La via di
fuga
Cadde di nuovo,
rialzandosi molto più lentamente delle volte precedenti per via del dolore
allucinante che sembrava gli stesse divorando l’anima.
La ferita sulla gamba si
era riaperta, così come quella sul torace, riprendendo a sanguinare
copiosamente, ponendolo ancor di più in netto svantaggio.
Quasi che il solo fatto di
essere così com’era non fosse di per se uno svantaggio.
Vivo.
In quell’inferno era ancora vivo, maledizione.
Dietro di se loro continuavano ad avanzare.
Gli occhi vacui,
ma il corpo
guidato da altri sensi
le braccia tese in avanti ad afferrare il vuoto,
ma con
l’intenzione di voler afferrare lui
l’andatura instabile ma tenace,
di quelli
che ancora potevano contare sull’uso degli arti inferiori
l’espressione facciale ormai grottesca,
i cui
connotati umani sembravano quasi non essere mai esistiti.
Mentre correva, poteva
sentire il battito del proprio cuore volergli sfondare la gabbia toracica,
impazzito, così come i sensi acuiti – adattati alla situazione che si era visto
costretto a vivere da quando l’epidemia aveva
contagiato l’intero globo – avvertivano perfettamente i grugniti sinistri
provenire dalle creature che continuavano a seguirlo imperterriti alle sue
spalle, riuscendo, nonostante fosse stato accertato che non disponessero di
alcun tipo di quoziente intellettivo, a braccarlo.
Era in trappola.
Svoltò nell’ennesima
strada sulla destra, incespicando su qualcosa d’indefinibile – che solo
successivamente riconobbe essere un braccio
– che per un attimo gli rallentò la corsa.
Trattenne il moto di
disgusto che gli fece salire la bile in gola, stringendo i denti e tra essi le labbra, spalancando gli occhi quando intravide
l’edificio dell’armeria stagliarsi di fronte a lui, esattamente nella direzione
verso cui stava correndo.
Altri pochi metri e
avrebbe risolto tutti i suoi problemi.
Senza curarsi minimamente
di proteggersi almeno marginalmente la mano, tirò un pugno nella porta a vetri
– la cui solidità, non certamente intatta per via di altre scorrerie, era già
precaria – e la sfondò, piegando poi verso il basso il braccio per aprire la
porta dall’interno.
Entratovi, respirò.
Li avrebbe fregati tutti.
Scelse un’arma a fuoco dal
padiglione che le metteva in mostra, accertandosi accuratamente che fosse
carica.
Nel momento in cui rivolse
nuovamente l’attenzione verso l’esterno, ebbe modo di constatare di essere
stato raggiunto più in fretta di quanto pensasse.
Guardò uno ad uno i cadaveri ambulanti che gli avevano dato la caccia, che
ora, con i loro soliti gesti meccanici, stavano entrando all’interno
dell’armeria, emettendo quel loro altrettanto solito rivoltante borbottio, che,
più che servire ad assegnare loro un verso, non faceva altro che gonfiare delle
bolle di sangue che si riversavano all’esterno non appena raggiungevano la
bocca delle creature.
Sorrise soddisfatto.
Se speravano di averlo
finalmente preso, non avevano capito
niente.
-
Fottetevi! – esclamò
prima di puntarsi il fucile in bocca e premere il grilletto.
Angolo dell’autrice…
Un termine e/o una frase
per definire quest’ennesimo parto della mia mente malsana?
= BLEAAAAAAAAAAAAAAH!!! MA CHE SCHIFO!!!
Sempre peggio O__O
OH.MY.GOD
Ma seriamente, eh.
Bah, bah.
Beh… non mi dilungo oltre
come al solito.
Qualunque cosa, qui, non
credo abbia bisogno di delucidazioni.
La “parte oscura”, credo
si sia capito, ha per protagonista i nostri (tuoi semmai! ndTutti) cari amici zombie.
Il protagonista è il
povero sfigato di turno, superstite (per caso) di una strana epidemia (tipica)
che sembra aver contaminato l’intero pianeta (ma và!).
L’ambientazione? Fate voi.
Non l’ho descritta a posta. Il fatto che si trovi un’armeria potrebbe far
pensare ad una città. Io comunque ho pensato ad una metropoli (originale
assai…).
È che gli amici zombie
sembra che si stiano mettendo da parte.
E un po’ mi dispiace…
perché usati come si deve (NON come ho fatto io, insomma) fanno ancora la loro
porca figura.
Questa shot
è sorta in seguito ad una riflessione (>__>) su malcapitati che si
ritrovano a vivere mirabolanti (??) avventure simili.
Nel senso che io,
immedesimandomi un attimino, anziché farmi mangiare viva, piuttosto, avrei
preferito agire come il tizio che ho coinvolto in questo racconto allegro.
Punti di vista. Lo so che
poi ti mangiano lo stesso, ma mi sa che la differenza è notevole.
Vabbè u__ù
Dopo avervi resi partecipi
dei miei ragionamenti contorti, torno nell’ombra, ringraziando tutti quelli che
hanno letto, commentato e aggiunto tra le preferite “Fame”, - citando dunque,
perlomeno, le recensitrici, e cioè mon-chan, XXManu,
new_francysmile_live, YamaMaxwell, Mat_y, owll e Kya_do87 (nonché FraFra92,
GaaRamaru, Kira_chan88 per averla aggiunta tra le preferite) - e porgendovi la
domanda di routine: l’effetto sorpresa è riuscito?
*incrocia le dita e spera
di sì*
Senza alcuna pretesa,
HOPE87