Ab imo
pectore.
Maggie sorrise guardano la piccola
frase incisa
dentro la fede nuziale che le aveva infilato al dito suo marito quattro
anni
prima nel salone delle feste all’Hotel des Fleur.
Le sembrava quasi impossibile
trovarsi lì, in
quella stanza e in quell’hotel che aveva cambiato per sempre
la sua vita
facendole conoscere l’uomo meraviglioso che in quel momento
stava seduto sulla
sedia a dondolo in veranda con la loro adorabile bimba tra le braccia.
<< Mi racconti la
storia papà? Me la
racconti ancora? >> Maggie sorrise vedendo Dorian che
faceva scivolare un
dito sulla guancia rosa della loro piccolina:<< Quale
storia ma vie? >> le
domandò il padre
fingendo di non capire e nella sua più perfetta imitazione
di suo zio François
la piccola incrociò le braccine sul petto mettendo il
broncio:<< La
storia! Quella di come hai conosciuto la mamma! >>
replicò poi euforica e
sia Dorian sia Maggie scoppiarono a ridere: per avere solo tre anni
quel
piccolo terremoto li teneva tutti in pugno!
<< E va bene
principessa come vuoi
>> poi sistemandosi meglio sulla sedia e facendo
appoggiare la figlia sul
proprio petto Dorian Atelier cominciò a
raccontare…
La festa per la Cooperazione
Internazionale era
l’evento a cui il ministro Malet puntava da tempo per
riacquistare un po’ di
popolarità all’interno della comunità
magica, era un brav’uomo e dalle idee
anche abbastanza innovative, il problema era che non aveva quello che
il suo
predecessore chiamava istinto di sopravvivenza, Jacques Malet era
troppo buono
per fare il politico, in particolar modo il primo ministro ma era stato
eletto
e fino alla fine del suo mandato avrebbe ricoperto quel ruolo e, manco
a dirlo,
toccava a lui far sì che quell’uomo facesse bella
figura!
<< Ian…Ian
è tutto pronto? >> e la
voce del suo capo lo fece voltare mentre lui impartiva gli ultimi
ordini al
capo dei camerieri che stavano finendo di allestire la
sala:<< Sì
signore, mancano solo gli ultimi ritocchi >> e
guardandosi intorno nel
salone sorrise compiaciuto di sé stesso e del suo lavoro,
non amava molto la
politica ma quella parte del suo lavoro era decisamente piacevole!
<< Ian…
>> e la voce del capo del
dipartimento Auror lo fece voltare:<< Sì
Marcel? >> domandò poi
guardando il vecchio compagno di scuola con un sorriso che
l’uomo ricambiò e
chinò il capo vedendo che era presente anche
Malet:<< Ministro >>
<< Capo Deveraux >> rispose
l’altro per poi aggiungere:<< Vi
lascio agli ultimi preparativi, io vado a prendere la signora Malet, ci
rivediamo qui questa sera… >> Ian
annuì ricordando al ministro gli orari
e il discorso che doveva tenere:<< Oh sarà un
discorso magnifico Ian,
come sempre del resto >> gli rispose l’uomo con
un gioviale sorriso
lasciandolo poi solo con l’Auror.
<< Allora Marcel?
Tutto pronto? >>
l’altro annuì:<< Le passaporte sono
predisposte, tra tre ore si
attiveranno e gli ospiti arriveranno, ho messo due uomini ad ogni
postazione e
altrettanti ad ogni entrata del ministero >> Ian
annuì, si fidava del suo
amico e sapeva che sapeva fare il suo lavoro, non a caso era il
più giovane
capo che il dipartimento Auror avesse mai avuto negli ultimi cento
anni:<< Ok d’accordo, fammi sapere quando
arrivano i ministri, voglio
esserci quando Malet li accoglierà >> Marcel
sorrise:<< Non ti fidi
proprio di lasciare solo quell’uomo >> Ian
sorrise a sua volta e Deveraux
rivide quello che a scuola tutti chiamavano Atelier
le grand, l’idolo di Beauxbatons:<< Io mi fido
di lui, solo non
voglio che rovini tutto il mio lavoro, vado a cambiarmi, ci vediamo
più tardi
>>
Quattro ore dopo la festa era nel
suo pieno
svolgimento e benedicendo il cielo visto che tutto stava procedendo per
il
meglio, Dorian decise di prendersi una pausa dal suo babysitteraggio
costante
su Malet uscendo sul terrazzo del ministero e guardando la piramide del
Louvre
illuminata:<< Bella serata >> Ian si
voltò di scatto trovandosi
faccia a faccia con il ministro inglese in persona:<<
Ministro >>
lo salutò poi chinando brevemente il capo:<<
Signor Atelier >> la
conversazione andò avanti per qualche minuto poi una macchia
indistinta di
colore rosso entrò nella sua orbita e un dolce profumo di
fiori gli arrivò al
naso, non aveva mai sentito niente di simile in vita sua, era la cosa
più
afrodisiaca che avesse mai provato…
<< Mi scusi ministro,
può darmi un
secondo? >> sapeva che era maleducazione lasciare
così un ospite a
maggior ragione se questo era il primo ministro inglese ma qualcosa
dentro di
lui lo spingeva a seguire quel profumo e trovarne la fonte.
Vide solo di striscio il ministro
che gli
sorrideva e che alzava il bicchiere in un immaginario brindisi alla sua
salute
e si precipitò dentro la sala.
Chiudendo per un istante gli occhi
cercò di
tornare padrone di sé stesso, aveva venticinque anni e non
era il caso di
lasciarsi prendere da un profumo ed un abito rosso, era adulto e
doveva…ma poi
vide la fonte del suo turbamento in mezzo agli altri ospiti, spiccava
come un
papavero in mezzo ad un campo di erbacce,
bella e semplice come la più delicata delle
margherite, sublime ed
ammaliante come la più rossa delle rose; la sua bella
sconosciuta sorrise
mentre inconsapevole dei suoi sguardi continuava a chiacchierare
tranquillamente con la maga accanto a lei, una vecchia eccentrica
vestita di
viola che rideva sguaiatamente mentre sorseggiava un po’ di
burrobirra.
Ian si perse dietro quel grazioso
collo dalla
pelle candida come l’avorio e messo ancora più in
evidenza dallo stretto
chignon che le legava i capelli, stupidamente Ian si ritrovò
a pensare alla
collana di sua madre che teneva nel cassettone nella sua camera e che
sarebbe
stata perfetta al collo di quell’angelo…
Passandosi una mano nei capelli
deglutì
nervosamente sentendosi ridicolo per la prima volta in vita sua, da
quanto
Dorian Joshua Atelier aveva paura di andare a presentarsi ad una
ragazza? Sapeva
bene l’effetto che faceva alle donne e di certo lei non
sarebbe stata…poi
tornando a guardarla si diede da solo dello stupido: certo che lei era
diversa!
Bastava che pensasse a come lo faceva sentire senza che nemmeno
l’avesse
conosciuta!
Deciso ad andare a fondo alla
questione fece per
avvicinarsi aspettando paziente che la maga al suo fianco la lasciasse
in pace
ma prima che potesse raggiungerla un ragazzone in smoking dai capelli
castano
scuro e gli occhi altrettanto scuri le si avvicinò
porgendole la mano e
tirandola verso di sé come se fosse stata il più
ambito trofeo della sala.
Immobile e senza poter far nulla
Dorian guardò i
due avviarsi verso il centro della pista mentre lui la stringeva in una
goffa
caricatura di un cavaliere.
Stava per pensare a cosa fare
quando le labbra
di quell’armadio si posarono delicatamente su quelle di lei,
era stato solo un
attimo, uno sfarfallio d’ali ma era bastato quello per
incrinare il suo cuore e
fargli venire un piccolo infarto, dio ma poteva essere peggio di
così? Bisognoso
di prendere fiato scivolò lungo la parete laterale uscendo
in strada sul
Lungosenna.
Era lì da non sapeva
nemmeno più lui quanto
quando due voci decisamente arrabbiate ruppero la bolla di calma nella
quale si
era nascosto:<< Andiamo Maggie non puoi avercela con me,
non è colpa mia
>> << Sei un pozionista Daniel non il papa,
potranno chiamare qualcun
altro o no? >> celando la sua presenza dietro ad un
albero Ian rimase
immobile aspettando che i due piccioncini finissero la loro discussione
e lo
lasciassero in pace:<< Sono il migliore del mio
dipartimento Margaret che
cosa vuoi che ti dica >> << Siamo ad una
festa Danny, andiamo non
puoi chiedergli di… >> << Siamo
ad una festa a cui tu mi hai
trascinato, il tuo capo ha voluto mandare te e io mi sono offerto di
accompagnarti con piacere, ma sai bene che il mio lavoro viene prima
>>
poi quasi fosse la cosa più normale del mondo le
baciò frettolosamente una
guancia smaterializzandosi lì davanti a lei.
Non era mai stato un guardone di
natura e
onestamente si detestava da solo per quello che stava facendo ma quando
sentì
la giovane piangere Ian non poté fare a meno di voltare lo
sguardo per vedere
in che condizioni si trovasse quella ragazza, non era bello essere
lasciate nel
bel mezzo di una festa, a quel modo poi…
Inutile dire che il suo cuore ebbe
l’ennesimo
infarto quando si rese conto che la giovane in lacrime appoggiata al
muretto di
pietra del fiume altri non era che la sua misteriosa donna in rosso,
quindi
quello che l’aveva abbandonata era quell’idiota
decerebrato del suo compagno! Dio
ma come poteva un uomo essere tanto ottuso, rozzo, incivile, arrogante,
stupido…
<<
Chi c’è? >> e la voce di lei lo
bloccò facendogli notare che, troppo preso dalla rabbia e
dal nervoso si era
mosso verso di lei calpestando un paio di rami secchi a terra e facendo
inevitabilmente rumore:<< Scusami io non…
>> mormorò poi non
sapendo cosa dire, lei era ancora voltata verso il
fiume:<< Hai sentito
tutto? >> era più un’affermazione
che una domanda:<< Buona parte
del discorso >> ammise piano, non era mai stato un
bugiardo anche se in
quel momento si vergognava di sé stesso:<<
Sono patetica vero? >>
gli domandò cercando di fermare i singhiozzi che la stavano
scuotendo:<<
Non sei tu ad essere patetica è lui che è un
idiota >> ok forse non era
il modo migliore per dirlo ma le parole gli erano uscite dalla bocca di
loro
volontà, se si fosse trovato di nuovo davanti
quell’imbecille era sicuro che lo
avrebbe ucciso con le sue mani:<< Sarà anche
un idiota ma è l’idiota che
amo >> c’era qualcosa di strano nella voce di
lei quando pronunciò quell’ultima
parola come se non ne fosse più così
sicura:<< Forse dovresti ricordarglielo
ogni tanto, io non tratterei mai la persona che amo come lui ha
trattato te
>> << Daniel fa un lavoro importante
>> << Più
importante anche di te? >> inaspettatamente la voce di
lei divenne dura e
lui seppe di aver superato il limite:<< È
facile giudicare senza
conoscere vero? >> Dorian chinò il
capo:<< Scusami, non volevo
essere indiscreto, mi dispiace >> Maggie si
voltò di scatto per guardare
in faccia lo sconosciuto e dirgliene quattro ma per la seconda volta in
quella
serata si trovò sola mentre un uomo le si smaterializzava
davanti, la sola cosa
che sentì poco prima di rientrare nel salone fu un forte
profumo di menta
fresca.
<< Mi sono innamorato
di tua madre senza
nemmeno sapere il suo nome e quando due anni dopo lei è
venuta qui all’hotel ho
deciso che avrei fatto qualsiasi cosa pur di farla diventare mia
>> e Ian
concluse la storia mentre la bambina si addormentava placidamente sul
suo petto
stringendogli un lembo della camicia:<< Ti sei davvero
innamorato di me
appena mi hai visto? >> gli domandò Maggie
avvicinandosi all’uomo e
prendendo la bambina tra le braccia ben attenta a non
svegliarla:<< Sì e
tu lo sai >> le rispose come faceva ogni volta che
raccontava alla
piccola Adele quella storia e sua moglie alla fine gli faceva sempre la
stessa
domanda.
<< So che è così Ian ma è bello sentirselo dire… >> inaspettatamente lui le circondò la vita da dietro baciandole il collo:<< Posso passare il resto della mia vita a ripetertelo lo sai >> posando la figlia nel suo lettino Maggie tornò a guardare il marito:<< Perché non cominci adesso signor Atelier? >>
Dorian Atelier
Margaret Stains
Grimilde's
Ed ecco che la mia mente ha partorito un'altra OS....stavolta i protagonisti sono i nostri adorati Ian e Maggie alle prese con il loro primo incontro...scusate ma li adoro troppo e quindi non potevano mancare, molto probabilmente poi scriverò qualcosa anche sugli altri personaggi, devo ancora pensare se prima o dopo i giochi vediamo cosa decide la mia ispirazione...
Per chi non lo avesse capito e prima che iniziate a linciarla, la povera Maggie non ha mai visto in faccia Ian durante tutto il loro colloquio in riva alla Senna e quando si è girata lui è sparito lasciandosi dietro solo il suo profumo di menta, nella storia principale verrà fuori anche questo così finalmente anche Maggie potrà collegare tutti i tasselli del puzzle...