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Autore: Raymox    27/08/2016    5 recensioni
STORIA A OC | ISCRIZIONI CHIUSE
Un ricco uomo d'affari viene ritrovato impiccato nel suo garage. Tutto farebbe pensare ad un suicidio, ma qualcosa fa sospettare alla polizia che non si tratti solo di questo. Le prove non mentono, qualcuno ha commesso un delitto.
Voglio lanciarvi una sfida: saprete trovare l'assassino prima che io ve lo sveli? Cercate di scoprirlo!
Genere: Introspettivo, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Noah
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Capitolo 1
 
 
§
 
La mattina giungeva al termine e si cominciava a sentire il caldo del pomeriggio, allietato da un dolce vento. Tre volanti della polizia erano posizionate davanti al garage della villa con le luci lampeggianti accese. Sei poliziotti sciamavano per il luogo, chi per scattare foto, chi per tenere i curiosi e i giornalisti dietro le strisce gialle. Il corpo era stato rimosso dalla corda ed era stato poggiato a terra dentro uno di quei sacchi neri per cadaveri. Successivamente sarebbe stato portato in obitorio per l’autopsia. Accanto alle volanti, accostata alla siepe che divideva il giardino da quello dei vicini, stava la macchina di Noah.
La villa si trovava in un quartiere poco abitato con altre sei o sette case più o meno grandi, che erano costruite lungo una stradina contornata da alberi. Sembravano tutte essere abitate da persone di un certo livello e con un portafoglio pesante. Intorno ad esse c’era un bosco, interrotto solo da qualche piccola radura.
Dalla fine della via, apparve un’altra auto della polizia, che si fermò dietro le altre. A bordo ci doveva essere una persona importante, poiché tutti i reporter si spostarono verso la macchina come uno sciame di api sul miele. I due poliziotti che sedevano davanti cercarono di far allontanare quella folla per far passare l’uomo che aveva pazientemente aspettato sul sedile posteriore.
Scese un individuo coi capelli rossi, avvolto in un loden scuro, con le mani in tasca; un perfetto Sherlock Holmes. I giornalisti continuavano a fare domande, ma lui non se ne curava e procedette sulla scena, dove i reporter non potevano andare.
Uno uomo alto, spalle larghe, capelli a spazzola marroni come gli occhi, messi in risalto da un piccolo naso a punta, si mise proprio davanti all’ispettore. « Ispettore Scott, sono il vice ispettore Aaron Cleverty , incaricato di aiutarla nell’indagine » disse prendendo il distintivo dalla giacca di pelle nera e mostrandoglielo. Scott fece un piccolo cenno con la testa. « Prego, mi segua » disse conducendolo nel garage, mostrandogli il luogo dove era stato rinvenuto il corpo.
Non sembrava nemmeno un viceispettore, era un ragazzo normale, come tanti.
« È stato toccato qualcosa prima del mio arrivo? Una qualsiasi cosa?» chiese l’ispettore inginocchiandosi e fissando il terreno, come se gli potesse dire qualcosa, parlare con lui.
« Be’, Signore, a parte il cadavere...» rispose il poliziotto con un’aria saccente, ma non riuscì a finire la frase.
« ...solo il pavimento. Si vedono ancora le impronte di coloro che l’hanno preso, la polvere che c’è in tutto il garage non l’ha ancora cancellate. Dimmi qualcosa che non si noti » disse freneticamente, così tanto che lo sbirro rimase per un momento confuso. Si ricompose e proferì un debole “Esatto, Signore. Nient’altro.”; si sentiva umiliato e un po’ imbarazzato, ma era normale quando si ha a che fare con certa gente. « E comunque, non chiamarmi “Signore”, mi fai sentire vecchio, chiamami Scott e basta ».
Il garage era in perfetto ordine: gli attrezzi, alcune carte ed un computer sul bancone appoggiato sul muro destro e oggetti vari sugli scaffali; nulla era fuori posto, fatta eccezione per lo sgabello che la vittima aveva usato per togliersi la vita. Su di esso c’erano due impronte, molto marcate, di fango appartenenti a Noah. Per tutta la stanza c’erano delle orme che i poliziotti avevano contrassegnato con dei numeri, tutte appartenenti alla vittima, ma, a parte queste, non c’erano altre tracce di terra, neanche sotto lo sgabello.
« Sign... Scott, » cominciò Aaron « questa è la corda usata dalla vittima » disse, cercando di attirare la sua attenzione su una fune appoggiata su un velo di plastica celeste.
« È una corda fatta di ramia » affermò Scott distogliendo lo sguardo dal garage. Si mise i guanti e la esaminò da vicino: una fune, ancora legata a mo’ di cappio, era abbastanza vecchia, con un odore sgradevole, e in più punti sembrava essere stata rovinata da qualcosa di piccolo.
Si avvicinò un altro poliziotto « Ispettore, la domestica è pronta a parlare ». « È stata lei a chiamare la polizia e a trovare il corpo » riferì Aaron.
Nel soggiorno della villa stava aspettando seduta su un divano di pelle rosso una ragazza. Era affiancata da uno sbirro, che quando vide arrivare gli uomini scattò sull’attenti e uscì fuori, lasciando i due da soli. La sala era molto spaziosa: sopra il sofà, era maestoso un affresco – sembrava molto antico - raffigurante un uomo ben vestito, più a destra vi erano, invece, una porta e successivamente le scale che portavano al piano di sopra. Il pavimento era coperto da un grande tappeto con un allegro motivo rosso e bianco.
« Signorina Louise Welch? Sono l’ispettore Scott » disse mettendosi a sedere su una sedia lì vicino, mentre Aaron rimase in piedi con le braccia incrociate.
La ragazza, nonostante la situazione, sembrava molto calma, come se non fosse accaduto nulla di grave.
« Mi permetta di farle alcune domande » disse l’ispettore fissandola nei suoi occhi color giada. Aveva dei capelli molto vivaci: neri con due ciocche colorate, una verde-acqua e l’altra rossa accesa.
« Noah aveva qualche motivo per togliersi la vita?» chiese diretto. Era deducibile dalla scena che fosse stato un suicidio, ma Scott voleva esserne sicuro che non ci fosse altro su cui indagare.
« Be’» cominciò la signorina « il signor Noah aveva il vizio del gioco, lo amava. Pensi che una volta ha scommesso anche con me. » disse, abbozzando un sorriso « Ma la sua passione l’ha portato sul lastrico; aveva accumulato debiti che non sapeva come estinguere » spiegò la domestica. Louise non lo guardava negl’occhi e aveva cominciato a sfregarsi le mani.
« Lei è scozzese?» esordì con una domanda completamente fuori luogo, come se non avesse ascoltato neanche una parola. La ragazza, un po’ spiazzata da quella domanda, confermò.
« Ma come...?» chiese Aaron, che fino ad allora era rimasto in silenzio. Scott lo fissò quasi stupito « La camicia » disse come per dire qualcosa di ovvio, ma l’altro non capiva. L’ispettore, spazientito, spiegò al suo secondo « Avrai notato l’accento della signorina. Bene, dalla divisa si vede la camicia ed è fatta di tartan, un tessuto tipico della Scozia. Non è stata comprata da poco: il colletto è rovinato e il tessuto è vecchio, io direi che è un ricordo o è affezionata alla camicia per qualche motivo. Capito?»
L’uomo era sorpreso dalla sua, se così si può definire, arte. L’ispettore, soddisfatto, si rimise ad interrogare la domestica, anche lei stupita.
« Dunque, Noah aveva qualche nemico?» continuò, e si mostrò molto interessato alla risposta.
« Non aveva nemici, ma a molti doveva dei soldi. Oh! C’è un uomo che l’altro giorno è stato qui e c’è stata una discussione accesa. Parlavano di una cooperazione o un associazione, non ricordo bene ».
« Si ricorda chi era quest’uomo?» chiese Scott. La signorina rimase qualche istante a pensare « Mi sembra si chiamasse Travis. Purtroppo ero impegnata a fare le pulizie e non ho sentito altro» concluse lei. L’uomo si alzò dalla sedia « Bene, grazie per il suo tempo, signorina. Arrivederci.»
 
§
 
Uscirono nel giardino davanti alla casa e scesero le scalette che conducevano alla porta d’ingresso.
« La signorina Louise ci nasconde qualcosa » esordì Scott. Era un’accusa da non prendere alla leggera: mentire alla polizia può essere motivo di condanna, ma l’ispettore sembrava così convinto che Aaron non volle contraddire.
« E come fai a dirlo?» chiese il vice ispettore serio.
« Mentre la interrogavo non mi ha mai guardato ed era molto agitata, hai visto che muoveva le mani in modo compulsivo?» spiegò al suo secondo.
« Magari era triste per la morte del suo capo oppure è solo timida » ipotizzò Aaron.
« Oh sì, era proprio in lacrime. » disse sarcasticamente « E non è neanche timidezza: le persone timide tendono a chiudersi in se stessi, a stringere le spalle, ma la postura della signorina era molto aperta. Il corpo parla, basta saper interpretarlo » disse rivolgendo un sorrisetto al suo secondo. « C’è qualcos’altro che ancora non so » riprese, tornando serio « Io detesto non sapere!» concluse sottolineando il “detesto”.
Dopo qualche minuto, durante i quali Aaron faceva delle ipotesi su cosa nascondesse la signorina, tutte smentite dall’ispettore, si presentò un poliziotto con una ragazza accanto – avrà avuto una ventina d’anni – dalla carnagione chiara; aveva dei capelli turchesi, legati in un chignon alto, e degli occhiali del medesimo colore, sorretti da un piccolo naso all’insù.
« Ispettore, lei è Lisa, una conoscente di Noah » disse l’uomo, che aveva condotto la ragazza con una mano sul fianco, cosa che a lei era visibilmente fastidiosa.
« Bene, va’ pure. Signorina Lisa, sono l’ispettore Scott. » disse porgendole la mano « La prego di rispondere ad alcune domande » disse. La ragazza annuì.
Si spostarono all’interno della casa, lontana dal caos del garage. La signorina Louise ora era con altri poliziotti, che cercavano di ricavare qualche informazione in più.
« Appena ho saputo, sono corsa subito qui » disse la ragazza dopo essersi accomodata su una sedia.
« Mi dica, signorina Lisa, come conosceva Noah?» chiese l’ispettore che si sedette seguito da Aaron di fronte a lei.
« Ecco, io e altri soci, tra i quali c’era anche Noah, possediamo un’azienda farmaceutica »
« Quand’è stata l’ultima volta che l’ha visto?» chiese Scott.
« Ieri sera » rispose Lisa « ad una cena di lavoro. C’era lui, io e altri sei membri »
« Mi sa dire chi fossero questi sei membri?» chiese l’ispettore. Anche Aaron aveva intuito dove voleva andare a parare con quella domanda.
« Xene Fonter, Cassandra LeBlanc, Jared Rowland, Ismael Delacroix, Damerae Kajuskin e Travis Flammer. »
Scott sembrò soddisfatto dall’ultimo nome; era la seconda volta che qualcuno lo nominava. Aaron pensò che fosse una persona importante o molto influente mentre segnava i nomi su un taccuino che portava nella tasca dei pantaloni. Probabilmente era questa l’associazione di cui parlava la signorina Louise.
« Sa se Noah avesse qualche motivo per arrivare ad una tale decisione?» domandò l’ispettore, aspettandosi una risposta simile a quella della signorina Louise. Lisa rimase un momento a pensare.
« Be’, io non conoscevo molto Noah, non parlavo spesso con lui, ma Damerae mi ha parlato di alcuni problemi finanziari che presto gli avrebbero fatto perdere tutto. Sa, lui è sempre molto franco con me » disse, curvando leggermente il labbro; il signor Kajuskin le doveva essere molto caro.
« Bene, grazie mille per la collaborazione, signorina » disse Scott alzandosi dalla sedia « Rimanga disponibile per nuove domande. Arrivederci » concluse e uscì dalla villa lasciando Lisa ad altri poliziotti, sorpresa per la ridotta durata del dialogo.
« Allora possiamo accertare che si tratti di suicidio » dichiarò Aaron una volta tornati nel giardino. Si stavano dirigendo verso le volanti della polizia, dove alcuni agenti parlavano tra di loro.
Scott lo guardò con aria interrogativa. « I poliziotti hanno sempre così tanta fretta di finire » affermò.
Aaron non capiva « E con questo cosa intendi dire?» chiese. La risposta che gli diede non gli parve quasi vera. « Devi imparare a osservare, caro Aaron. Questo è omicidio bello e buono ».
 
 
Angolo Autore
Salve a tutti! Eccomi con il primo capitolo della storia più attesa dell’anno! ( ok, basta con le stupidaggini )
 
Allora, questo è il mio primo capitolo del mio primo giallo, quindi sono molto curioso di sapere cosa ne pensate. Gli OC che mi avete mandato non appaiono tutti in questo capitolo, ma più avanti salteranno fuori.
Vi ricordo che in questa storia voi dovrete scoprire chi è l’assassino; io vi darò tutti gli indizi necessari per scoprirlo e poi starà a voi. Chissà se qualcuno lo troverà!
 
Io vi saluto, miei amici detective.
Ci si vede! 
  
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