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Autore: Carol2000    25/08/2016    1 recensioni
Mi rivenne in mente Trent, quel ragazzo che mi aveva colpita come un dardo...come poteva un mortale avere un aspetto tanto sovrannaturale?
I maschi del regno più o meno si assomigliavano tutti ed erano terribilmente seri, caratteristica che non sopportavo.
Inoltre erano ligi alle regole, tutto l'opposto rispetto a me: io non mi sarei fatta nessun problema ad infrangerle, probabilmente ero più diabolica che angelica.
SPOILER: il finale potrebbe non essere quello che vi aspettate.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bridgette, Dawn, Gwen, Trent | Coppie: Bridgette/Geoff, Trent/Gwen
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Un altro mese era passato, ma ancora non scordavo il mio primo rapporto con Trent.
Non seppi se si trattasse anche della sua prima volta, poiché non me ne parlò.
In quell'ultimo lasso di tempo lo vedevo piuttosto pensieroso, come se dovesse confessarmi qualcosa di importante, ma avesse paura di dirmelo.
Il tatuaggio era ancora più evidente, era passato da quell'azzurro impercettibile e chiarissimo del primo mese, ad un celeste più vivo.
Ormai era impossibile non notarlo, mi disturbava mentre mi lavavo le mani, servivo i tavoli o scrivevo qualcosa.
Pensare al mio futuro mi recava un gran dolore, un vuoto che nessun bacio o carezza sarebbe riuscito a colmare.
Pensavo a tutti i modi possibili e immaginabili per dirlo a Trent, ma ogni ragione mi sembrava impossibile da credere.
Però lui era speciale, forse avrebbe capito e non mi avrebbe vista come una psicopatica.
Mi addormentai immersa fra le mie fantasie, con la solita inquietudine addosso.
 
***
Mi svegliai di soprassalto a causa della sveglia, quell'aggeggio insopportabile che mi ricordava di dovermi alzare.
Mi feci una doccia calda e mi vestii velocemente, mi lavai i denti, mi truccai e uscii solo dopo aver fatto colazione con dei biscotti al volo.
Heather e Sierra dormivano ancora, suscitando la mia invidia.
Presi le cuffie e selezionai la solita playlist, come ormai ero solita fare durante il tragitto verso il McLean's House.
Il caldo estivo cominciava a diradarsi, poiché l'autunno si faceva sempre più vicino.
Quando giunsi a destinazione, riposi il lettore mp3 nella tasca e salutai Zoey, poi mi misi al lavoro.
In quelle ore del giorno al bar venivano solo ragazzi e ragazzi giovani, o comunque non i pervertiti che seguivano gli spettacoli, quindi era più piacevole e meno imbarazzante.
"Come stai Gwen? Ti vedo un po' pensierosa, c'è qualcosa che non va?"
Mi domandò la rossa, ma scossi il capo.
"No, sono solo stanca".
Mi sorrise amichevole, poi tornò a lucidare il bicchiere di cristallo.
"Dovresti prenderti una pausa, lavori fin troppo e ne hai davvero bisogno".
"No, tanto fra un po' me ne dovrò andare".
Mi lasciai scappare quella frase, poi mi morsi il labbro.
"In che senso? Ti trasferisci?"
"Sì, vado a vivere in Australia".
Inventai la prima scusa che mi venne in mente, poi proseguii con gli ordini.
Stranamente sembrò crederci, di certo non potevo dirle di dover ritornare in paradiso, anche perché mi avrebbe presa per matta.
"La prossima settimana andrò in ferie, io e Mike visiteremo il Giappone...ma ci pensi? Non vedo l'ora che sia lunedì".
Mi suonò nuovo quel nome, così le domandai chi fosse.
"Oh, non te ne ho parlato?"
Le sue gote si tinsero di un rosso vivo, poi si grattò il collo.
"Ci siamo conosciuti a giugno e ci siamo innamorati, così abbiamo deciso di fare una vacanza insieme".
Mi incuriosì il suo racconto, così la spinsi a proseguire.
"Com'è? Descrivimelo".
Le sue labbra tinte si incurvarono in un sorriso.
"Fisicamente o caratterialmente?"
"Sotto entrambi i punti di vista".
I suoi occhi castani si illuminarono e quasi sembrava che brillassero.
"Beh, è alto, molto magro, ha la carnagione scura, i capelli neri e gli occhi castani.
Ha un carattere molto particolare, è divertente ma profondo allo stesso tempo e mi fa stare bene...l'unica pecca è che soffre di personalità multipla, quindi spesso rischia di cacciarsi nei guai".
Da come ne parlava si capiva che ne fosse davvero innamorata, proprio come me quando pensavo a Trent.
Ah, Trent...ancora un mese e si sarebbe trasferito in Francia, poi io sarei scomparsa e non l'avrei mai più rivisto.
Dovevo dirglielo prima che fosse troppo tardi, nonostante sapevo che mi avrebbe sicuramente reputata una pazza.
"Allora, quando arriva il mio cocktail?"
Strillò una voce irritante, così corsi al bancone a prepararlo: me n'ero dimenticata, completamente persa nei miei pensieri.
Servii l'acida donna, poi mi assicurai che non fosse arrivato nessuno di nuovo e tornai al bancone.
Mi rattristava vedere quelle coppie intente a scambiarsi effusioni, poiché sapevo che io e Trent non avremmo mai potuto essere così.
Essere un angelo era troppo difficile, dovevo spingere i terreni sulla retta via, condurli al paradiso, ma sempre senza provare alcun sentimento per loro.
Forse per la maggior parte dei miei colleghi era semplice, ma per me no.
Scossi il capo e ripresi il lavoro, cercando di trattenere le lacrime che sarebbero sgorgate di lì a poco.
Mi trattenni più che potevo, ma non ci riuscii e dissi a Zoey di sostituirmi, inventando di sentirmi poco bene.
Non era così lontana dalla realtà come bugia, di certo non stavo bene e si vedeva, nonostante cercassi in tutti i modi di celare la mia sofferenza.
  
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