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Autore: staroftheeast    26/08/2016    0 recensioni
"Luke fissò la ragazza di fronte a lui e comprese il gesto apatico appena subito. Aveva sempre considerato Anne come un'amica, una sorella più piccola, mai pensando al punto di vista di lei.
Luke era così. Un po' troppo disattento alle attenzioni delle persone, lo aveva percepito persino nell'amicizia con Ashton: non aveva compreso il loro rapporto fino a quando non aveva rischiato di mandare tutto in frantumi.
Con Anne era diverso. Con Anne il rapporto era andato in frantumi. La colpa? Completamente sua, di Luke"
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata ad A che mi manca e che spero di rivedere tra un anno.
Al quale dedico quasi ogni momento. Mio fratello per scelta e molto altro
Perché quando una persona cresce con me e vede i miei demoni, accettandomi
per me vale tanto 
Facendogli capire che quando una persona cambia e il legame muta sono guai, 
ma dai guai ci si può salvare ed io, in qualche modo, volevo trasmetterglielo così.


Dedicato a Hemmo1996, la mia prima vera crush.

Se c'era una cosa che Anne odiava, oltre ai ragni ed al colore rosso, era senza dubbio la pioggia.

O meglio. Odiava la pioggia quanto lei era in giro, magari anche lontana da casa e di colpo iniziava a diluviare. 

Quel pomeriggio il tempo sarebbe dovuto rimanere stabile, con temperature nella media per il mese di aprile, ma a quanto pare non era così.

Era uscita da scuola alla una, con la cartella su una spalla e gli occhi bassi.

Aveva atteso il suo amico al cancello del suo istituto scolastico per almeno venti minuti e, non vedendolo arrivare, si era diretta verso la fermata del pullman, prendendone uno.

Era scesa nel centro di Sydney. 

Si era dedicata quel pomeriggio per lei. Per loro, si corresse mentalmente, ma Luke non era stato del suo parere, visto che gli aveva dato buca.

Come biasimarlo però. Luke, o meglio Lucas, come amava chiamarlo lei, aveva iniziato le superiori e non aveva più molto tempo per lei.

Lei e Luke si conoscevano da molti anni, da quando lei ne aveva otto e lui undici.

Si era trasferito nella casa a fianco alla sua ed erano divenuti subito amici.

Anne adorava Luke, era il fratello che mai aveva avuto.

Luke e i suoi capelli biondi come il grano. Luke e i suoi occhi azzurri limpidi e privi di malizia.

Luke e il suo carattere aperto e la sua risata contagiosa. Luke e i suoi skinny jeans. Luke e le sue fossette. Sì, era la parte che più adorava del ragazzo. Quei due buchetti che gli spuntavano sulle guance anche quando accennava solo lontanamente un sorriso.

Si erano ripromessi di andare nel centro di Sydney per fare un giro nei negozi di musica e perdersi tra tutti quei colori che formavano l'enorme città australiana.

Eppure ora era lei. Da sola. Lei che camminava osservando l'asfalto che diveniva mano a mano più scuro a causa della pioggia che batteva sulla città.

Lei con le cuffie nelle orecchie con qualche musica qualche volta rock, qualche volta pop, che passavano per la radio alla quale era collegata. 

Lei che si dirigeva verso una fermata a passo più svelto possibile, per evitare di perdere il pullman.

Era arrivata a casa mezz'ora dopo. I suoi genitori lavoravano anche fino alle otto di sera e ora, che erano a malapena le quattro e mezza, Anne inseriva la chiave nella toppa metallica e, prima che potesse anche solo appoggiare la mano sulla maniglia, due mani le coprirono la visuale.

Inutile dire che non le servii neanche sentire la voce squillante del ragazzo, per riconoscere in quelle mani, le mani del suo amico che quel giorno le aveva dato buca.

Perché sì, Anne riconosceva l'odore di Luke: era un odore, anzi un profumo, buonissimo, un profumo del quale non ti annoieresti mai e poi mai. Non sapeva come descriverlo, ma sapeva che era buonissimo e che se mai quell'odore fosse quello di un fiore, la sua casa ne sarebbe ornata.

Poggiò le sue mani, piccole rispetto a quelle del ragazzo, su quelle che le coprivano gli occhi, alzandole da esse e poi girandosi, trovandosi faccia a faccia (o forse faccia a petto, tenendo conto l'enorme differenza d'altezza) con Luke che le sorrideva, mettendo in fin troppa bella mostra, le fossette che gli scavavano le guance.

"Ciao nana"

Si ritrovò ad amare quella voce, ora come in ogni momento che passava con il biondino.

Quel nomignolo che lui le aveva dato, sempre a causa della sua altezza non proprio eguagliabile a quella di Luke, rimbombava spesso nelle sue orecchie, ma non come un'offesa, perché detto da lui sapevi che la cosa era sempre detta simpaticamente:

"Lucas"

Lo abbracciò, stringendolo a sé e inebriandosi del suo profumo. Constatò che aveva ancora addosso la divisa scolastica e, forse, comprese il motivo che aveva causato l'assenza al ragazzo:

"Scusami Anne, ma mi hanno trattenuto a scuola per punizione"

Ridacchiò, stringendola a sè:

"Hanno beccato me e Micheal a giocare a Space Invaders durante l'ora di informatica"

La sua felicità si bloccò un po'. Non che odiasse quel ragazzo, amcio di Luke, ma mai gli era andato a genio. Micheal, ci aveva messo un po' per imparare il suo nome, anche a causa sua che amava storpiarlo, era uno dei migliori amici di Luke. In realtà il loro rapporto era stato molto più tempestato di problemi.

All'inizio del primo anno di superiori i due non si sopportavamo. SIa perché Luke odiava in generale chiunque fosse bocciato, ritenendolo un completo incompetente, sia perché il carattere tremendo di Micheal non permetteva a un ragazzo buono come Luke di avvicinargli. 

No, Clifford, il cognome di Micheal, non era un ragazzo finto depresso che pubblica fotoin bianco e nero del mare scrivendo descrizioni di merda su ogni social, non era neanche il ragazzo che picchiava i più piccoli perché "è divertente" e non era neppure un teppista.

Micheal aveva semplicemente un carattere forte, un'ironia un po' offensiva, era pieno di sarcasmo in ogni sua frase.

E Luke tutto ciò non era stato in grado di captarlo. Luke era il ragazzo gentile, paffutello, un po' timidino e chiuso in sé stesso. Micheal era quello che scherzava forse un po' troppo, che si montava la testa per una sufficienza, che amava il ballo, ma non sapeva ballare.

Erano uno l'opposto dell'altro. Un po' come l'acqua e il fuoco, ma si completavano benissimo.

Anne non sopportava Micheal, portava Luke sulla cattiva strada, che poi, ci aveva pensato, che cattiva strada? Non aveva mai visto Luke tornare a casa ubriaco o con il collo tempestato da succhiotti provenienti da chissà dove e da chissà chi.

Luke era sempre il bravo ragazzo e Micheal anche, solo in modi diversi.

"Ancora?"

Sì, ancora, perché quella punizione era già la terza volta che se la beccavano:

"Sai quanto è noiosa l'informatica? So come si accende un computer e come si naviga in internet. Non ho bisogno che mi dicano che va cliccata la palla con tre onde rosse, verdi e gialle, con il pallino al centro. Cioè si chiama Google Chrome cazzo!"

SI portò le mani alla bocca, appena si accorse di ciò che aveva appena detto:

"Scusa Anne, fai finta di non aver sentito l'ultima parola"

Sorrise compiaciuta, Luke tentava di farla crescere bene, senza parolacce, senza bestemmie, senza cattiverie ed avidità. 

"Il cinese si è evitato la punizione?"

"Si chiama Calum"

Sbuffò un sorriso Luke sentendo come Anne pronunciava il nome del ragazzo.

"E' un cinese dai! Cioè il suo naso - e si toccò il naso - è più grande del mio e del tuo messi assieme. Cioè di a Calem..."

"Calum..."

"Quel che é, di stare attento, perché a momenti quel naso prenderà il possesso del suo corpo, ha vita propria!"

Luke scoppiò in una forte risata e Anne lo seguii a ruota:

"Oddio Anne, davvero, io ti adoro."

Che dolce, pensò:

"Comunque no"

SI asciugò una lacrima sfuggita dal troppo ridere:

"Calum oggi era assente, aveva una visita"

"Ma lui o il suo naso?"

"Anne!"

"Ok scusa biondino."

Calum Hood, anni sedici, bocciato una volta, australiano (ma probabilmente cinese in incognito), amico di Luke.

Tra Micheal e Calum, Anne si trovava in difficoltà tra chi odiare di più.

Calum aveva più l'aspetto da bravo ragazzo, nonostante una volta lo avesse visto girare nudo in casa Hemmings e aveva dubito dell'orientamento sessuale di entrambi.

Calum era però il ragazzo che fumava e quando aveva visto che aveva coinvolto Luke, una sola volta sperava, nel fumare, lo aveva odiato maggiormente. Anne odiava il fumo. Di certo preferiva una sigaretta alle droghe però non avrebbe iniziato a fumare.

Calum era più educato di Micheal, un giorno li aveva incrociati tutti e tre sulla strada di casa e, oltre a Luke, ovviamente, solo Calum l'aveva salutata, Micheal l'aveva squadrata, snobbandola alla grande.

Calum lo aveva soprannominato il cinese, perché in altro modo non poteva chiamarlo. Aveva la faccia palesemente da cinese e, se mai avesse avuto il suo numero, lo avrebbe salvato due volte, uno dei due profili lo avrebbe chiamato "Cinese-man" e l'altro "Naso del cinese-man" perché sì, quel tipo aveva un naso gigante, un naso che viveva davvero da solo.

Sorrise facendo quei pensieri e tornando a concentrarsi su Luke, che era ancora lì con quel meraviglioso sorriso:

"Sai cosa Lucas?"

"Dimmi piccola"

"Hai mai preso in considerazione l'idea di farti un labret?"


  
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