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Autore: rachelesogna    29/08/2016    0 recensioni
La guerra magica aveva cambiato tante cose, ma poi neanche tante.
La guerra magica aveva cambiato tante persone, ma poi neanche tante.
La guerra magica aveva portato dolore, disperazione, rammarico, odio, pazzia.
La guerra magica era tante cose, aveva fatto tante cose.
Tutti avevano perso qualcosa o qualcuno in frangente tanto struggente.
Chi avevo perso io?
La mia migliore amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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La guerra magica aveva cambiato tante cose, ma poi neanche tante. La guerra magica aveva cambiato tante persone, ma poi neanche tante. La guerra magica aveva portato dolore, disperazione, rammarico, odio, pazzia. La guerra magica era tante cose, aveva fatto tante cose. Tutti avevano perso qualcosa o qualcuno in un frangente tanto struggente. Chi ho perso io? La mia migliore amica. Oggi è il 25 settembre e stiamo celebrando il funerale di Ginny Weasley, ritrovata morta il 5 Settembre a casa Potter. Sono qui, stretta tra i corpi dei miei due migliori amici piangenti, e l'unica cosa a cui riesco a pensare è che il bianco non è mai stato il suo colore. Era rosa quando fantasticava su un possibile futuro con Harry. Era rosso quando mi raccontava i suoi sogni a luci rosse su Harry o su qualsiasi altro ragazzo che desiderava, sessualmente parlando. Era giallo quando sorrideva apertamente facendo brillare gli occhi di pura gioia. Era azzurro quanda mi trascinava sulla torre di Astronomia e si stendeva sul pavimento per guardare le stelle alte nel cielo. Era grigio quando la tristezza le impregnava il puro cuore. Ed infine era nero. Conservava gelosamente dentro di sé una parte di nero che sovrastava in un attimo tutti gli altri colori trasformandola completamente. Ecco che cos'era diventata Ginevra Weasley dopo la fine della Seconda Guerra Magica. Era nero e niente, neanche l'amore dei propri cari, poteva cancellare quel colore dalla sua anima. Ginevra Weasley era stata soppraffatta dal nero che la dilaniava e si era suicidata. Cosciente di provocare altro dolore, egoisticamente aveva deciso di porre fine alla sua vita. Ma chi sono io per giudicarla quando ho tentato di fare lo stesso? Lei non è bianco. Lei non dovrebbe stare in una bara di quel colore così tanto candido, perché lei è tutto fuorché bianco. Il funerale finisce come è iniziato: tra le lacrime. Non rivolgo le mie condoglianze a nessuno, non guardo gli occhi di nessuno timorosa di leggervi troppo dolore, a passo spedito me ne vado verso casa mia. Mia, non nostra. Io e Ron siamo durati meno di una settimana, non eravamo destinati a stare insieme e i ricordi della guerra hanno peggiorato il nostro rapporto. Harry è un fantasma alla ricerca dell'amata che lo ha lasciato da solo ad affogare nella sua disperazione, che senso ha rimanere? Il pop di una smaterializzazione mi riporta alla realtà. “Così te ne vai anche tu” la voce rauca di Harry fende l'aria pesante della stanza “Non ho altra scelta” mormoro rivolta al muro, le spalle voltate verso il mio amico. Non ho il coraggio di guardare le gemme verdi sature di dolore. “Si ha sempre una scelta, ma tu stai scappando” sputa debolmente “E se anche fosse? Cosa devo fare qui Harry?” mi giro verso di lui fronteggiandolo “Non ho niente. Tu e Ron siete distrutti e vedervi così peggiorerebbe solo la mia situazione. Non voglio ricostruire un mondo magico, non voglio cadere nel vortice dei ricordi, non voglio sentirmi ancora più male così” “Cazzate. Tu stai scappando Hermione.” dice alterato “Preferisco scappare allora” “Codarda” grida avanzando “Dici a me di essere una codarda quando tu non sei riuscito neanche ad affrontare i problemi con la tua ragazza e guarda dov'è ora. Sotto strati di terra, morta.” L'impatto della sua mano sulla mio viso mi gira il volto, subito la guancia inizia a bruciare assumendo un colorito rossastro. “Esci da casa mia” sussurro con il viso ancora girato, dei borbotti incomprensibili e sconcertati mi arrivano alle orecchie ma Harry non accenna a muoversi. Affero le mie valigie, radrizzo la schiena e punto i miei occhi nei suoi, “Me ne vado io. Addio Harry.”
   
 
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