Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    26/08/2016    1 recensioni
Può un incontro improvviso cambiare radicalmente la tua vita? Sì, se accade tutto ciò che non ti aspettavi...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gettò la giacca sul letto con furia, togliendosi velocemente le scarpe e scaraventandole in un angolo lontano della parete, facendo così trasalire i suoi compagni di stanza che ora lo fissavano stupiti.

- Si può sapere che ti prende, Christian?

Esclamò uno di loro allargando le braccia, avido di risposte.

- Già, che significa? – gli fece eco l’altro – E poi che ci fai qui, scarmigliato e di malumore? Non che la cosa sia insolita trattandosi di te, intendiamoci, ma pensavamo che a quest’ora fossi già in viaggio con la tua bella a consumare il super week end focoso di cui non fai che parlarci da giorni!

- Già, e invece sono qui! La cosa vi disturba, per caso?

Ribattè rabbioso, fulminandolo con lo sguardo.

- Lascia perdere, Ethienne. Lo sai che con lui è inutile discutere, probabilmente hanno rotto e non vuole parlarne. Del resto, non è in grado di portare avanti una relazione per più di una settimana. Povere ragazze, le farà scappare tutte quante col caratteraccio che si ritrova!

Lo prese in giro il primo ed entrambi scoppiarono a ridere, facendolo andare su tutte le furie.

- Si dà il caso – disse, scandendo bene le parole come se parlasse a dei perfetti imbecilli – che io e soltanto io ho sempre lasciato una ragazza per primo, e che fino ad ora non mi risulta sia mai accaduto il contrario, caro Nicolas. Perciò adesso chiudete quello stupido becco parlante e lasciatemi in pace, voglio solo dormire e dimenticare in fretta questa assurda giornata, così come i vostri commenti idioti!

- Hai detto bene – rispose il ragazzo, facendo spallucce mentre si avvicinava a lui per sedergli accanto e ignorando completamente le sue proteste – fino ad ora non è mai successo, ma un giorno incontrerai anche tu la ragazza giusta e allora tutto ti sembrerà diverso. Il tuo cuore inizierà a battere all’impazzata ogni volta che la vedrai, e da quel momento non avrai occhi che per lei…

- Accidenti che romantico, se continui così mi farai commuovere! Ma sai che c’è, Nicolas? Io non sono te e non lo sarò mai. Cadere ai piedi di una ragazza...puah, non ci penso nemmeno! Le ragazze portano solo guai. Vanno bene per divertirsi un po’, questo non lo nego, ma poi hai bisogno di respirare. Di goderti la libertà, e a proposito di libertà, ora ho tutta l’intenzione di mettermi a dormire perciò vedi di sgombrare dal mio letto, intesi?

Lo interruppe, sbuffando seccato. Tutte quelle stupidaggini cominciavano seriamente a stancarlo. Non gli sembrava di chiedere troppo in fondo, solo un po’ di silenzio per riuscire finalmente a togliersi dalla testa quella specie di squilibrata che con il suo comportamento da folle era riuscita a mandare completamente a monte i suoi piani. Già, per colpa sua era stato costretto a riaccompagnare Therese a casa, che per tutto il tragitto non aveva fatto altro che urlare e strepitare che non avrebbe avuto alcun senso partire se la sua elaborata acconciatura era ormai miseramente rovinata,  costringendolo a mordersi le labbra più volte per sfuggire alla tentazione di urlarle in faccia che non era certo stata l’unica vittima di quella sgallettata vestita da clown visto che, per sua informazione, la sua giacca nuova era andata completamente rovinata e che nemmeno la migliore delle lavanderie avrebbe più potuto riportarla come prima, ridotta com’era. Accidenti, se solo ci pensava gli andava il sangue alla testa. Ma il viaggio andato a rotoli non bastava…quante probabilità c’erano di incontrarla, o meglio di tornare a scontrarsi con la causa di tutti i suoi mali? Ma lei era lì, in agguato anche al bar che era solito frequentare, aspettandolo apposta per travolgerlo con la sua maledetta sedia e continuare così a rovinargli l’esistenza a tempo indeterminato. Gente così dovrebbe restarsene tappata in casa, invece lei se ne andava in giro a fare il diavolo sa cosa e per di più da Alfredo, luogo riservato solo ed esclusivamente agli studenti universitari…

Studenti universitari?

Per l’appunto, non avrebbe dovuto trovarsi lì. E se…no, si costrinse a scacciare con forza quell’atroce dubbio che lo aveva appena assalito, stendendosi sul letto per provare a chiudere gli occhi almeno per un paio d’ore, ma la voce dei suoi compagni lo distrasse nuovamente da quell’intento, facendolo imprecare a denti stretti.

- Su, togliti quel broncio ora, perché la notizia che stiamo per darti ti farà tornare il buonumore.

- E, trattandosi di te, l’impresa è davvero ardua. Perciò apri bene le orecchie amico, perché si tratta di una cosa davvero importante! Non crederai mai a ciò che…

- Oh, insomma voi due – li interruppe, ormai al limite della sopportazione – volete piantarla di continuare a girarci intorno? Sputate il rospo, e fatelo adesso!

A quel punto Nicolas si rialzò in piedi, mimando un simpatico rullo di tamburi mentre esclamava con un largo sorriso: - Ricordi il proprietario del garage a cui eravamo interessati? Ebbene, oggi l’ho finalmente convinto ad affittarcelo! È nostro ragazzi, ce l’abbiamo fatta!

- Che cosa? Vuoi dire che potremmo…potremmo davvero cominciare a suonare tutti insieme?

Gridò Christian improvvisamente euforico, saltando giù dal letto come una furia per stringere l’amico in un forte abbraccio che per un attimo lo colse di sorpresa, facendolo scoppiare a ridere. Aveva ragione, il suo umore era appena salito alle stelle. I tre amici passarono il resto del pomeriggio e almeno metà della serata a sistemare i loro strumenti musicali nel minuscolo ma già accogliente garage che da quel momento in poi sarebbe diventato la loro seconda casa, luogo di un sogno finalmente realizzato. Sapevano bene che la strada per sfondare nel mondo della musica era ancora lunga, ma quello rappresentava pur sempre un buon inizio. Christian rimirò soddisfatto la sua preziosa batteria tirata a lucido per l’occasione, pensando a quanto, da quando si erano conosciuti l’anno prima, avevano desiderato  rendere reale il comune, ardente desiderio di formare una band tutta loro. Ora erano a un passo dal farlo, e per lungo tempo nessuno di loro fu in grado di trattenere la gioia provata a una simile, nuova prospettiva. Quella notte il giovane non riuscì quasi a chiudere occhio, eccitato com’era, col risultato che la mattina dopo si ritrovò delle occhiaie talmente evidenti che se non avesse prestato abbastanza attenzione avrebbe finito di sicuro per pestarsele sotto le scarpe. Lanciò un’occhiata furtiva in direzione degli amici: nemmeno loro sembravano avere una bella cera. Ma era più che comprensibile, visto l’enorme e meraviglioso cambiamento che le loro banali esistenze avrebbero subìto di lì a poco. Fu con quei gioiosi pensieri in testa che fischiettando arrivò all’università, assolutamente ignaro dell’odiosa sorpresa che tra non molto avrebbe inevitabilmente spento il suo sorriso… 

 

5 novembre 1993

Ore 23:46

Ma cosa ho fatto di male per meritare tutto questo, cosa? Non riesco a crederci, porca miseria, sembra proprio che questa stupida sfiga che si diverte a tormentarmi non ne voglia proprio sapere di andare a dar fastidio a qualcun altro! Ebbene sì, i miei timori erano fondati. Non solo da adesso in poi frequenteremo la stessa università, ma anche lo stesso corso! Di chi sto parlando? Ma di colei che fin dal primo momento mi ha reso la vita impossibile, di chi altri sennò? Johanna McCormick, questo è il suo nome, ed è americana. Viene dal Texas, quello strano posto pieno di praterie e cavalli di cui non ha smesso di parlare un attimo da quando ci siamo incrociati in corridoio stamattina, e questa non è nemmeno la parte peggiore. Sicuro, perché per tutto il tempo delle lezioni non ha fatto altro che fissarmi insistentemente,ma chi si crede di essere quella? Se spera che dopo tutto quello che è successo le permetterò di avvicinarsi ancora a me si sbaglia di grosso, chi le dà il diritto di mettersi a fare conversazione a quel modo? Accidenti, neanche la conosco io, pensa forse che mi interessino tutti i suoi ridicoli discorsi sulle stravaganti usanze delle sue parti e altre sciocchezze simili? A un certo punto, poi, si è persino messa a parlare di organizzare una cena o roba del genere, ma a quel punto non la stavo più ascoltando perché il mio unico desiderio era quello di tornare al garage il prima possibile, e probabilmente lo avrei fatto se solo Nicolas ed Ethienne si fossero staccati un attimo da Hèléne e Cathy, con cui a quanto pare quella folle sgallettata divide la stanza. Non è che le conosca poi così bene, e non mi interessa nemmeno farlo visto che a malapena ricordo i loro nomi, ma il fatto è che Nicolas è praticamente perso dietro alla biondina e ogni occasione è buona per mettersi a fare conversazione sugli argomenti più banali al solo scopo di riuscire in qualche modo a conquistarla, impresa più che ardua visto che lei praticamente sembra non filarselo nemmeno. Per forza, è così imbranato da darmi sui nervi, se solo me lo chiedesse gliela darei volentieri io qualche lezione su come si rimorchia una ragazza. Sono circondato da un branco di impediti senza speranza, è questa la verità. Ma sarebbe così semplice in fondo, del resto le pollastre sono tutte uguali. Proprio così, non c’è alcuna differenza tra loro. Possono variare occhi, capelli e quant’altro, ma saranno sempre più che semplici da gestire, è questo che non entra in testa ai miei sfortunati amici, che invece se ne vanno sempre in giro a bocca asciutta. Cosa assolutamente ovvia,visto che non posseggono nemmeno un briciolo del mio sex appeal, ma non stavamo parlando di me, giusto? Parlavamo di ragazze, mio vecchio e fedele compagno di avventure, e anche se è vero che sono tutte uguali anche fra loro esiste l’eccezione che conferma la regola, e nel caso specifico questa ha anche un nome. Già, proprio così, quella ragazzina senza arte né parte manca completamente di femminilità, e quei maglioni troppo larghi la fanno assomigliare tanto a una specie di buffo spaventapasseri. Inoltre è rumorosa e irritante al punto giusto, non smette un attimo di parlare e quelle rare volte in cui lo fa ci pensano i suoi occhi a parlare per lei. Sì, i suoi occhi chiari e profondi, sono la prima cosa che ho notato di lei, a essere completamente sincero. Dalla prima volta che l’ho vista ho sempre evitato di incrociare il suo sguardo, non so perché, forse volevo solo proteggermi. Sono pericolosi, lei è pericolosa, e io…potrei anche rischiare di perdermici in quegli occhi. E questo no, non posso assolutamente permettermelo.    

   
 
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