso.
Un attimo prima era in gilda, insieme a tutti gli altri, l’attimo dopo arrivano Natsu e gli altri a raccontargli di uno strano mondo chiamato Edolas e insieme a loro c’era lei.
Anche se continuava a pensarci non riusciva a credere a tutta quella faccenda.
Dopo essere stata attaccata da Elfman, Lisanna era stata trasportata su Edolas dove era rimasta per tutto quel tempo per poi essere ritrasferita sulla Terra insieme agli altri.
Davvero incredibile.
Continuò a guardare i suoi mocciosi che ridevano e piangevano dalla gioia, alcuni accerchiavano la ragazza riempendola di domande mentre altri si davano alla pazza gioia in balli e combattimenti improvvisati.
Si portò il boccale alle labbra, bagnando i baffi bianchi e bevendo un altro sorso di vino rosso. Si allontanò senza farsi notare da tutto quel casino, entrando nel suo studio e chiudendosi la porta alle spalle.
Si avvicinò alla finestra, continuando a bere mentre guardava fuori.
Ancora riusciva a sentire la confusione che quei disgraziati stavano facendo, ma era solo un rumore soffocato che non riuscì a distoglierlo dai suoi pensieri.
Si. Una figlia era appena tornata a casa.
Ma c’era un figlio ancora lontano.
E, non per fare favoritismi, ma era uno ai quali teneva di più.
Infondo, era suo nipote.
Non poteva farci nulla. Non poteva non pensarci.
Tutta quella felicità, quella gioia, senza di lui, era imperfetta.


-Non osate guardare in quel modo Lisanna! Un vero uomo non può permetterlo!!!-
Eflman, con le sue possenti braccia, cercò di allontanare tutti gli uomini della gilda che cercavano di avvicinarsi alla sorella minore, chi per farle delle domande, chi per vedere come fosse cresciuta, chi semplicemente per salutarla.
-Chiudi il becco, bestione!- lo rimproverò Evergreen, seduta lì vicino ma a debita distanza da quel marasma di uomini accaniti.
-Tranquillo, Elf-niichan, non mi stanno infastidendo- disse Lisanna, cercando di salvare Jet e Warren dalla presa ferrea del fratello, per poi far riecheggiare la sua dolce risata nell’aria, divertita da quella situazione. Le era davvero mancata Fairy Tail.
Elfman si bloccò di scatto, osservando la sorella con le lacrime agli occhi e le labbra tremolanti, ascoltando la sua risata come fosse il canto di una sirena.
-Mi sei mancata così tanto Lisannaaa!!!- urlò il mago, stringendo la ragazza tra le braccia muscolose e bagnandole i corti capelli con le lacrime.
-Ehi, vi ho portato qualcosa da bere!- urlò Mirajane tentando di sovrastare tutta quella confusione, appoggiando sul tavolo accanto, uno dei pochi che non era stato investito dalla furia di Nastu, Gray e Gajeel, un vassoio con due bicchieri per i suoi fratelli.
Una volta che Elfman, sotto le minacce di Evergreen, lasciò andare Lisanna, si concesse anche lei qualche secondo per abbracciarla forte.
Le era mancata così tanto.
Anche se di malavoglia, sciolse la stretta. Era egoistico da parte sua pretendere che Lisanna stesse solo con lei. Anche i loro compagni non vedevano l’ora di passare un po’ di tempo con lei.
-Ehi ragazzi, ma dov’è Laxus?- chiese improvvisamente la piccola Strauss, dopo essersi guardata un po’ intorno.
C’erano tutti, lì. Non mancava proprio nessuno. Anzi! Si era stupita di aver trovato il team Raijinshuu in gilda insieme a tutti gli altri. Loro erano praticamente le ombre di Laxus. Dove c’era lui, c’erano anche i tre maghi, e viceversa. Quindi non capiva il motivo per cui lui non fosse lì. Che fosse partito per una missione da solo?
-Vado a prendere qualcos’altro da bere-
Non le sfuggì come gli occhi di Mira si incupirono improvvisamente, nonostante continuasse a sorridere mentre raccoglieva i bicchieri e i boccali vuoti su un vassoio e si dirigeva al bancone.
E quando vide le facce cupe di Freed, Evergreen e Bixlow, iniziò a capire qualcosa.
-Ecco, vedi… Laxus è…-


Abbandonò il vassoio sul bancone e, dopo essersi guardata intorno per qualche secondo, si concesse qualche minuto tutto per sé, uscendo dal portone della gilda senza farsi notare.
Era notte fonda. Le strade erano buie e desolate. Proprio quello di cui aveva bisogno. Un po’ di silenzio, di calma e di solitudine.
Decise di fare due passi, nonostante il freddo le avesse già fatto venire la pelle d’oca. Non aveva proprio pensato di prendere il cappotto prima di uscire.
Quantomeno aveva smesso di piovere.
Fece dei profondi respiri, incrociando le braccia al petto in modo da riscaldarsi un po’.
Era da parecchio tempo che non usciva fuori l’argomento “Laxus”. Tutti in gilda cercavano di evitarlo. Sapevano bene che per Makarov era ancora una ferita aperta.
In realtà faceva ancora male a tutti quanti. Era un loro compagno, in fondo. E’ cresciuto lì a Fairy Tail. Aveva fatto del male a tutti loro, ma non potevano certo dimenticarlo così facilmente, come se fosse uno sconosciuto.
Per fortuna Fairy Tail era un ambiente allegro. Ogni giorno accadeva qualcosa di nuovo e di spassoso, i suoi nakama erano così divertenti e buffi. Quindi riusciva a distrarsi facilmente e a non riempirsi la testa con quei pensieri tristi durante il giorno, quando era circondata da tutti i suoi compagni. Il problema era quando era sola, la mattina presto o la sera tardi mentre puliva il bancone e la cucina quando la gilda era ancora e ormai deserta. Quando tornava a casa da sola, perché Elfman era in missione o era già andato via.
Oppure quando qualcuno lo nominava, come in quel momento.
Per fortuna non capitava spesso, nonostante ancora alcuni abitanti di Magnolia parlottavano tra loro di quel mago di Fairy Tail che aveva distrutto la cattedrale di Kaldia e che era stato cacciato. Nessuno se lo aspettava dal nipote di Makarov, quindi ancora la notizia non si era spente completamente.
Per fortuna i lavori di sistemazione della cattedrale erano già terminati. Tutto era tornato come prima.
Beh… a Magnolia, quantomeno. Ma non a Fairy Tail. Non nel suo cuore.
Non credeva le sarebbe mancato così tanto. In fondo lui non c’era quasi mai in gilda, quindi non lo vedeva spesso.
Ma, ogni volta che non era lì, lei sapeva che sarebbe tornato prima o poi. Quella volta invece… non lo sapeva. Non sapeva se e quando sarebbe tornato.
E questo pensiero la  rattristava ogni volta di più.
Nessuno di loro, neanche Makarov, aveva avuto suo notizie da quando era andato via. Non sapevano dov’era, che faceva e soprattutto se stava bene. Sapeva di non doversi preoccupare. Lui era grande e forte e sapeva cavarsela benissimo da solo, come aveva sempre fatto fino a quel momento.
Ma il fatto che lui fosse da solo, chissà dove, lontano da casa… non lo faceva stare per niente tranquilla.
Continuava a dirsi che doveva smetterla di preoccuparsi così tanto, che era inutile, che non aveva motivo per essere così triste. Ma in testa si ripeteva che avrebbe reagito allo stesso modo per qualsiasi membro di Fairy Tail. Se lo ripeteva, lo ripeteva e ripeteva. In continuazione. Perché? Perché non ne era sicura nemmeno lei.
Conosceva Laxus da quando erano ragazzini. Ragazzini troppo grandi per la loro età.
Inizialmente guardava Laxus da lontano. Tutti i maghi più grandi si stupivano di quanto fosse forte nonostante avesse solo quindici anni e ciò aveva catturato la sua attenzione. Lui era stato da sempre un mago solitario,molto silenzioso e taciturno, andava molto spesso in missione e, quando rimaneva in gilda, si metteva in un angolo con le sue solite cuffie ad ascoltare chissà che musica e non dava confidenza a nessuno. E lui la incuriosiva sempre di più.
Solo una volta che si fu ambientata a Fairy Tail e che riuscì a controllare la sua magia del Satan Soul si avvicinò a lui.
Inizialmente provò un approccio amichevole. Certo, per quanto il suo carattere da ribelle le permetteva. Ma Laxus sembrava avvolto da una barriera. Non gli interessava nulla di nessuno.
Allora cambiò tattica.
Ogni volta che lo vedeva, lo sfidava. Lo provocava con frecciatine e battutine, volendo confrontare le sue abilità con quelle del biondo. Certe volte interveniva Erza, quindi Mira era obbligata a cambiare obiettivo e a scontrarsi con la rossa. Altre volte lui la ignorava completamente, rivolgendole solo uno sguardo annoiato e per nulla interessato.
Mira ribolliva ogni volta di rabbia.
Non poteva negarlo. Si era presa una cotta per Laxus e quindi vedersi ignorata in quel modo… per lei era inaccettabile! Per non parlare, poi, di tutte le frecciatine di Erza che doveva sopportare, ogni volta che falliva nel suo intento. La rossa aveva capito tutto, fin dall’inizio.
Poi erano cresciuti. Erano diventati maghi di classe S. Ognuno aveva preso la propria strada.
Lui in gilda si vedeva sempre meno. E anche lei accettava sempre più missioni, partendo insieme ai suoi fratelli. E quella cotta… stava sparendo, piano piano.
Poi… è successo quello che è successo.
Quell’incidente. Quel terribile incidente.
E improvvisamente Lisanna non c’era più.
Lei era devastata. Una parte di lei era morta. Completamente. Il suo cuore si era spezzato, non lasciando più spazio per Laxus.
Poi era cambiata.
Ricordava ancora l’occhiata stranita che Laxus le aveva rivolto la prima volta che l’aveva vista in quel modo. Non era più lei, se ne rendeva conto da sola.
Ma perché Lisanna era una parte di lei. E dunque insieme alla sua sorellina, se n’era andata anche quella parte di lei forte, combattiva e ribelle.
Adesso, però, Lisanna era tornata.
Perché sentiva ancora un vuoto al centro del petto?
Che egoista. Sua sorella era lì, finalmente. Sana e salva! Lei doveva essere super felice e festeggiare insieme a lei e agli altri.
Fece per tornare indietro, ma una voce la raggiunse improvvisamente.
-Mira-nee!!!-
Si asciugò gli angoli degli occhi prima di voltarsi, per poi vedere un’ombra correre verso di lei.
Accolse sua sorella con un sorriso, mentre lei si fermava per riprendere fiato.
-Va tutto bene?- chiese Lisanna, studiandola con lo sguardo nonostante il buio che le avvolgeva.
-Si, non preoccuparti. Ero solo uscita a prendere una boccata d’aria- disse, lasciandole una carezza sulla guancia.
Com’era bella la sua Lisanna. E com’era cresciuta. Le era mancata proprio tanto.
-Ma qui fuori si congela!- disse la piccola Strauss, con gli occhi sbarrati per il freddo e tremando come una foglia scossa dal vento, mentre si abbracciava da sola e saltellava sul posto cercando di riscaldarsi.
-Già. Meglio tornare indietro, su- rise Mira alla vista del comportamento buffo della sorella, passandole un braccio sulle spalle, cercando di riscaldarla e al tempo stesso volendo stare il più vicino possibile a lei.
Ci furono alcuni minuti di silenzio, in cui le due sorelle si incamminarono verso la gilda, strette fra loro.
Fu la più piccola a rompere quel silenzio.
-Mira-nee- disse ad un tratto Lisanna, guardando seria il profilo sorridente della sorella che continuava a guardare dritto davanti a sé – sono sicura che Laxus stia bene-
Mira si bloccò improvvisamente, guardando attentamente l’albina che le stava accanto. Erano anni che non si vedevano, ma lei riusciva ancora a capirla così bene con un solo sguardo. Era così felice che lei fosse tornata!
-Si, lo so- disse semplicemente, rivolgendole un sorriso luminoso, un sorriso alla Mira, e lasciandole un dolce bacio sulla fronte, per poi riprendere a camminare.
Si. Lo sapeva. Lo sperava. Laxus stava bene. Laxus stava sicuramente bene. Doveva crederci.
E, per il momento, quello bastava.
  
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