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Autore: sad_eyes    28/08/2016    10 recensioni
Arizona Robbins segna la storia degli Stati Uniti d' America diventando il primo Presidente donna del paese. Con il peso del mondo libero sulle spalle, dovrà adattarsi alla sua nuova vita alla Casa Bianca, dove conoscerà il suo staff. E in particolare il nuovo Capo dei Servizi Segreti, Callie Torres che, sin dall' inizio, non la lascerà indifferente...
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Buonasera a tutti i nottambuli! ...e Buongiorno ai lettori che, giustamente, utilizzano la notte per dormire e che quindi leggeranno in mattinata.  
Chi sta leggendo adesso - poco dopo la pubblicazione - mi capirà dato che è mooolto tardi, o forse potrei dire molto presto (sono le 5.31 am).
I giorni e le notti si allungano, quasi si mescolano facendomi perdere il senso del tempo che scorre, del buio che, in un baleno, lascia il posto alla calda luce meravigliosa di un nuovo giorno che fortunatamente ci vede ancora vivi, in grado di ridere, emozionarci, scrivere. E così, un post - post serata si trasforma in un tranquillo momento di revisione di un capitolo che ho scritto a piccoli frammenti lungo tutto questo caldo, agitato e intenso agosto.

​Vi abbraccio augurandovi una buona lettura
 

 
 
 
 
Capitolo 26
 
 
 
 
 
 
- Siamo in diretta dal grande giardino presidenziale dove sta per svolgersi il 49° Torneo di Pallacanestro della Casa Bianca! Annunciò il giornalista al cameramen. Torneo istituito dal Presidente Kennedy il quale, in prima persona, partecipò. L’aveva ideato con la volontà di mantenere unito il legame tra i suoi dipendenti attraverso una serie di incontri ai quali avrebbero gareggiato, affrontandosi, i sei dipartimenti ...
 
Fece una breve pausa, poi continuò:
 
- Questo Torneo è diventato una tradizione che ci piace seguire ogni anno e, in quest’occasione, la nostra Presidente non fa strappi alla regola. E se andassimo ad intervistarla?
 
Il reporter si fece spazio tra la folla che si era radunata intorno ai vari campi da basket costruiti per l'occasione, e si diresse verso la Presidente che sembrava attenderlo.
 
- Signora Presidente, la salutò. Come sta?
 
- Molto bene James, grazie. E lei? Chiese una raggiante Arizona.
 
- Benissimo, rispose allegramente James. Si sente pronta a sfidare i suoi dipendenti? Aggiunse con una certa malizia sulle labbra.
 
Arizona si lasciò sfuggire una leggera risata.
 
- Più che pronta, affermò, indicando con un movimento della mano la sua tenuta.
 
Si trattava di un paio di pantaloncini ed una maglia blu da basket con su scritto a stampatello Team Presidenziale davanti, e A. Robbins dietro.
 
- Perché partecipare a questo torneo è così importante per lei? Domandò l’uomo.
 
- Prima di tutto perché trovo giusto onorare la tradizione istituita dal Presidente Kennedy, rispose Arizona. Per un pomeriggio saremo tutti sullo stesso livello e approfitteremo di questa atmosfera informale per rilassarci e avvicinarci. E poi sarà l’unico momento in cui i miei dipendenti saranno autorizzanti a prendermi a calci sul sedere.

Il giornalista scoppiò a ridere, completamente catturato dal fascino naturale che emanava la Presidente.
 
- Credo che ne approfitteranno al massimo, commentò.
 
- Lo spero, disse Arizona divertita, ho promesso loro di non portare rancore se dovessi perdere ...
 
Anche in questo caso, al giornalista sfuggì una risata.
 
- Sembra che lei sia davvero monto vicina ai suoi dipendenti, le fece notare.
 
- E’ proprio così, affermò la Presidente. Siamo una grande famiglia ...
 
Il suo sguardo si spostò dall’uomo che aveva davanti, a Callie, in piedi pochi metri dietro la folla di giornalisti e ammiratori, che si divertiva con Mark ed un pallone da basket. Come al solito, quando il Capo della Sicurezza era nelle vicinanze, un sorriso felice appariva sul volto di Arizona che aveva sempre difficoltà nel toglierle gli occhi di dosso.
 
- Mi chiedo chi sarei diventata senza di loro, disse, senza spezzare quel contatto visivo.
 
Alcune settimane erano trascorse dalla loro separazione e Arizona non ricordava di essere mai stata più felice in tutta la sua vita. Si erano ritrovate e avevano messo a nudo i loro sentimenti. Alla bionda sembrava di vivere dentro una bolla. Una bolla rosa così carina che credeva quasi irreale per quanto fosse bella.
Nonostante vivessero un rapporto segreto, questo non impediva loro di avere una reale relazione ... Si amavano, litigavano, si riappacificavano come una coppia vera, e lei, che non aveva mai intrapreso una storia seria prima di allora, amava tutto ciò!
 
Callie  dormiva quasi ogni notte insieme a lei e non doveva neppure sgattaiolare all’alba per non farsi scoprire dato che, oramai, la maggior parte dei membri della sua squadra erano a conoscenza della loro storia. E Arizona non poteva che esserne contenta perché non aveva mai dormito meglio che negli ultimi mesi. Amava svegliarsi con Callie al suo fianco, trascorrere notti di passione o semplicemente dormire l’una tra le braccia dell’altra. Amava averla tutta per sè dopo aver passato la giornata a vederla nei sensuali panni del Capo dei Servizio Segreti ...
 
Sì, Arizona si sentiva come su di una nuvola da alcune settimane e questa serenità si riversava anche nel suo lavoro. Perché stava con Callie, semplicemente! Era ispirata, aveva buone idee, prendeva le decisioni più giuste, non si lasciava sfuggire le migliori occasioni e questo non faceva che accrescere la sua popolarità.
 
I giornalisti sembravano aver dimenticato quel crollo che aveva avuto dopo il gala di compleanno, collegandolo alla stanchezza, non facendo che cantare le lodi del loro Leader Nazionale.
 
L'intervista si concluse definitivamente, senza che il giornalista dimenticasse di augurarle buona fortuna per la gara. Arizona lo ringraziò, poi avanzò spontaneamente verso il bar allestito per quell’occasione. Si avvicinò alla zona in cui si trovava l’acqua e lentamente si accomodò a pochi centimetri dal suo Capo della Sicurezza intento a mettere a posto delle bottiglie.
 
- Pronta per una sconfitta schiacciante? Chiese, fingendo di prendere un contenitore di plastica che aveva di fronte.
 
Callie si raddrizzò e sorrise, adocchiandola poi col solito sopracciglio tirato all’insù.
 
- Pensi davvero che tu e la tua squadretta di pappe molli riuscirete a battere NOI, super addestrati agenti dei Servizi Segreti? Domandò con sarcasmo. Con in più un ex campione di basket, aggiunse riferendosi a Jackson.
 
Arizona la squadrò per un lungo sitante, rimanendo in silenzio, limitandosi a mordersi il labbro. Mannaggia, se non si fossero trovate circondate da tutti i membri della Casa Bianca e una miriade di giornalisti, non avrebbe esitato un solo secondo a riempire i pochi centimetri che le separavano per farle sparire quell’aria di sufficienza dal volto.
 
- Smettila di guardarmi così, intimò Callie, senza distogliere lo sguardo.
 
- Così come?
 
Callie si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno eccessivamente vicino, poi la fronteggiò nuovamente e le disse a bassa voce:
 
- Come se volessi baciarmi ...
 
Il sorriso di Arizona si allargò nonostante la bionda si dovette sforzare nel non avanzare e toccarla.
 
- Voglio molto più di un bacio, Calliope, ribatté lei maliziosamente.
 
- Arizona! La sgridò Callie.
 
- Cosa?! Si ribellò. Non è colpa mia se vederti con questa divisa mi fa venire voglia di farti un sacco di cose ...
 
Callie abbassò lo sguardo verso la sua tenuta nera, poi, divertita, riportò gli occhi verso Arizona.
 
- Il basket? Chiese. Dai, seriamente, ti fa quest’effetto?
 
- Con te, qualsiasi cosa ... Arizona precisò dolcemente.
 
Alcune persone passarono accanto a loro, ciò spinse la Presidente ad allontanarsi un po’ da Callie fingendo di appoggiarsi allo stand. Rispose ai vari saluti con un sorriso, poi si voltò verso la mora che simulava di sistemare alcune bottiglie.
 
- Sono lusingata, mormorò quest'ultima con un sorriso. Ma questo non eviterà una sconfitta alla tua squadra ...
 
- Non mi sottovalutare ...
 
- Tesoro, sei tu che ti sopravvaluti, bonariamente la prese in giro Callie. Probabilmente sei molto brava a governare e dirigere il Paese e a fare tante altre cose di quel genere, ma in questo sei fregata… ti ricordo che ti ho visto correre ...
 
Arizona si raddrizzò giusto un po’ inviandole un sorrisetto di sfida.
 
- Saresti disposta a scommettere sul vincitore? Domandò. La tua squadra contro la mia ...
 
- Bisogna vedere se riuscirete ad arrivare alla finale, le fece notare Callie, smettendo di sistemare le bottiglie per guardarla negli occhi.
 
- Sei pronta a scommettere? Ripeté Arizona.
 
Callie fece un passo avanti e incrociò il suo sguardo audace.
 
- Di cosa hai paura, Calliope? Aggiunse lentamente. Che la mia squadra di pappe molli faccia a pezzi la tua squadra di superuomini?
 
Callie la fissò a lungo, dimenticandosi dell'ambiente circostante. L’aria arrogante che sfoggiava in quel momento e quel suo spirito competitivo, la rendeva più irresistibile; ma era fuori discussione confessarglielo dando quella soddisfazione ad Arizona.
 
Si limitò, invece, a risponderle con un sorrisetto arrogante.
 
- Bene, rispose, ma non dire che non ho provato a risparmiarti
 
- Questo lo vedremo, rispose semplicemente Arizona.
 
- Va bene. E cosa ottiene il vincitore?
 
Arizona pensò per una frazione di secondo prima che mordersi il labbro per evitare di sorridere, quando trovò la risposta.
 
- Se vinco io, accetterai di farlo nel mio ufficio ...
 
Un'immagine di lei ed Arizona a fare l'amore sulla maestosa scrivania dello studio ovale, si rivelò nella mente di Callie. Ma, come ogni volta che Arizona cercava di convincerla a lasciarsi andare, lei rifiutò, scuotendo la testa freneticamente.
 
- Tu sei completamente pazza, affermò.
 
Perché lo Studio Ovale era il limite che si erano imposte. Si rubavano qualche bacio, alle volte addirittura flirtavano, ma non si spingevano mai oltre.
 
- In ogni caso tu sei sicura di vincere quindi non rischi nulla nell'accettare la scommessa, rispose la Presidente.
 
- Bene, Callie glielo concesse. Ma se vinco io?
 
- Avrai tutto quello che vuoi, propose bionda.
 
Callie sollevò leggermente un sopracciglio.
 
- Tutto quello che voglio? Ripeté.
 
Arizona gettò un’occhiata intorno per assicurarsi di non essere guardata, poi si chinò fingendo di afferrare una bottiglia. Quando i loro corpi si sfiorarono e i loro visi si trovarono a solo pochi centimetri, si sporse leggermente e con un gesto pieno di sensualità, afferrò con le labbra il lobo dell’orecchio di Callie e lo morse giusto un attimo prima di sussurrarle:
 
- Tutto quello che vuoi ...
 
Callie sentì un brivido attraversarle il corpo. Non ebbe il tempo di fare il minimo gesto che Arizona era già arretrata di qualche passo, allontanandosi.
 
- Buona fortuna Agente Torres! Disse, prima di girare i tacchi e dirigersi verso il suo team.
 
Callie la seguì con gli occhi, deglutendo a fatica.
 
Quel torneo stava diventando finalmente interessante ...
 
 
 
 
*
 
 
*
 
 
*
 
 


Un'ora più tardi, Callie si ritrovò a riflettere.
 
Seduta su una panchina all’aperto, a guardare la semi-finale disputata dalla squadra presidenziale, non era più così sicura di vincere la sua scommessa con la facilità con cui pensava... Perché erano bravi. Molto, molto bravi ...
 
Alex e Teddy stavano facendo molto bene. Ed anche April stava giocando meravigliosamente. Ma quella che aveva sorpreso tutti, e soprattutto Callie, era Arizona. Magari non era la più prestante a livello fisico ma alternava canestri a tiri liberi ben riusciti. E anche se molti dei suoi avversari non avevano osato troppo sfidarla dato che era la Presidente, stava davvero giocando come una professionista!
 
La partita si concluse pochi minuti dopo, decretando così le due squadre che si sarebbero affrontate nella finale:
 
 
Team presidenziale vs Team della Sicurezza
 

 
Callie si alzò per raggiungere Arizona che avanzava lasciando il campo.
 
- Mi hai nascosto le tue capacità, disse, porgendole dell'acqua.
 
Arizona abbozzò un sorriso e afferrò la bevanda che portò alle labbra.
 
- Non ti ho mai detto che al liceo ho vinto il campionato regionale con la mia squadra di basket? Domandò sarcastica.
 
- No, rispose Callie. Hai barato.
 
- Oh, ti prego! Questo non è barare!
 
- Si, affermò. Hai volontariamente omesso di dirmi che sai giocare a basket!
 
Una risata fuggì dalle labbra di Arizona che arrestò il suo passo per guardarla dritto negli occhi.
 
- Mi temi? La prese in giro.
 
- Scherzi, tu sogni, Callie rispose come una bambina di cinque anni. Noi vinceremo, ed io sarò la prima persona al mondo ad avere il leader del mondo libero alla propria mercé ...
 
Arizona le gettò un’ultima occhiata infastidita, poi si voltò per andarsene sotto lo sguardo divertito di Callie.
 
Raggiunti gli spalti dove si trovava la sua squadra, Callie vide Jackson e Mark premere del ghiaccio sintetico nelle loro rispettive fronti.
 
- Cos’è successo?
 
- Questi due idioti si divertivano a fare, appunto, gli idioti, rispose Lexie fulminando i due uomini con lo sguardo, fino a che si zittirono ... A detta dell’infermiera, sono fuori dai giochi.
 
- Mi chiedo chi m’ha mandato due cretini così! Callie strinse i denti.
 
- Calma Cal, è solo un gioco, rispose Mark. Non è la fine del mondo se perdiamo…
 
Ovvio che era la fine del mondo! Pensò Callie. Non poteva vincere Arizona, era sicura che la bionda l’avrebbe presa in giro per molto tempo visto con quale arroganza l’aveva canzonata poco prima.
 
Lei lo ignorò deliberatamente e si voltò verso Meredith e Cristina.
 
- Li sostituite voi, le informò.
 
- Cosa?! Esclamò Meredith. No, ci avevi promesso che non avremmo dovuto giocare!
 
- Dillo a questi due idioti, rispose Callie puntando il pollice verso i due agenti seduti nella fila alle sue spalle. E’ fuori questione che perdiamo questa partita!
 
- Da quando ti interessa vincere? Si irritò Cristina. Con noi hai sempre giocato la carta de “la cosa più importante è partecipare".
 
- Sì, beh, erano fesserie! Disse Callie. Quindi, se non volete fare turni di notte per un bel po’, vi consiglio di darvi una mossa!
 
Si allontanò verso il campo, lasciando dietro di se i suoi amici che la osservavano infastiditi. Sapeva di aver agito come una stronza ma non poteva permettere ad Arizona di vincere.
 
L'arbitro fischiò ed annunciò ad entrambe le squadre l’inizio del match.
 
- Capitani, datevi una stretta di mano, recitò a gran voce.
 
Callie si avvicinò al centrocampo e allungò la mano verso Arizona, che la strinse sorridendole.
 
- Buona fortuna, le augurò Arizona.
 
La Presidente le fece l'occhiolino e col pollice le accarezzò la mano prima di slacciare la stretta. L’Agente non la perse di vista fino a che l’arbitro fischiò ancora una volta e la palla fu lanciata in aria, costringendo la mora ad uscire dalla contemplazione per concentrarsi sul gioco.
 
Trenta minuti più tardi, la partita si avvicinava alla fine. I punteggi erano molto vicini ma aveva un leggero vantaggio la squadra della Sicurezza.
 
A un minuto dalla fine, la palla, uscita fuori, fu rimessa in gioco dalla squadra presidenziale nella metà campo avversaria. Tutti i giocatori si trovavano all’interno della linea dei tre punti, ogni giocatore della squadra di Callie ne marcava uno della squadra presidenziale.
 
Mentre Cristina era occupata a placcare Alex che aveva rimesso la palla in gioco, Callie si era posizionata appena dietro Arizona, sapendo che, in così poco tempo il Capo del Gabinetto della Casa Bianca sarebbe andato a colpo sicuro passando la palla al Presidente che avrebbe poi segnato. Naturalmente, come la stragrande maggioranza delle persone che avevano partecipato al Torneo, i suoi compagni di squadra non ebbero il coraggio di marcare la Presidente, quindi toccava a lei farlo. Questo la costringeva a tenere sott’occhio la bionda, cosa che non le dava affatto fastidio. Amava avere davanti il posteriore di Arizona ...
 
 
- Pronta a sottostare ai miei desideri, Callie le sussurrò all'orecchio.
 
Se c'era una cosa che era permessa nel basket e della quale lei era più che grata, era il contatto fisico tra i giocatori. Così, la loro vicinanza non era sospetta.
 
Arizona cercò di ignorare l’effetto che le fece il respiro di Callie nell’orecchio, quindi si voltò verso di lei.
 
- Non essere così sicura, Calliope. La partita non è finita ...
 
- Oh, ti prego, Callie rise, mancano 20 secondi da giocare! Mi piacerebbe vedere come hai intenzione di passare davanti a me ...
 
Arizona lanciò uno sguardo ad Alex che rispose con un lieve cenno, indicando che la stava seguendo, poi si girò di nuovo verso Callie.
 
Lentamente, posò una mano sul suo addome e si alzò in punta di piedi affinché i loro volti si trovassero alla stessa altezza.
 
- Guardami, mormorò seducente lasciando lentamente cadere la mano lungo il profilo di Callie, in una carezza quasi tortuosa.
 
Quest'ultima si bloccò. Sentì le viscere stringersi di fronte a quelle sensazioni, che non si rese conto che Arizona era uscita dalla sua area di copertura  per prendere la palla che Alex le aveva appena lanciato.
 
Uscì dal suo letargo quando la Presidente fece due passi in avanti centrando il canestro.
 
L'arbitro fischiò la fine della partita, dando la vittoria alla squadra presidenziale. Callie non lasciò la sua posizione e alzò lo sguardo per incrociare quello di Arizona, a pochi metri, che le regalò un enorme sorriso prima alzare le spalle “deridendola”.
 
- Torres! Adirata, Cristina le corse incontro. Cosa diavolo hai combinato?!
 
Callie mantenne lo sguardo su Arizona per ancora qualche secondo prima di voltarsi verso la sua compagna di squadra.
 
- Mi ha fregata come se fossi una novellina, rispose semplicemente prima di girare le spalle e dirigersi verso la panchina dove era il resto del suo team.
 
Tuttavia, nonostante l’evidente fastidio, non poté fare a meno di sorridere.
 
Arizona l’aveva fregata alla perfezione e questo lo trovava super sexy ...
 
 

 
*
 
 
*
 

*
 
 
 

Più tardi, durante la serata, quando Arizona sentì bussare alla porta del suo ufficio, non ebbe bisogno di vedere per sapere chi fosse. Sorrise, poi alzò lo sguardo dal monitor del computer per notare Callie entrare e chiudersi la porta alle spalle.
 
- Sei venuta a congratularti con me? Arizona la prese in giro.
 
- Ciò che hai fatto in campo non è corretto e tu lo sai ...
 
- Non fare quella che non sa perdere, Calliope ...
 
- Non è così, le assicurò la bruna.
 
Avanzò nello studio e fece il giro della scrivania, sotto lo sguardo attento di Arizona che non le tolse gli occhi di dosso neppure per un secondo.
 
- Sono qui per darti la ricompensa, aggiunse.
 
Fece ruotare la sedia e attirò la bionda a sè fino a quando i loro corpi si trovarono incollati l'uno all'altro.
 
- Dovremmo davvero scommettere più spesso, pronunciò queste parole Arizona allacciando le braccia intorno al collo della mora.
 
Callie si aggrappò ai suoi fianchi con entrambe le mani e si chinò per riempire i pochi centimetri che separavano i loro visi. Catturò dolcemente le labbra dell’altra donna per trovare immediatamente il calore inebriante della lingua di Arizona e, con un gesto improvviso, la fece indietreggiare fino a che le gambe non toccarono la superficie del tavolo.
 
Senza lasciarle le labbra, la fece sedere su di esso e si posizionò tra le sue gambe.
 
- Non meriti questa vittoria, le sussurrò Callie fra i baci, ma vedere questo tuo spirito competitivo mi ha fatto venir voglia di fare un sacco di cose ...
 
- Puoi - Puoi farmi tutto ciò che vuoi, ansimò Arizona.
 
Chiuse gli occhi e lasciò che un gemito si librasse quando sentì le mani di Callie scivolare sotto la sua maglia.
 
Provò il bisogno di avere la pelle nuda dell’altra sotto le sue dita, continuando a baciarla slacciò le mani dal collo e scese iniziando a sbottonarle la camicetta. Quando questa fu semi-aperta, Arizona vi immerse le mani dentro tracciando una linea dalla clavicola al petto. Un gemito di piacere sfuggì dalle labbra di Callie; ciò la spinse a continuare il suo percorso.
 
Tuttavia, quando il desiderio di approfondire il contatto aumentò sognando di svestirla completamente, il telefono di Callie squillò.
 
- Non lo spegni mai quell’affare? Si lamentò Arizona, facendo una leggera smorfia.
 
Callie continuò a tenerla per la vita con una mano mentre con l’altra tirò fuori il dispositivo dalla tasca
 
- Lo sai che non posso, rispose posandole un bacio sulle labbra prima di guardare lo schermo del cellulare. E’ Mark, disse prima di rispondere.
 
Arizona ignorò il fatto che Callie fosse impegnata in una conversazione con un suo agente, quindi continuò a lasciare dei languidi baci lungo il suo collo.
 
- Mark, non capisco quello che mi stai dicendo, esordì Callie, la cui mano aveva ritrovato il cammino tra le gambe di Arizona che la baciava sempre più focosamente.
 
Si bloccò di colpo e il sorriso sul suo volto scomparve quando prestò attenzione alle parole del suo migliore amico.
 
- Guardo subito, disse a Mark. Grazie per avermi avvisata ...
 
Riattaccò. Arizona si scostò giusto un po’ per notare quell’espressione preoccupata che la latina aveva in volto.
 
- Che succede? Chiese la bionda.
 
Callie non rispose subito. Afferrò il telecomando posto a pochi centimetri dalla gamba di Arizona e accese la tv alle sue spalle.
 
Arizona con difficoltà ruotò la testa e sentì la sua mascella cedere quando vide ciò che mostrava lo schermo.
 
Una foto di lei e Callie davanti al bar, durante il Torneo di pallacanestro, occupava la maggior parte dell'immagine, mentre in basso scorreva una notizia flash che diceva:
 
La Presidente e il Capo della Sicurezza: relazione clandestina alla Casa Bianca?











 
Generalmente
a fine capitolo inserisco una frase di una canzone o lettura
che sento appartenere a ciò che vi ho raccontato poco prima o
che mi ha accompagnata durante la stesura del racconto.
Oggi lascerò solo un numero che spero contatterete
o tramite chiamata o via sms per
donare 2 euro a quelle famiglie, a quelle città, spezzate e spazzate via.
45500

#TerremotoCentroITALIA








Mi auguro che tutti voi e le vostre famiglie stiate bene.

A presto


Sara
   
 
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