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Autore: _heartbeat_    28/08/2016    1 recensioni
-Domani Swan!I pensieri negativi rimandali a domani, come delle scuse quantomeno dovute a tutta Storybrooke e le più sincere e vere a tuo figlio- riprese fiato, poi si ricordò di non aver finito il suo discorso.-Ah, un’ultima cosa, dimenticavo questo...-
Emma non ebbe il tempo di chiedere o mostrarsi stupita che si vide arrivare la mano di Regina dritta in una guancia.
Il dolore le annebbiò la vista per un attimo prima che si risvegliasse.
-E questo?-
-E’ per avermi fatto tanto male, se prima ti punivo mi avresti uccisa quindi meglio ora che mai-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                  A Giovanni, la mia Emma



Quella mattina corsi velocemente sullo stretto marciapiede malandato che costeggiava la stazione, colpii violentemente il fianco contro un paletto che reggeva la catena e rischiai di buttare a terra un paio di signori che mi guardarono di sottecchi e mi rimproverarono il mio essere maldestra, non li ascoltai nemmeno, continuavo a correre per arrivare il prima possibile sul binario.Il nove.A separarmi dal mio obiettivo rimaneva solamente un'ultima rampa di scale che feci a due a due. Quando mi fermai ero senza fiato, mi piegai in due accasciandomi sulle ginocchia per riprendermi.Sentivo il cuore pulsare forte in ogni parte del mio corpo, la vena alla tempia mi faceva quasi male e avevo un leggero sentore di nausea che non voleva lasciarmi stare.
Maledissi mentalmente la sveglia del mio telefono che aveva deciso di non suonare e disattivarsi da sola proprio il giorno in cui ne avevo più bisogno e mi voltai ad osservare il monitor con le partenze. Mancavano pochi minuti, ero arrivata giusto in tempo per non perdere il treno che aspettavo da quasi un mese, un treno che mi avrebbe portata in una stazione sconosciuta di una città sconosciuta dove forse mi aspettava una quasi sconosciuta che non vedevo l'ora di incontrare. Ecco, il treno era il punto di partenza del mio piano folle.
Salii a bordo, nella carrozza cinque, cercai il mio posto e mi misi dal finestrino.Mi incantai a fissare gli sguardi dei passeggeri, chissà per quale motivo si muovevano a quell'ora del mattino. Alcuni erano studenti, altri di sicuro pendolari con le loro valigette porta computer, la cravatta, gli occhiali e il giornale, riconobbi dei turisti per via dell'accento e della lingua diversa.
Chissà se ce n'era qualcuno che era come me? Qualcuno che partiva per amore e pazzia? Forse sì.
Ero stanca ma non volevo addormentarmi, fuori dal vetro risuonava lontana la voce metallica dell' altoparlante: "Treno in transito al binario otto, allontanarsi dalla linea gialla" e immediatamente, come ipnotizzate, le madri tiravano indietro i figli e li facevano sedere con la schiena contro il muretto del sottopassaggio.Li mettevano al sicuro. La linea gialla segnava il confine dal pericolo, se ti avvicinavi eri fregato, se mantenevi le distanze allora andava ancora bene.
Mi sembrava che il mio treno tutto ad un tratto fosse diventato la mia linea gialla.Avvicinarmi troppo mi avrebbe portato solo conseguenze negative. Scacciai quel pensiero.
Linea gialla.Linea.Gialla.Bionda.
Mi concentrai su altro e pian piano vidi i pali della stazione rimanere sempre più indietro fino a fondersi con l'azzurro del cielo. Accanto a me c'era una bambina, di fronte a lei quella che sembrava sua nonne, la bimba mi fissava e aveva uno sguardo carico di tenerezza.
La nonna le scosse un braccio per farla rinvenire dai suoi pensieri e io abbassai notevolmente il volume della musica che avevo nelle orecchie per ascoltare curiosa ciò che la donna stava dicendo.
«Rubs, cosa ti ho detto mille volte? Non è educazione fissare le persone» aveva una voce morbida ma decisa.La bimba si rabbuiò mettendo la testa sotto le braccia.
«Scusa nonna» bofonchiò.
«Chiedi scusa alla ragazza non a me, è lei che stavi fissando» mi tolsi un auricolare sentendomi chiamata in mezzo.
«Scusa» ripeté l'altra verso di me. Le sorrisi e le dissi che non aveva fatto nulla di mano poi lei tirò fuori un quadernino e si mise a colorare.Io me ne stetti zitta e ferma, non avevo più voglia di ascoltare la musica, mi dava fastidio, sentivo la gola pizzicare ad ogni chilometro che il treno ingranava, ogni volta che mi avvicinavo un po' di più alla linea gialla.
Ecco di nuovo il confine.
Linea gialla.Bionda.
Non sapevo che fare, avevo caldo ma non sudavo, le mie mani erano fredde.
«Dove vai?» chiese all'improvviso Ruby sorridendo con il suo sorriso sdentato.
La nonna si lasciò andare con un Ruuubyy sussurrato che sembrava molto esasperato.Le feci cenno di non preoccuparsi.
«A Boston.Tu?»
 «Anche noi» rispose la piccola, pensai che se dovevamo essere compagne di viaggio tanto valeva scambiare due chiacchiere. Mi faceva stare meglio, almeno non pensavo e non mi accorgevo del tempo che scorreva e delle stazioni in mattoni che mi lasciavo alle spalle.
«Vai dal tuo fidanzato?»
Scossi il capo.Era simpatica.
«Non proprio.Cerco un'amica»
«La tua fidanzata?» 
«No no, non è esattamente la mia fidanzata, in realtà è più una persona»
«Cosa vuol dire che è una persona? Anche io sono una persona?» si agitò sul sedile Ruby, la nonna leggeva e ogni tanto le lanciava qualche occhiata da dietro gli occhiali spessi.
«Anche tu sei una persona come lo sono io, ma lei è, diciamo, una persona che vorrei diventasse speciale» ammisi io e mi stupii del fatto che stavo parlando di amore ad una bambina che poteva avere sì e no sette anni.
«Ma quindi la ami?» disse con ovvietà nella voce.
«Ehi, ma quanti anni hai tu?»
«Sette e mezzo tra due giorni»
«Beh bimba del treno di sette anni e mezzo tra due giorni, l' amore non è una cosa così facile specialmente nella mia situazione»
Lei rise e mi mostrò il suo disegno: c'era il treno, con le due righe rosse per tutto il corpo, c'erano lei e la nonna e c'era una ragazza alta con i capelli ricci e biondi da un lato.
Pensai che assomigliasse tanto a lei, ma poi mi dissi che no, era solo il disegno di una bambina.
«Chi é questa?» poggiai il dito sulla figura.
«Emma»
Ah.Iniziavano a combaciare troppi pezzi del puzzle.
«E chi è Emma?»
Lei fece una faccia sorpresa.
«Come non sai chi è Emma!» esclamò e si buttò sullo schienale del sedile come se le avessero sparato.
«Ruby cosa ho detto?  Lascia stare la ragazza» la rimproverò la nonna facendo svolazzare i riccioli bianchi.
«Non dà fastidio davvero, è molto sveglia»
«Lo diceva anche sua madre»
«Emma è sua madre?» le cose combaciavano in parte ma la mia Emma non mi aveva mai detto di avere una figlia.In realtà non mi aveva mai detto molto.
La nonna rise scuotendo la testa e posando il libro.
«No, si figuri, è così giovane, non potrebbe mai.Emma è la persona più cara che abbiamo e Ruby le si è affezionata come fosse una sorella.
«Per curiosità, come si chiama di cognome?»
Speravo con tutta me stessa che non pronunciasse quelle quattro lettere vicine che mi avrebbero dato la conferma di tutto.
«Swan.Emma Swan»
Deglutii a vuoto un paio di volte, non avevo saliva, la mia gola sembrava la Valle della Morte tanto era secca.Tossicchiai frugando nello zaino in cerca di una bottiglietta d'acqua che speravo di aver preso,.Tutto ad un tratto quel posto vicino al finestrino mi sembrò essere diventato una gabbia.Che poi io non amavo la mia Emma Swan, non l'amavo per niente.Avevo solo preso un treno fino a Boston per cercarla ma non la amavo.
«La conosce?» la voce della nonna mi arrivò ovattata e solo lì mi accorsi di aver esitato troppo a lungo.
Di nuovo la linea gialla.Il limite sicuro.
«No, non di persona»
«Penso che le piacerebbe, Emma è così buona con tutti»
Avrei voluto urlarle che era vero, che era buona anche con me, ma che era anche stronza, mi teneva testa, mi sfidava.
Rimasi in silenzio e guardai fuori dal finestrino i boschi che mi sfrecciavano davanti.Alberi mossi dal vento, incurvati dalla pioggia, dal sole.Alberi verdi, alcuni di un verde profondo altri di un verde che assomigliava molto al colore degli occhi di Emma.
Basta.Non dovevo più pensare ad Emma Swan, basta pensare a lei anche se stavo andando da lei, anche se stavo avvicinandomi sempre di più alla mia linea gialla.
«Quanto manca nonna?» piagnucolò Ruby.
«Poco piccolo lupetto, la prossima fermata è Boston»
«Cosa?! Di già» 
«Si, mancano poco più di dieci minuti»
Sentì lo stomaco attorcigliarsi, avevo le farfalle, tutto a un tratto non mi sentivo più così sicura di quello che avevo fatto, mi sentivo sballottata dalle mie emozioni.
Volevo scendere dal treno ma una parte di me preferiva rimanere sopra e tornare indietro a casa mia, al sicuro.
«Scende a Boston anche lei?»
«Forse»
«Nonna nonna, lei scende come noi perchè deve incontrare una persona che non è la sua fidanzata ma che vorrebbe che sarebbe speciale» la nonna rise notando il verbo usato dalla nipote.
«Forse lupetto volevi dire che fosse»
«Si si, beh quello lì.Guarda nonna, siamo a Boston, là ci sono i grattaceli»
«Si siamo arrivate» si mise in borsa tutte le loro cose e aiutò Ruby a disincastrarsi dal suo posto «È stato un vero piacere conoscerti»
«Anche per me» risposi.
Annunciarono la stazione.E ci avviammo tutte e tre verso la porta.
È severamente vietato attraversare i binari.Allontanarsi dalla linea gialla.
"Ci siamo" pensai. Ormai ero arrivata ad un bivio, o buttarsi o tornare indietro con l' amaro in bocca.
Il treno si fermò e le mie due compagne di viaggio scesero per prime buttandosi nella folla alla ricerca di Emma.
Io indugiai sulla porta, aspettai che il cuore si calmasse che i polmoni si riempissero di aria e che l'ansia che avevo in corpo andasse un po' a scemare.Aspettai di trovarla tra tutti e ci misi un po'. Era china sul suo telefono, intenta a scrivere a chissà chi.Una testa bionda tra decine di teste.La sua testa.
La alzò e incrociò il suo sguardo al mio sorridendo, mi si avvicinò incredula tanto quanto me.
«Regina» fu l'unica cosa che mi disse.
«Emma» risposi io prima di essere avvolta in uno dei suoi abbracci.
Era la mia linea gialla, il confine tra la sicurezza e il vuoto e quella volta, non so come, mi sentii pronta a saltare.

Angolon di me:

Ciao a tutti, mi scuso se gli aggiornamenti a questa storia arrivano adesso e non prima ma ho avuto un'estate non piena, di più e tenere aggiornate le storie non è rientrato nelle mie possibilità.Fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima:)
  
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