Fumetti/Cartoni americani > Batman
Segui la storia  |       
Autore: jaybird    25/08/2016    0 recensioni
« Ehy, baby bird.
Quanto tempo è passato dal nostro ultimo incontro? Da quando ti ho /sfiorato appena/ il collo? O da quando ho avuto la /premura/ di dirti quanto facevi schifo con il tuo attuale costume? »
« Jason. »
E sembrava esserci Dick, sempre pronto a rovinare i momenti più divertenti— specialmente se poi Timothy non sembrava avere le palle per rispondere al fare strafottente e sarcastico di Red Hood. O, forse, era semplicemente più maturo del maggiore?
Genere: Comico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bat Family, Dick Grayson, Jason Todd, Tim Drake
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non aveva senso continuare ad essere arrabbiati per una cosa che doveva apparirgli come una cosa totalmente indifferente. Specialmente se poi riguardava il pessimo comportamento di Jason Todd. Insomma, Jason era sempre stato indecifrabile, persino per Bruce.  Non si poteva mai capire pienamente se, nell’affermare determinate cose, fosse serio, oppure si limitava a prenderti solo in giro.  Eppure riusciva sempre a mantenere un’aria impersonale e impenetrabile, come quella di un soldato sotto le armi— ma quando puntualmente apriva la bocca, sembrava far crollare totalmente quella facciata di una persona apparentemente composta e diligente— mostrandosi per quello che era veramente: un idiota irritante, che sembrava essere obbligato a costruirsi un teatrino per mettere in mostra una delle sue solite, squallide, scenate farsesche.
Non poteva capire Jason.
Non c’era motivo per cui doveva per forza capire che cosa gli passasse realmente per la testa.
Non poteva realmente chiedersi del perché, Jason Peter Todd, fosse quel che fosse.
Non c’era proprio alcun motivo nel sentirsi frustrati, in qualche modo.
Timothy Jackson Drake, datti un senso. 
Dare anche solo una misera, minuscola, insignificante checché abbastanza insulsa considerazione di tutto quello, poteva solo significare che c’era un qualche stupido, stupidissimo e malatissimo, interesse in Jason— err, come dire? No, grazie.

« Cerca di calmare quelle sopracciglia, babybird. »

E solo dopo aver sentito quel fastidiosissimo  tono di voce, ricoperto da quel solito tono insopportabile e pungente, Timothy, andò ad accorgersi di essersi concentrato talmente tanto, su quel groviglio di pensieri, da aver corrucciato le sopracciglia con un fare  quasi sdegnato, se non irritato, proprio verso la figura con addosso quel ridicolo casco rosso. E come poteva rispondere, il minore, a quel commento del tutto insensato? Ma, ovviamente, con un maggior increspamento delle sopracciglia, senza andar corda al maggiore.
Aveva decisamente scelto il momento sbagliato per lasciar libera la propria curiosità che, ora come ora, come tutte le volte, necessitava di essere placata e nutrita. Ma come poteva fare? E, soprattutto, perché continuava a pensarci proprio ora? Proprio nel bel mezzo di una missione?
Erano passate svariate settimane da quando aveva avuto la sfortuna di dover aver a che fare con Jason e con la sua parte un po’ troppo disinibita  che, sinceramente, Timothy, avrebbe fatto a meno di scorgere e, per sua sfortuna, dover immortalare nella sua memoria.  Erano passate svariate settimane da quando aveva iniziato a pensare e a tormentarsi con quella medesima curiosità, su quelle patetiche domande che non sembravano avere una qualsiasi spiegazione. Erano svariate settimane che, sinceramente, sperava di finire giù da uno degli edifici di Gotham.

« Hai capito cosa devi fare? »
« Entrare nell’edificio e chiedere ai cattivoni se, nel caso avessero finito di contrabbandare le armi in questione,  avessero voglia di bere qualcosa in quel simpatico bar in fondo alla strada— quello dall’aria sinistra e poco raccomandabile. »
« Si, certo. »

Perché provarci? Perché provare anche solo a voler arrabbiarsi per uno come lui? Era inutile provare a partorire un discorso sensato, con risposte sensate alle sue semplici domande— e prima Timothy lo avrebbe capito, prima avrebbe evitato un ulcera. Come avrebbe potuto fidarsi, poi, di un simile individuo? Ricordiamoci che aveva pur sempre tentato di  ucciderlo. E poi Jason era famoso soprattutto per il suo NON gioco di squadra, Red Robin non aveva la più pallida idea se, l’altro avesse anche solo provato ad aiutarlo nel caso le cose si mettessero male— in realtà, non si sarebbe sorpreso affatto nel caso Jason gli urlasse un ‘’cavatela da solo’’. Era stupido continuare a pensare a tutte quelle cose, vero? Ci sarebbero cose che sarebbero successe e altre no… ma non poteva correre il rischio di venir intralciato, e quindi rovinare l’intera missione, solo da una persona poco sicura e poco prevedibile come Jason Todd. 

« E’ meglio se ci penso solo io. »

Tuona, con fare fermo, dopo aver preso un grosso respiro, facendo un passo in avanti, così da avvicinarsi al bordo della terrazza dell’edificio. Forse era meglio se ci pensava da solo, giusto? Insomma, erano cose che aveva già fatto da solo e, per quanto fosse strano dirlo, un semplice contrabbando di armi, per lui, era una cosa da routine.

« Non pensavo fossi un esibizionista. »

Commenta, Jason, da dietro il casco rosso, senza nascondere la sua ironia, andando ad osservare l’altro, che si accingeva a prendere il rampino dal taschino della cintura. Forse Jason avrebbe dovuto fermarlo, dirgli ‘’ehy, ci sono anche io qui, pronto a dare una mano’’ – ma, beh, avrebbe dovuto pensarlo veramente, prima. Entrambi rimangono in un silenzio che riempie un paio di secondi, mentre lo stesso Jason si limita a scrollare le spalle.

« Fai come ti pare. Non penso nemmeno di venir pagato per fare una cosa del genere— quindi, accomodati pure.  »

Chi poteva essere il più stupido? Jason che si mostrava disinteressato nell’impulsività altrui, oppure era Timothy, con quell’atteggiamento da bambino presuntuoso? Che cosa avrebbe voluto dimostrare, poi? Era ovvio che l’aiuto del più grande sarebbe stato decisamente  utile e, odiava ammetterlo, Jason era più bravo e più esperto di lui— ma, beh, ormai c’era di mezzo l’orgoglio e la testardaggine.
L’invito di Red Hood venne colto all’istante, tant’è che, senza aggiungere altro, Timothy sparò il rampino, andando ad agganciarlo sul tetto dell’edificio davanti, quello che avrebbe dovuto attaccare da solo e Jason non sembra nemmeno provare a seguirlo. Perfetto, no? Era quello che aveva preteso, dopo tutto— eppure sentiva che qualcosa sarebbe andato storto; se non ora, di sicuro dopo con Bruce. O peggio, con Dick.

                                                                                                    ***

C’era un odore forte, misto a ferro e di fognature, mentre poteva sentire chiaramente del brusio dall’interno del fabbricato. Era sceso dal detto e, chissà perché, ebbe l’istinto di puntare lo sguardo verso il tetto da cui si era lanciato prima— Jason era sparito. Beh, era ovvio. Dopo tutto, gli aveva detto che poteva pensarci da solo, quindi che importava? E, soprattutto, perché stava pensando dove fosse andato, ora? Scosse la testa, volendo scacciare quei pensieri, mentre l’aria sembrava farsi sempre più pungente. Si guardò in torno, sbirciando da dietro gli angoli dell’edificio, senza trovare una sentinella che facesse da guardia, il che poteva essere sospetto— o forse, questi malviventi, erano solo un branco di idioti sicuri di poter farla franca.
Ora, serviva un nuovo piano: sarebbe entrato da qualche finestra aperta, e si sarebbe occupato di quanti più malviventi possibile, prendendoli alla sprovvista, da dietro le spalle— ma era anche abbastanza appurato che nel caso lo scoprissero subito, si sarebbe ritrovato con più di mille proiettili che gli venivano addosso— e, ricordiamoci che in quel capannone, era pieno di armi. Si stava già pentendo di essersi comportato in quel modo stupido? Era ovvio che serviva più di una persona per quella missione. Avrebbe potuto chiamare Bruce? O Dick? Ma non lo allettava il dover spiegargli che cosa fosse successo con Jason.
Un rantolo viene represso in gola, prendendosi un secondo, per poi andare a tirare un grosso respiro. Era irremovibile sulla sua stupida decisione: meglio beccarsi mille proiettili piuttosto che richiamare Jason.
Ancora nascosto in quell’angolo, inginocchiato a terra, attaccato al legno marcio dell’edificio, Timothy Drake, prese un altro grande respiro prima di————— sentire le sirene della polizia?

« Ma che—?  »

Il brusio all’interno del fabbricato si fece più rumoroso; anche i balordi che erano lì dentro avevano sentito l’arrivo della polizia. Ma la domanda principale era: come diamine aveva fatto la polizia di Gotham a sapere che c’era un traffico di armi? Bruce stesso lo aveva intercettato solo quella sera. Che lo avessero scoperto da soli? Certo, sarebbe stata la risposta più ovvia: erano poliziotti, era il loro lavoro— ma il tutto sembrava essere decisamente strano  a prescindere. C’era qualcosa che non quadrava.
Distratto dalle volanti, ancora un po’ troppo distanti, si apre il portone del fabbricato e un susseguirsi di urla e di comandi, che dicevano di scappare, di andare altrove e, poi, un ruggito di un grosso motore: un camion che parte, quasi non sfonda quelle stesse porte ( sicuramente carico con quante più armi erano riusciti a sistemare ), e che tenta la fuga.

« Merda!  »

Nel giro di pochi secondi, la missione sembrava stare per concludersi nel modo più imprevedibile ed inaccettabile che avesse anche solo potuto poter pensare. Le volanti della polizia arrivano: alcune frenano bruscamente, altre seguono il camion— e Tim? Tim si sentiva un idiota. Scattò, dopo una manciata di secondi, staccandosi dall’edificio, mentre con il rampino cerca di poter raggiungere e aggrapparsi al veicolo in fuga, ancora non  troppo  lontano. Nel frattempo non poteva fare a meno di chiedersi che cosa diamine fosse successo. Nel frattempo e sirene della polizia continuano ad urlare, mentre i malviventi in fuga, decidono di aprire il fuoco; qualche proiettile colpisce una volante della polizia, facendola rimanere indietro, mentre Red Robin, tenta di fare un piano per l’attuale situazione. Avrebbe potuto arrampicarsi sul camion, sino a raggiungere la cabina e mettere K.O il guidatore. Sì.
Forse era un po’ brutto dirlo, ma ora che le cose erano peggiorate, sembrava quasi aver avuto un piano migliore di quello precedente.  
Nel mentre parte un altro colpo di pistola e la seconda volante della polizia viene lasciata indietro, Red Robin, prende a scalare il grosso carico del camion, intravedendo la strada davanti a lui— ancora qualche metro, e avrebbe raggiunto la cabina del guidatore.
E poi, un altro sparo. No, non quello di una pistola, sembrava uno scoppio. Il camion perde improvvisamente il controllo, finendo con l’andare a sbattere contro un negozio della città. Vetrina sfondata e, gli uomini che erano posto di guida, quasi non andarono a schizzar via dal finestrino. Lui aveva solo avuto la fortuna di rimanere attaccato con il rampino.
Le sirene della polizia si stavano di nuovo avvicinando.
Svelto, scende dal camion, quei balordi rantolavano qualcosa: erano ancora vivi.
Non ci volle un genio a capire che una gomma era scoppiata— la domanda era: da cosa? Che ci fosse stato qualcosa in mezzo alla strada? Quasi istintivamente, Timothy alza gli occhi verso le alte palazzine che aveva intorno, notando, su uno di questi, un casco rosso piuttosto inconfondibile.

« —— Jason?  »

Quasi bisbiglia, tra se e se, non sapendo se essere arrabbiato ed infastidito oppure— sollevato? Per lo meno, in un modo o nell’altro, questa faccenda si era chiusa, finalmente. Le auto della polizia erano arrivate sul posto, tanto valeva defilare, ci avrebbero pensato loro. Tirò fuori il rampino.

« Jason, che diavolo ti è saltato in testa?  »

In una frazione di secondo, si ritrovò a scavalcare l’ennesimo cornicione dell’ennesimo edificio della città, solo per poter ritrovarsi, nuovamente, faccia a faccia con quell’individuo che sembrava aver— ‘’risolto la situazione’’?

« Si, ok. Non c’è di che.  » risponde, l’altro, semplicemente, con fare sornione, andando a  togliersi il casco.
« Non ti ho chiesto niente. Avevo tutto sotto controllo.  »
« Sotto controllo? Allora immagino che dietro a quell’edificio, stessi meditando.  »
« Stavo solo pensando come procedere. Non siamo tutti menefreghisti come te, Jason. »
« Ma i cattivoni li ho fermati io. »
« Sarebbero potuti morire. Io avrei potuto morire. »

Quasi istintivamente, come se avesse detto la cosa più divertente del mondo, Jason si fa scappare uno sbuffo divertito. Davvero, quale altra reazione si poteva aspettare da uno come lui?  Ma è in quel preciso istante che Timothy ebbe una reazione tutt’altro che prevedibile: di scatto, finì con l’andare dritto dritto verso Jason, afferrandolo per quella giacchetta di finta pelle, stringendolo, come per trattenersi nel mollargli un pugno che, sì, avrebbe desiderato dargli. Ma Jason non accenna minimamente a ribellarsi.

« … sei proprio un— »
« Oh, sì, ti prego: fallo, babybird. Muoio dalla voglia di vedere se ne hai davvero il coraggio. »

Non era facile far perdere il controllo a Timothy. Si potevano contare, a malapena, sulle punta delle dita, tutte le volte in cui si era arrabbiato veramente. Ma avrebbe dovuto infastidirsi del fatto che Jason avesse riso a quella sua constatazione, invece che infuriarsi per quel fare strafottente, meschino e disinteressato. E poi, a seguire, quel commento quasi rauco, con quell’espressione sghemba, di uno che sembrava aspettare solo di venire colpito in piena faccia, guadagnandoci solo il fatto di aver fatto perdere il controllo a Timothy— e no, quella soddisfazione, lui, non gliela avrebbe mai data.
Faticò a reprimere un ringhio, decidendo di andar a lasciare la presa sul giacchetto, restando con accigliato in volto, prendendo nuovamente una certa distanza.

« Hai chiamato tu la polizia, non è vero? »
« Beh, sembravi uno di quelli che si pentono di  non aver voluto una mano da un tizio con un casco rosso. »
« Devi sempre dire cose stupide? »
« Fa parte del mio charme. »
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: jaybird