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Autore: Emily Darcy    28/08/2016    0 recensioni
Era un uomo riservato e benché vivesse di ricordi non parlava quasi mai del passato.
A volte però, è più facile confidarsi con un estraneo. Chissà perché. Forse perché un estraneo ci vede come siamo realmente e non come vogliamo far credere di essere.
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Christopher ha sempre avuto, da quando lo conosco, un’indole pacata e tranquilla. Chi lo conosce di fama o solo superficialmente può pensare che sia una persona perfettamente equilibrata e pragmatica, che ha cercato di eliminare dalla sua vita ogni cosa che può generare ansie e malumori. In realtà, questa è la maschera che Christopher indossa quando vuole presentarsi a qualcuno che non conosce e di cui non si fida a priori. Per lui è fondamentale essere ritenuto una persona priva di turbamenti e in questo suo obbiettivo lo aiuta molto l’ordine rigoroso e maniacale che domina la sua vita.
Io ero una di quelle che pensava proprio quello che Christopher voleva che io pensassi. La difficoltà di conoscerlo più approfonditamente la poneva lui stesso, impedendo a tutti di frequentarlo assiduamente, perciò io penso sempre che sia stato per puro caso che io e Christopher ci siamo confidati l’uno con l’altro.
La prima volta che vidi Christopher pensai che fosse un uomo che prestava molta attenzione alla cura del suo corpo,  al tipo di movimenti e di gesti che doveva fare di fronte alle persone, al tono di voce con cui impostare un discorso. Non mi stupì poi molto il suo interesse quasi ossessivo per il suo aspetto fisico: frequentava regolarmente la palestra per mantenersi in forma, seguiva una dieta varia ed equilibrata che non comprendeva l’assunzione di cibi che sono universalmente considerati dannosi per la salute. Non beveva, né fumava. Il suo stile di vita era talmente sano che nessuno avrebbe mai potuto pensare a lui come ad una persona che avesse delle terribili sofferenze che lo affliggevano.
Il suo abbigliamento era adeguato ad ogni occasione. Anche se può sembrare sciocco che io mi soffermi a parlare del suo modo di vestire, è importante al fine di comprendere meglio la sua interiorità. Lo definirei un uomo elegante, ma non era chiaramente l’eleganza quella che lui ricercava in questi abiti, piuttosto un mezzo attraverso il quale trasmettere sicurezza e serietà. Gli abiti, sempre perfettamente stirati, che indossava non avevano una grande varietà di colori: nero, molte sfumature di grigio, blu scuro. Lui sceglieva questo tipo di colori non solo perché gli conferivano una certa autorevolezza, confermata dal suo stesso modo di fare, ma anche perché rispecchiavano il suo stato d’animo interiore; a volte l’ho visto indossare anche colori più chiari, come ad esempio il crema, il beige, ma lo ha fatto nel periodo successivo a quello in cui io l’ho sto descrivendo, quando già stava molto meglio.
Quello che però mi incuriosì incredibilmente di lui furono la sua voce e i suoi movimenti impostati e robotici, che riuscivano a renderlo estremamente affascinante, in particolare per le donne che lo vedevano come un uomo sfuggente e lontano. Il mistero che si celava intorno alla sua vita non dava però così tanto nell’occhio perché lui cercava di presentarsi come una persona dalla cultura e l’intelligenza più elevate, ma talmente silenzioso da far credere di avere una vita privata estremamente noiosa e monotona. Si mostrava poco aperto alle nuove amicizie, ma nessuno aveva mai pensato che lui fosse un uomo chiuso: probabilmente fu proprio questa sua tendenza all’asocialità che lo rese meno credibile come persona perfettamente equilibrata, ma nessuno fece questo ragionamento, nemmeno io prima di conoscerlo meglio. Tutti pensavamo che fosse riservato e che dedicasse la sua vita soltanto agli amici che aveva fin dall’infanzia e alla famiglia.
Descrivendo Christopher come una persona all’apparenza rigida e militarizzata, molti sarebbero portati a pensare che lui avesse poca espressività nella voce. In realtà, era proprio grazie alla voce di Christopher che si poteva comprendere se un argomento gli interessava davvero e lo appassionava oppure ne stava discutendo soltanto perché era in grado di sostenere qualsiasi genere di conversazione. Da una parte, lui, essendo molto colto, in particolare in filosofia, storia, storia delle religioni e arte, quando doveva affrontare con qualcuno che era esperto come lui una conversazione parlava con una voce calda e sicura, e i suoi occhi erano più attenti. Dall’altra parte però, se l’argomento o l’interlocutore non erano alla sua altezza, discuteva annoiato; la sua voce era piatta e i suoi occhi spenti, ma non era mai stato il primo a interrompere una discussione.
Per quanto riguarda i suoi movimenti, la spontaneità non era contemplata, perché lui era convinto che se qualcuno lo avesse visto gesticolare a caso e senza criterio, non l’avrebbe preso sul serio. Per questo manteneva un certo contegno e una rigidità quando era in presenza di altre persone, anche persone con cui poteva permettersi di essere sé stesso.
Quando io e Christopher diventammo amici intimi, lui mi mostrò una foto di quando aveva diciassette anni e portava i capelli lunghissimi fino a metà schiena; aveva un sorriso sincero che testimoniava che quel periodo era in effetti stato felice per lui. Mi mostrò anche una foto in cui sua sorella minore gli stava facendo due trecce a spiga ed entrambi ridevano. Lui aveva le gambe incrociate e teneva le mani sulle caviglie, mentre lanciava uno sguardo divertito alla macchina fotografica.
In queste foto, notai, la sua bellezza era ben diversa da quella di quando lo conobbi io. Christopher è sempre stato un uomo oggettivamente molto bello, ma nelle foto i suoi lineamenti spigolosi e duri erano addolciti dai suoi occhi azzurri ridenti e dai capelli scompigliati. Era rilassato e era la sua stessa felicità a renderlo molto più bello di quanto già non fosse: lui era una di quelle persone che mettevano allegria con la loro positività.
Quando l’ho conosciuto invece, la sua bellezza era alimentata dalla misteriosità della sua persona, oltre che dal dato oggettivo. Inoltre, la sua cultura, la sua proprietà di linguaggio e soprattutto il fervore che metteva nelle conversazioni che lo appassionavano, mi hanno portato a pensare che fosse una persona molto bella. Ora che ho una quadro della sua vita completo, posso dire che era proprio nelle discussioni a cui partecipava con interesse che emergeva la sua vecchia personalità, quella spensierata e allegra.
Sua madre e sua padre mi hanno detto che lui ha sempre avuto un carattere introverso e pacato, ma quando prendeva confidenza con le persone era socievole e divertente, chiacchierava di tutto quello che gli piaceva ed esprimeva le sue idee e i suoi pensieri consapevolmente. “Adesso invece”, mi dicevano, “dopo la devastazione che quell’episodio ha portato nella sua vita, non si è limitato ad accentuare la sua introversione e la sua chiusura verso chi non conosce, ma se l’è imposta in modo irreversibile. Lui ha assunto una serie di comportamenti per evitare che le persone possano vederlo vulnerabile e attaccarlo ingiustamente: io, per lo meno, la penso così.”
Sua madre Hannah in particolare, era la più desolata dei due genitori per questo suo cambiamento radicale. “Io speravo che, una volta superato quell’episodio, lui tornasse ad essere la persona che è sempre stata, ma era chiaro che non poteva tornare ad essere come prima. Non riesco ad accettare che sia cambiato così tanto.”
Hannah rimase molto sorpresa che Christopher mi avesse presentata a lei e al marito Friedrich, perché non credo che si aspettasse che suo figlio sarebbe mai più stato felice, o forse meno addolorato. Io sono molto contenta di essere entrata nella sua vita e non solo perché l’ho aiutato a stare meglio. Sento che il sentimento che ci lega è molto forte; noi non pronunciamo quasi mai parole per comunicarcelo, in particolare Christopher è quello che dice più raramente che mi ama, però quando me lo dice, lo fa con gli occhi ridenti che di lui amo tanto e quella voce calda e sicura che riconosco come sincera.
Le persone che sono rimaste vicino a Christopher dopo quell’episodio devastante mi raccontano spesso di come era prima che tutta la sua vita cadesse in pezzi e so che si chiedono se mi sarebbe piaciuto di più di come è adesso. Penso che a loro manchi molto la spensieratezza e l’allegria di Christopher e che per me, che non le ho mai conosciute, sia più facile accettarlo così come è adesso. Io mi vedo costretta da una parte a smentire, dall’altra a confermare quanto dicono: posso confermare che, avendo conosciuto Christopher così come fin’ora l’ho descritto, non ho potuto che accettarlo, ma non è stato certo facile e ho sofferto anche io. Non ho sofferto il cambiamento come i suoi genitori e fratelli e i suoi amici più cari, perché io non ho veri ricordi, ma solo racconti, di un Christopher diverso e non posso fare paragoni. È stata dura però, aspettare che si aprisse con me e nel frattempo essere trattata come una persona di poco valore per lui. Posso dire di aver fatto dei sacrifici per conoscere Christopher, ma se non li avessi fatti lui ora non starebbe meglio e non potremmo nemmeno condividere insieme la felicità che tutti si meritano. 
   
 
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