Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: YukiWhite97    26/08/2016    1 recensioni
Storia ambientata sei anni dopo la fine del film.
Elsa è ormai regina e governa sul regno di Arendelle con saggezza, nonostante la giovane età. La ragazza però si porta dietro un segreto che l'ha profondamente segnata, di cui solo Anna e Kristoff sono a conoscenza. Questo segreto le viene ricordato ogni qualvolta che guarda negli occhi il figlio Helge, principe illegittimo avuto da un uomo sconosciuto.Il suo cuore verrà messo nuovamente alla prova quando farà la conoscenza di Jack Frost, spirito dell'inverno e dotato come lei di poteri sensazionali.
Cosa si nasconde dietro l'apparente perfezione della regina dai poteri di ghiaccio?
E la sua famiglia riuscirà a rimanere unita dinnanzi a tutte le minacce che incomberanno su essa?
.
Jelsa - Kristanna - Accenni Helsa
ATTENZIONE: Alcuni capitoli potrebbero salire al rating giallo
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12 - Come una famiglia

Sei anni prima ...

In un modo o nell'altro, la vita era andata avanti. Elsa sapeva di non avere scelta, non poteva di certo lasciarsi andare alla paura o alla tristezza, dopotutto aveva un regno da governare. E di lì a poco avrebbe avuto anche una responsabilità più grande. Oramai tutti ad Arendelle sapevano della sua gravidanza e riguardo ciò si erano cominciate a vociferare tante cose. Elsa però aveva cercato di non farci caso, nonostante alcune di queste chiacchiere la ferissero profondamente. Niente però era paragonabile al dolore che si portava dietro da mesi: Hans. Lui non sapeva e non doveva sapere del figlio che aspettava. Ma i suoi sentimenti erano ancora forti, nonostante tutto, e ciò la feriva ulteriormente. Fortunatamente non stava vivendo quella situazione da sola: anche sua sorella Anna aspettava un bambino e le era stato accanto. Elsa però la invidiava silenziosamente, lei era fortunata, aveva accanto a sé un uomo che l'amava e con cui avrebbe formato una famiglia. Lei invece cosa sarebbe stata? Una regina senza un  matrimonio e con un figlio illegittimo avuto dal principe di un altro regno.
Oramai doveva essersi abituata a questo lungo appellativo. E al pensiero che tra poco sarebbe diventata madre, tremava. Non aveva idea di come affrontare ciò, né di quello che sarebbe successo dopo. E continuava a chiedersi fin quando la paura l'avrebbe tormentata.
Anna invece viveva molto diversamente la situazione. Non stava più nella pelle, la gravidanza l'aveva resa raggiante oltre che ancora più vogliosa di cioccolato, soprattutto la notte, per la gioia di Kristoff. 
Si era fatta cucire appositamente una miriade di vestitini di vari colori diversi e  adesso li osservava con gli occhi lucidi.
"Oh, come sono carini! - esclamò - ma ci penso che qui dentro può entrarci un bambino tanto piccolo? Sono sicura che le staranno benissimo"
"Lui" - aggiunse Kristoff.
"Lei - ripeté la principessa - sono sicura che sia una femmina, me lo sento. Vuoi fare una scommessa?"
Lui però si sollevò leggermente, sfiorando le sue labbra con le proprie.
"Non scommetto che con mia moglie". Anna rise arrossendo.
"Oh, oh certo..."
Era già parecchio tardi ed Elsa avrebbe dovuto dormire, ma non ci riusciva. Era stesa nel letto al buio, con gli occhi spalancati  verso l'alto e una mano poggiata sul ventre. Quando il bambino prendeva a scalciare diveniva difficile anche stare stesa.
"Ti prego - sussurrò - non è che mi lasceresti dormire?"
Per un attimo Elsa sentì di essere stata ascoltata. Ma per tutta risposta le arrivò un calcio, ancora più forte dei precedenti. Dal dolore fu costretta a tirarsi su.
"Accidenti - ansimò - questo era piuttosto forte..."
Dopodiché gliene arrivò un altro, seguito da un'altro ancora. La regina dovette rendersi conto che quelli non fossero calci, bensì contrazioni.

"Dobbiamo ancora pensare ad un nome" - bisbigliò Kristoff ad Anna.
"Oh, giusto - rispose lei nervosamente - forse però potrei pensarci io..."
"Perché? - domandò - non vuoi che ci pensa io?"
"No, no, è solo che... non vorrei che scegliessi un nome strano.."
"Strano io? Ma per chi mi hai preso? Guarda che io ho molto gusto!"
"Oh, ne dubito" - fece alzando gli occhi al cielo.
In quel momento i due udirono bussare alla porta. Era Elsa, della quale non riuscirono a vedere la sua espressione indescrivibile.
"Scusate se vi disturbo. E' che..."
"Scusa una attimo, Elsa - la interruppe Kristoff - come sarebbe a dire "ne dubito"? Mi stai prendendo per uno stupido?"
"Oh, smettila, non sto dicendo che sei stupido, ho detto solo che voglio pensarci io!"
"Ma il figlio è di entrambi, abbiamo il cinquanta per cento di scelta l'uno!"
"Ah, adesso ti sei messo a fare matematica, ma pensa!"
Elsa a quel punto corrugò la fronte. Quei due non l'avrebbero ascoltata mai continuando così. Quindi strinse i denti.
"RAGAZZI!" - esclamò. Anna si voltò di scatto.
"Cosa?"
La regina prese un lungo respiro.
"Non ne sono sicura, ma credo che il bambino stia per arrivare" Nell'udire quelle parole, Kristoff ed Anna saltarono immediatamente in piedi.
"Hai dolore da qualche parte? - chiese immediatamente la principessa - vuoi stenderti? Vuoi  un bicchiere d'acqua?"
"Non sto proprio benissimo - gemette - e non voglio nulla, voglio solo stendermi. Vi prego chiamate il medico di corte... qualcuno..."
"Oh, d'accordo, d'accordo - fece la sorella sorreggendola- ti accompagno io"
Poco dopo Anna accompagnò la sorella nella propria camera. Elsa si rese conto che più il tempo passava e più le contrazioni divenivano ravvicinate e intense, provocandole dolore. Respirava profondamente, lasciandosi andare a dei gemiti quando il dolore diveniva insopportabile.
"Tranquilla sorellina! - lan rassicurò Anna - andrà tutto bene, vedrai! Io e Kristoff non ci allontaneremo un attimo per assicurarci che sia tutto ok!"
"Ah... vi ringrazio" - sospirò
"Anna - sussurrò Kristoff - sicura che sia il caso?"
"Oh, sta tranquillo, dobbiamo solo fare da sostegno morale. E poi non posso non essere presente a questo momento importante nella vita di mia sorella"
Anna aveva appena finito di parlare, che immediatamente fu colta da un malore che la costrinse a far fuoriuscire un lamento.
"Anna?" - domandò il biondo.
"E' tutto apposto - disse sorridendo - ho solo... qualche... strano dolore... oh, molto forte in effetti, ma non preoccuparti, sono sicura che passerà..."
"Anna, sei sicura?" - domandò Elsa.
"Certo! Niente può abbattermi... ah!" - esclamò costringendosi a piegarsi.
"Non sforzarti! - disse Kristoff - hai le contrazioni anche tu? Ma non sei in anticipo?"
"Forse il bambino ha deciso di nascere adesso!" - esclamò.
"Non posso crederci, anche tu?! Avanti, andiamo... ti accompagno a stenderti"
Elsa tirò un lungo sospiro.
"Kristoff, sai questo cosa significa? Che i bambini nasceranno entrambi stanotte"
"Beh, grazie per avermelo ricordato!" - rispose agitato. Il biondo accompagnò la principessa nella propria camera, la quale però, abbastanza sicura di sé, affermava di non avere bisogno del suo aiuto.
"Kristoff, dovresti andare da Elsa"
"Cosa? Come? Non posso lasciarti qui da sola!"
"Avrai tutta la vita per stare con me, Elsa in questo momento ha bisogno di qualcuno e l'unico sei tu. Ti prego... fallo per me..."
Kristfof, combattuto, si guardò intorno.
"D'accordo, starò con entrambe allora. Anche se non so ancora come - si avvicinò, dandole un bacio in fronte - torno subito"
Possibile che il più nervoso dei tre dovesse essere proprio lui?
"D'accordo - si disse-  calma Kristoff, hai affrontato situazioni ben peggiori. Devi solo tenere compagnia ad entrambe. Elsa?"
"Kristoff, che fai qui? Dovresti essere con mia sorella"
"Lo so, ma lei vuole che stia con te"
"Oh - fece alzando gli occhi al cielo - tipico di Anna...". La regina si interruppe, colta da un malore atroce.
"Va bene, va bene!-  esclamò Kristoff, andandole incontro e stringendole la mano - passerà, respira, respira!"
"Kristoff!" - esclamò la voce di Anna dall'altra parte.
"Arrivo! Elsa, tutto bene adesso?"
"Sì, vai" - si lamentò. Correndo letteralmente, il biondo raggiunse la moglie.
"Anna" - ansimò. La principessa aveva uno sguardo sofferente.
"Hey... mi sono resa conto che in realtà è più doloroso di quel  che sembra"
"Beh, era ora" - fece allargando le braccia.
"Però voglio che torni da lei"
"Che cosa?! Accidenti!". Due secondi dopò, scivolò immediatamente nella camera della cognata.
"Tutto bene?" - domandò.
"No - ansimò - il medico dice che tra poco dovrò iniziare a spingere e non so cosa mi aspetta"
"Non dirlo a me" - fece portandosi una mano sulla testa.
"Devi andare da Anna"
"Che cosa?! E' l'ennesima volta che faccio avanti e indietro"
"Kristoff, sono la tua regina e sono in travaglio, quindi se non vuoi che ti  congeli va da lei!"
"Va bene, va bene" - piagnucolò. Anna si sorprese un po'nel vederlo tornare.
"Kristoff?"
"Non drimi niente, mi ha cacciato!"
"Oh, orgogliosa fino all'ultimo. Comunque se ti interessa ci siamo quasi"
"Vi siete accodate per farmi impazzire?! Che devo fare?!"
"Torna da lei e restaci!"
Kristoff ebbe l'impressione di avere una crisi di nervi. Borbottando, corse di nuovo verso Elsa, con il fiato corto.
"Elsa, so che mi avevi cacciato, ma Anna insiste..."
Quando incrociò il suo sguardo, egli si rese conto che Elsa doveva essere davvero spaventata come diceva. Dopotutto era sola, inesperta e fragile.
"Mia sorella è proprio testarda - disse sorridendo - ma è giusto che tu le stia accanto, la ami e io  non voglio che perdi un momento tanto importante"
"Ma Elsa..."
"Va tutto bene - lo tranquillizzò - me la caverò..."
Kristoff fece un cenno con il capo, allontanandosi poi con lo sguardo basso. Quando tornò da Anna, si rese conto come questa fosse in procinto di spingere.
"Kristoff"-  chiamò.
"Anna! - esclamò - tua sorella mi ha detto di stare qui"
"Lo so... - sussurrò- ammetto che un po' sono sollevata... fa parecchio male..."
"Lo so, lo so - disse stringendole la mano - puoi stare tranquilla tesoro, sono qui"
Anna iniziò a spingere e man mano che il tempio passava, diveniva tutto terribilmente doloroso. Passò un po' di tempo, non seppe quanto in realtà.
"Non ce la faccio più" - ansimò ad un tratto.
"Dai Anna, resisti ancora un po'!"
"E' tutta colpa tua, brutto idiota! Tu mi hai messo incinta"
"Ecco che cominciano gli insulti... me lo aspettavo"- sospirò. A quel punto Anna strinse maggiormente la sua mano, lasciandosi andare ad un gemito prolungato. Quando prese il respiro, udì un vagito.
"Congratulazioni - disse il medico - è una bambina, perfettamente sana"
"Una... una bambina? - chiese Kristoff - ho una figlia?"
Anna sorrise con gli occhi lucidi, allargando le braccia e prendendo la piccola, stringendola.
"Oh, ciao, benvenuta piccola! Kristoff, avresti perso la scommessa"
"Sì - sussurrò afferrandole una mano - com'è bella... aveva davvero fretta di conoscerci"
"Già - disse ridendo - Mi spiace per gli insulti di prima"
"Non fa niente - disse facendo spallucce - credo sia normale"
"Sai... io credo che dovresti tu a scegliere il nome"
"Io? Ma io non so cosa scegliere, fallo tu!"
"Sono sicura che farai al scelta giusta"- affermò sorridendo.
Kristoff si guardò intorno. Quale nome sarebbe potuto essere adatto pe la sua dolce bambina? Poi una luce attirò la sua attenzione. Andò verso la finestra: l'Aurora Boreale aveva tinto il cielo di verde e bianco, un po' come una sorta di augurio. Lì gli venne un'idea.
"Aurora - sussurrò - Aurora sarà il suo nome"
"Aurora? - domandò - è un nome bellissimo e anche adatto. Benvenuta piccola Aurora". In quel momento,  Anna sussultò nell'udire un vagito provenire dalla camera accanto.
"Elsa!"- esclamò.
"Va tutto bene, vado io" - disse prendendo Aurora in braccio .
Quando tornò da Elsa, vide quest'ultima, stanca, con un fagottino poggiato sul seno.
"Emh, emh - fece sgranchendosi la voce - ciao neo mamma... e anche neo zia..."
"Kristoff - sussurrò - quello è... tuo figlio...?"
"In realtà è una femmina"
"Oh.. com'è... bella"
"Ti ringrazio .E lui...?"
Elsa accarezzò i capelli biondissimi del piccolo, il quale stava dormendo beatamente.
"Non pensavo si potesse amare così tanto un essere umano. Anche se è stato del tutto inaspettato, anche se è stato concepito nel peggiore dei modi, anche se  è suo figlio... Non posso non amarlo"
"E' normale che sia così. Come lo chiamerai?"
"Credo che lo chiamerò... Helge... è un nome fortunato. E di fortuna gliene servirà... tanta" Aveva detto queste parole guardando il bambino, come se stesse parlando con lui. Aveva avuto paura, era stata male. Adesso era felice, ma sapeva che il difficile sarebbe iniziato proprio adesso.


Elsa aveva passato tutta la notte a vegliare su Helge, il quale non accennava ancora a svegliarsi. Aveva pensato a lui e alle parole che Jack le aveva detto. Perché mai prendersi tante responsabilità? Non poteva davvero credere al fatto che fossero destinati, non pensava neanche che fosse possibile.
Continuava a domandarsi perché non poteva avere una vita normale.
Stava quasi per addormentarsi, quando un gemito catturò la sua attenzione. Helge teneva ancora gli occhi chiusi, ma si era mosso. Ella si avvicinò immediatamente, accarezzandogli il viso.
"Helge" - sussurrò. Nel sentirsi chiamare, il principe aprì pian piano gli occhi, ancora terribilmente stordito.
"Madre...?" - mormorò.
"Oh, sei sveglio finalmente - sospirò - non sai quanto sono felice"
"Cosa... è successo?"
"Hai perso i senti. Ma adesso è tutto apposto, devi solo riposare"
"Non voglio riposare - disse serio - ricordo il motivo per cui sono svenuto. E' perché sono scappato, perché ero arrabbiato. Pensi che non lo sia più?"
Elsa tirò un sospiro.  Non poteva sperare di cavarsela così facilmente con Helge, data la sua intelligenza.
"No che non lo penso - ammise - ma la soluzione non è scappare. Sono davvero dispiaciuta di non averti detto la verità. Sicuramente quando saresti stato più grande ti avrei detto tutto, ma le cose sono andate diversamente. Volevo solo proteggerti"
Helge a quel punto si sedette, guardandola a lungo. Ovviamente era ancora arrabbiato, ma sua madre non era cattiva e lo sapeva bene.
Distolse lo sguardo.
"Potete volervi bene di nuovo?" - domandò. Elsa strabuzzò gli occhi, certa di non aver capito bene.
"Chi?"
"Tu ed Hans - disse chinando lo sguardo - così saremo una famiglia"
Elsa poteva leggere chiaramente la tristezza negli occhi del figlio. Helge non poteva capire che in realtà le cose funzionassero molto diversamente. Se avesse potuto, lo avrebbe accontentato, ma dimenticare era difficile, soprattutto adesso che Jack si era insinuato nel suo cuore.
"Amh - rispose - prometto che ci penserò... d'accordo?"
Sul viso del principe comparve un sorriso.
"Va bene. Adesso che sono sveglio però posso andare a giocare!"
"Fermo! - esclamò - dovresti risposare!"
"Ma io sto benissimo!" - esclamò saltando giù da letto. In men che non si dica, Helge era corso in giardino, dove Aurora lo aspettava già.
"Helge! - esclamò correndogli incontro e abbracciandolo - che bello, sono così contento che tu stia bene!"
L'altro ricambiò il gesto, arrossendo però violentemente. Gli abbracci erano roba da femmine o da fidanzati.
"Sì, sono contento anche io - ammise - ma cosa facevi qui da sola?"
"Non ero da sola, infatti!" - disse indicando un punto con il dito. Helge seguì l'indicazione della cugina, rendendosi conto che, come sempre, non erano affatto soli.
"Ben sveglio, bell'addormentato" - lo salutò Jack.
"Uffa - si lamentò a braccia conserte - e tu cosa vuoi, adesso? Non ti è bastato riportarmi a casa?"
"Non mi è bastato - rispose - non so se Elsa te l'ha detto, ma d'ora in poi io mi occuperò di te"
"Occuparmi di me?! - esclamò - in che senso?!"
"Beh, io ho insegnato a tua madre tutto ciò che sa fare, quando era bambina. Potrei fare lo stesso con te"
"Pff, io non ne ho bisogno" - disse facendo una linguaccia.
Jack, facendo spallucce e fingendosi dispiaciuto, allora rispose:
"Oh che peccato, si vede che hai troppa paura"
La reazione di Helge fu proprio quella che voleva ottenere.
"Io non ho paura! Adesso ti faccio vedere io!" - esclamò.
"Bene" - sentenziò l'altro. Aurora, ad occhi spalancati, poté vedere i due fronteggiarsi.
"Allora, piccoletto? - domandò il guardiano - cosa vuoi fare, un pupazzo di neve?"
Per tutta risposta, Helge gli puntò il dito contro, facendo fuoriuscire una scia di ghiaccio che assunse la forma di una stalattite. Jack dovette scostarsi per non essere colpito, guardando poi il principe.
"Stai molto attento, Jack Frost - disse - se voglio so essere bravo più di te!"
"Sfida accettata" - disse sorridendo.
Mentre i due si sfidavano, quasi giocando in realtà, Elsa li osservava seduta sul bordo di una fontana, con accanto alla sorella. Già se li immaginava quei due a coalizzarsi per farla impazzire. Era certa che, malgrado tutto, sarebbero potuti andare d'accordo. Anche se forse ci stava ricamando troppo sopra. 
Eppure le veniva così naturale.
"Oh, guardali! - cinguettò Anna - sono così carini! Tutti e tre insieme sembrate quasi una famiglia!"
"Già - fece portandosi una mano sulla testa - se solo Helge non odiasse Jack"
"Inizio a credere che il problema non sia Helge, ma tu. Hai paura di lasciarti andare ed è normale. Ma dovresti andare avanti. Io credo che la possibilità ti sia stata offerta"
"Tu.. credi veramente che io e Jack potremmo...?"
"Beh, non lo saprai finché non ci provi, non credi?". Elsa non rispose, limitandosi a guardare i due. Adesso Helge pareva quasi essersi dimenticato di tutta la rabbia provata fin ora. Rideva di cuore e pareva che la compagnia del guardiano non gli dispiacesse nemmeno tanto.
"Hey Helge - sussurrò ad un tratto - che ne dici se chiamiamo anche Elsa?"
"Ci sto! - esclamò - madre, vieni anche tu!"
La regina si sollevò in piedi, alquanto stralunata, andando loro incontro.
"Si?" - domandò.
"Stai anche tu con noi. Jack mi ha dato dei consigli su come controllare il mio potere. Dice che ci vuole moooolta concentrazione e che devo imparare a tenere sotto controllo le mie emozioni. Però continua a dirmi che sono troppo debole" - disse lanciando un'occhiata complice al guardiano.
Elsa sorrise.
"Ah sì? - domandò togliendosi i guanti - mio figlio non è affatto debole"
"Oh, oh, cosa vuoi fare? - disse l'altro - vuoi colpirmi forse? Prima devi prendermi!" - esclamò infine levandosi in alto.
"Lo prenderemo! - esclamò Helge prendendo per mano la madre - andiamo!"
Anche Elsa adesso aveva dimenticato ogni paura o dubbio. Stare lì a giocare con Helge e Jack la faceva sentire bene. Chiunque li avesse visti avrebbe sicuramente pensato che fossero una famiglia. E ad Elsa non sarebbe dispiaciuto se fosse stato così. Era quello che aveva sempre voluto: momenti di semplice tenerezza con suo figlio e con una persona da amare. Non pareva tanto impossibile la visione di loro tre come una famiglia.
"Jack! - esclamò Elsa ridendo - se ti prendo sei finito! Helge! Helge dove sei?"
La regina si rese conto che il bambino era sparito dalla sua vista.
"Ti ho preso!"- esclamò ad un tratto il bambino afferrandola da dietro e facendola cadere sul manto di neve. La regina rise ancora, rendendosi conto solo dopo che Jack le si era avvicinata dall'alto, bloccandole le braccia delicatamente.
"Ti ho presa anche io" - sussurrò sorridendo. Le guance di lei si colorarono leggermente.
"Dite la verità, eravate d'accordo?"
"Helge ha sempre delle buone idee - ammise - e insieme facciamo una bella squadra, vero Helge?"
"Sì - disse a braccia conserte - perché il capo sono io, ovviamente"
La ragazza rise, guardando dritto negli occhi Jack, che si trovava tanto vicino al suo viso. Per la prima volta dopo anni, ebbe l'intenso desiderio di baciare qualcuno. E forse l'avrebbe fatto se solo...
"Elsa?"
Il flusso dei suoi pensieri si interruppe immediatamente. Si sollevò appena, scorgendo Hans, con un'espressione stralunata sul viso.
"Hans!"








Angolo mio
Buonsalve a tutti! Non ho resistito dal raccontare del parto di Elsa ed Anna. Diciamoci la verità, quello che ha sofferto di più è stato il povero Kristoff XD
E ho voluto inserire delle scene molto fluff, perché ogni tanto sono tenera anche io. Sembrava stare andando tutto per il meglio, ma sono una persona orribile, quindi amen. Il prossimo capitoo sarà decisivo per una cosa che non sto qui  spoilerare.
Bacioniii :D
   
 
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