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Autore: innocent_wolves    27/08/2016    2 recensioni
Gerard è un abile mago, responsabile di gran parte del successo della famosa nave da crociera Envison Destiny. È anche una di quelle persone... Insomma, una di quelle persone che sembrano assorbire tutto lo spazio che le circonda con la propria arroganza e sicurezza. Non toccheresti la loro personalità neanche con un bastone lungo tre metri, ma la gente le adora comunque.
Questo non riguarda Frank. Lavorando dietro ai banconi dei bar della nave e vedendo Gerard quasi ogni giorno, non riesce a capire cos’abbia di tanto fantastico. D’altro canto, nessun altro deve sopportare i suoi commenti maliziosi o considerazioni strafottenti. Perché se c’è una cosa che Gerard sembra amare, è infastidire continuamente Frank.
[traduzione]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Envision the Magic

XVI

 

Ci volle un po’ per togliere tutte le decorazioni, anche se andò tutto molto più liscio di quanto aveva inizialmente pensato Frank. Dopo ciò passarono un altro paio di ore di pulizie e sistemazioni, prima che Jill guardasse il proprio orologio e gli dicesse che era libero di andare a casa se voleva.
 
“Questo viaggio ti ha proprio sfinito, o sbaglio?” chiese, guardandolo pensosamente. “O almeno sembri piuttosto stanco. Ma ehi,” disse allegra “si sentono tutti così dopo la loro prima crociera di Natale.”
Sì, ma scommetto che non sia così piena di casini per tutti, pensò Frank irritato, anche se si sentì imitare quel sorriso automaticamente, rispondendole con una piccola alzata di spalle. Se non altro, aveva ragione; era stanco.
 
“Se vuoi andare ora non mi dispiace” continuò Jill. “Hai fatto un lavoro incredibile e non devi rimanere qui ancora. In più sono abbastanza sicura che ti piacerebbe andare a casa dalla tua famiglia. Ci rivediamo alla fine delle vacanze, va bene?” Gli sorrise. “Buon Natale, Frank.”
 
“Sì, certo” rispose, con ancora quella piatta imitazione del suo sorriso piazzata in faccia. “Grazie Jill. Buon Natale anche a te.”
 
Quindi eccoci; la sua prima crociera di Natale con l’Envision era finita. Schiocca le dita e via. E comunque sbattere i talloni non è abbastanza complicato per farti tornare a casa. Frank sentì di aver dovuto aprire e chiudere anche troppe porte per tornare al loro porto di partenza. Tutta quella situazione senz’altro non era stato il divertimento in cui aveva sperato, questo era certo – anche con la compagnia di Lisa e Caden. Il Natale rimaneva, per quanto lo riguardava, terribilmente sopravvalutato. Specialmente quest’anno.
 
Un dolore piatto gli si formò da qualche parte sopra al naso, causandogli un profondo cipiglio. Anche se i suoi pensieri sembravano sparsi ovunque, non gli ci volle molto per trovare lo schema in cui si erano rifugiati. Frank capì che gli faceva male la testa perché, in realtà, stava pensando a Gerard. La sua mente si appisolava e i suoi pensieri si disperdevano, facendogli credere di non star pensando a niente in particolare, fino a quando non si accorgeva che Gerard ancora una volta gli stava occupando la testa. Era un gioco basato sul dimenticare e ricordare che si ripeteva. I suoi pensieri erano coinvolti in una subdola piccola danza ed era arduo cogliere il lavoro di piedi che l’avrebbe fatto uscire. Nessuno poteva sfuggire la propria testa. Faceva male, sia mentalmente che fisicamente.
 
“Aspetta e vedrai” mormorò togliendosi la sua uniforme da Natale, potendo finalmente mettersi qualcosa di normale. “Presto vedrai la sua fottuta faccia su cartelloni giganti ovunque. Quel figlio di puttana sorriderà e alzerà le sopracciglia a tutti come se non fosse mai successo niente.”
 
***
 
Aveva percorso metà della passerella, chiedendosi vagamente se Gerard fosse già sceso, quando il suo telefono squillò. Imprecò e armeggiò con la propria valigia per un po’ di goffi secondi prima di prenderlo; lo schermo rivelò si trattasse di Lisa.
 
Ehi, Frank!” disse allegramente. “Dove sei? Hai già lasciato la nave?
 
“Lo sto facendo ora” rispose, trattenendo un’altra imprecazione quando la valigia perse l’equilibrio e cadde. “Perché?”
 
Be’, io e Caden siamo appena arrivati a casa e mi sono chiesta se avessi il tempo di venire a trovarci?” chiese. “Dovremmo davvero parlare della festa per il suo compleanno e neanche ho idea se i suoi amici siano disponibili durante le vacanze. Inizio a pensare che avremmo dovuto festeggiarlo prima…
Frank chiuse gli occhi per un momento; la festa di compleanno di Caden. Ovviamente. Se n’era quasi completamente dimenticato; doveva ancora comprare i regali. Almeno una cosa era sicura; non avrebbero assunto un mago.
Comunque,” aggiunse, “dobbiamo trovare qualcosa. Sarebbe davvero carino che riuscissi a fermarti qui.” Trovò un sorriso nella sua voce.
 
“Certo, posso” annuì. “Prendo un taxi e vengo direttamente lì. Uh, dammi quindici, venti, minuti.”
 
Okay, fantastico” disse Lisa. “A dopo.
 
***
 
Quando Frank arrivò all’appartamento di Lisa e si chiuse dentro, non ebbe neanche l’occasione di far notare la propria presenza. Suo figlio era in vantaggio e l’aveva già sentito nel momento in cui era entrato nello stretto ingresso. Indugiò alla porta, ascoltando i passi di Caden mentre corse entusiasta nella sua direzione, il suono sempre più forte. Un battito di ciglia dopo aveva svoltato l’angolo. Caden si fermò un secondo per controllare che l’arrivato fosse realmente il padre, prima di fare un gran sorriso e correre verso di lui.
 
“Papà!”
 
Frank fece subito cadere tutto quello che stava portando, rischiando di perdere l’equilibrio quando il bambino gli si lanciò tra le braccia. Rise e chiuse gli occhi, abbracciandolo forte.
 
“Ehi, ragazzo, mi sei mancato! Mi dispiace non esserci stato quando tu e la mamma siete sbarcati.” Allentò la presa per guardarlo. “Volevo davvero aiutarvi con la roba e tutto ma ero un po’ impegnato.”
 
“Sì, ma solo perché stavi lavorando, quindi va bene.” Il bambino sorrise e gli allacciò le braccia intorno al collo. “Però sapevo che saresti venuto, perché è Natale e non vai a lavoro quando è Natale, vero, papà?”
 
“Giusto, Caden, non ci vado” lo rassicurò, lasciandolo andare. “Quindi ti è piaciuta la crociera?” chiese. “Tuo padre lavora in un posto piuttosto figo, huh?”
 
“Sì, un giorno voglio tornarci!” Caden annuì con entusiasmo. Poi il suo viso si illuminò, come se avesse appena ricordato qualcosa di importante. “Ehi, papà – guarda!” Fece un gran sorriso, indicandosi i denti di sopra; in quella fila c’era uno spazio che sicuramente prima non c’era. “Ho perso un dente! Il terzo!”
 
“Hai già perso il tuo terzo dente e non c’ero?” Esclamò Frank, e per un istante si sentì sinceramente dispiaciuto. “Aw, cavolo – quand’è successo?”
 
“Nel taxi” rispose, sorridendo orgoglioso. “Ha sanguinato tantissimo ma non ho pianto perché non mi ha fatto male per niente.”
 
“Era da un po’ che dondolava, quindi era solo questione di tempo” Vide Lisa per un breve momento, stava passando con qualche asciugamano tra le braccia, evidentemente nel processo di disfare le valigie. “La cosa buffa è che l’abbiamo veramente perso.” Continuò dall’altra stanza. “Abbiamo cercato ovunque nei sedili del taxi ma non l’abbiamo trovato da nessuna parte. Quindi questa volta non abbiamo niente per la Fatina dei Denti, caro.”
“Non ho bisogno del dente” la rassicurò con veemenza. “Perché ho ingoiato l’altro che mi è caduto, ti ricordi, mamma? E la Fatina dei Denti mi ha dato lo stesso i soldi. Ma mamma,” aggiunse, e quel leggero tono da adulto, so-tutto-io fece scoppiare a ridere Frank “so che dà i soldi prima a te, perché l’ultima volta non è neanche entrata in camera. C’eri solo tu.”
 
Ci fu una piccola pausa prima che Lisa apparisse sulla porta, gli occhi spalancati e le mani sui fianchi.
 
“Sai, dovresti dormire quando è così tardi! Sei un piccolo furbetto, o no?” Si sporse e gli fece il solletico, facendo urlare e ridere il bambino allo stesso tempo. “Mi assicurerò di dirlo alla Fatina dei Denti! Non verrà più a trovarti ora che sa che la spii. Ora vai in camera tua” gli ordinò fintamente oltraggiata. “Mamma e papà devono parlare di una cosa in privato.”
 
“È sulla mia festa di compleanno?” chiese, guardandoli pieno di speranza.
 
“Chi ha detto niente su una festa?” scherzò sua mamma, deliberatamente evitando la sua domanda. “Non ho sentito niente su una festa – e tu, Frank?” Guardò perplessa Frank, che in risposta scosse la testa e le spalle con innocenza.
 
“Lo è!” Insistette gioiosamente Caden ed iniziò a saltare. “State per parlare della mia festa di compleanno!”
 
“Va bene, non gasarti troppo, tesoro – ora vai nella tua camera” ripeté, questa volta più seria. “Non voglio ripeterlo. E non origliare!”
 
Sorrise mentre loro figlio esternò un infastidito e leggermente offeso lamento, ma fece ciò che gli era stato detto e li lasciò con riluttanza. Mantenne gli occhi su di lui fino a quando non fu sparito.
 
“Quel bambino è fantastico” Frank rise. “Lo amo un casino.”
 
“Ha sei anni e già si comporta come te” scherzò Lisa con una piccola risata. “È fantastico, va bene. Oh, comunque,” aggiunse all’improvviso “com’è andata?”
 
Alzò le sopracciglia in una domanda silenziosa, guardandolo mentre affondava le mani nelle tasche ed iniziò senza uno scopo a spostare la valigia contro al muro con il piede. Sapeva esattamente di cosa stesse parlando.
 
“Com’è andato cosa?” chiese distrattamente, facendo il finto tonto.
 
“Non provarci neanche” disse, alzando gli occhi al cielo. “Com’è andata con Gerard e tutto il resto. Sei riuscito a parlargli?”
 
“Oh, quello” Frank mosse la mano indifferente, nella speranza che il tono della propria voce fosse abbastanza scanzonato. “È… Be’, diciamo che è tutto sistemato e finito.” Scosse le spalle in modo superficiale alla sua espressione e la superò per andare nella piccola cucina.
“Cosa significa finito?” chiese cautamente, seguendolo subito.
 
“Significa che è finita” rispose secco, ancora provando a simulare la propria spensieratezza. “Per sempre. Ehi, non è che hai una birra o simili?” Provò a improvvisare una manovra evasiva. “O se ti va bene mi preparo qualcosa da mangiare, sto morendo di fame…”
 
Era una bugia, ovviamente, ma comunque sia infilò la testa nel frigo, come se pensasse di poterci entrare e nascondervici e in quel modo evitare di risponderle.
 
“Frank? Girati e guardami.”
 
La voce di Lisa non era particolarmente severa ma aveva un breve accenno di freddezza. Vi si stava nascondendo un avvertimento, da qualche parte, una cosa molto più minacciosa di qualsiasi urla furente. Per un fuggevole momento pensò che dovesse suonare così quando Caden combinava qualcosa. Quando alla fine si girò vide che fosse vicina al bancone della cucina, a braccia conserte.
 
“Cos’è successo?” chiese, contraendo le labbra.
 
“Niente” Frank fece un profondo sospiro, chiudendo il frigo. “Ha semplicemente mentito ancora; ecco cos’ha fatto per tutto il cazzo di tempo. Adesso per favore potremmo dimenticarcene e parlare invece della festa per Caden?”
 
“La festa può aspettare” disse Lisa inflessibilmente. “Dimmi cosa diavolo è successo tra voi due.” Questa volta stava dando un ordine più che facendo una domanda.
 
Dopo un altro momento di esitazione, Frank iniziò riluttante a raccontarle i semplici trucchi con cui Gerard aveva intrattenuto Caden. Poi iniziò a parlare di Tara, che sembrava una donna che Gerard conoscesse bene, e lì aveva iniziato a scaldarsi. Frank disse di averlo visto con un altro, ancora, durante l’intervallo del suo ultimo spettacolo. Poi finì il resoconto dicendole tutto quello che Gerard aveva detto prima. Le spiegò di non aver mostrato interesse nelle sue spiegazioni, neanche quando disse che avrebbe rotto il contratto con l’Envision.
 
“E poi me ne sono andato” alzò le spalle. “Comunque se ne arriva con tutta questa merda a caso, di solito sotto forma di altre persone. È troppo da sopportare. Adesso è finita e onestamente mi sento un casino più leggero. Problema risolto.”
 
Lisa continuò a fissarlo per un po’ dopo che smise di parlare, tenendo la bocca chiusa fino a quando il silenzio non iniziò a diventare imbarazzante.
 
“E tu riesci seriamente a stare lì a dire questo?” chiese alla fine, gli occhi socchiusi, increduli. “Pur avendolo lasciato lì sapendo di non avergli dato la possibilità di spiegarsi? Ti sei semplicemente rifiutato di parlarne? Wow, Frank, ti dovrà davvero far sentire benissimo” aggiunse sarcastica.
 
“Non ho bisogno di sentire questo discorso” mormorò, incupito. “E poi so come stanno le cose. La morale è che non cambierà mai. Mi pento anche solo di averci avuto a che fare; semplicemente non è… non è una brava persona.”
 
Lisa si accigliò, e per un attimo sembrò personalmente offesa.
 
“Okay, questo non quadra con quello che so” affermò, con la voce più dura del solito. “A volte le persone sono come sono perché non possono proprio farci niente. Sai? Sono solo loro. Ma non significa per forza che siano cattive. Ecco cos’ho imparato in questi anni, e lo so a causa di noi due, Frank. Prima facevamo completamente schifo, ma non siamo cattivi. Guardaci; siamo cambiati.”
“Ma ci sono persone che non cambieranno mai” replicò. “Si rifiutano. Gerard è una di quelle. Sono pronto a scommettere che le sue cosiddette spiegazioni sarebbero state comunque qualcosa di stupido, qualcosa inventato sul posto. In qualche modo ci avrebbe infilato un insulto, ne sono fottutamente certo.”
 
“Senti” Lisa sospirò. “So di averti detto di avere il diritto ad essere scettico, e so che ti ha fatto e detto cose che non meritavi, ma onestamente, ora sei ridicolo. Ci sono un casino di spiegazioni logiche a questo mondo, Frank. scommetto che ce n’è una anche per Gerard; se l’avessi sul serio lasciato parlare allora magari te ne avrebbe data una. E sono abbastanza sicura che non ti abbia svelato così i propri sentimenti per niente, o che si sia persino preoccupato di mostrare a Caden quei trucchi se non gli importasse.”
 
“Oh, giusto” Frank sbuffò sarcastico. “Be’, uh, sono dannatamente certo che abbia voluto sembrare tutto carino e attraente solo per potermi portare a letto. Voglio dire, non che io pensi di essere chissà cosa o alt–”
Fu rudemente interrotto a metà frase quando un bruciante dolore improvviso gli scoppiò nella guancia sinistra. La sensazione arrivò dal nulla e lo colse completamente alla sprovvista. Solo dopo uno o due secondi realizzò che Lisa si fosse avvicinata e l’avesse colpito. L’aveva seriamente colpito, a mano aperta e piena forza, proprio sulla guancia. Vi portò subito la mano sopra, il suo tocco intensificò la bruciante sensazione sulla pelle.
 
“Cos – Tu –” balbettò scioccato, battendo le palpebre verso di lei.
 
“Giuro che la prossima volta ti do un pugno” lo avvisò Lisa, il tono nella sua voce gli garantiva che era lontana dallo scherzare.
 
“Cosa – Lisa, cosa cazzo?!”
“Più tardi mi ringrazierai” sputò lei, la faccia rosa brillante per la rabbia. “Seriamente, Frank – mi hai appena detto che lascerà il suo lavoro! Si sta licenziando per te. Pronto? Come fa anche solo ad avere qualcosa a che fare con il provare a dannatamente portarti a letto? Sì, forse ha provato a fare una bella impressione mostrando a Caden quei trucchi, ammetto che sia possibile, e quindi? Voglio dire, chi non farebbe qualsiasi qualcosa per fare bella impressione davanti a qualcuno a cui è interessato? E Dio, te lo ripeto; si sta sul serio licenziando solo per farti rimanere. Ti rendi anche solo conto di quanto sia drastico? Mi sembra un modo strano di fare colpo su qualcuno.”
 
Lo guardò per quelli che sembrarono anni. Frank rimase lì a corto di parole, a strofinarsi la dolorante guancia con il palmo e cercando freneticamente nella propria mente qualcosa di sensato con cui rispondere.
 
“Non posso credere che tu stia dalla sua parte” disse semplicemente alla fine, provando al suo meglio a sembrare sinceramente offeso.
 
Lisa fece scorrere la mano per la sua coda sciolta, scuotendo la testa.
 
“No – io non posso credere che tu insista nell’essere così cocciuto. E non riesco a credere che tu non sia neanche in grado di riconoscere un sacrificio quando ti viene sventolato in faccia. Quel povero ragazzo stava palesemente cercando di fare uno sforzo ma non l’hai neanche voluto stare ad ascoltare. Prova a sentire quello che dici! È come se fossi ossessionato con l’essere irragionevole!”
 
Frank aprì la bocca per rispondere ma non aveva niente con cui attaccarla, niente a parte il solito “Non è così!” Lo disse ad alta voce nella propria testa, solo per realizzare che suonasse infantile e stupido.
 
“A lui non importa perdere il lavoro o meno” borbottò alla fine, afferrando la prima cosa che gli venne in mente. Si accigliò, continuando a strofinarsi la guancia distrattamente. “L’ha anche detto lui stesso di volersene andare, non è colpa mia se è stanco dell’Envision. E ricorda che ha fatto questa cosa a Las Vegas o dove cazzo era per tantissimo. Scommetto che ci sono un casino di posti più che felici di assumerlo. Sopravvivrà.”
 
Non provarci neanche.” Disse con impazienza. “Non stiamo parlando della disoccupazione di Gerard, è ben lontano dal punto. Avevi detto che con lui fosse impossibile parlare? Be’, tu non sei neanche un po’ meglio. Ora ti stai solo inventando delle scuse.”
 
Frank non rispose. Rimase vicino al frigo con il palmo sulla guancia, che faceva ancora noiosamente male. Era sicuro che Lisa avesse lasciato un’impronta che sarebbe rimasta per tutto il giorno.
 
“Andiamo, Frank” Questa volta la sua voce era più gentile, e gli dedicò un piccolo sorriso. “Sei così ossessionato nell’essere cauto che non pensi più coerentemente. E seriamente; se finisce per spezzarti il cuore e tra voi va male allora, onestamente, non è la fine del mondo. Scusa se suona crudele ma non cadrai a pezzi. Sei fatto di roba più dura di quello.”
 
Frank abbassò lo sguardo. Iniziò a giocherellare con un filo della propria maglia e notò le proprie mani tremare leggermente.
 
“Ma…” iniziò lentamente, infine. “Se ora provo a tornare da lui e va male davvero… Se succede sarò distante per un po’, Lisa, sono serio. E non voglio che Caden mi veda –”
 
“Non capisco tutte queste inutili preoccupazioni per la sanità mentale di Caden.” Lisa aveva di nuovo incrociato le braccia, guardandolo con serietà. “O qualunque cosa pensi che sia tanto fragile in lui. E da dove viene questa storia? Quel bambino è figlio unico, è stato senza padre per quasi sette anni, sua mamma è troppo giovane e senza un’educazione scolastica, e sono stata costretta a dover scegliere doppi turni invece che lui fin troppe volte. Inoltre è più sveglio di molti bambini della sua età e questo a volte lo fa sentire solo. Ma seriamente, l’hai visto? Sta andando alla grande. Tuo figlio è molto più forte di quello che credi.”
 
“Sì, ma –”
 
“Il dolore non dura per sempre” disse, interrompendolo dolcemente. “E non preoccuparti per noi. Hai capito? Siamo qui per te; vale per tutti. Se va male non credere che non ti aiuteremo ad andare Avanti.”
 
“Non lo so…” Frank esitò, si morse il labbro.
 
“Tu lo sai, cretino” insistette, sporgendosi questa volta per appoggiargli incoraggiante una mano sul braccio. “Se i cuori spezzati sono difficili da curare, allora bene. È la vita. Ma è anche peggio smettere di tormentarsi pensando a come sarebbe stato. Sai? Penso sia meglio rischiare qualcosa che si può eventualmente sistemare, invece di pentirsi per il resto della propria vita di non averlo fatto. Semplicemente… cercalo. Ascoltalo, almeno, così potete entrambi riordinare i vostri sentimenti. Se non lo fai, continuerai a prendertela con Gerard per tutto quello che va male fino a crederlo tu stesso. E quello è proprio qualcosa che Caden non dovrebbe vedere. Ti ammira così tanto, Frank, sei il suo eroe” aggiunse con sincerità, con una nota di supplica nella voce. “Non confonderlo diventando improvvisamente un padre acido.”
 
Frank continuò a succhiarsi il labbro e guardò assente il vuoto. Realizzò che Lisa avesse detto più cose sensate in dieci minuti che gran parte della gente in tutta la loro vita. Poi all’improvviso si sentì come se all’interno di lui tutto stesse cadendo, come se avesse ingerito qualcosa senza peso che fosse appena stato reclamato dalla gravità. Sentendosi un po’ confuso, andò verso la sedia più vicina e vi affondò.
 
“Ma – e se fosse troppo tardi?” chiese tremante; si accorse che il panico avesse iniziato a trapelare per le sue vene, facendolo sentire caldo e freddo allo stesso tempo. Iniziò a farneticare, incapace di impedire alle proprie braccia di gesticolare senza un senso. “E se si fosse già licenziato? Non lo rivedrò mai più se lascia l’Envision. E non so neanche da dove dovrei iniziare o cosa dovrei dire, sono –”
 
“Cristo santo, Frank!” Lisa si sporse e gli spintonò il braccio infastidita. “Non perdere così la testa! Non sai se è troppo tardi o no, ma sederti nella mia cucina e chiederti ‘e se’ non ti aiuterà esattamente a scoprirlo, o no? Che diamine di problema hai? Prendi un taxi, trovalo, convincilo a rimanere con l’Envision e il resto viene da sé. Seriamente – non sono una persona troppo violenta ma ti darò un altro schiaffo se necessario.”
 
Si fissarono a vicenda per un altro po’. Poi Frank iniziò a ridere; si piegò in avanti, ridendo così tanto che le sue spalle si scossero, nacquero lacrime nei suoi occhi.
 
“Quando cazzo sei diventata così diretta?” chiese, alzandosi impacciato dalla sedia una volta ripreso il controllo. Quando si rialzò capì di averne davvero avuto bisogno; aveva bisogno di venire schiaffeggiato e che gli urlassero in faccia, e sicuramente aveva bisogno di quella risata. “Adesso sono così in imbarazzo. Guardami! Sto fottutamente arrossendo, che diavolo.”
 
Lisa sorrise, alzando le spalle iniziando a farlo uscire dalla cucina.
 
“È da un po’ che sono abituata ad essere una giovane e lavoratrice mamma single; devo essere schietta se non voglio farmi mettere i piedi in testa. E ora datti una mossa, Frank” aggiunse spingendolo fuori dalla porta, parlando come se stesse per iniziare l’ultimo round di una partita di boxe particolarmente estenuante. “Va’!”



Non ho molto da dire... A parte Lisa, sei tutti noi. Perché ammettetelo, anche voi prima o poi gli avreste dato uno schiaffo.
La storia sta giungendo alla sua fine. ç_ç
Colgo l'occasione per dire anche che la mia prossima traduzione probabilmente sarà sempre di questa autrice, e probabilmente tradurrò Masterpiece.

Comunque, mi fa davvero piacere vedere che questa fanfic in un certo senso ha appassionato molte persone. Quindi, grazie.
Alla prossima.

xoxo

   
 
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