Capitolo 2- “Incursione notturna”
La
scuola era iniziata già da almeno un mese e, in tutto quel
periodo,
Yomi non aveva fatto altro che trascorrere tutti i momenti liberi che
aveva cercando indizi sulla scomparsa dei suoi amici. Ed aveva fatto
di tutto per evitare che Zane se ne accorgesse, arrivando anche a
mentirgli diverse volte. L’Obelisk non voleva che la ragazza
continuasse quelle indagini pericolose, ma la studentessa, dal canto
suo, non aveva la minima intenzione di rinunciare. Così, per
evitare
di farlo preoccupare più del necessario, aveva deciso di
mentirgli.
All’inizio si sentiva in colpa, ma con il passare del tempo
mentire
era diventato via via più facile, tanto che adesso non se ne
rendeva
nemmeno conto. Le veniva quasi naturale, come respirare o camminare.
Inoltre, a causa di quelle ricerche, non aveva molto tempo da
trascorrere insieme all’altro, perciò, con il
passare dei giorni,
stava iniziando a trascurarlo sempre di più. E non si
trattava solo
del Kaiser. Da quando era riniziato l’anno scolastico, la
ragazza
non aveva ancora visto né sentito Chumley, né
aveva cercato di
mettersi in contatto con lui. Il giovane del dormitorio rosso si era
praticamente rinchiuso in camera e Yomi si era quasi dimenticata
della sua esistenza.
Quella
sera di inizio giugno, la studentessa del secondo anno aveva deciso
di dare di nuovo un’occhiata al dormitorio abbandonato e
magari,
con un po’ di fortuna, cercare di intrufolarsi dentro.
“Se
non c’è nessuno, potrei anche farlo…
Forse dentro posso trovare
qualcosa di interessante.” pensò la giovane. Poi
prese quei pochi
oggetti che le sarebbero serviti, il porta-deck, che si
fissò alla
vita, si infilò gli stivaletti blu e fece per uscire dalla
stanza,
quando il suo palmare iniziò a squillare. Estrasse
l’apparecchio
dalla tasca e rispose alla chiamata. Sullo schermo del dispositivo
apparve il volto del fidanzato, impassibile come sempre.
-Cosa
vuoi?-chiese la ragazza, leggermente scocciata.
-Volevo
solo chiederti se stasera eri libera. E’ una bella serata e
potremmo stare un po’ insieme.
-Scusami,
ma stasera sono stanca.
-Hai
detto la stessa cosa anche ieri sera. E la sera prima e quella prima
ancora.-fece l’altro, cercando di nascondere il suo
disappunto.
-E
quindi? Sono solo stanca…
-Sei
sicura che vada tutto bene?-chiese Zane. La sua espressione si era
fatta preoccupata e non riusciva a nasconderlo.
-Sì,
è solo stanchezza!
-D’accordo…
-Allora
ci vediamo domani…
La
ragazza stava per chiudere la comunicazione, quando il Kaiser disse:
-Yomi…
-Cosa
c’è?
-Buonanotte…
Detto
questo il volto dell’altro scomparve e lo schermo
tornò ad essere
nero.
“Che
strano, mi sembrava che volesse dirmi qualcosa… Forse non
era
niente di importante e comunque posso sempre chiederglielo
domani!”
pensò la giovane, mentre appoggiava il dispositivo sul
comodino.
Aveva deciso di non portarselo dietro, per non essere disturbata e
non rischiare di essere scoperta in un luogo in cui non avrebbe
dovuto esserci. Dopo essersi assicurata di aver sistemato tutto e
aver preso tutto l’occorrente, uscì dalla stanza,
cercando di fare
il minimo rumore possibile e si diresse verso il dormitorio
abbandonato.
Una
volta giunta là, si fermò per qualche secondo di
fronte
all’edificio, in preda ai ricordi. Sembrava che fosse
trascorso un
secolo dall’ultima volta che era stato abitato, invece di
qualche
mese. La struttura era decadente, con calcinacci sparsi qua e
là,
con i vetri delle finestre rotti e le porte sfondate. La polvere
copriva tutto quanto e la facciata anteriore era coperta
dall’edera.
Il vecchio dormitorio era stato recintato con palizzate e catene, per
impedire l’accesso agli studenti, ed una serie di cartelli
avvertivano del pericolo di crollo. Era rimasto lì, in preda
alle
intemperie e ai segni del tempo. Persino l’erba del giardino
che lo
circondava era cresciuta selvaggia. In fondo, nessuno si occupava
più
di tenere in ordine quel luogo. Era stato abbandonato da tutti, sia
dai suoi abitanti, sia dal personale della scuola. Nessuno si
avvicinava più a quel luogo; avevano tutti paura che potesse
accadere qualcosa di brutto, come se fosse un luogo maledetto che
doveva essere evitato a tutti i costi. Per Yomi, invece, era un luogo
che conservava tantissimi ricordi piacevoli, ricordi a cui non voleva
rinunciare e che la legavano a persone che non voleva abbandonare.
-Sono
sicura che prima o poi li troveremo tutti quanti… Prima o
poi
torneranno, ne sono sicura!-mormorò la ragazza, mentre
distoglieva
lo sguardo dall’edificio fatiscente. Poi fece qualche passo
avanti,
tra l’erba alta, si diede un’occhiata intorno e,
una volta
essersi accertata che nessuno la stesse spiando, scavalcò la
recinzione ed entrò nell’edificio.
L’interno
era ancora più desolato dell’esterno. I mobili e
tutti gli altri
oggetti erano ancora tutti lì, dove si trovavano prima
dell’incidente. Nessuno li aveva spostati e sulla loro
superficie
si era depositata una spessa coltre di polvere. I corridoi erano
ingombrati da assi di legno e sedie rotte e, di tanto in tanto, sul
pavimento, si trovavano cocci di porcellana e schegge di vetro.
-Che
tristezza…-commentò la ragazza, guardandosi
intorno e illuminando
le pareti con la torcia elettrica che si era portata dietro.
-Principessa…
Lo
spirito della carta di Duel Monster era comparso al suo fianco,
spaventandola non poco. La studentessa non era ancora abituata alle
apparizioni improvvise del samurai, nonostante ormai fossero passati
diversi anni.
-Yuki,
quante volte devo dirti di non comparire in questo modo!
-Sono
desolato…-fece l’altro, inchinandosi.
-Lascia
perdere… C’è qualcosa che non va, vero?
La
creatura fece un cenno d’assenso con la testa, poi aggiunse:
-Sento
una strana energia provenire da questo posto…
-Una
strana energia? In che senso?-chiese l’altra, mentre entrava
nella
sala da pranzo. I tavoli da pranzo erano ancora imbanditi, come se
stessero ancora aspettando degli ospiti che non sarebbero mai
arrivati.
-Non
ve lo so dire… E’ troppo debole e non riesco ad
avvertirla del
tutto.
Yomi
lo fissò per qualche secondo, senza rispondere. Poi si
avvicinò ad
uno dei tavoli apparecchiati e spostò i piatti e i
bicchieri, in
cerca di un segno di qualsiasi genere.
-Se
i tavoli sono ancora apparecchiati, allora è vero che sono
scomparsi
durante il pomeriggio… A quanto pare Sheppard ha detto la
verità!
-Non
vi fidate di lui?-chiese lo spirito, mentre cercava di afferrare un
piatto, senza riuscirci. Non aveva forza sufficiente per potersi
materializzare nel mondo degli umani e diventare tangibile. In fondo,
era pur sempre uno spirito.
-Non
più di tanto… So che non dovrei diffidare di lui,
ma dopo quello
che ho scoperto l’altro giorno non so se posso fidarmi o no.
-Vi
riferite alle cartelle degli studenti?-chiese ancora l’altro.
-Già…
Ha fatto scrivere che si trovano all’estero per degli studi,
per
evitare troppi problemi con i giornalisti, ma a me la cosa puzza! Non
mi piace come stia cercando di insabbiare l’incidente.
E’ come se
avesse paura o riconoscesse che in parte è colpa
sua…
-Capisco…
“Vorrei
davvero potermi fidare di lui, ma non ne sono sicura. Se è
coinvolto, si spiegherebbero diverse cose!”
-Principessa!-esclamò
Yukimura, alzando un braccio per richiamare l’attenzione
della
duellante.
-Cosa
hai trovato?
-Qui
c’è una foto…
Detto
questo, lo spirito si fece da parte per lasciare che la ragazza
vedesse ciò che aveva trovato. Appoggiata in terra a faccia
in giù,
c’era una cornice di legno. Intorno c’erano dei
pezzi di vetro,
come se la cornice fosse caduta e si fosse rotta. Yomi si
chinò e la
sollevò, per vedere cosa ci fosse sull’altro lato.
La foto che vi
si trovava dentro raffigurava l’amico dai capelli castani,
l’idolo
del dormitorio femminile.
-Atticus…-mormorò
Yomi, mentre la raccoglieva e la osservava da vicino. Stava
sorridendo, come faceva sempre, con il pollice sollevato e la solita
espressione stupida che ogni tanto faceva. In un angolo c’era
persino la sua firma ed una breve dedica.
-Che
idiota…
-Volete
portarla con voi?-fece lo spirito.
-No,
se qualcuno la vedesse potrebbe pensare che mi sia intrufolata qui
dentro. Soprattutto Zane…-rispose la studentessa, rimettendo
la
foto al suo posto. Poi si alzò e dopo aver dato
un’altra occhiata
intorno, uscì dalla stanza e continuò con
l’esplorazione.
Controllò
tutto il piano terra e il primo piano, compresi i corridoi e le varie
stanze, senza trovare niente di niente. Era come se fossero realmente
scomparsi nel nulla. Non c’era assolutamente niente che
potesse
indicarle dove si trovassero o cosa era successo loro.
“Non
c’è niente… E’ come se
fossero scomparsi nel nulla!”
-Forse
sarebbe meglio se controllaste anche la camera del vostro
amico…-commentò Yukimura, mentre seguiva la
ragazza. La Obelisk si
fermò all’improvviso e si voltò verso
lo spirito.
-A
chi ti riferisci?
-A
Yusuke Fujiwara. Se non mi ricordo male, ha iniziato a comportarsi in
modo strano poco prima che scomparissero.
-Adesso
che ci penso, è stato anche il primo a scomparire. Forse in
camera
sua posso trovare qualcosa…
Detto
questo, Yomi si voltò dalla parte opposta e finì
di percorrere il
corridoio, finché non si trovò di fronte alla
camera da letto
dell’amico dai capelli verdi. La studentessa provò
ad aprirla, ma
la porta era chiusa a chiave e non si spostò nemmeno di
mezzo
millimetro. Provò, quindi, a spingere un po’
più forte, ma non si
mosse.
-E’
chiusa! Forse riesco a scassinarla…-mormorò tra
sé e sé, mentre
prendeva una forcina che aveva tra i capelli. Passò circa
dieci
minuti ad armeggiare intorno alla serratura, finché non
sentì uno
scatto secco, segno che la porta si era finalmente aperta. Poi
entrò
all’interno, seguita dallo spirito e facendo attenzione a
dove
metteva i piedi.
-C’è
qualcosa…-mormorò il samurai, mentre vagava
incerto tra i vetri
rotti e i libri sparsi sul pavimento.
-Ne
sei sicuro?-chiese la Obelisk con noncuranza, mentre si avvicinava
alla scrivania. Sul tavolo c’erano un sacco di fogli, la
maggior
parte dei quali scritti a mano.
“Questa
è la sua calligrafia…” pensò
la ragazza, mentre afferrava i
fogli e li sfogliava lentamente. In mezzo ai compiti, c’erano
anche
alcuni strani disegni; erano perlopiù cerchi e triangoli ed
altre
strane linee che si incontravano e dipartivano l’una
dall’altra.
Ogni tanto, accanto a quei disegni, c’erano anche degli
appunti,
perlopiù poche parole, scritte nell’alfabeto
latino.
“Non
capisco cosa ci sia scritto… Se fosse stato giapponese non
ci
sarebbero stati problemi, ma questo… Non capisco nemmeno che
lingua
sia! Forse inglese o francese…”
-Yuki!-esclamò,
poi, cercando di richiamare l’attenzione dello spirito.
-Ditemi!
La
ragazza gli porse gli strani disegni, chiedendoli se era in grado di
tradurli. Yukimura li osservò attentamente per diversi
minuti, poi
li riconsegnò alla padrona, scuotendo la testa.
-Mi
dispiace, ma l’unica lingua che riesco a comprendere
è la vostra.
-Capisco…-mormorò
l’altra.
-Se
vi portate dietro quei fogli, potete cercare di tradurli con i libri
che ci sono in biblioteca. Oppure potete cercare in Internet.
Inoltre, anche quelle figure sono molto strane…
-Hai
ragione…-fece l’altra. Poi piegò i
fogli in quattro e li infilò
nel porta-deck.-Guardiamo se c’è altro…
Detto
questo, si diresse verso il letto. Aveva visto, con la coda
dell’occhio, qualcosa che brillava nel buio della stanza. Una
volta
che si fu avvicinata, illuminò la parete dietro alla testata
del
letto e vide una cornice di compensato ricoperta di fotografie. Ce
n’erano diverse che ritraevano anche lei, mentre in tante
altre
erano raffigurati Atticus e Zane. Erano state appese con alcune
puntine da disegno. Accanto alla cornice, proprio sopra il letto,
c’era uno specchio ovale, con una cornice laccata in rosso
sangue.
Doveva essere quello l’oggetto che aveva brillato nel buio.
Sul
vetro c’era una scritta in inchiostro indelebile,
anch’esso rosso
sangue. La calligrafia era sempre quella di Yusuke, ma questa volta i
caratteri sembravano quasi tirati via, come se avesse avuto fretta di
scrivere. Ed anche questa volta, le lettere erano quelle
dell’alfabeto latino.
-Non
sapevo che Yusuke conoscesse le lingue
straniere…-mormorò Yomi,
illuminando lo specchio.
-Non
capisco perché non abbia scritto in
giapponese…-fece lo spirito di
Duel Monster, mentre si avvicinava alla padrona. La ragazza scosse la
testa, aggiungendo che non ne aveva idea.
-Forse
è meglio se vi scrivete anche questi caratteri; potrebbero
sempre
dirci qualcosa su dove siano finiti tutti.-disse. Yukimura,
voltandosi verso la padrona. La studentessa fece un cenno
d’assenso,
poi estrasse il taccuino e la penna che si era portata dietro e si
appuntò la nuova scritta. Aveva appena finito di ricopiarla,
quando
il samurai richiamò la sua attenzione.
-Principessa…
Lo
spirito era al centro della stanza, inginocchiato sul pavimento e
stava fissando qualcosa che si trovava in terra. Non appena la
ragazza si fu avvicinata, le indicò un insieme di segni e
linee che
erano stati incisi sulle assi di legno del pavimento. La maggior
parte di esse erano coperte da libri e fogli vari e non si poteva
capire cosa fossero o cosa rappresentassero senza spostare niente.
-Sono
dei segni…?-fece la ragazza, mentre spostava un libro dopo
l’altro,
cercando di fare attenzione a non ferirsi con i vetri rotti. A mano a
mano che spostava i libri, il disegno appariva sempre più
chiaro e
familiare.
“Questo
disegno… Sono sicura di averlo già
visto!” pensò Yomi,
afferrando poi i fogli che aveva trovato sulla scrivania e iniziando
a sfogliarli velocemente, finché non trovò
ciò che stava cercando.
-Ero
sicura di averlo già visto…
-E’
lo stesso disegno…-commentò Yukimura, osservando
prima il disegno
sul foglio e poi il pavimento.
-Sembra
che sia stato inciso da qualcuno…-fece la ragazza,
inginocchiandosi
di fronte al disegno e sfiorando con un dito le linee.
-Pensate
che sia stato Yusuke Fujiwara?
-Non
lo so… Comunque, è stato sicuramente lui a
disegnarlo sul foglio.
Forse stava cercando qualcosa…
-Comunque
sia, sono sicuro che troveremo qualcosa cercando su Internet o in
biblioteca.
-Lo
spero…-commentò l’altra, alzandosi in
piedi ed osservando un
altro po’ gli strani simboli che aveva trovato.
I
due diedero un’altra occhiata veloce alla stanza e, non
trovando
nient’altro, decisero di uscire e tornare al piano di sotto.
La
Obelisk era appena ritornata al piano terra ed aveva quasi deciso di
uscire da lì, quando lo spirito del samurai si
bloccò
all’improvviso, indicando un punto imprecisato alla sua
destra.
-Cosa
c’è?-chiese la ragazza, illuminando il punto
indicato dal mostro.
-C’è
qualcosa…
-Qualcosa?
Ehi, si può sapere di cosa stai parlando?! Non mi dirai mica
che c’è
un fantasma, vero?!-esclamò l’altra, iniziando a
balbettare dalla
paura. Aveva una vera e propria fobia per i fantasmi e non aveva
alcuna intenzione di incontrarne uno in quel luogo, al buio e da
sola.
-Non
vi preoccupate, mi stavo solo riferendo a quell’energia a cui
ho
accennato prima, quando siamo entrati qui dentro. Adesso l’ho
avvertita chiaramente e credo di aver capito da dove
proviene…
Detto
questo, la creatura di Duel Monster si allontanò dalla
padrona ed
imboccò uno stretto corridoio che si apriva accanto alle
scale e che
non avevano ancora controllato. Yomi lo seguì, un
po’ titubante.
Aveva ancora paura che qualcosa potesse comparire
all’improvviso,
facendola spaventare a morte.
“Quanto
odio gli edifici abbandonati! Non credo che ci sarei mai entrata da
sola se non avessi avuto scelta… Inoltre, detesto ammetterlo
ma
sono contenta che ci sia anche Yuki! Con lui, sono abbastanza sicura
che nessun fantasma verrebbe a spaventarmi. Ma anche se
c’è lui,
continuo a non sentirmi al sicuro.” pensò, mentre
seguiva lo
spirito all’interno di uno stretto corridoio.
La
studentessa non aveva nemmeno fatto tre metri, quando
rabbrividì
all’improvviso. Aveva appena avvertito una corrente di aria
fredda
provenire da davanti a sè, segno che fra non molto ci
sarebbe stata
un’uscita.
-Che
strano, non ricordavo che qui ci fosse un’uscita…
Anche le pareti
sono diverse…-mormorò tra sé e
sé, illuminandosi un po’
intorno con la torcia. Le pareti del corridoio si stavano facendo
sempre più irregolari ed anche il pavimento stava lasciando
il posto
alla pietra nuda. Era come se di punto in bianco finisse
l’edificio
e iniziasse un lungo cunicolo scavato nella roccia.
-Principessa,
ci siamo!-fece Yukimura, voltandosi verso la ragazza. Yomi
affrettò
il passo e raggiunse lo spirito, curiosa di vedere dove avesse
condotto quello strano corridoio. Non appena raggiunse il samurai e
illuminò lo spazio intorno a sé, vide che si
trovava in una ampia
grotta, scavata nella roccia. Quel luogo era talmente umido che dal
soffitto gocciolava, di tanto in tanto, un po’ di acqua. Al
centro
della grotta c’era una specie di arena, con degli strani
disegni
scolpiti tutt’intorno.
“Ancora
disegni? Non capisco cosa possano significare… E non capisco
chi
possa essere stato a tracciarli. Dubito che sia opera di Yusuke! Da
solo non avrebbe mai potuto farcela…”
-Questo
posto è veramente strano e sono abbastanza sicura che prima
non ci
fosse…-commentò la Obelisk, illuminando il luogo
con la torcia.
-Avete
ragione; nemmeno io l’ho mai avvertito… Comunque,
credo che ci
troviamo qualche metro sottoterra.
-Ne
sei sicuro?-chiese l’altra, leggermente sorpresa, voltandosi
verso
lo spirito.
-Il
corridoio che abbiamo appena percorso scendeva molto lentamente, ma
scendeva.
-Mi
chiedo chi possa essere stato a costruire un posto del
genere…-fece
la ragazza, dopo diversi minuti di silenzio. Detto questo, scese
all’interno dell’arena e si diresse verso il suo
centro. Era
perfettamente circolare ed i disegni sulla sua circonferenza si
ripetevano regolari, mentre quello al centro era molto simile a
quelli che aveva trovato poco prima in camera di Yusuke.
-Principessa…
-Tutti
questi simboli… Mi fanno venire in mente una specie di
rituale…
-Un
rituale?
-Bè,
sì… Ma forse mi sto sbagliando…
-O
forse no…-commentò il samurai, avvicinandosi alla
ragazza. La
giovane lo guardò per qualche minuto, poi
illuminò di nuovo i
simboli, pensierosa.
Dopo
pochi minuti, sentì una voce spettrale sussurrare qualcosa
in una
lingua sconosciuta. Era una voce profonda e suadente allo stesso
tempo e sembrava che continuasse a ripetere sempre la stessa frase.
“Ma
cosa diavolo…?” pensò la giovane,
guardandosi nervosamente
intorno. Poi si voltò verso lo spirito e chiese:
-Hai
sentito qualcosa?
Il
samurai scosse la testa.
-Ne
sei sicuro?!-insistette Yomi.
-Sì…
Perché me lo chiedete?-fece lo spirito, preoccupato. La
ragazza
mormorò di lasciar perdere, poi si guardò un
altro po’ intorno,
illuminando tutti gli angoli che poteva con la sua torcia elettrica.
“Forse
è solo la stanchezza… Magari mi sono immaginata
tutto! Deve essere
così… E’ assurdo che abbia sentito
delle voci; non ha il minimo
senso! Il mio cervello deve avermi giocato un brutto tiro, tutto
qui!”
-Forse
è meglio se usciamo di qui… Mi è pure
venuto di nuovo il mal di
testa!-disse, poi, portandosi una mano sulle tempie cercando di
placare i forti dolori che, di punto in bianco, le erano venuti.
Yukimura la guardò un po’ preoccupato, poi fece un
cenno d’assenso
e seguì la ragazza fuori dalla grotta, lungo il corridoio
che
portava dentro l’edificio. Una volta di nuovo
all’interno del
dormitorio abbandonato, Yomi diede un ultimo sguardo al salone
d’ingresso e poi decise che era giunta l’ora di
uscire.
“Questo
posto dà i brividi; sembra quasi infestato… Ma
alla fine ho
trovato qualcosa di interessante e, con un po’ di fortuna,
potrei
anche scoprire cosa è successo! Piuttosto, non capisco come
mai
nessuno se ne fosse accorto a suo tempo, quando hanno fatto le prime
indagini. Quegli strani simboli in camera di Yusuke e quella grotta
non potevano passare inosservati… Che qualcuno stia cercando
di
insabbiare tutta la vicenda?! Forse Sheppard è
coinvolto…”
La
ragazza era appena uscita dall’edificio e stava per
scavalcare la
recinzione, quando si sentì chiamare da una voce femminile.
Alzò lo
sguardo e vide una ragazza, in piedi vicino ad un albero, a pochi
metri di distanza da lei. Aveva i capelli biondi e lunghi fino ai
fianchi, lisci come la seta, e gli occhi chiari. Era una bella
ragazza, dal seno prosperoso e di poco più alta di Yomi.
“Perfetto!
Beccata in pieno… A giudicare dalla divisa, direi che
è una
studentessa. Forse è del primo anno… Comunque
sia, sono nei guai!”
-Principessa,
era meglio se lasciavate che controllassi che non ci fosse nessuno
prima di uscire…-fece lo spirito di Duel Monster.
-Già,
hai ragione…-mormorò la duellante, mentre
scavalcava la recinzione
e cercava di allontanarsi con noncuranza dall’edificio. Aveva
deciso di far finta di nulla; se era fortunata l’altra non
l’avrebbe riconosciuta e non avrebbe potuto spifferare tutto
ai
professori.
-Aspetta!-esclamò
l’altra ragazza, avanzando di qualche passo in direzione
della
studentessa del secondo anno.
-Cosa
vuoi?
-Ecco…
Tu cosa ci facevi là dentro?
Yomi
si voltò verso la ragazza, lanciandogli
un’occhiataccia.
-Potrei
chiederti la stessa cosa…-fece poi.
-Io
non mi trovavo al suo interno… Forse non sai che
è contro il
regolamento entrare all’interno del dormitorio abbandonato.
-Hai
intenzione di andarlo a dire ai professori?-chiese la Obelisk del
secondo anno, squadrando la biondina.
-Dipende
da cosa mi risponderai…
-Te
provaci e passerai un brutto quarto d’ora!-fece Yomi,
sorridendo
cinicamente.
-Li
conoscevi?-chiese l’altra, senza farsi intimidire dalle
minacce
dell’altra studentessa.
-E
se anche fosse?
-Tu
sai cos’è successo, vero?-insistette la bionda,
avanzando un altro
po’.
-No,
non so proprio nulla, altrimenti non sarei venuta qui in piena
notte…
Detto
questo, Yomi cercò di allontanarsi di nuovo
dall’edificio, ma fu
fermata di nuovo dalla voce della ragazza.
-Se
hai scoperto qualcosa, ti prego di dirmelo!
-Io
non devo dirti proprio niente! Non sono mica una stupida; qualsiasi
cosa ti dica, tu andrai a riferirlo ai professori!
-Perché
dovrei fare una cosa simile?!-esclamò l’altra,
leggermente
irritata.
-Perché
non dovresti? Vedi
che non hai un motivo per non farlo...-commentò la ragazza
del
secondo anno. Poi, si voltò di nuovo e fece per andarsene,
quando fu
bloccata da una voce, questa volta maschile, che le era molto
familiare. Proveniva dal vialetto che conduceva all’edificio
abbandonato e sembrava che si stesse avvicinando.
-Alexis,
scusami per-
Dal
vialetto comparve l’Obelisk del terzo anno. Non appena vide
Yomi,
si bloccò con la bocca semi-spalancata dallo stupore.
-Yomi?
Cosa ci fai qui?