Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Akane_Yuki    28/08/2016    3 recensioni
Ciao sono AlexiaKatherine, è la prima volta che pubblico una storia su questo anime.
Ok passiamo alla storia:
Allora gli alieni sono tornati la mew acqua non è bastata a far ritornare a vivere il loro pianeta e cercano una nuova fonte di energia, che sostengono che appartiene alle mew mew, ma loro non hanno idea di che cosa sia.
Ichigo ha lasciato le mew mew per cercare di tenere nascosta la sua bambina, ma il ritorno degli alieni la costringe a tornare a combattere.
Ma perche gli alieni sono tornati solo dopo 8 anni, se l acqua cristallo non era servita? E perche Ichigo vuole tenere nascosta la bambina?
Se vi interessa non dovete fare altro che andare a leggere ;)
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SCOMPARSA
 
Era domenica mattina e, nonostante fossero i primi di giugno, un vento leggero muoveva le foglie degli alberi e delle nuvole coprivano i primi raggi di sole.
Una ragazza dai lunghi capelli biondi era seduta su un altalena del parco abbandonato e con le gambe si dava una spinta, ondeggiando leggera avanti e indietro.
Persa nei suoi pensieri non si accorse di una presenza alle sue spalle che con un gesto secco bloccò l'altalena e, girando la ragazza, le diede un leggero bacio sulle labbra.
< Sei in ritardo > disse la ragazza.
< Lo so, per questo mi volevo far perdonare > disse lui imbarazzato.
< Devo ammettere che mi hai colto di sorpresa, da te non me lo sarei proprio aspettata > e così dicendo la ragazza iniziò a ridere spensieratamente.
< Quanto sei scema Purin > disse Taruto imbarazzato al massimo.
Lei saltando giù dall'altalena gli corse incontro e si buttò con poca delicatezza su di lui stritolandolo.
< Dai adesso lasciami sei fastidiosa > disse lui cercando di staccarsela da dosso.
< Non ci penso neanche, già ci vediamo poco e non intendo sprecare quelle rare volte che possiamo stare insieme da soli > affermò lei felice.
" Ma come fa ogni volta a dire delle cose così imbarazzanti?" pensò lui 
Purin avvicinandosi all'orecchio di Taruto sussurrò:< E poi so quanto ti piace >
Ecco se prima in imbarazzo, figurati ora.
Ma in realtà Purin aveva ragione, cavoli se gli piaceva avere il suo piccolo corpo tra le braccia.
Ma questo, ovviamente, non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura.
< Ti piacerebbe, per me sei solo una seccatura >
< Certo certo > disse Purin continuando a stringerlo a sé.
Questa era una delle cose che più gli piaceva di Purin, anche se lui la trattava male, lei sapeva che lui non pensava davvero quelle cose, lo conosceva troppo bene per non capire che lui si comportava così solo per la sua grande timidezza.
Dopo qualche minuto Purin si staccò da Taruto e tutta contenta chiese dove volesse andare.
< Va bene qualsiasi cosa scegli tu >
< Beh per prima cosa è meglio che andiamo a comprare dei vestiti... di certo conciato così sarai notato da tutti > disse Purin studiando attentamente ciò che indossava.
< Cos'è che non va nei miei vestiti? Mi sono addirittura messo un capellino per non far vedere le mie orecchie > esclamò lui offeso.
< Lo sai che per me non ci sarebbero problemi a uscire con te, così come sei, ma se vogliamo mantenere nascosta la nostra relazione allora dobbiamo fare dei sacrifici > 
disse Taruto ad alta voce 
Purin si accorse di aver detto qualcosa di troppo e improvvisamente sembrò pentirsene, subito cercò una soluzione:< ecco volevo dire... si insomma, se vogliamo rimanere amici e uscire insieme non possiamo fare altrimenti... >
< Ma io non voglio essere tuo amico > esclamò lui serio.
Quelle parole ferirono profondamente Purin e cercando di trattenere le lacrime disse:< Ah beh allora non credo che ci sia bisogno di continuare questa conversazione, non vedo il motivo per cui dovresti uscire con me >
"Quanto può essere stupida questa ragazza?" pensò Taruto vedendo il volto afflitto della ragazza.
< Beh allora ti saluto > concluse Purin e fece per andarsene, ma lui le bloccò il polso e voltandola nella sua direzione le prese il viso tra le mani e la baciò con intensità, cercando di farle capire quello che lui davvero provava, ma lei opponeva, anche se debole, resistenza.
Allora decise di essere chiaro una volta per tutte:< Scema, ti sembra che possa baciare così una che ritengo una semplice amica? >
< Ma io pensavo di aver sbagliato a capire visto come hai reagito >
< Ero solo rimasto un attimo sorpreso... ero felice di sentirtelo dire, ma tu invece, come una scema, fraintendi sempre tutto > disse lui scaricando le colpe alla biondina.
< E come facevo visto che tu non me lo hai mai chiesto! > sostenne Purin incollerita.
< Chiesto cosa? >
< E adesso lo scemo chi sarebbe? Di diventare la tua ragazza > le ultime parole le disse a bassa voce intimidita dalla sua risposta.
< scusami se non sono pratico di queste cose terrestri... sul mio pianeta un bacio è un chiaro segno di affetto > disse lui offeso.
< Certo anche da noi, ma finché non lo si dice certe cose non possono essere sottintese > esclamò Purin arrabbiata.
Per qualche minuto si guardarono in cagnesco, poi il primo a cedere fu Taruto che disse:< Va bene Purin scusami... Vuoi essere la mia ragazza? >
Lei da prima rimase sorpresa del fatto che si fosse scusato, poi capendo il significato della frase le vennero subito le lacrime agli occhi.
< Cosa ho fatto di sbagliato questa volta? > chiese Taruto allarmato di vederla piangere.
< Ma niente è che sono felice > e così dicendo lo abbracciò stretto e poi avvicinando il viso a quello di lui, lo baciò, prendendolo di sorpresa.
Lui subito ricambiò il bacio e stavolta lo approfondì, cercando di trasmetterle tutti quei sentimenti che a parole non sarebbe mai riuscito ad esternare.
Quando si staccarono, lui la guardò per una decina di minuti e poi ghignando disse:< comunque non mi hai ancora dato una risposta >
< E' ovvio che sia si, scemo > rispose lei ridendo.
 
Qualche minuto prima una ragazza dai lunghi capelli rossi stava passeggiando serena per le strade di Tokyo con una bambina per mano.
Avevano deciso all'ultimo momento di andare a trovare Purin e farla giocare un po' con la bambina.
"Nonostante sia cresciuta Purin rimane sempre la solita bambina solare che ama giocare" pensò Ichigo tutta contenta di andare a trovare la sua amica, l'unica che sapesse la verità e l'unica che l'avesse accettata senza giudicarla.
Il caso volle che quel giorno passò proprio per la via che si trovava di fianco al parco abbandonato e fu testimone di quello che era successo tra Taruto e Purin.
Quando vide che lui le aveva preso il polso era pronta ad intervenire e a proteggere la sua amica, ma quello che non si sarebbe mai aspettata è quello che successe dopo.
Quel bacio la sconvolse al tal punto che stava per farsi scoprire.
Era pronta ad andarsene con la bambina, ma la piccola si staccò dalla mamma e sorpresa urlò:< Ma quella è la zia Purin cosa ci fa con quell'alieno antipatico? >
< Shh Kilari >  disse Ichigo, ma ormai era troppo tardi.
I due innamorati si girarono entrambi sorpresi di essere stati interrotti.
 
< Ichigo giuro che ti posso spiegare non è come sembra, in realtà... > Purin cercò di inventare una scusa su due piedi, ma la sua mente era come svuotata.
< Guarda guarda la vecchiaccia ci ha scoperti > disse Taruto per nulla preoccupato
< Ehi a chi hai dato della vecchiaccia nane... - cavoli lui era diventato molto più alto di lei e non poteva più dargli quell'epiteto - stupido alieno > 
< Vuoi per caso combattere? > chiese Taruto già pronto a tirare fuori le armi.
< No, non ti azzardare lei è ok > disse Purin intromettendosi.
< Cosa significa che lei è ok? > chiese lui sorpreso.
< Lei non dirà niente a nessuno e non avrà alcun pregiudizio tranquillo. E' uscita con tuo fratello > 
< Purin cosa dici > urlò Ichigo al massimo dell'imbarazzo, quello doveva essere un segreto!
< Cosa? E' uscita con Pai? > chiese lui sbalordito.
< Ma no, stupito idiota con Kisshu > esclamò Ichigo.
< Oh cazzo non dovevo dirlo > continuò la rossa.
< Mamma non si dicono le parolacce! > affermò la bimba
< hai ragione scusami tesoro > disse la ragazza accarezzando la testa della figlia.
< E così quello sfigato di mio fratello alla fine ce l'ha fatta, non ci posso credere come è successo? > chiese Taruto con una risata.
< Non sono affari tuoi... piuttosto tra di voi cosa è successo? > indagò Ichigo
< Credo che questi, invece non siano affari tuoi > ribatté il ragazzo.
< Taru-Taru ora basta litigare, credo che tu debba andartene devo parlare da sola con Ichigo > disse Purin
< Come vuoi, grazie tante vecchiaccia ci hai rovinato la giornata > e così dicendo scomparve
< ehm credo che tu mi debba raccontare un po' di cose > disse Ichigo guardando di sottecchi Purin.
< E va bene vieni pure a casa mia >
 
 
Qualche minuto dopo si trovavano davanti a due tazze di tè fumanti, nel salotto di Purin e si guardavano in silenzio, sorseggiando qualche volta la calda bevanda.
La bambina stava giocando poco più in là su un tappeto con i pupazzi di Heicha, la sorellina più piccola di Purin.
< Credo che dovremmo riprendere quella conversazione iniziata un po' di tempo fa in casa mia, ma che tu, dicendo di avere un impegno, hai interrotto andandotene via di fretta > cominciò Ichigo.
 < Ehmm... ecco, allora... > provò a dire Purin, non sapeva da dove cominciare, le parole non volevano proprio uscire dalla sua bocca.
< Potresti iniziare col dirmi quando è iniziato il vostro rapporto > disse Ichigo.
< Ma no io e lui non stiamo insieme, cioè.... ehm quello che hai visto è stato un puro caso > Purin iniziò a balbettare, cercando di inventare una scusa velocemente.
< Non mentirmi Purin. Lo sai che io tra tutti sono quella che più ti capisce e non pensare anche solo per un attimo che io possa giudicarti, come vedi - disse indicando la bambina con una mano - non sono nella posizione di criticarti, visto quello che ho combinato... anche se, devo ammetterlo, non riesco ancora adesso a pentirmene del tutto > finì Ichigo con il sorriso sulle labbra.
< Mamma, mamma guarda che bel pupazzo c'è la mamma canguro con il suo piccolo dentro di lei, ma che... lo sta mangiando? > chiese sorpresa Kilari.
< Ma no ki-chan lo sta solo tenendo al caldo nel suo marsupio > spiegò paziente Ichigo.
< Mar-su-pio? > la bimba apparve ancora più confusa.
< Massi vedi questa specie di apertura che ha sulla pancia? E' questo il marsupio, è come una borsa che serve a proteggere il suo piccolo da tutti i cattivi >
< ah è come quando c'era quel brutto mostro e tu mi hai abbracciato forte forte, è quello il tuo marsupio? > chiese la piccola.
< Si diciamo così, il mio abbraccio ti difenderà da tutti i cattivi > e così dicendo Ichigo prese la sua bambina in braccio e la strinse forte a sé.
Vedendo quella scena a Purin spuntò un sorriso di tenerezza e pensò che quella piccina non era nata di certo per un errore anzi; capì che quei due si erano davvero amati molto, per generare qualcosa di così puro e prezioso. "Ma perché allora si comportano così da testardi, perché non si mettono insieme e non la fanno finita una buona volta? " si chiese Purin tra sé e sé.
Si rese anche conto che Ichigo era l'unica a cui avrebbe potuto raccontare la sua storia senza esitazione.
< Lui è arrivato all'improvviso durante le vacanze invernali del scorso anno >
Ichigo smise di coccolare sua figlia e le disse di tornare a giocare con i pupazzi, la bambina obbediente si diresse sul tappeto.
< Era l'ultimo giorno dell'anno e avevo progettato con il mio fidanzato di incontrarci al tempio intorno alla mezzanotte per pregare insieme l'arrivo del nuovo anno*. Indossavo anche un kimono, cosa che non avevo fatto per nessun altro ragazzo con cui ero uscita prima, sai lui mi piaceva davvero tanto e così io arrivai un po' prima, ero troppo emozionata, avevo preparato addirittura i mochi**, che avremmo potuto mangiare, mentre avremmo visto insieme l'alba del primo dell'anno, aspettai tanto quella notte, ma lui non arrivò mai... Non mi aveva neanche mandato un messaggio per avvisarmi che non sarebbe venuto, avrei voluto tornare subito a casa, ma ormai ero già arrivata al tempio, così decisi che prima di tornare, avrei fatto da sola una visita al santuario >. 
 
 
FLASHBACK
"Freddo"
Era l'unica sensazione che Purin sentiva in quella notte senza stelle.
Aveva pure iniziato a nevicare e grandi fiocchi cadevano copiosi sulla strada, coprendola di un leggero manto candido. 
In un'altra situazione lei avrebbe iniziato a saltare come una bambina, tutta eccitata, infondo lei adorava la neve, ma non quella notte.
" Forse è a causa di questa neve che Natsume non è venuto " cercò di convincersi lei.
Alzò la testa per guardare il cielo, la neve stava aumentando; avrebbe dovuto muoversi se non voleva bagnarsi.
"Come se me ne importasse di qualche fiocco di neve " non era da lei essere così depressa, ma in questo momento non riusciva proprio ad essere la solito ragazza allegra e solare di sempre.
Si sistemò meglio la sciarpa che le copriva mezzo volto e lentamente iniziò a salire le scale verso il tempio.
Arrivata in cima alla rampa, vide molte persone intorno al santuario, tutte che aspettavano il loro turno per dare la loro offerta ed esprimere i proprio desideri.
La maggior parte erano coppie, tutte felici, tutte allegre "Anche noi saremmo potuti sembrare così agli occhi degli altri " pensò Purin tirando un sospiro di tristezza e paziente si mise in fila ad aspettare il suo turno.
Forse a causa della neve, molte persone se n'erano andate via prima e la coda sembrava scorrere molto più veloce di quanto aveva pensato.
Quando arrivò finalmente il suo turno, lei versò la sua offerta nell'altare maggiore e congiungendo le sue mani a mo di preghiera espresse due desideri.
Il primo fu che sua sorella Heicha e i suoi fratelli, ormai tornati in Cina con il padre, crescessero sani e forti e pregò con tutte le sue forze che si avverasse, mentre per il secondo nella testa vorticavano pensieri contrastanti.
All'inizio voleva mandare maledizioni e cattivi auspici al suo cosiddetto "fidanzato" e lo stava anche per esprimere; ma poi capì che non valeva la pena sprecare il suo desiderio per quell'essere di cui non avrebbe neanche più pronunciato il nome, pensò di desiderare un altro ragazzo o che al suo ritorno a casa avrebbe trovato tante cose buone da mangiare, ma in quella notte sotto la neve che scendeva lentamente su di lei desiderò solamente una cosa:" Non voglio più rimanere da sola"
 
Tornata a casa vide da fuori che le luci erano ancora tutte accese.
"Che strano io avevo detto a Heicha che sarei tornata la mattina presto... non avrebbe dovuto aspettarmi" pensò Purin confusa.
Entrata dentro casa si tose le scarpe e raggiunse il salotto. La televisione era ancora accesa e stava mandando in onda il solito spettacolo canoro che trasmettevano ogni anno.
Davanti ad essa c'era il tavolo imbandito di così tanto cibo che avrebbero potuto sfamare un intera famiglia "Questa volta Heicha si è data proprio da fare, si vede che ci teneva a passare il capodanno con me e io come una stupida sono uscita con il mio ragazzo senza pensare di averla lasciata sola tutto questo tempo " pensò Purin pentendosi amaramente.
Poi spostò lo sguardo e vide la sua sorellina addormentata, con la testa appoggiata al tavolo, che dormiva sogni tranquilli.
Purin decise di non svegliarla e, come quando Heicha era piccola, la prese in braccio e la portò nella sua stanza.
Le diede un leggero bacio sulla fronte e si diresse di nuovo in sala per assaggiare il cibo che la sua sorellina aveva cucinato con tanto amore.
Stava per sedersi a tavola, quando un rumore, proveniente dal giardino la fece mettere subito sugli attenti.
"Sarà forse un ladro?" si chiese.
Non era raro che i ladri approfittassero dell'ultimo dell'anno, quando le famiglie non c'erano a casa, per introdursi negli appartamenti e rubare tutto ciò che potevano.
Un sorriso malefico spuntò sulle labbra di Purin.
"Quel criminale ha proprio sbagliato casa, oltre ad essere una cintura nera a karate, sono stata anche una guerriera mew, quello non ha proprio speranza di sopravvivere e oggi non intendo proprio essere clemente con qualcuno" pensò diabolica.
Spalancò la porta-finestra che dava sul giardino.
Vide un ombra che rapida si nascose dietro i rami di un albero, ma ormai era troppo tardi, Purin l'aveva vista e veloce raccolse un sasso che lanciò con tutta la sua potenza andando a colpire quella figura oscura.
< Ahia > urlò l'individuo.
< Ecco così impari ad intrufolarti nelle case altrui e se non ti sbrighi ad andartene ti prenderò a calci > disse Purin mettendosi nella posizione di attacco del Karate.
< Brava Purin e così che si trattando la vecchie conoscenze? > chiese arrabbiata la figura sedendosi su un ramo dell'albero.
Il buio non le permetteva di vedere la faccia e non riconosceva neanche la voce che aveva appena parlato, così stando sulla difensiva chiese:< Chi sei? E come fai a conoscere il mio nome? >
< Oh ma così mi offendi Purin davvero non ti ricordi di me? Quanto sei cattiva >
E così dicendo lo strano individuo, con un gesto fluido, scese dal ramo e fluttuando tocco terra.
La ragazza dalla sorpresa spalancò la bocca per dire qualcosa, ma non ne uscì alcun suono, certo che aveva capito chi era quella persona, ma proprio per questo era ancora più sconvolta.
Lentamente lo sconosciuto si avvicinò e le luci della casa illuminarono il suo volto.
La prima cosa che vide furono i suoi grandi occhi dorati che la fissavano, poi passò al viso, i tratti erano più marcati, più maturi, non c'era quasi più traccia di quei lineamenti infantili che aveva prima.
Anche la sua voce era cambiata, era diventata molto più bassa e roca, non più stridula come quella di un bambino e il suo fisico... " cavolo ma dov'erano spuntati tutti quei muscoli? " pensò lei, mentre le sue guance andavano a tingersi di un leggero colore scarlatto.
" E adesso è pure più alto di me " pensò lei con disappunto.
In questi sette anni era cambiato tantissimo e a mala pena era riuscita a riconoscerlo, se non fosse stato per quegli occhi e per quelle orecchie, decisamente non umane, non lo avrebbe mai riconosciuto.
< Allora vieni ad abbracciarmi o vuoi stare tutto il tempo ad ammirare il mio splendore? > chiese lui ridacchiando.
< Da quando sei diventato così sfacciato Taruto? > chiese lei diffidente.
< Beh diciamo che la presenza di Kisshu ha aiutato molto > rispose lui.
Purin guardò meglio Taruto e vide un rivolo di sangue scendere dalla sua fronte.
< Cavolo ma tu stai sanguinando > esclamò Purin
< E' stato il tuo dolce benvenuto a procurarmi questo taglietto >
< Ma quale taglietto, guarda quanto sangue esce, bisogna subito medicare quella ferita > disse lei trascinando il ragazzo in casa.
< Ma non è niente di così esagerato > continuò lui.
Lei non sentendo ragioni lo trascinò in bagno e dall'armadietto tirò fuori l'acqua ossigenata e dei cerotti.
< Ti sto dicendo che non ce n'è biso... Ahii > urlò lui quando Purin premette un panno bagnato sulla ferita per ripulirla dal sangue.
< Si proprio niente > disse lei sarcastica.
< Potresti essere più delicata > si lamentò lui.
< Finalmente ti riconosco e devo dire che così mi piaci di più > disse lei sorridendogli.
Le guance di lui si tinsero di rosso e per non farsi vedere girò la faccia dall'altra parte:< Che cosa intendi? > chiese lui imbarazzato.
< Quella persona arrogante e sicura di sé che ho visto pochi minuti prima non ti si addice per niente, ti preferisco timido e irritante come lo sei sempre stato > continuò Purin.
< Ehi io non sono irritante > strillò lui.
< Si certo > disse lei, mentre applicava il disinfettante sula ferita.
< Brucia brucia > esclamò lui stringendo gli occhi.
In quel momento Purin lo considerò come la cosa più tenera che avesse mai visto.
< Cerca di resistere ho quasi finito... cavolo fai l'uomo e stai fermo > esclamò Purin mentre cercava di applicargli un cerotto.
< Ma come? Hai detto tu che ti piaccio di più così > disse lui sogghignando.
Lei non rispose e dopo avergli applicato tutti i medicinali si alzò a risistemarli nell'armadietto.
< Ecco fatto > dicendo questo lo prese per un braccio e lo condusse nel salotto dove la tavola era ancora imbandita.
< Ora se vuoi spiegarmi... > lei incominciò a parlare, ma lui la interruppe ignorandola.
< Adesso che ci penso ho una fame... potrei assaggiare qualcosa? > chiese lui sfoderando uno sguardo da cane bastonato.
"Non penserà di intenerirmi con quella faccia vero? Questo cibo l'ha fatto la mia sorellina solo per noi due non ci penso proprio di darlo ad un alieno che per sette anni... " iniziò a pensare lei, ma più lo guardava più la sua determinazione andava scemando e infine disse:< E va bene tanto era comunque tanto solo per me e Heicha > 
Non fece in tempo a finire la frase che lui si fiondò sulle pietanze e iniziò a divorarle come se non ci fosse un domani.
< Ma da quant'è che non mangi? > chiese lei sorpresa.
< Tre giorni... andavo di fretta e  mi sono dimenticato di rifornire l'astronave di cibo e mi sono dovuto accontentare di quello che era rimasto dalla scorsa escursione > disse lui tra un boccone e l'altro.
< Perché eri così di fretta? > chiese lei.
< Perché Pai e Kisshu non dovevano sapere che sarei tornato qui, diciamo che anche solo parlare del pianeta in loro presenza è proibito e non chiedermi il motivo ti vedo già pronta ad investirmi con una serie di domande >
Lei indispettita volto la testa dall'altra parte, era ovvio che voleva fargli tantissime domande, dopo sette anni era riapparso e non le aveva ancora dato la minima spiegazione.
Non ce la faceva, voleva sapere.
< Taruto perché sei tornato? > chiese lei ad un certo punto.
Lui smise di mangiare e da una tasca dei suoi pantaloni tirò fuori un sacchetto tutto sgualcito
< Le avevo finite > disse lui semplicemente.
Le venne quasi da piangere, lui si era ricordato la promessa, che quando avrebbe finito il sacchetto pieno di caramelle lui sarebbe tornato.
< Ci hai messo sette anni per finirle? > chiese lei scherzando.
< Nah in realtà le avevo già finite durante il viaggio di ritorno, ma non potevo tornare subito ti pare? >
" Ha sviato la domanda " pensò lei.
< Quindi? > insistette lei.
< Quindi cosa? >
< Perché sei tornato > si stava arrabbiando e non poco.
< Così > disse lui alzando le spalle.
Voleva farsi prendere a pugni era ufficiale.
< Rispondimi sinceramente > si stava trattenendo decisamente.
< Forse volevo rivedere come voi miseri umani stesse ancora distruggendo questo bellissimo pianeta > 
Questa risposta fece indispettire così tanto Purin che arrabbiata gli disse:< Bene ora che lo hai visto, puoi anche andartene, ho di meglio da fare che stare qui ad essere insultata da un alieno e questo è confiscato > dicendo questo gli tolse il piatto che il ragazzo aveva davanti.
< Dai Purin non ti sarai mica offesa... - iniziò il ragazzo - e poi non mi sembra che tu abbia qualcosa da fare, visto che sei a casa da sola durante quello che voi umani considerate l'ultimo dell'anno > 
Ora che però Taruto la osservava con più attenzione si accorse che Purin indossava un bellissimo kimono floreale che le metteva in risalto tutte le sue forme " cavolo ma quanto è cresciuta in questi sette anni?" pensò lui in difficoltà.
< Si da il caso che avevo un appuntamento con il mio ragazzo, ma...  c'è stato un impedimento > sbottò Purin.
< Fammi indovinare ti ha dato buca > vedendo il volto di Purin capì di aver avuto ragione e rincarando la dose disse:< Ovviamente, chi vorrebbe uscire con una fastidiosa e brutta come te > 
Quando alzò gli occhi vide lo sguardo di Purin farsi scuro e una lacrima scese silenziosa dalla sua guancia.
" Cavoli devo aver esagerato " pensò il ragazzo odiandosi per la sua dannata boccaccia < Senti Purin io... > cominciò a dire, ma lei lo interruppe subito:< Come osi venire qui dopo tutti questi anni e insultarmi in questo modo? Tu non ne hai alcun diritto, non sai quanto ti ho aspettato e tu non sei mai tornato. Perché ora? Perché tornare dopo tutto questo tempo? Adesso stavo bene e non ti permetterò di rovinare la mia vita di nuovo. Vattene, tornatene sul tuo stupido pianeta, che è l'unica cosa di cui ti è mai importata veramente e non farti più rivedere > lei aveva urlato quelle cose tutte di un fiato e dal rumore sua sorella Heicha si era svegliata di soprassalto e rapida era scesa giù dalle scale, per vedere chi stesse facendo tutto quel baccano a notte fonda.
Quello che vide però la sconvolse moltissimo, uno sconosciuto stava parlando con sua sorella e non sapeva se intervenire o no, però poi vedendo le lacrime di sua sorella si fece avanti, ma lo sconosciuto quando la vide disse:< Va bene Purin farò come mi hai detto tu > e  così scomparve nel nulla.
Sua sorella cadde in ginocchio e si mise a piangere a pieni polmoni e l'unica cosa che Heicha poté fare, fu abbracciarla stretta e mormorarle parole di conforto senza sapere che cavolo fosse successo in quella stanza.
 
 
< Più o meno è così che è andata > concluse Purin guardando Ichigo dritto negli occhi.
La rossa rimase in silenzio per qualche minuto, poi disse:< Ma dopo quello che ho visto... >
< Diciamo che il giorno dopo ha trovato il modo per farsi perdonare > concluse Purin rossa in volto.
Ichigo era piena di domande senza risposta, ma dall'espressione di Purin capì che non le avrebbe rivelato altro.
" Beh infondo la capisco ognuno ha i propri segreti " pensò la rossa.
< E adesso che si fa? > chiese ad un certo punto Purin.
< Cosa intendi? > mormorò confusa Ichigo.
< Lo so che quello che dirò non ti piacerà affatto, però sono convinta che sia arrivato il momento di rivelare tutto agli altri > 
< NO > la rossa quasi lo urlò e si alzò di scatto dalla sedia 
< Ichigo sii ragionevole >
< Loro non capiranno, non... > 
< Io ho capito e non ti ho giudicato > 
< Ma per te è diverso > 
< Ti fidi così poco delle nostre amiche o quelle che un tempo consideravi come tali? > chiese Purin.
In questo momento tra le due lei sembrava quella più matura e ragionevole.
< No è che io  ho sempre ribadito che loro erano nemici, se non mi fossi trovata io in questa situazione sicuramente avrei biasimato chiunque si fosse trovato nella mia situazione >
< Forse all'inizio potrebbero anche non capire, ma vedrai che non ti odieranno mai, loro sono le tue amiche > l'ultima parola la disse con grande enfasi, quasi gridando, pur di far entrare il concetto nella testa di quella testarda.
< Fidati di loro. > 
Per un po' nessuno parlò e nella stanza si sentiva solo la voce di Kilari che giocava tranquilla con le bambole.
Poi finalmente Ichigo parlò:< E va bene mi hai convinto domani porterò Ki-chan al locale mew e racconterò loro tutta la verità >
< Meno male... tranquilla io ti starò vicino e qualsiasi cosa succederà io starò dalla tua parte > E così dicendo Purin strinse la mano alla sua amica.
< Grazie Purin non sai questo quanto valga per me >
< Lo so che in questi cinque anni sei sempre stata da sola, ma ricordati ora non lo sei più >
Ichigo rivolse alla bionda un sorriso carico di gratitudine e poi si diresse da sua figlia.
< Ki-chan è arrivato l'ora di andarcene, abbiamo disturbato zia Purin anche troppo > disse a sua figlia.
< Cosa? Ma io volevo giocare un po' con lei > protestò la piccola.
< Facciamo la prossima volta ok? Così poi vi preparerò anche dei buoni dolcetti > le sorrise Purin.
< E va bene > La bambina anche se con un po' di lamentele si diresse con sua mamma verso la porta.
Stavano uscendo quando Purin richiamò improvvisamente Ichigo.
La rossa curiosa si girò per vedere cosa volesse e Purin raggiungendola le sussurrò qualcosa all'orecchio e poi sorridendole ritornò verso casa e si richiuse la porta alle spalle.
< Mamma cosa ti ha detto? > chiese la bimba curiosa.
< Niente di importante... piuttosto cosa vuoi per cena? > 
A Kilari subito le brillarono gli occhi e iniziò a descrivere per filo e per segno cosa volesse mangiare.
Ichigo era riuscita a distrarre sua figlia, ma per tutto il tragitto verso casa non fece altro che ripensare alle parole di Purin.
"E a lui quando hai intenzione di dirglielo? Lo sai che tanto prima o poi lo verrà a sapere "
 
Intanto in uno del bar più alla moda di Tokyo una bellissima ragazza dai lunghi capelli viola raccolti in un'alta coda di cavallo stava bevendo una tazza di caffè ignorando gli sguardi che le persone 
 
le continuavano a lanciare. 
Una bella ragazza lo era sempre stata, ma con il passare degli anni si era fatta più matura ed elegante ed era amata e invidiata da tantissime persone.
Da qualche minuto era seduta a quel tavolo e stava aspettando una persona che avrebbe dovuto incontrare a breve.
Una ragazza bassetta entro di corsa nel locale e si diresse rapida al suo tavolo:< Scusa Zakuro per l' immenso ritardo, ma c'era tantissimo traffico e il mio autista non è riuscito a fare altrimenti > disse una ragazza dai corti capelli blu legati in due chignon.
< Minto sei in ritardo solo di cinque minuti non devi preoccuparti > disse Zakuro con la sua solita espressione priva di interesse.
Minto non avrebbe mai voluto far aspettare il suo idolo per così tanto tempo " Quell'incompetente di un autista" pensò la ragazza, maledicendo il povero malcapitato.
< Come mai hai voluto incontrarmi così all'improvviso? Non che non mi faccia piacere passare un po' di tempo solo con te, ma di solito sono sempre io a chiederti di uscire > concluse la ragazza sedendosi di fronte alla modella.
< C'è una cosa importante che vorrei discutere con te... si tratta delle altre mew mew > 
< Non capisco cosa intendi >
< Minto credo che l'abbia compreso anche tu che ci stanno nascondendo qualcosa, l' ho capito dalla prima volta che gli alieni erano ritornati, ma non ho voluto dire niente perché infondo non erano cose che mi riguardavano, ma adesso la situazione si sta complicando e non posso più far finta di niente > concluse Zakuro.
Quando aveva qualcosa da dire, lei te lo diceva senza mezzi termini e Minto non poteva fare altro che guardarla in adorazione, visto che dopo tutto quel tempo passato insieme non aveva mai sentito parlare l'attrice così tanto, ma poi si ricompose e le disse quello che anche lei aveva sospettato dalla storia che Ichigo aveva raccontato.
< Si lo sapevo che quella stupida di Ichigo non ha mai detto tutta la verità e per altro, da quando è tornata, non ha mai nominato il nome di quel Masaya, cosa di per sé quasi impossibile da crederci e,Purin che ha sempre avuto una attaccamento affettivo al più piccolo degli alieni, avrei pensato che sarebbe stata felicissima a rincontrarlo e invece il fatto che si sia rivelata così ostile nei suoi confronti è davvero molto strano... ma Retasu cosa centra? >
< Non mi convince la storia che ci ha raccontato > 
< Beh in effetti il fatto che il kimero sia sparito così senza che lei facesse niente e per di più, lei era svenuta e l'alieno non ne abbia approfittato  per colpirla, ammetto che adesso che ci penso niente sembra quadrare, ma allo stesso tempo Retasu non è una persona capace di mentirci e poi non ne avrebbe avuto motivo > 
< Magari semplicemente non ha mentito, ha solo nascosto parte della verità > disse Zakuro pensierosa.
< Ma perché avrebbe dovuto? > chiese Minto sempre più confusa.
< Non ne ho idea > 
Per un po' nessuno disse niente, ognuno immersa nei propri pensieri e nelle proprie supposizioni.
Ad interrompere quel silenzio fu Zakuro :< Minto cambiando discorso, credo che Ichigo ci voglia nascondere riguardo la vera identità del padre della bambina >
< Cosa? Ma non aveva detto che era di Masaya? Lei è sempre stata, stupidamente, innamorata persa di lui >
< Questo lo credevo anch'io fino a quando cinque anni fa non la vidi insieme ad un altro ragazzo... > iniziò Zakuro
< Magari era solo un suo amico >
< Forse... ma Ichigo avrebbe mai tenuto per mano e baciato un altro ragazzo che non era Masaya? >
< Oddio quindi lo stava tradendo? Vuoi dire che finalmente aveva capito che era un idiota totale? >
< Minto non dire così lui era molto dolce e gentile con lei e lei lo adorava, quindi non capisco proprio perché avrebbe dovuto tradirlo >
< Magari perché se n'era andato da solo a Londra e l'aveva trascurata per tre anni?- disse ironicamente la blu - Comunque sei riuscita a scoprire chi era quel ragazzo? >
< lui indossava un cappellino e quindi non sono riuscita a vedergli bene la faccia >
< Un ragazzo misterioso che Ichigo non ci vuole rivelare, mi chiedo chi sia... sembra interessante >
< L'unico modo per saperlo è quella di chiedere direttamente a lei > concluse Zakuro.
< Io propongo di bloccarle tutte e tre domani al caffè mew mew e con la complicità di Ryou e Keiichiro farle ammettere la verità e se Ichigo continuerà a mentire mi troverò costretta ad usare le maniere forti > disse Minto sorridendo malignamente.
< Non credo che ce ne sarà bisogno, però domani proveremo a parlare con loro... Ora devo proprio andare ho una scena di un film da girare > dicendo questo Zakuro finì il suo caffè e si alzò.
< Non vedo l'ora di vedere la tua bellezza sul grande schermo del cinema, quando uscirà? > affermò Minto in adorazione
< Se tutto va bene in estate dell'anno prossimo > e così dicendo la modella e attrice uscì dalla caffetteria seguita dalla ballerina.
Le due si separarono e Minto stava per dirigersi verso la limousine, quando un ragazzo che stava correndo velocemente le andò a sbattere contro, facendola cadere malamente a terra.
Lei stava per rispondergli male e mandarlo al diavolo, quando, alzando lo sguardo, vide due occhi così neri, come un cielo estivo di notte privo di stelle,  fissarla intensamente lasciandola senza parole.
Fu ammaliata da quegli occhi così strani e inquietanti, ma allo stesso tempo intriganti e misteriosi, così disumani.
Il ragazzo si scusò  e aiutò Minto ad alzarsi, quando le loro mani si toccarono una scossa elettrica passo per tutto il corpo di lei e questo la fece ridestare.
Si accorse che i loro visi erano troppo vicini e con poco delicatezza lo spinse via dicendo:< Ehi tu stai più attento la prossima volta non hai idea di chi tu abbia colpito > 
E con fare da snob se ne andò lasciando il ragazzo sorpreso e divertito dalla sua risposta.
Poi riprendendosi continuò la sua corsa e velocemente girò l'angolo di un edificio , ghignando disse tra sé e sé:< Oh ma che caratterino sono sicuro che mi divertirò un sacco con lei, la mew lorichetto quella che può volare... credo che sarà uno spasso strapparle le ali >
E dopo, scomparve all'improvviso, senza lasciare tracce della sua presenza.
 
 
Ichigo e la sua bambina stavano tornando a casa. 
La bimba era molto stanca ed Ichigo era sicura che appena sarebbero arrivate Kilari si sarebbe addormentata subito sul divano.
Come ogni giorno passarono per il parco Inohara, di solito a quest'ora era sempre deserto e, invece oggi videro una persona che veniva nella loro direzione.
< Ciao Ichigo >
La bambina lo guardò in faccia, ma non riusci a capire chi fosse il misterioso personaggio che salutava sua mamma.
Da prima anche Ichigo era rimasta un po' stupita, però poi guardandolo meglio lo riconobbe e con un grosso sorriso andò a salutarlo:< Ciao Masaya-kun da quanto tempo >
Anche se ormai non le interessava più, erano comunque rimasti in buoni rapporti ed era felice di rivederlo.
< Eh già è da ben cinque anni che non ci vediamo... Io mi sono trasferito stabilmente in Inghilterra e tu invece? Vedo che con te c'è una bellissima bambina, chi è? > disse Masaya.
< Lei è Kilari... ehm ecco lei è mia figlia > rispose Ichigo imbarazzata.
< Ohh e chi è il fortunato? > chiese lui stupito.
< Non lo conosci... L'ho incontrato dopo un po' che ci eravamo lasciati... > rispose Ichigo inventando su due piedi una bugia.
"Ormai sono diventata un esperta in questo" pensò lei sconsolata.
< Dopo che tu mi hai lasciato > sottolineò lui sempre con il sorriso sulle labbra.
< Ehm si... > "che strano non sembra che me lo stai rimarcando? "  pensò la ragazza sospettosa.
< Ciao piccola Kilari piacere, io sono un amico della mamma > continuò lui.
"Ma no me lo sarò solo immaginato; lui è sempre stato buono e gentile" pensò lei dandosi della stupida per averlo anche solo sospettato.
La bambina ignorando il ragazzo, tirò una manica di sua madre e disse:< Mamma questa persona è strana non mi piace... possiamo andare a casa? > 
< Kilari! Non si parla così alle persone più grandi di te chiedigli subito scusa > esclamò subito Ichigo arrabbiata.
< Ma perché mi stai sgridando mamma? Io ho detto solo la verità > quella persona le stava sempre più antipatica, visto che per colpa sua era stata rimproverata da sua madre.
< Perdonala Masaya-kun è ancora una bambina e non si rende conto di quello che dice >
< Non importa tanto non ero venuta per lei > disse il moro tranquillamente.
La ragazza rimase molto sorpresa da quelle parole:< Scusa che intendi dire? >
< Semplice Ichigo ora devi venire con me >
< Eh ma che dici? Se è uno scherzo Masaya-kun ci ho quasi creduto > disse lei ridendo nervosa.
< Veramente io sono assolutamente serio Ichigo cara > affermò lui tenendo sempre quel sorriso incollato alla faccia.
< Ma io non capisco perché dici così? > dicendo questo un brivido di paura la percorse tutta.
Lui se ne accorse e le disse:< Andiamo Ichigo non preoccuparti sono sempre io, devi fidarti di me >.
Lui cercò di fare un passo verso la ragazza, ma lei ne fece due indietro.
< Scusami Masaya-kun è stato un piacere incontrarti di nuovo, però ora devo proprio andare a casa > Ichigo cercò di andarsene, ma il ragazzo le sbarrò la strada.
< Come? Te ne vuoi andare così presto? E poi ho detto che devi venire con me... I miei amici ti stanno aspettando > affermò lui prendendola per un braccio.
< Ehi lasciami Masaya, ma che ti sta succedendo e chi sono i tuoi amici? > pronunciò lei, mentre una grande paura stava nascendo dentro di lei.
< Da su non fare così Ichigo, prima saresti stata così contenta di venire con me... sarà stato quell'idiota di un alieno a farti diventare così e per quanto riguarda i miei amici presto li conoscerai anche tu > 
Quando aveva pronunciato la parola alieno la sua espressione era cambiata, il suo viso si era oscurato e questo non presagiva nulla di buono.
Ichigo tentò di allungare la sua mano nella tasca del vestito, per prendere la spilla per trasformarsi. Ma lui capando subito le sue intenzioni, le bloccò rapido il polso non permettendole di fare alcun movimento.
< No no Ichigo così non si fa... volevo prenderti con le buone maniere, però tu non me lo hai permesso, quindi comincerò con le cattive > 
Strinse maggiormente il polso di Ichigo e tentò di avvicinarla a sé.
Dall'altra parte lei tentava in tutti i modi di liberarsi, ma la sua stretta era troppo forte per lei, sembrava quasi "disumana?" pensò lei all'improvviso.
< Ho detto che mi devi lasciare! Non voglio venire con te lasciami > pronunciò lei quasi in lacrime, poi ad un certo punto si ricordò che c'era anche la sua bambina e non poteva di certo abbandonarla; così si voltò dalla sua parte e vide il suo dolce musetto solcato dalle lacrime:< Mamma cosa sta succedendo? Cosa vuole da noi questa persona? > chiese la bimba.
La madre, facendo un grande sforzo, sorrise e disse alla bambina:< Kilari non ti preoccupare la mamma starà bene; però tu corri vai via di qui. Vai verso il caffè mew mew e chiama subito Ryou e Keiichiro svelta >
< Ma mamma... > contestò la bambina.
< Niente ma KIlari! Non discutere e fai quello che ti dice tua mamma >.
La bambina iniziò a correre, Masaya cercò di acciuffarla, ma Ichigo fu più veloce, tirò una spallata al ragazzo che lo fece barcollare all'indietro e questo diede il tempo a sua figlia di scappare.
< Ahia Ichigo mi hai fatto male. Comunque non importa se quella bambina scappa tanto non era lei il nostro obbiettivo e quando lei tornerà con i tuoi amici noi a quell'ora saremo già spariti da un bel po' >.
< Ma perché ti stai comportando così? Cos'è successo al ragazzo buono e gentile che conoscevo? >
< Beh sai sono cambiate molte cose in questi cinque anni, mia cara... Cose che neanche ti immagini >
"Mi dispiace Ichigo, ma con me sarai al sicuro, se ti avesse preso Kuro non so cosa ti avrebbe fatto, lo sto facendo per te, perdonami se puoi" pensò lui tristemente.
Mentre la bambina correva si girò per un momento a guardare sua madre; ma questa all'improvviso scomparve insieme all'uomo cattivo che le aveva attaccate.
 
 
Intanto dall'altra parte del parco Kisshu se ne stava appoggiato comodamente su un ramo di un albero e sonnecchiava tranquillo, immerso nei suoi pensieri.
Ad un certo punto sentì uno scalpiccio di piccoli passi venire nella sua direzione; lui incuriosito scese dal ramo per capire chi rompesse tutta la calma che c'era in quel posto.
Dietro un albero spuntò una bambina dai folti capelli rossi raccolti in due codini che piangeva a dirotto. 
Lui la riconobbe subito e si maledì per la sua sfortuna " Ma perché la devo sempre incontrare?" pensò lui.
Avrebbe voluto scomparire all'istante per non farsi vedere, però guardando quelle lacrime, si sentì stringere il cuore come se per quella bambina provasse compassione.
" Ma cosa mi interessa di quella mocciosa" pensò lui.
Distratto dai suoi pensieri non si accorse che la bambina lo aveva riconosciuto e così lei corse ancora più veloce per buttarsi tra le sue braccia e aggrapparsi come una scimmia.
Lui rimase sorpreso e tentò di staccarla in tutti i modi, ma poi guardando di nuovo il suo faccino in lacrime disse:< Va bene per questa volta puoi rimanere attaccata >
Per un po' rimasero così lei incollata al suo collo e lui che le accarezzava la schiena per farla smettere.
Quando la bambina si fu calmata la rimise a terra e le chiese:< Insomma perché stavi piangendo? E soprattutto cosa ci fa qui da sola, dov'è tua mamma? > 
A sentire il nome di sua madre, la bambina si mise di nuovo a piangere e lui non sapendo come comportarsi le accarezzo piano la testa.
Lei alzò lo sguardo verso di lui e finalmente parlò:< La m-mam-ma è sco-m-pa-rsa  > disse tra i singhiozzi.
Lui subito si mise sugli attenti e investì la bambina con una serie di domande:< Come è scomparsa? Cosa è successo? Si è fatta male? >
Ma la bambina continuò il suo racconto non rispondendo neanche a una delle domande poste dall'alieno:< Una persona cattiva ha preso la mamma e lei mi ha detto di correre al posto dove fanno le torte buone, ma quando mi sono girata lei e la persona sono scomparsi > 
< Mi stai dicendo che qualcuno ha rapito Ichigo?! Chi è? Dimmelo subito oppure... > dicendo questo iniziò a scuotere forte le spalle della bambina come se lei avesse la colpa di tutto.
< i-o no-n lo so era un amico della mamma > disse la bambina singhiozzando.
Lui si rese conto che se la stava prendendo con lei e subito si scusò e cerco di avere un tono più dolce:< Allora piccola ti ricordi il nome che aveva? >
Kilari cercò di sforzarsi per ricordarsi il suo nome:< Maya-kun? no no... Asay-kun? Masa-kun? Non lo so >
Kisshu forse aveva capito chi era la persona "cattiva" che aveva rapito la sua micetta, però sperava vivamente che fosse uno scherzo di cattivo gusto.
All'improvviso alla bimba brillarono gli occhi, come se avesse avuto un illuminazione e subito esclamò:< Masaya-kun >
Proprio come aveva sospettavo... Ma come era possibile? Perché rapire Ichigo se con lei aveva già una famiglia? 
In quell'istante gli venne un sospetto; eh se...? No, non poteva sperare che lui ed Ichigo si fossero lasciati. Sarebbe stato troppo bello per essere vero.
< Scusa marmocchia, ma quello non era tuo padre? > chiese lui insospettito.
< Non può essere! Mamma ha sempre detto che mio padre è una persona buona e gentile, non cattiva come lui... Anche se io non l'ho mai conosciuto > Dopo queste parole gli occhi di Kilari tornarono lucidi. Stava per piangere di nuovo e Kisshu per evitarlo disse:< Non ti preoccupare per la tua mamma. Stai tranquilla io la salverò. Non permetterò a nessuno di farle del male. Hai capito? >.
La bambina annuì e tirò sul con il naso. Poi lo guardò e gli dedicò un sorriso che avrebbe fatto sciogliere anche la persona più fredda e cattiva dell'universo.
"Si vede proprio che sono madre e figlia" pensò Kisshu  "Ma ora cosa faccio? Non posso abbandonarla qui, però non posso portarla neanche al caffè mew mew quelli sicuramente penserebbero che io abbia fatto qualcosa ad Ichigo e poi sarebbe troppo strano consegnargliela visto che comunque lei ci serve... Ok ho deciso la porto con me, così Pai sarà tutto contento di esaminarla" 
< Allora per ora ti va di venire con me? Così poi insieme cercheremo la tua mamma >
La bambina si asciugò le ultime lacrime e sorridendo disse:< ok, alieno dalle buffe orecchie >
< Ah e per quel nome... Io sono Kisshu e non chiamarmi in altro modo > disse lui categorico.
< Va bene Ki-kun > disse lei.
"So già che me ne pentirò" sospirò lui.
"Ma adesso che ci penso se non è quell'umano il padre di Kilari allora con chi altro è stata Ichigo?" pensò sconvolto.
Però ora era meglio non pensarci e prendendo la bambina per un braccio, con molta poca delicatezza, si teletrasportarono nella dimensione aliena.
 
 
 
La notte scese lentamente e un vento gelido muoveva le onde del mare che violente si infrangevano sul porto di Tokyo.
Lì centinaia di magazzini erano sistemati uno di fianco all'altro numerati e ordinati con precisione.
In uno di questi era rinchiusa una ragazza che, ignara di ciò, dormiva supina su un vecchio materasso rovinato ed impolverato.
Dopo ore che le parvero minuti si svegliò, aprì gli occhi e sbatté più volte le palpebre incredula del posto in cui si trovasse.
Non sapeva dove fosse, ne come ci fosse arrivata.
In pochi secondi i ricordi le tornarono a galla: Lei nel parco, Masaya, la bambina... 
< Kilari > rapida si alzò da quel materasso  e si diresse veloce verso l'unica porta che riusciva a scorgere in quell'oscurità, la stanza era illuminata solamente dalla luce della luna che entrava debolmente da una finestrella.
" Non mi interessa cosa ci faccio qui  ne come sono arrivata, voglio solo sapere dov'è la mia bambina" pensò lei disperata.
Tentò di sfondare la porta, spingendo, tirando calci, ma con la sua debole forza umana, non riusciva neanche a spostarla di un millimetro.
< Ma certo la spilla > trasformandosi sarebbe sicuramente riuscita ad aprire quella porta.
La cercò nelle tasche, dappertutto, ma era scomparsa.
< Stai cercando questa? > dall'oscurità provenne una voce dannatamente famigliare.
Lei si girò lentamente e vide che il suo ex-adorato Masaya, teneva tra le mani l'unico strumento che le avrebbe permesso di combattere
Riducendo la voce ad un sussurro disse:< Ridammela >
< Lo sai Ichigo che non posso farlo > i suoi occhi sembravano quasi dispiaciuti 
< Perché hai fatto tutto questo? > 
< Per proteggerti mia cara > lui le rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
< Proteggermi? E da cosa? Gli alieni non sono di certo un problema gli sconfiggeremo come abbiamo fatto ogni volta... Ma quello che davvero mi interessa sapere è dove sia la mia bambina >
< Non ti preoccupare anche se so che ora mi crederai un mostro non lascerei mai una bambina piccola da sola nel parco tranquilla, l'ho vista che ha incontrato suo padre non preoccuparti per lei >
< Oh no, no no no no no no > ripetendolo come una cantilena Ichigo si accasciò a terra e iniziò a piangere disperata.
< Perché lo hai fatto perché? Lui la vuole uccidere non sa che è sua figlia ti prego lasciami andare devo andarla a salvare ti prego ti prego >
< I-o io non lo sapevo non... - per un momento Ichigo rivide il ragazzo per cui una volta avrebbe dato volontariamente la sua vita pur di vederlo sorridere - non ti preoccupare per lei è sana e salva ho visto come lui l'abbracciava e nonostante io odi quell'essere so che non le farebbe mai del male >
Ichigo rimase sorpresa da quella confessione, davvero lui la stava abbracciando? Davvero lei si poteva fidare di Kisshu? 
Per il momento non poteva fare altro e sperò con tutta se stessa che lui non le avrebbe fatto del male.
Ora quello che doveva fare era affrontare la persona che era diventata il suo ex fidanzato.
Smise di piangere e asciugandosi le lacrime residue, si alzò in piedi e lo fronteggiò fiera come non mai:< Non hai risposto alla mia domanda; perché sono qui e dove sono i tuoi amici che dovevo conoscere? >
< una volta quello sguardo lo avresti rivolto a lui e non a me > disse Masaya tristemente sedendosi sul vecchio materasso e prendendosi la testa tra le mani.
Lei seguì con lo sguardo ognuno dei suoi movimenti, pronta a scattare all'attacco se solo lui si sarebbe azzardato ad avvicinarsi "combatterò con e senza la spilla" si disse sicura.
< Lui non mi ha mai rapito, fatta addormentare e rinchiusa chissà dove > rispose con decisione.
< Lo sai che se non ci fossi stato io lo avrebbe fatto tanto tempo fa > affermò lui 
Lei non poteva ribattere, infondo quante volte Kisshu era spuntato, anche nei momenti meno opportuno, solo per combattere contro di lei, affermando che se lei avrebbe perso, lui l'avrebbe presa contro il suo volere e portata sul suo pianeta? 
Se non ci fosse stato Masaya trasformato da Ao no kishi***, lei sarebbe stata sicuramente rapita.
< Ma questo appartiene al passato... e ancora non stai rispondendo alla mia domanda > 
< Ho mentito, loro ci stavano ascoltando, gli alieni... e no, non quelli che intendi tu ne sono arrivati altri, più forti e più crudeli, non hanno un briciolo di compassione e vogliono distruggere l'intera razza umana > rispose lui serio.
< CHE COSA?? ALTRI ALIENI MA PERCHE'? COME? QUANDO? COSA VUOL DIRE CHE HAI MENTITO? > lei andò nel panico e iniziò ad investire Masaya con una serie di domande.
lui fu preso in contropiede, ma all'improvviso scoppiò a ridere.
< E adesso cos'hai da ridacchiare felicemente? > disse lei tornando sulla difensiva.
< Finalmente ho rivisto per un attimo l'ichigo che conoscevo è ovvio che fossi così felice > disse lui sorridendo.
Lei rimase un po' spiazzata da questa confessione e non seppe come ribattere
Scese un silenzio imbarazzante, lui la guardava e lei cercava in tutti i modi di non incrociare il suo sguardo e così per spezzare questo silenzio chiese:< Chi sono questi alieni e cosa vogliono? >
< Non ne so molto neanch'io... so solo che qualche tempo fa sono scesi sulla terra e sono venuti da me a raccontarmi che tu mi avevi tradito e per di più con quell'alieno, in quel momento non mi chiesi come mi conoscessero ne come avessero saputo tutto ciò, la rabbia mi accecò e senza rendermene conto accettai di collaborare con loro per uccidere quel mostro che ti aveva portato via da me, sicuramente con l'inganno o con la forza >
Guardò Ichigo e vide tutto il disprezzò che lei provava verso di lui, a vedere questo gli si spezzo il cuore, ma comunque lei non disse niente così lui continuò:< Tornato a Tokyo volevo vendicarmi ero pronto, io ti avrei portato da loro e poi loro mi avrebbero dato la forza per uccidere l'alieno. Il piano era perfetto, in quel momento non sapevo cosa ti avrebbero voluto fare ne mi importava, l'unica casa che volevo era uccidere quel mostro che ti aveva portato via da me. Mi nascosi tra gli alberi pronto a rapirti al momento opportuno ma poi ti ho vista, te e la tua bambina che felici tornavate a casa e finalmente mi sono reso conto di una cosa... tu lo ami veramente vero Ichigo? Lui non ti ha mai costretta a fare niente, il modo in cui guardavi tua figlia  come la proteggevi a spada tratta anche verso di me, l'unico di cui tu ti sia sempre fidata ciecamente, sono stato uno stupido a farmi ingannare dalle loro parole e così ho finto che ti avrei portato da loro >
< Ma ancora non capisco perché sono qui? Perché mi hai separato dalla mia bambina? > 
< Ichigo senti lascia stare è meglio che tu non lo sappia > 
< No ora me lo dici non puoi pretendere che io accetti così felicemente di essere rinchiusa qui senza una ragione> disse la ragazza con insistenza, non lo accettava e rivoleva la sua bambina
< Hanno detto che se io non ti avessi rapita, sarebbe venuto a prenderti uno di loro e avrebbe ucciso tua figlia davanti ai tuoi occhi > concluse lui tristemente.
 
 
 
 
*Hatsumode = usanza dei giapponesi di andare al tempio con amici o parenti per pregare ed esprimere dei desideri per il nuovo anno 
** mochi= sono dolci giapponesi,composti da riso cotto al vapore e poi pestato, rendendolo come una focaccia, spesso riempita di marmellata, che vengono consumati prevalentemente durante il periodo invernale e per tradizione a capodanno
***Ao no kishi= cavaliere blu
 
 
 
ANGOLINO PER MEEEE:
Ciao a tutti/e  come state??
Le vacanze sono quasi finite ed è orribile pensare che fra un po' debba ricominciare la scuola nuuuuu
Comunque come ogni capitolo mi scuso immensamente per il mio enorme ritardo.
Finalmente sono riuscita a finirlo, ammetto che non sia il massimo, ma ho cercato di fare del mio meglio, quindi spero vi piaccia.
Vi chiedo scusa per eventuali errori/orrori, mi dispiace davvero.
Poi vorrei davvero RINGRAZIARVI per le vostre recensioni, siete davvero carinissime vi adoro.
RINGRAZIO anche tantissimo chi ha messo la storia tra preferite/seguite/ricordate o chi ha trovato il tempo anche solo per leggere questa mia sciocchezza grazie davvero.
Per ora vi saluto,
a prestooo ♥
 
  
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