Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: xdennx    25/08/2016    1 recensioni
Denise Harris che ha vissuto fino ai suoi diciassette anni a Detroit, negli USA, in un clima di pericolo e criminalità che però a lei piace, viene costretta a trasferirsi a Londra, in un quartiere di Westminster dal padre che insegue il suo amore: una modella conosciuta per caso in un bar sull'8 Mile. La ragazza con strane ossessioni verrà catapultata in un universo così uguale ma così diverso da quello che conosce lei, facendo nuove conoscenze e facendo sbocciare amicizie e amori insani, pericolosi e che potrebbero portarla alla pazzia...
Genere: Demenziale, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Perché non ce lo racconti?» le chiese il suo amico, seduto a terra davanti a Lei. Lo osservò con attenzione: i capelli biondi che a inizio serata erano perfettamente tirati su con il gel ora erano scompigliati e ricadevano sulla fronte sudata del ragazzo, le gambe incrociate, il gomito appoggiato ad una di esse con la mano che sosteneva la testa, il viso in ombra. Era questo che Lei faceva, osservava tutto quello che le stava intorno. Il biondo la incitò a cominciare il racconto ma Lei si limitò a scuotere leggermente la testa per far ricadere alcune ciocche dei lunghi capelli rossi davanti al suo viso lentigginoso e abbassò lo sguardo verso le sue mani congiunte.

In quel momento tutti i ricordi di quella sera la travolsero come uno tsunami travolge le case costruite in prossimità del mare. Si ricordava perfettamente di quella notte di ottobre del 2002, la tempesta andava peggiorando al di fuori della sua umile casa, Lei stava nascosta tra le confortanti braccia materne sul divano davanti al camino nel salotto. Aveva paura dei tuoni, forti come se stessero esplodendo delle bombe. La madre le recitava la sua canzone preferita nel tentativo di tranquillizzare la figlia tremante. «Well you only need the light when its burning low...»

In quel momento, delle botte molto forti si sentono al portone. Ricordava perfettamente la voce impaurita con la quale aveva chiesto a sua madre che cosa fosse quel rumore spaventoso, ricordava bene anche il dolce e rassicurante tono che aveva la voce della madre mentre le assicurava che non fosse nulla. «Only miss the sun when it starts to snow...»

Ancora botte, ancora più forti. La bambina tirò fuori la testa da sotto la coperta per ascoltare meglio, intanto si guardava intorno e scrutava minuziosamente la stanza buia illuminata solo dal fuoco del camino e dai fulmini dell'esterno. La madre non smetteva di cantare. «Only know you love her when you let her go...»

La voce melodiosa della madre riempiva la stanza accompagnata dai tuoni che ogni tanto le coprivano le frasi. Ma Lei sapeva che c'era qualcosa che non andava, sentiva che quelle botte al portone non fossero causate solo dal vento forte.

Ad un tratto la porta si ruppe e cadde a terra con un tonfo assordante. Lei ricordava l'urlo di terrore che le si soffocò in gola quando sulla soglia vide un grosso uomo in controluce così che fosse irriconoscibile. Egli entrò in casa a passi pesanti, si guardava intorno con aria arrabbiata e Lei capì che era pericoloso. Scivolò silenziosamente a terra dal divano e vi si nascose di fianco. La madre si alzò, si girò verso l'omone che si stava avvicinando a passi lenti e, tremando, chiese con voce flebile l'identità dell'uomo che per risposta fece una risata macabra.

L'uomo si avvicinò ancora di più alla donna che cominciò ad indietreggiare. Lei si ricordava il grido disperato della madre quando lo sconosciuto la prese per un braccio e la sbatté al muro con violenza. Intanto la tempesta sembrava solo peggiorare, ora pioveva in casa a causa del portone non più al suo posto, i tuoni erano aumentati, sia di frequenza che di intensità e ormai l'esterno dell'abitazione era sempre illuminato da continui fulmini che si scagliavano a terra con un forte rumore e dai lampi. Si sporse un po' per vedere che stava succedendo tra l'uomo e la madre: la donna era premuta contro il muro, la testa voltata di lato con gli occhi chiusi e una smorfia di terrore. Anche l'uomo aveva il viso voltato verso la luce del fuoco e Lei riuscì a vederlo. Aveva gli occhi fuori dalle orbite, sussurrava qualcosa di sicuramente spaventoso con i denti digrignati, sembrava appena uscito da un ospedale psichiatrico ma questo Lei non poteva saperlo, aveva solo tre anni.

Dopo pochi minuti che a Lei sembrarono ore, un'altra sagoma scura si presentò davanti alla porta. Questa volta, però, ella poté facilmente riconoscere suo padre in piedi sulla soglia, Lei si sentì salva. Ma questa sensazione durò poco, perché lo sconosciuto si girò di scatto verso il padre al solo sentire il suo respiro pesante. Egli infatti aveva visto qualcuno sfondare la porta ed entrare in casa dalla fine della strada e aveva cominciato a correre il più velocemente possibile per raggiungere la moglie e la figlia sole.

La bambina quasi non si accorse di quello che stava succedendo. L'intruso si avventò su suo padre e lo fece cadere a terra con Lui sopra. Cominciò a scagliare pugni contro il viso dell'altro uomo che era bloccato dal peso del primo. Vide la madre andare verso di loro, ricordava gli urli disperati di Lei che cercava di tirare via il matto dal marito afferrandolo per la maglia, con scarsi risultati. Lei si schiacciò ancora di più al divano, come se volesse sprofondarvici dentro e le manine si infilarono sotto di esso toccando qualcosa di freddo e ruvido al tatto. Afferrò l'oggetto misterioso e lo tirò fuori riconoscendolo subito: una pistola.

Pochi giorni prima, il cugino carabiniere gli aveva fatto vedere una di quelle, gli aveva spiegato a cosa servisse. Aveva ancora fresche le spiegazioni così fece la prima cosa che le venne in mente. Uscì fuori dal nascondiglio impugnando la pistola con entrambe le mani, imitò gli attori dei film polizieschi che il padre guardava tutti i venerdì sera e chiuse un occhio. Puntò all'uomo sopra al padre e premette il grilletto. Ricordava l'adrenalina che le aveva messo il trovare la pistola, ricordava il rinculo prodotto da essa, ricordava il forte rumore dello sparo, ricordava l'uomo che cadde di lato lasciando libero il padre con il viso quasi distrutto.

La madre guardò prima l'uomo con la maglia zuppa di sangue e poi la figlia che teneva ancora la pistola puntata. Aveva gli occhi sgranati, boccheggiava, le parole le morivano in bocca. 
«Ci sei?» la voce del biondo la riportò alla realtà, Lei sorrise appena e si scostò i capelli rosso fuoco dal viso. Portò il suo sguardo su di Lui, che la stava guardando curioso.

Scosse la testa. «Magari un'altra volta.» 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: xdennx