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Autore: Nazuhi    28/08/2016    1 recensioni
Sequel di "Tutte le mie prime volte" (ripostata su gentile richiesta di una lettrice, che ringrazio di cuore)
****
Yomi è riuscita, non con poche difficoltà, a superare il suo primo anno all'Accademia del Duellante. Il ricordo del suo primo anno e la scomparsa dei suoi amici, però, continuano a tormentarla. Si sente inutile e vorrebbe scoprire cosa è realmente successo agli studenti d'élite, ma le indagini si risolvono tutte in un buco nell'acqua e la ragazza inizia ad esserne ossesionata, al punto da allontanarsi sempre più dai pochi amici rimasti. Tuttavia l'arrivo del fratello e il suo burrascoso ingresso in Accademia la aiuteranno a ritrovare la sua strada e ad allontanare i fantasmi che continuano a perseguitarla. Non tutto però è rosa e fiori; nell'ombra si nascondono dei nemici impensabili, pronti a tutto pur di portare alla luce segreti antichie dimenticati dai più, e che minacceranno la felicità degli studenti e dei due fratelli Yuki.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, Jaden/Judai Yuki, Nuovo personaggio, Zane Truesdale/Ryo Marufuji
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2- “Incursione notturna


La scuola era iniziata già da almeno un mese e, in tutto quel periodo, Yomi non aveva fatto altro che trascorrere tutti i momenti liberi che aveva cercando indizi sulla scomparsa dei suoi amici. Ed aveva fatto di tutto per evitare che Zane se ne accorgesse, arrivando anche a mentirgli diverse volte. L’Obelisk non voleva che la ragazza continuasse quelle indagini pericolose, ma la studentessa, dal canto suo, non aveva la minima intenzione di rinunciare. Così, per evitare di farlo preoccupare più del necessario, aveva deciso di mentirgli. All’inizio si sentiva in colpa, ma con il passare del tempo mentire era diventato via via più facile, tanto che adesso non se ne rendeva nemmeno conto. Le veniva quasi naturale, come respirare o camminare. Inoltre, a causa di quelle ricerche, non aveva molto tempo da trascorrere insieme all’altro, perciò, con il passare dei giorni, stava iniziando a trascurarlo sempre di più. E non si trattava solo del Kaiser. Da quando era riniziato l’anno scolastico, la ragazza non aveva ancora visto né sentito Chumley, né aveva cercato di mettersi in contatto con lui. Il giovane del dormitorio rosso si era praticamente rinchiuso in camera e Yomi si era quasi dimenticata della sua esistenza.
Quella sera di inizio giugno, la studentessa del secondo anno aveva deciso di dare di nuovo un’occhiata al dormitorio abbandonato e magari, con un po’ di fortuna, cercare di intrufolarsi dentro.

Se non c’è nessuno, potrei anche farlo… Forse dentro posso trovare qualcosa di interessante.” pensò la giovane. Poi prese quei pochi oggetti che le sarebbero serviti, il porta-deck, che si fissò alla vita, si infilò gli stivaletti blu e fece per uscire dalla stanza, quando il suo palmare iniziò a squillare. Estrasse l’apparecchio dalla tasca e rispose alla chiamata. Sullo schermo del dispositivo apparve il volto del fidanzato, impassibile come sempre.
-Cosa vuoi?-chiese la ragazza, leggermente scocciata.
-Volevo solo chiederti se stasera eri libera. E’ una bella serata e potremmo stare un po’ insieme.
-Scusami, ma stasera sono stanca.
-Hai detto la stessa cosa anche ieri sera. E la sera prima e quella prima ancora.-fece l’altro, cercando di nascondere il suo disappunto.
-E quindi? Sono solo stanca…
-Sei sicura che vada tutto bene?-chiese Zane. La sua espressione si era fatta preoccupata e non riusciva a nasconderlo.
-Sì, è solo stanchezza!
-D’accordo…
-Allora ci vediamo domani…
La ragazza stava per chiudere la comunicazione, quando il Kaiser disse:
-Yomi…
-Cosa c’è?
-Buonanotte…
Detto questo il volto dell’altro scomparve e lo schermo tornò ad essere nero.

Che strano, mi sembrava che volesse dirmi qualcosa… Forse non era niente di importante e comunque posso sempre chiederglielo domani!” pensò la giovane, mentre appoggiava il dispositivo sul comodino. Aveva deciso di non portarselo dietro, per non essere disturbata e non rischiare di essere scoperta in un luogo in cui non avrebbe dovuto esserci. Dopo essersi assicurata di aver sistemato tutto e aver preso tutto l’occorrente, uscì dalla stanza, cercando di fare il minimo rumore possibile e si diresse verso il dormitorio abbandonato.
Una volta giunta là, si fermò per qualche secondo di fronte all’edificio, in preda ai ricordi. Sembrava che fosse trascorso un secolo dall’ultima volta che era stato abitato, invece di qualche mese. La struttura era decadente, con calcinacci sparsi qua e là, con i vetri delle finestre rotti e le porte sfondate. La polvere copriva tutto quanto e la facciata anteriore era coperta dall’edera. Il vecchio dormitorio era stato recintato con palizzate e catene, per impedire l’accesso agli studenti, ed una serie di cartelli avvertivano del pericolo di crollo. Era rimasto lì, in preda alle intemperie e ai segni del tempo. Persino l’erba del giardino che lo circondava era cresciuta selvaggia. In fondo, nessuno si occupava più di tenere in ordine quel luogo. Era stato abbandonato da tutti, sia dai suoi abitanti, sia dal personale della scuola. Nessuno si avvicinava più a quel luogo; avevano tutti paura che potesse accadere qualcosa di brutto, come se fosse un luogo maledetto che doveva essere evitato a tutti i costi. Per Yomi, invece, era un luogo che conservava tantissimi ricordi piacevoli, ricordi a cui non voleva rinunciare e che la legavano a persone che non voleva abbandonare.
-Sono sicura che prima o poi li troveremo tutti quanti… Prima o poi torneranno, ne sono sicura!-mormorò la ragazza, mentre distoglieva lo sguardo dall’edificio fatiscente. Poi fece qualche passo avanti, tra l’erba alta, si diede un’occhiata intorno e, una volta essersi accertata che nessuno la stesse spiando, scavalcò la recinzione ed entrò nell’edificio.
L’interno era ancora più desolato dell’esterno. I mobili e tutti gli altri oggetti erano ancora tutti lì, dove si trovavano prima dell’incidente. Nessuno li aveva spostati e sulla loro superficie si era depositata una spessa coltre di polvere. I corridoi erano ingombrati da assi di legno e sedie rotte e, di tanto in tanto, sul pavimento, si trovavano cocci di porcellana e schegge di vetro.
-Che tristezza…-commentò la ragazza, guardandosi intorno e illuminando le pareti con la torcia elettrica che si era portata dietro.
-Principessa…
Lo spirito della carta di Duel Monster era comparso al suo fianco, spaventandola non poco. La studentessa non era ancora abituata alle apparizioni improvvise del samurai, nonostante ormai fossero passati diversi anni.
-Yuki, quante volte devo dirti di non comparire in questo modo!
-Sono desolato…-fece l’altro, inchinandosi.
-Lascia perdere… C’è qualcosa che non va, vero?
La creatura fece un cenno d’assenso con la testa, poi aggiunse:
-Sento una strana energia provenire da questo posto…
-Una strana energia? In che senso?-chiese l’altra, mentre entrava nella sala da pranzo. I tavoli da pranzo erano ancora imbanditi, come se stessero ancora aspettando degli ospiti che non sarebbero mai arrivati.
-Non ve lo so dire… E’ troppo debole e non riesco ad avvertirla del tutto.
Yomi lo fissò per qualche secondo, senza rispondere. Poi si avvicinò ad uno dei tavoli apparecchiati e spostò i piatti e i bicchieri, in cerca di un segno di qualsiasi genere.
-Se i tavoli sono ancora apparecchiati, allora è vero che sono scomparsi durante il pomeriggio… A quanto pare Sheppard ha detto la verità!
-Non vi fidate di lui?-chiese lo spirito, mentre cercava di afferrare un piatto, senza riuscirci. Non aveva forza sufficiente per potersi materializzare nel mondo degli umani e diventare tangibile. In fondo, era pur sempre uno spirito.
-Non più di tanto… So che non dovrei diffidare di lui, ma dopo quello che ho scoperto l’altro giorno non so se posso fidarmi o no.
-Vi riferite alle cartelle degli studenti?-chiese ancora l’altro.
-Già… Ha fatto scrivere che si trovano all’estero per degli studi, per evitare troppi problemi con i giornalisti, ma a me la cosa puzza! Non mi piace come stia cercando di insabbiare l’incidente. E’ come se avesse paura o riconoscesse che in parte è colpa sua…
-Capisco…

Vorrei davvero potermi fidare di lui, ma non ne sono sicura. Se è coinvolto, si spiegherebbero diverse cose!”
-Principessa!-esclamò Yukimura, alzando un braccio per richiamare l’attenzione della duellante.
-Cosa hai trovato?
-Qui c’è una foto…
Detto questo, lo spirito si fece da parte per lasciare che la ragazza vedesse ciò che aveva trovato. Appoggiata in terra a faccia in giù, c’era una cornice di legno. Intorno c’erano dei pezzi di vetro, come se la cornice fosse caduta e si fosse rotta. Yomi si chinò e la sollevò, per vedere cosa ci fosse sull’altro lato. La foto che vi si trovava dentro raffigurava l’amico dai capelli castani, l’idolo del dormitorio femminile.
-Atticus…-mormorò Yomi, mentre la raccoglieva e la osservava da vicino. Stava sorridendo, come faceva sempre, con il pollice sollevato e la solita espressione stupida che ogni tanto faceva. In un angolo c’era persino la sua firma ed una breve dedica.
-Che idiota…
-Volete portarla con voi?-fece lo spirito.
-No, se qualcuno la vedesse potrebbe pensare che mi sia intrufolata qui dentro. Soprattutto Zane…-rispose la studentessa, rimettendo la foto al suo posto. Poi si alzò e dopo aver dato un’altra occhiata intorno, uscì dalla stanza e continuò con l’esplorazione.
Controllò tutto il piano terra e il primo piano, compresi i corridoi e le varie stanze, senza trovare niente di niente. Era come se fossero realmente scomparsi nel nulla. Non c’era assolutamente niente che potesse indicarle dove si trovassero o cosa era successo loro.

Non c’è niente… E’ come se fossero scomparsi nel nulla!”
-Forse sarebbe meglio se controllaste anche la camera del vostro amico…-commentò Yukimura, mentre seguiva la ragazza. La Obelisk si fermò all’improvviso e si voltò verso lo spirito.
-A chi ti riferisci?
-A Yusuke Fujiwara. Se non mi ricordo male, ha iniziato a comportarsi in modo strano poco prima che scomparissero.
-Adesso che ci penso, è stato anche il primo a scomparire. Forse in camera sua posso trovare qualcosa…
Detto questo, Yomi si voltò dalla parte opposta e finì di percorrere il corridoio, finché non si trovò di fronte alla camera da letto dell’amico dai capelli verdi. La studentessa provò ad aprirla, ma la porta era chiusa a chiave e non si spostò nemmeno di mezzo millimetro. Provò, quindi, a spingere un po’ più forte, ma non si mosse.
-E’ chiusa! Forse riesco a scassinarla…-mormorò tra sé e sé, mentre prendeva una forcina che aveva tra i capelli. Passò circa dieci minuti ad armeggiare intorno alla serratura, finché non sentì uno scatto secco, segno che la porta si era finalmente aperta. Poi entrò all’interno, seguita dallo spirito e facendo attenzione a dove metteva i piedi.
-C’è qualcosa…-mormorò il samurai, mentre vagava incerto tra i vetri rotti e i libri sparsi sul pavimento.
-Ne sei sicuro?-chiese la Obelisk con noncuranza, mentre si avvicinava alla scrivania. Sul tavolo c’erano un sacco di fogli, la maggior parte dei quali scritti a mano.

Questa è la sua calligrafia…” pensò la ragazza, mentre afferrava i fogli e li sfogliava lentamente. In mezzo ai compiti, c’erano anche alcuni strani disegni; erano perlopiù cerchi e triangoli ed altre strane linee che si incontravano e dipartivano l’una dall’altra. Ogni tanto, accanto a quei disegni, c’erano anche degli appunti, perlopiù poche parole, scritte nell’alfabeto latino.
Non capisco cosa ci sia scritto… Se fosse stato giapponese non ci sarebbero stati problemi, ma questo… Non capisco nemmeno che lingua sia! Forse inglese o francese…”
-Yuki!-esclamò, poi, cercando di richiamare l’attenzione dello spirito.
-Ditemi!
La ragazza gli porse gli strani disegni, chiedendoli se era in grado di tradurli. Yukimura li osservò attentamente per diversi minuti, poi li riconsegnò alla padrona, scuotendo la testa.
-Mi dispiace, ma l’unica lingua che riesco a comprendere è la vostra.
-Capisco…-mormorò l’altra.
-Se vi portate dietro quei fogli, potete cercare di tradurli con i libri che ci sono in biblioteca. Oppure potete cercare in Internet. Inoltre, anche quelle figure sono molto strane…
-Hai ragione…-fece l’altra. Poi piegò i fogli in quattro e li infilò nel porta-deck.-Guardiamo se c’è altro…
Detto questo, si diresse verso il letto. Aveva visto, con la coda dell’occhio, qualcosa che brillava nel buio della stanza. Una volta che si fu avvicinata, illuminò la parete dietro alla testata del letto e vide una cornice di compensato ricoperta di fotografie. Ce n’erano diverse che ritraevano anche lei, mentre in tante altre erano raffigurati Atticus e Zane. Erano state appese con alcune puntine da disegno. Accanto alla cornice, proprio sopra il letto, c’era uno specchio ovale, con una cornice laccata in rosso sangue. Doveva essere quello l’oggetto che aveva brillato nel buio. Sul vetro c’era una scritta in inchiostro indelebile, anch’esso rosso sangue. La calligrafia era sempre quella di Yusuke, ma questa volta i caratteri sembravano quasi tirati via, come se avesse avuto fretta di scrivere. Ed anche questa volta, le lettere erano quelle dell’alfabeto latino.
-Non sapevo che Yusuke conoscesse le lingue straniere…-mormorò Yomi, illuminando lo specchio.
-Non capisco perché non abbia scritto in giapponese…-fece lo spirito di Duel Monster, mentre si avvicinava alla padrona. La ragazza scosse la testa, aggiungendo che non ne aveva idea.
-Forse è meglio se vi scrivete anche questi caratteri; potrebbero sempre dirci qualcosa su dove siano finiti tutti.-disse. Yukimura, voltandosi verso la padrona. La studentessa fece un cenno d’assenso, poi estrasse il taccuino e la penna che si era portata dietro e si appuntò la nuova scritta. Aveva appena finito di ricopiarla, quando il samurai richiamò la sua attenzione.
-Principessa…
Lo spirito era al centro della stanza, inginocchiato sul pavimento e stava fissando qualcosa che si trovava in terra. Non appena la ragazza si fu avvicinata, le indicò un insieme di segni e linee che erano stati incisi sulle assi di legno del pavimento. La maggior parte di esse erano coperte da libri e fogli vari e non si poteva capire cosa fossero o cosa rappresentassero senza spostare niente.
-Sono dei segni…?-fece la ragazza, mentre spostava un libro dopo l’altro, cercando di fare attenzione a non ferirsi con i vetri rotti. A mano a mano che spostava i libri, il disegno appariva sempre più chiaro e familiare.

Questo disegno… Sono sicura di averlo già visto!” pensò Yomi, afferrando poi i fogli che aveva trovato sulla scrivania e iniziando a sfogliarli velocemente, finché non trovò ciò che stava cercando.
-Ero sicura di averlo già visto…
-E’ lo stesso disegno…-commentò Yukimura, osservando prima il disegno sul foglio e poi il pavimento.
-Sembra che sia stato inciso da qualcuno…-fece la ragazza, inginocchiandosi di fronte al disegno e sfiorando con un dito le linee.
-Pensate che sia stato Yusuke Fujiwara?
-Non lo so… Comunque, è stato sicuramente lui a disegnarlo sul foglio. Forse stava cercando qualcosa…
-Comunque sia, sono sicuro che troveremo qualcosa cercando su Internet o in biblioteca.
-Lo spero…-commentò l’altra, alzandosi in piedi ed osservando un altro po’ gli strani simboli che aveva trovato.
I due diedero un’altra occhiata veloce alla stanza e, non trovando nient’altro, decisero di uscire e tornare al piano di sotto.
La Obelisk era appena ritornata al piano terra ed aveva quasi deciso di uscire da lì, quando lo spirito del samurai si bloccò all’improvviso, indicando un punto imprecisato alla sua destra.
-Cosa c’è?-chiese la ragazza, illuminando il punto indicato dal mostro.
-C’è qualcosa…
-Qualcosa? Ehi, si può sapere di cosa stai parlando?! Non mi dirai mica che c’è un fantasma, vero?!-esclamò l’altra, iniziando a balbettare dalla paura. Aveva una vera e propria fobia per i fantasmi e non aveva alcuna intenzione di incontrarne uno in quel luogo, al buio e da sola.
-Non vi preoccupate, mi stavo solo riferendo a quell’energia a cui ho accennato prima, quando siamo entrati qui dentro. Adesso l’ho avvertita chiaramente e credo di aver capito da dove proviene…
Detto questo, la creatura di Duel Monster si allontanò dalla padrona ed imboccò uno stretto corridoio che si apriva accanto alle scale e che non avevano ancora controllato. Yomi lo seguì, un po’ titubante. Aveva ancora paura che qualcosa potesse comparire all’improvviso, facendola spaventare a morte.

Quanto odio gli edifici abbandonati! Non credo che ci sarei mai entrata da sola se non avessi avuto scelta… Inoltre, detesto ammetterlo ma sono contenta che ci sia anche Yuki! Con lui, sono abbastanza sicura che nessun fantasma verrebbe a spaventarmi. Ma anche se c’è lui, continuo a non sentirmi al sicuro.” pensò, mentre seguiva lo spirito all’interno di uno stretto corridoio.
La studentessa non aveva nemmeno fatto tre metri, quando rabbrividì all’improvviso. Aveva appena avvertito una corrente di aria fredda provenire da davanti a sè, segno che fra non molto ci sarebbe stata un’uscita.
-Che strano, non ricordavo che qui ci fosse un’uscita… Anche le pareti sono diverse…-mormorò tra sé e sé, illuminandosi un po’ intorno con la torcia. Le pareti del corridoio si stavano facendo sempre più irregolari ed anche il pavimento stava lasciando il posto alla pietra nuda. Era come se di punto in bianco finisse l’edificio e iniziasse un lungo cunicolo scavato nella roccia.
-Principessa, ci siamo!-fece Yukimura, voltandosi verso la ragazza. Yomi affrettò il passo e raggiunse lo spirito, curiosa di vedere dove avesse condotto quello strano corridoio. Non appena raggiunse il samurai e illuminò lo spazio intorno a sé, vide che si trovava in una ampia grotta, scavata nella roccia. Quel luogo era talmente umido che dal soffitto gocciolava, di tanto in tanto, un po’ di acqua. Al centro della grotta c’era una specie di arena, con degli strani disegni scolpiti tutt’intorno.

Ancora disegni? Non capisco cosa possano significare… E non capisco chi possa essere stato a tracciarli. Dubito che sia opera di Yusuke! Da solo non avrebbe mai potuto farcela…”
-Questo posto è veramente strano e sono abbastanza sicura che prima non ci fosse…-commentò la Obelisk, illuminando il luogo con la torcia.
-Avete ragione; nemmeno io l’ho mai avvertito… Comunque, credo che ci troviamo qualche metro sottoterra.
-Ne sei sicuro?-chiese l’altra, leggermente sorpresa, voltandosi verso lo spirito.
-Il corridoio che abbiamo appena percorso scendeva molto lentamente, ma scendeva.
-Mi chiedo chi possa essere stato a costruire un posto del genere…-fece la ragazza, dopo diversi minuti di silenzio. Detto questo, scese all’interno dell’arena e si diresse verso il suo centro. Era perfettamente circolare ed i disegni sulla sua circonferenza si ripetevano regolari, mentre quello al centro era molto simile a quelli che aveva trovato poco prima in camera di Yusuke.
-Principessa…
-Tutti questi simboli… Mi fanno venire in mente una specie di rituale…
-Un rituale?
-Bè, sì… Ma forse mi sto sbagliando…
-O forse no…-commentò il samurai, avvicinandosi alla ragazza. La giovane lo guardò per qualche minuto, poi illuminò di nuovo i simboli, pensierosa.
Dopo pochi minuti, sentì una voce spettrale sussurrare qualcosa in una lingua sconosciuta. Era una voce profonda e suadente allo stesso tempo e sembrava che continuasse a ripetere sempre la stessa frase.

Ma cosa diavolo…?” pensò la giovane, guardandosi nervosamente intorno. Poi si voltò verso lo spirito e chiese:
-Hai sentito qualcosa?
Il samurai scosse la testa.
-Ne sei sicuro?!-insistette Yomi.
-Sì… Perché me lo chiedete?-fece lo spirito, preoccupato. La ragazza mormorò di lasciar perdere, poi si guardò un altro po’ intorno, illuminando tutti gli angoli che poteva con la sua torcia elettrica.

Forse è solo la stanchezza… Magari mi sono immaginata tutto! Deve essere così… E’ assurdo che abbia sentito delle voci; non ha il minimo senso! Il mio cervello deve avermi giocato un brutto tiro, tutto qui!”
-Forse è meglio se usciamo di qui… Mi è pure venuto di nuovo il mal di testa!-disse, poi, portandosi una mano sulle tempie cercando di placare i forti dolori che, di punto in bianco, le erano venuti. Yukimura la guardò un po’ preoccupato, poi fece un cenno d’assenso e seguì la ragazza fuori dalla grotta, lungo il corridoio che portava dentro l’edificio. Una volta di nuovo all’interno del dormitorio abbandonato, Yomi diede un ultimo sguardo al salone d’ingresso e poi decise che era giunta l’ora di uscire.

Questo posto dà i brividi; sembra quasi infestato… Ma alla fine ho trovato qualcosa di interessante e, con un po’ di fortuna, potrei anche scoprire cosa è successo! Piuttosto, non capisco come mai nessuno se ne fosse accorto a suo tempo, quando hanno fatto le prime indagini. Quegli strani simboli in camera di Yusuke e quella grotta non potevano passare inosservati… Che qualcuno stia cercando di insabbiare tutta la vicenda?! Forse Sheppard è coinvolto…”
La ragazza era appena uscita dall’edificio e stava per scavalcare la recinzione, quando si sentì chiamare da una voce femminile. Alzò lo sguardo e vide una ragazza, in piedi vicino ad un albero, a pochi metri di distanza da lei. Aveva i capelli biondi e lunghi fino ai fianchi, lisci come la seta, e gli occhi chiari. Era una bella ragazza, dal seno prosperoso e di poco più alta di Yomi.

Perfetto! Beccata in pieno… A giudicare dalla divisa, direi che è una studentessa. Forse è del primo anno… Comunque sia, sono nei guai!”
-Principessa, era meglio se lasciavate che controllassi che non ci fosse nessuno prima di uscire…-fece lo spirito di Duel Monster.
-Già, hai ragione…-mormorò la duellante, mentre scavalcava la recinzione e cercava di allontanarsi con noncuranza dall’edificio. Aveva deciso di far finta di nulla; se era fortunata l’altra non l’avrebbe riconosciuta e non avrebbe potuto spifferare tutto ai professori.
-Aspetta!-esclamò l’altra ragazza, avanzando di qualche passo in direzione della studentessa del secondo anno.
-Cosa vuoi?
-Ecco… Tu cosa ci facevi là dentro?
Yomi si voltò verso la ragazza, lanciandogli un’occhiataccia.
-Potrei chiederti la stessa cosa…-fece poi.
-Io non mi trovavo al suo interno… Forse non sai che è contro il regolamento entrare all’interno del dormitorio abbandonato.
-Hai intenzione di andarlo a dire ai professori?-chiese la Obelisk del secondo anno, squadrando la biondina.
-Dipende da cosa mi risponderai…
-Te provaci e passerai un brutto quarto d’ora!-fece Yomi, sorridendo cinicamente.
-Li conoscevi?-chiese l’altra, senza farsi intimidire dalle minacce dell’altra studentessa.
-E se anche fosse?
-Tu sai cos’è successo, vero?-insistette la bionda, avanzando un altro po’.
-No, non so proprio nulla, altrimenti non sarei venuta qui in piena notte…
Detto questo, Yomi cercò di allontanarsi di nuovo dall’edificio, ma fu fermata di nuovo dalla voce della ragazza.
-Se hai scoperto qualcosa, ti prego di dirmelo!
-Io non devo dirti proprio niente! Non sono mica una stupida; qualsiasi cosa ti dica, tu andrai a riferirlo ai professori!
-Perché dovrei fare una cosa simile?!-esclamò l’altra, leggermente irritata.
-Perché non dovresti? Vedi che non hai un motivo per non farlo...-commentò la ragazza del secondo anno. Poi, si voltò di nuovo e fece per andarsene, quando fu bloccata da una voce, questa volta maschile, che le era molto familiare. Proveniva dal vialetto che conduceva all’edificio abbandonato e sembrava che si stesse avvicinando.
-Alexis, scusami per-
Dal vialetto comparve l’Obelisk del terzo anno. Non appena vide Yomi, si bloccò con la bocca semi-spalancata dallo stupore.
-Yomi? Cosa ci fai qui?

  
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