Guardavo il suo corpo inerme disteso su quel letto, il suo viso era stato ripulito dal sangue ma alcune ciocche di quei capelli ramati erano ancora colorati di rosso.

Non sono stato in grado di proteggerti, gli sussurro all'orecchio.

Ho perso la mia squadra e per poco non perdevo anche lei.

I dottori dicono che è stata fortunata, se il Titano Femmina avrebbe messo più forza nello scaraventarla contro l'albero, a quest'ora lei sarebbe morta.

La porta si spalancò interrompendo i miei pensieri e facendomi allontanare immediatamente da lei.

"Petra, bambina mia" dice suo padre avvicinandosi a lei.

Conosco il suo dolore, vedere qualcuno che ami in fin di vita, ma almeno lei ha qualche speranza.

Stavo per andarmene, non volevo rovinare quel momento, ma il signor Ral mi fermò.

"Caporale Levi questa me la inviata Petra qualche giorno fa" dice porgendomi una lettera.

"Diceva sarebbe stata devota a lei" continua "credo che prova qualcosa per lei signore".

Non rispondo, mi limito solo a spostare lo sguardo su di lei per osservarla.

Torno a guardare l'uomo che mi invitava con lo sguardo a prendere la lettera.

La presi ed uscì, andai a vedere come stava Eren.

Era ancora scosso per quello che è successo, ha lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi sgranati.

Mi avvicinai a Mikasa, che era seduta sulla sedia accanto al suo letto.

"Come sta?" gli domandai.

Lei senza alzare gli occhi su di me, mi rispose " è così da quando siamo arrivati".

Sospirai immergendomi nei ricordi.

I cadaveri dei miei compagni, il pensiero che il Titano Femmina stava per uccidere Petra, la persona a cui tengo di più.

"Come sta Petra? Ho sentito che ha poche speranze" la voce di Mikasa mi riporta alla realtà.

"Ce la farà!" affermo.

Sì, lei sopravviverà.