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Autore: Carol2000    28/08/2016    1 recensioni
Mi rivenne in mente Trent, quel ragazzo che mi aveva colpita come un dardo...come poteva un mortale avere un aspetto tanto sovrannaturale?
I maschi del regno più o meno si assomigliavano tutti ed erano terribilmente seri, caratteristica che non sopportavo.
Inoltre erano ligi alle regole, tutto l'opposto rispetto a me: io non mi sarei fatta nessun problema ad infrangerle, probabilmente ero più diabolica che angelica.
SPOILER: il finale potrebbe non essere quello che vi aspettate.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bridgette, Dawn, Gwen, Trent | Coppie: Bridgette/Geoff, Trent/Gwen
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Appena mi risvegliai, rimasi stupita quando mi accorsi di non essere nella stanza di Trent.
Ripensai al nostro addio e mi si appesantì al cuore, come se al suo posto ci fosse un macigno e trattenni a stento le lacrime.
Mi osservai intorno: le sue pareti erano state sostituite da azzurro celeste, sotto i miei piedi solo bianco.
Nessun odore, nessun rumore, nessuna sensazione.
Non impiegai molto a capire dove mi trovassi e quasi urlai quando mi si pararono davanti due angeli dall'aria severa.
"Perché mi trovo qui? I mesi non sono ancora scaduti!"
Strillai, in preda ad un impeto di rabbia.
"È stato registrato un comportamento pessimo da parte tua e ti sei unita con un demone, severamente proibito dalle leggi universali".
Affermò quello più anziano.
"Ma io non lo sapevo, ma non m'importa in ogni caso...io lo amo!"
"Basta con queste idiozie, ora verrai chiusa in cella d'isolamento e ci resterai fino al processo di domani".
Mi afferrarono per le braccia e mi trasportarono, mentre mi dimenavo.
"Lasciatemi, voglio andare via da questo posto!"
Proseguirono come se non avessi detto nulla, mi scortarono fino a quella cupola di vetro, poi aprirono la porta e mi fecero entrare.
Un'anziana mi fermò le mani con delle manette, poi serrò l'uscio a chiave e mi scrutò dai suoi occhiali tondi.
"Vergognati Gwen, con un demone! Che esempio pensi di dare alle generazioni future con un simile comportamento? Fumo, abbigliamento indecoroso e la cameriera in quel locale, il simbolo della lussuria".
Tentai in ogni modo di divincolarmi da quella stretta, ma ogni sforzo fu vano e alla fine mi arresi.
"Non voglio essere un angelo, voglio vivere sulla terra insieme a Trent! Piuttosto me ne vado all'inferno".
La donna scosse il capo contrariata.
"Una creatura divina come te non dovrebbe nemmeno pensarle queste cose".
La fulminai con lo sguardo.
"In ogni modo, resterò qui di guardia finché non dovrai recarti al tribunale".
Bianco, infinito, smarrimento, paura: questo era tutto ciò a cui pensavo.
 
 
***
 
Riaprii gli occhi a fatica, poi mi stiracchiai e sospirai: purtroppo non era stato solo un sogno e mi trovavo davvero in quella cella di isolamento.
Rammentai l'ultima cosa che vidi, la guardia mi aveva sedata per tenermi a bada durante un impeto di rabbia.
Mi stupiva sempre la maestria e la calma che riuscivano a mantenere, mentre io mi contenevo a stento.
La porta si spalancò ed entrarono due arcangeli, che mi trasportarono di peso e mi condussero fino al tribunale divino.
Temevo quella sentenza? Non ne ero totalmente sicura, forse sì o forse no.
Non proferii parola durante il tragitto, poiché compresi che avrei solamente peggiorato le cose.
Passammo attraverso il muro ed entrammo, poi tutti i presenti si voltarono nella mia direzione.
Notai diversi sguardi contrariati, qualcuno sussurrava chissà che cosa.
Mi sedetti, sempre con quelle due guardie alle costole.
"Signorina Gwen, Angelo del primo cielo...ammette di aver usufruito del libero arbitrio?"
Domandò un cherubino dai lunghi capelli bianchi.
"Sì, vostro onore".
"Ammette anche di aver sperimentato tutti i peccati della vita terrena, nonostante agli angeli sia severamente vietato?"
"Sì, vostro onore".
"Infine, ammette di essersi unita ad un demone?"
"Vostro onore...io lo amo, non posso farci nulla! Non ero nemmeno cosciente quando lo feci, dato che anch'egli era in forma terrena".
Colpi di martello.
"Silenzio! Non dovrebbero nemmeno passarle per l'anticamera del cervello queste cose, come può dire di amare una creatura simile?"
"Non sia troppo severo con me, non ho fatto niente di male..."
Altri colpi di martello.
"Lei, signorina Gwen, è condannata a trascorrere la sua esistenza nel limbo. Rinchiudetela!"
Un tumulto generale si creò nella stanza, mentre i due soliti mi sollevavano, pronti ad eseguire l'ordine del giudice.
"Lasciatemi andare, non ho fatto niente!"
Nessuno sembrava volermi ascoltare, nonostante mi dimenassi.
Il limbo era un luogo freddo e arido, destinato a chiunque compisse un sacrilegio, condannato a vivere in solitudine e legato da pesanti catene.
Loro che affermavano di perdonare gli errori, di provare pietà per tutti...perché non riuscivano a provarne un po' per me?
Calò il silenzio quando la porta si spalancò, rivelando una sagoma minuta, che all'inizio stentai a riconoscere.
"Vostro onore, sono qui per difendere Gwen".
Affermò.
"Non esiste modo per difenderla, quello che ha commesso è troppo grave".
"Mi ascolti, ho molte cose da dire".
Dawn avanzò sotto gli occhi stupiti di tutti i presenti, poi si voltò verso di me e mi rivolse un sorriso radioso, accompagnato da un'occhiata complice.
Provai una sorta di sollievo, come se avesse potuto salvarmi da quella tortura che volevano infliggermi.
"È vero, quello che ha fatto non si può negare...ma siete davvero sicuri che Gwen sia un angelo?"
Inarcai un sopracciglio.
"Si spieghi meglio".
"Mi sono documentata e ho scoperto diverse cose riguardo alla vera natura di Gwen, quindi posso provare che in realtà sia nata terrena.
Come lo so? Semplice, qualche giorno fa mi è riaffiorato un ricordo alla mente: quando i veri genitori della ragazza furono uccisi da un incendio, causato da un angelo e un demone in lotta.
Quest'ultimi non si erano accorti della presenza di una casa durante una sfida, così le diedero fuoco involontariamente.
Capii che qualcosa non andasse, così scesi e la mi attenzione fu attirata dal rumore di un pianto, il lamento di un neonato.
Trovai quel piccolo fagottino con i capelli castani nella culla, ancora in vita e lo presi, poi domandai alle alte sfere di poterlo accogliere in paradiso come angelo e accettarono.
Questo accadde due secoli fa, da quel giorno in poi Gwen divenne immortale.
Ciò spiega molte cose, per esempio l'empatia che è in grado di provare per gli esseri umani.
Perciò ella in realtà non ha commesso alcun sacrilegio ed è costretto a lasciarla libera".
Ancora altri sussurri, sotto i miei occhi stupiti.
Non seppi descrivere come mi sentii, al principio confusa, ma poi mi fu più facile intuire molte cose su di me.
Finalmente potei comprendere perché volessi così fermamente vivere sulla terra, semplicemente perché la mia vera natura si era rifatta viva.
"Ha ulteriori prove?"
Domandò il giudice.
"Certo, lei sa com'è la pelle di un angelo?"
"Candida e immacolata, senza imperfezioni".
"Bene. Può esistere un fiore senza petali? No, non sarebbe un fiore. Dunque, può esistere un angelo con la pelle imperfetta?"
"È impossibile".
"Il neo sulla sua schiena lo può provare".
Mi si avvicinò, sollevò la tunica e rivelò una piccola macchia marrone a metà della spina dorsale.
Mormorii di stupore.
"Dunque, dove vuole arrivare?"
Lessi la determinazione negli occhi azzurri del cherubino.
"Ciò che scoprii in seguito, è che in realtà Gwen non fu l'unica sopravvissuta a quell'incendio.
Insieme alla piccola, c'era un altro neonato...nientemeno che Trent, il quale fu trovato da Lucifero e spedito all'inferno, reso quindi immortale.
Il loro legame è impossibile da spezzare, perché sono fratelli".
Rimasi a bocca aperta, ormai consapevole riguardo al mio passato.
Capii perché fin dall'inizio ci fosse un'intesa così grande fra di noi.
"Allora dichiaro Gwen innocente, così la sua pena verrà annullata".
I due arcangeli mi liberarono, poi ringraziai il giudice e me ne andai, facendo segno a Dawn di seguirmi.
Quando mi raggiunse fuori dall'edificio, la strinsi e fra le mie braccia.
"Grazie Dawn".
"Figurati, farei di tutto per la giustizia".
Però, che cos'avrei fatto? Sarei rimasta in paradiso...e poi? In ogni caso io e Trent eravamo angeli e demoni a tutti gli effetti, non potevamo stare insieme.
 
 
SPAZIO AUTRICE
Ma ci pensate? Ancora due capitoli e la storia è terminata...non mi sembra vero! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, alla prossima. Xx 
  
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