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Autore: tylersanchor    26/08/2016    4 recensioni
Stiles Stilinski aveva sempre saputo di avere delle priorità sbagliate sin da quando, in terza elementare, aveva deciso che sposare Lydia Martin era più importante che imparare a fare le divisioni, cosa che gli era costata un votaccio. E le cose, quando ormai Stiles aveva raggiunto la veneranda età di diciassette anni, non erano affatto cambiate. Infatti per quale altra ragione che delle priorità sbagliate in mezzo a suo padre che usciva con la madre di Lydia, la sua media che affondava come il Titanic accompagnata da tutte le sue amicizie il suo problema più grande era perché diamine Derek Hale non si era mai innamorato pazzamente di lui?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Cora Hale, Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sorprendentemente necessari chiarimenti
 


Stiles non riusciva a dormire. Nonostante continuasse a ripersi ossessivamente, come una litania, che Derek era lì, era suo e che doveva godersi il momento – perché Stiles, secondo te può davvero durare? Qualcuno davvero può volerti bene così come sei ora? – non faceva altro che pensare al momento in cui Derek avrebbe realizzato appieno che i suoi poteri stavano tornando. Quella sera la sua reazione era stata abbastanza moderata, tutto sommato, forse perché non voleva sperare troppo, dopo lo stupore iniziale aveva ripreso a guardare il film ed era andato tranquillamente a dormire. C’era stato un momento di imbarazzo in cui Stiles, vedendo Derek dirigersi verso la camera, aveva pensato che gli sarebbe toccato sul divano ma dopo aver interpretato vari borbotti i mugugni era giunto alla conclusione che Derek voleva che dormissero insieme. Lì si era dimenticato di tutti i suoi problemi perché una gigantesca sirena era partita in quarta nel suo cervello. Insomma, dormire in che senso? Dormire dormire? Dormire fare cose? Ma lui aveva i pantaloni del pigiama con i cagnolini e Derek non doveva vederli. Quando una vocina nella sua testa, silenziando momentaneamente il segnale di allarme, gli aveva suggerito di non metterseli proprio i pantaloni si era quasi soffocato con la sua stessa saliva.
Derek, ignaro di cosa avesse causato nella sua mente, si era limitato a mettersi tranquillamente il pigiama e a prendere un libro dall’aria tremendamente noiosa e iniziare a leggerlo. Stiles allora aveva capito che dormire era semplicemente dormire – o no? Insomma che accidenti ne sapeva lui, Malia se dormiva con lui il massimo che faceva era tirargli i calci e sicuramente non esisteva un manuale di istruzioni su come gestire inviti simili. O magari esisteva. Magari avrebbe potuto portarsi il telefono in bagno e controllare – e dopo essersi andato a preparare si era accoccolato accanto a Derek.
In quale modo, nei minuti successivi il libro noiosissimo, che Stiles aveva scoperto essere intitolato Sentieri interrotti, era stato riposto sul comodino con dentro un segnalibro, mentre Stiles si era trovato stretto al petto di Derek che gli aveva accarezzato la schiena fino ad addormentarsi. Quando il sistema simpatico di Stiles aveva finalmente deciso che no, non era una situazione di massimo pericolo e quindi il suo cuore poteva smettere di battere a una velocità che faceva pensare più all’approssimarsi di un infarto che a altro, il suo stomaco poteva smettere di attorcigliarsi e il suo corpo di rabbrividire quasi al tocco di Derek, era riuscito a godersi solo qualche minuto di coccole prima che i pensieri inquietanti ritornassero. E ora che Derek dormiva, quelli erano più presenti che mai.
Che cosa poteva voler Derek da lui? Stiles aveva solo diciassette anni, non era neanche tanto intelligente a giudicare dalla sua media scolastica che stava colando a picco che manco il Titanic, bello non lo era mai stato, neanche simpatico, o popolare o … niente. Stiles non era niente. Se fosse sparito non sarebbe mancato a nessuno, magari qualche giorno a Scott, ma poi sarebbe andato avanti. La presenza di Stiles Stilinski era completamente inutile per il mondo e lui ne era perfettamente consapevole. E quindi, per completare il ragionamento, sapeva perché Derek lo aveva degnato della sua attenzione: era infelice. E misery loves company e lui e Stiles erano la coppia perfetta di persone che non avevano niente. Però Derek non era come Stiles, quello per Derek era solo un periodo. Derek era sempre stato l’eroe della storia, in qualche modo, quello che salvava sempre tutti e non solo perché Scott come licantropo era una pippa. Derek era una bella persona e basta. Certo, a volte faceva il cretino ma era migliore di Stiles, era qualcosa e quindi avrebbe fatto qualcosa, avrebbe avuto una vita bellissima dove per qualcuno di tanto insignificante quanto lo era Stiles non c’era spazio.
Si sentiva male all’idea di aver apprezzato così tanto le coccole, di sentire già la mancanza dei baci di Derek o di essere felice per le sue braccia che lo stringevano: non sarebbe durata. Le cose belle di Stiles erano destinate a finire e lui non doveva abituarsi, pensare di rendere felice Derek solo perché lui lo stringeva così. Gli serviva, perché quello era un brutto momento, poi sarebbe passato e Derek avrebbe trovato di meglio come era giusto che fosse. Stiles avrebbe tanto voluto sapersi godere quei momenti e accontentarsi dei ricordi che avrebbero lasciato nella sua mente ma non voleva, voleva urlare e magari piangere e scuotere Derek e urlargli di prendere lui, scegliere lui e amare lui perché ciò che avevano era speciale e lui non si era mai sentito così con nessuno, non aveva mai amato nessuno davvero prima di Derek e non era giusto che non potesse averlo.
Aveva una gran voglia di prendere a testate qualcosa e dimentico della presenza di Derek si voltò per prendere il telefono per avere luce quando si sarebbe alzato e per poco non gli prese un colpo quando alla luce dello schermo vide gli occhi di Derek che lo scrutavano.
- Non va qualcosa.
Non era una domanda e Stiles per poco non fece cadere per terra il telefono.
- Cosa? E cosa non andrebbe? Cioè, insomma, a parte che stanno di nuovo cercando di ucciderci, quella cosa che tuti tendiamo spaventosamente a dimenticare … - iniziò a balbettare cercando di sembrare calmo.
- Stiles, non sono deficiente.
E del resto, quando mai qualcosa andava dritto a Stiles Stilinski? Probabilmente Derek non solo aveva recuperato i suoi poteri ma sapeva anche leggere la mente, aveva scoperto cosa Stiles pensava e se fosse andata bene lo avrebbe mollato, se fosse andata male lo avrebbe ucciso. Quindi decise di aspettare la morte in silenzio, tanto c’era poca differenza fra un pugno in faccia e un “pensavo fossi una persona diversa lasciamoci”.
- Parlami. Insomma, che senso ha che stiamo insieme se …
Stiles non lo lasciò finire: - Se non riesco neanche a essere felice per te siccome so benissimo che tornati i tuoi poteri mi lascerai?
Derek spalancò gli occhi e aprì la bocca per dire qualcosa ma Stiles non aveva ancora finito.
- Lo so che sono solo una distrazione finché non sarai di nuovo felice. Lo so che provo troppe cose e sono fastidioso. Lo so che non sono alla tua altezza e che non merito una persona come te e che …
- Taci.
Il tono di Derek era neutro e questo lo rese ancora più spaventoso da sentire per Stiles che iniziò a pentirsi di tutto. Perché aveva parlato? Non aveva il diritto di provare quelle cose, no? Doveva essere grato e basta di avere provvisoriamente una persona come Derek nella sua vita che lo voleva, perché non sarebbe successo mai più.
- Non dovresti sentirti così.
E così sarebbe finita. Stiles era riuscito a rovinare praticamente l’unico miracolo che era successo nella sua vita in circa ventiquattr’ore. Probabilmente era un record, ma del resto quando mai gli era andata bene qualcosa nella sua vita? Distruggeva tutto ciò che toccava.
- Dovresti sentirti amato, al sicuro e felice. Non dovresti pensare che non sei alla mia altezza o che sei un ripiego perché non è così. Cioè non lo so come funzioni l’amore perché sei … uh … il primo a cui … hai capito … cioè nel senso, a cui ho detto ti amo, ehm, e non sono mai stato così con nessuno.
Eh? Dov’era la rabbia? Dov’era Derek imbufalito che gli ricordava che sì, lui era solo un ragazzino fastidioso e che uno come lui meritava molto di meglio?
- Lo so che non sono bravo a dimostrarlo. Ma cioè, ho realizzato che saresti potuto morire e avresti sempre pensato di non piacermi perché avevo paura di non essere abbastanza importante per te e mi scombussolava provare sentimenti così forti. Avevo paura tu avessi potere su di me e tu hai paura di provare troppe cose. Sono un idiota. Un enorme idiota. Non è mai troppo amore non c’è un limite a quanto una persona può renderci felici e farci stare bene e se questa persona lo mette allora è lei il problema. Lo sai che mi va bene così anzi, che mi fa stare bene. È una cosa bella quella che provi, è una cosa di cui sono grato e non è fastidioso.
Certo, Derek aveva fatto tutto il discorso borbottando e Stiles aveva quasi il mal di testa a forza di sforzarsi di interpretare i suoi mugugni, ma aveva detto quelle cose, inequivocabilmente. Le cose che Derek, perlomeno quello con cui Stiles era stato la prima volta, se relazione la si poteva chiamare, non avrebbe mai detto. Quel Derek non avrebbe avuto il viso così rosso che si notava nonostante la luce della torcia del telefono di Stiles fosse l’unica sorgente di luce e non lo avrebbe guardato così, con uno sguardo carico di senso di colpa e ansia mentre non smetteva di tenerlo stretto, tanto che stare con la schiena mezza girata per vederlo in faccia per Stiles era diventato doloroso.
Stiles non aveva mai detto quelle cose a nessuno: non a Scott, quando per stare con Allison lo ignorava, non a Lydia, quando fingeva di non sentirlo, si era limitato ad accettare, perché in fondo lui era Stiles e nessuno lo voleva intorno davvero. Anche con suo padre, se la prendeva tanto con Natalie perché Natalie avrebbe messo lui ancora una volta al secondo posto. Non aveva idea di quanto bisogno aveva sempre avuto di dire quelle parole a qualcuno, ma si rese conto che non aveva neanche idea di quanto tutto il pensare quelle cose gli avesse lasciato un vuoto dentro. E di quanto avesse bisogno di sentire parole come quelle che Derek gli stava dicendo, che riempivano il vuoto e gli facevano sentire caldo nel petto.
- Nessuno mi ha mai detto cose simili. A nessuno è mai importato e … - riuscì appena a mormorare.
- Il problema, - gli sussurrò Derek, - è che tu giudichi te stesso in base alle cose che le persone fanno per te. Ho sempre saputo Scott fosse un idiota con te, non parliamo di Lydia, ma non è questo il punto. Sei una persona a cui sono capitati amici tremendi, non sei una persona che non merita di avere attorno chi lo apprezza. E … quando sono morti i miei genitori, sai? Laura diceva sempre che non era colpa mia. Che io ero una persona a cui erano successe cose brutte, non una brutta persona che non meritava niente di bello. E devi pensare lo stesso. So che ho contribuito a farti pensare queste cose e, fammelo dire, sono stato un idiota. Non sapevo come gestire cosa provavo ma ora, ora se vuoi, voglio riprovarci e sul serio. E possono tornarmi tutti i poteri del mondo, ma vorrò sempre te, ne sono sicuro. Ho passato il tempo a inventare scuse con me stesso per questa cosa, ma la verità è che dovevo solo svegliarmi e imparare a trattarti decentemente.
Stiles era allibito, ma più che altro si sentiva bene come non si era sentito da tempo. Non aveva mai pensato sarebbe riuscito a dire quelle cose a voce, né che esistesse qualcuno che gli avrebbe saputo dire le cose che Derek gli aveva detto in quel momento. Si sarebbe aspettato un “ma quanto sei noioso”, se non un “hai ragione, non vali niente e ho di meglio”. Era così che funzionava, no? Stiles era sempre stato insignificante e la cosa durava da così tanto che si era abituato. Non aveva praticamente mai immaginato che discorsi del genere, discorsi che la gente faceva nei film, sarebbero stati rivolti a lui. Forse era un sogno. Insomma, Derek non le diceva quelle cose, no? Certo, praticamente le borbottava e era quasi impossibile da sentire per l’orecchio umano, ma erano comunque assurde. No, non era possibile.
Stiles lo fissò, e giusto perché Derek alla fine era Derek, quello alzò le sopracciglia per esortarlo a rispondere rivolgendogli uno sguardo che provava ad essere seccato, anche se era palesemente ansioso.
- Perché? Insomma, cioè, io sono … - iniziò Stiles, ma anche questa volta non finì.
- Esattamente ciò che voglio. Il mio ragazzo. Non questionare. Sei stato innamorato di me anche quando facevo schifo moralmente, il minimo che posso fare è trattarti come meriti ora e farti uscire dalla testa quella ridicola idea che non vali nulla e non meriti niente.
Stiles si ritrovò a cacciare indietro le lacrime. Aveva passato praticamente tutta la sua vita a sentirsi fuori posto, troppo sensibile, ad adattarsi agli altri e ora qualcuno, qualcuno che era Derek, cioè la sua cotta di sempre, gli diceva che non solo tutto ciò che lui era andava bene, ma che gli piaceva anche. Era una cosa che probabilmente andava contro tutte le leggi della probabilità, forse anche della natura, ma era la cosa che era appena successa. Derek gli stava parlando di sentimenti. Derek provava sentimenti per lui. A Derek lui piaceva.
- Sai, è solo che è un periodo tremendo. Nulla va come vorrei, cioè, a parte noi. Non … non i aspettavo pensassi queste cose.
- Beh, ti amo, - replicò Derek seccamente, con il tono particolarmente basso sulle ultime due parole, - è ovvio che le pensi, no?
E Stiles morì definitivamente.
 
 
 
*
 

 
Stare con Derek si rivelò completamente diverso dalle sue aspettative. Certo, Derek era sempre scostante e tendeva a fare il fossile davanti alla tv, ma se erano soli spesso parlava. Era evidente si sforzasse, ma ascoltava com’era andata la giornata di Stiles, gli raccontava la sua e se era necessario lo aiutava a studiare siccome era sorprendentemente bravo in tutte le materie umanistiche. Poi gli preparava la cena. Stiles ci aveva messo un po’ ad abituarsi – la prima volta che aveva visto Derek alle prese con della pasta e non da riscaldare nel microonde aveva seriamente pensato gli fosse venuta la febbre e aveva avuto paura a mangiarla, ma alla fine si era rivelata quasi buona – ma ormai la cosa era diventata quasi routine.
Cora, dal canto suo, cercava di lasciar loro i loro spazi ma spesso li interrompeva durante le coccole o una delle loro conversazioni. E così quel giorno, mentre Stiles era accoccolato al petto di Derek e stava bevendo tè al latte, stava giusto parlando dei poteri di Derek mentre lei fece il suo ingresso e iniziò a fissarli.
- Quali poteri? – domandò scrutando il fratello.
Col passare del tempo e con le lunghissime conversazioni con Derek, che finivano sempre per toccare, in qualche momento, i loro sentimenti, per Stiles era diventato naturale parlarne con lui. Derek sosteneva che non fosse nulla di che e che, se fosse stato qualcosa si sarebbe ripresentato, quindi meglio concentrarsi su altro tipo cercare di capire che diamine volesse il branco che era in città, del quale si erano completamente perse le tracce. Stiles aveva quasi dimenticato che Cora non sapeva nulla.
- Niente …- borbottò Derek, guardando il soffitto.
Stiles non sapeva cosa fare o dire, quindi rimase in silenzio.
- Lo so che menti anche se sai regolare il battito cardiaco sono tua sorella e so che il tuo film preferito è Legally Blonde anche se menti a tutti dicendo che è Rain Man, figurati se non so quando mi nascondi qualcosa. E tu, Stiles, pensavo fossi dalla mia parte. Non è che se te lo dà adesso devi far fronte comune.
Stiles avrebbe davvero voluto rispondere qualcosa ma il Derek che viveva nella sua mente, che in quegli ultimi giorni era stato scarsamente presente perché le conversazioni a cuore aperto e la vita da coppietta lo annoiavano, si risvegliò e iniziò a mandare a Stiles alcuni flashback di una serata che Cora aveva passato da Malia, durante la quale, spoiler alert, lui e Derek non avevano esattamente conversato. Di conseguenza riuscì semplicemente a tacere, cercando di evitare di sbavare.
- Non è niente su è che uhm … ti ricordi il grosso lupo che ci inseguiva? Ecco, Stiles mi ha ricordato che ho sentito il suo odore e pensa che mi torneranno i poteri ma secondo me …
- E non sei andato da Deaton perché il tuo cervello si è disciolto o hai qualche altra valida ragione?
Effettivamente anche Stiles aveva provato ad accennarlo, ma Derek si era messo in bocca un biscotto enorme e poi si era messo a parlare del tempo.
- Mi sembra una perdita di tempo e ti ricordo che qui sono io l’adulto.
- E a me sembra tu stia facendo solo cazzate. Cioè, okay, ammetto che sei meno una larva del solito ma sai che è importante. È ciò che sei.
Derek scrollò le spalle: - Sono solo zanne e artigli.
- Sai che non è solo quello.
Stiles si riscosse e iniziò a prestare maggiore attenzione. Derek non gli aveva mai parlato dei suoi poteri in quell’ottica, cioè ovvio fossero importanti ma quanto esattamente? Forse non aveva fatto poi così bene a lasciarlo deviare la conversazione, tempo prima.
- La mamma, - continuò Cora, - anche Laura, avrebbero voluto tu prendessi il loro posto. Tu devi proteggere questa città e sei il solo che può farlo.
Stiles era confuso.
- Beh c’è Scott, - disse Derek poco convinto.
- Preferisco Malia, almeno lei ha un cervello.
Stiles era dubbioso: avrebbe voluto chiedere spiegazioni a Derek, che sembrava abbastanza toccato dalle parole della sorella, ma allo stesso tempo non sapeva quanto Derek volesse parlarne con lei presente. In fondo, Derek lo stava aiutando tantissimo coi suoi problemi, aveva imparato a riconoscere la faccia di Stiles quando pensava cose brutte riguardo ciò che lui provava o non si sentiva amato e lo rassicurava costantemente e lui voleva ricambiare, in qualche modo.
Guardò Derek esitante e, rivolgendosi a lui anziché a Cora, domandò: - Che cosa vuol dire? Vuoi parlarne?
- Voglio dire che nostra madre e Laura dopo di lei avevano il compito di proteggere questa città. E Derek deve farlo dopo di loro, non c’è storia.
- Con i miei magnifici poteri inesistenti?
- Stanno ritornando, - gli ricordò Stiles.
- Magari no, - replicò Derek, - e comunque non sono come Laura e mamma.
Stiles gli diede un colpetto e rispose: - Devo ricordarti il percorso di Aragorn nel Signore degli Anelli? Mi sembravi d’accordo sulla parte dell’accettare di diventare ciò che è nato per essere.
- Devo ricordarti che è immaginario? E comunque niente poteri e niente guardiano della città. Concentriamoci piuttosto sui veri problemi, tipo il branco che ci vuole uccidere.
- Devi andare da Deaton, - disse Cora, - poi potrai concentrarti sulla palese scusa che hai appena elaborato.
Derek borbottò qualcosa e sembrò aver deciso che la cosa migliore per levarsi la sorella molesta di torno fosse abbarbicarsi a Stiles. Probabilmente se non fosse stato Derek avrebbe anche iniziato a baciarlo ma si limitò ad affondare il viso nel suo petto per far intuire a Cora che era un momento Stiles/Derek e lei era di troppo. Lei, giusto perché non si arrendeva mai, rimase lì a fissarli.
Stiles avrebbe davvero voluto dirle qualcosa ma siccome la sua mente ragionava in soli due modi, ovvero il primo, razionale, che gli ricordava che Derek era totalmente fuori dalla sua portata e prima o poi avrebbe smesso di farsi di acidi e si sarebbe reso conto di aver fatto un errore madornale a mettersi con lui, e il secondo, rappresentato dal suo Derek mentale a cui era sparita la maglietta, era troppo impegnato a cercare di darsi un contegno per formulare suoni sensati.
- Non mi muoverò di qui, puoi anche limonartelo, ma finché non ti deciderai ad andare da Deaton vi perseguiterò ovunque.
Il Derek che viveva nella mente di Stiles si adirò alquanto ma quello reale sembrò alquanto indifferente alla minaccia.
- Dai, Derek, - disse Stiles, accarezzandogli i capelli e sperando che Derek non gli mordesse la mano per questa manifestazione di affetto decisamente troppo pubblica, - ti accompagno io.
Derek emise un grugnito ma non gli disse di smettere quindi Stiles continuò con le carezze finché praticamente non lo sentì fare le fusa.
Cora continuava a fissarli fra l’esasperato e il divertito.
- E va bene, però levati, - cedette alla fine Derek, - anzi. Lo farò solo se farai tutti i compiti per una settimana.
Cora per poco non svenne.
- Ma è un abuso!
- Stiles li fa i compiti, - le ricordò Derek, dimentico del fatto che, okay, Stiles stava davvero cercando di impegnarsi a scuola, ma i suoi risultati erano ancora disastrosi, specie nelle materie dove Derek non sapeva aiutarlo.
- Fare i compiti non vuol dire infilarti la lingua in gola con un libro nei paraggi, fratellino.
- Prendere o lasciare.
- Non riesco a credere al fatto che cederò a questo ricatto degno di un dodicenne. E va bene. Vado a fare i compiti, poi te li farò vedere. Ma tu hai promesso.
- Uh, poi devi accompagnarmi a fare la spesa, - aggiunse Derek.
- Non la puoi fare online come sempre? La portano a casa.
- No.
Cora roteò gli occhi e si avviò verso la sua stanza, raccattando la cartella che aveva buttato per terra al ritorno da scuola e lì era rimasta.
Stiles, appena rimasero soli, guardò Derek dubbioso.
- Lo farai davvero?
Derek alzò lo sguardo al soffitto.
- Sì, le mantengo le promesse.
Stiles riprese ad accarezzagli i capelli.
- Allora verrò con te, se vuoi.
Derek gli diede un bacio: - Non sei obbligato, - disse, - so che la cosa ti ha spaventato e …
- E ho deciso di fidarmi di ciò che mi hai detto. Insomma, sei davvero migliorato rispetto alla volta scorsa. E non voglio lasciarti solo, tu non lo hai fatto quando io pensavo quelle cose. Stiamo insieme no?
Le guance di Derek si tinsero di rosso.
- Sai che ti amo, no? – disse Stiles, sforzandosi di cacciare indietro la paura nel dirgli quelle parole, - voglio starti vicino.
Anche se Derek stava facendo del suo meglio, Stiles era sempre ansioso quando si trattava di manifestare sentimenti. E se fossero stati troppi? E se avesse esagerato? Certo, Derek meritava un award per i suoi sforzi nel farlo sentire amato, ma la vocina nella testa di Stiles che gli ripeteva che lui era buono a niente spesso ritornava.
Però bastava poco, tipo il sorriso che era comparso per un secondo in quel momento sul volto di Derek, il borbottio che aveva emesso che Stiles, ormai allenato a tradurli in parole, era riuscito a interpretare come un “ti amo anche io” e la vocina spariva totalmente. Almeno, per un po’.



 

 

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Salve a tutti amici. Oggi è tipo il giorno più caldo dell'estate e io ho appena finito di ripetere la termodinamica della quale non ricordo un cazzo. Yeah. Prima che mi muri viva a fare simulazioni volevo però postarvi questo capitolo che so essere assolutamente palloso, ma come dice il titolo, erano necessari dei chiarimenti. Ho sempre voluto che la storia fra Stiles e Derek fosse qualcosa di maturo e "diverso" rispetto a ciò che avevano prima, quindi volevo che entrambi fossero più sicuri su ciò che provavano. Non so se vi è mai capitato di essere nella situazione di pensare di non essere abbastanza per qualcuno, che sia un amico o un ragazzo o ragazza. E adesso fatemi fare la Taylor Swift della situazione e fare un discorso che probabilmente sarà un insieme di cazzate perché sono piccola e tendenzialmente immatura, ma credo che se una persona fa sentire una che le vuole bene come un rimpiazzo o qualcosa di non abbastanza importante la colpa sia sua. Insomma, in che mondo bisognerebbe aver paura di voler troppo bene a una persona o che il nostro affetto per lei sia un fastidio (se ovviamente non siamo stalker pazzi)? Penso non sarebbe stata una relazione equilibrata, cioé onestamente se una persona mi facesse sentire così prenderei baracca e burattini e andrei a studiare per i test lontan da lui/lei. Per questo ho voluto si chiarissero appena messi insieme. Non so esattamente che coppia diventeranno perché sì, due anni fa avevo pensato la storia in un modo ma dai quindici ai diciassette anni le cose cambiano e per quanto io sappia la trama molto in generale non so ancora cosa succederà, BUT PENSO nel prossimo capitolo succederà una cosa carina, che perlomeno io trovo adorabile e avrei inserito qui ma poi avrei dovuto scrivere pagine e pagine in più e sareste morti prima della fine del capitolo.
Comunque, spero di non avervi annoiati troppo con le mie chiacchiere inutili, si è fatto davvero tardi ed è ora, per me, di esercitarmi un p'o' sulla logica, leggere cultura generale e un po' di mate e fisica. Vi mando un abbraccio forte forte e al prossimo capitolo <3
  
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