Anime & Manga > Akagami no Shirayukihime
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Autore: Cioccolasha    30/08/2016    1 recensioni
"Zen non sei lucido! Dimmi che è successo."
"E' tutto finito Mitsuhide."
"Che cosa intendi?"
"Che non c'è più speranza. Lei ha deciso di andarsene."
-
Fanfiction a quattro mani scritta con Hope4thefuture
||Shirazen|| - ||Mitsukiki||
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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capitolo sette
due di picche

 

"Eccoci arrivati" annunciò entusiasta Zen, voltandosi verso Shirayuki ed accennando un inchino.
La ragazza spalancò gli occhi alla vista del panorama sottostante.
Si trovavano sulla cima di una collina, una scalinata di pietra scendeva fino ai piedi di essa, dove si apriva un maestoso giardino dove crescevano ogni sorta di piante e fiori colorati.
Erano sopratutto rose dai petali dai colori sgargianti che emanavano un profumo inebriante che arrivava fin lassù, a deliziare l'olfatto dei due giovani.
Ma vi erano anche peonie dalle corolle candide, pervinche, menta dalle foglie verde brillante ...
Al centro del giardino troneggiava un enorme stagno con una fontana da cui zampillava acqua fresca e sulla superficie galleggiavano ninfee rosa dai petali carnosi.
Se si alzava lo sguardo, invece, ci si perdeva nel paesaggio circostante, fra i boschi fitti e le montagne che lambivano il cielo con le loro vette.
"E' davvero stupendo" affermò Shirayuki mentre i suoi occhi cercavano di catturare più dettagli possibile, la vista era davvero mozzafiato e per quanto riuscisse a ricordare, i fiori le erano sempre piaciuti.
"Permetti?" chiese Zen porgendole il braccio.
Shirayuki esitò un attimo, il contatto fisico ancora la spaventava. Nonostante questo si domandò se fosse riuscita da sola a scendere tutti quei gradini senza inciampare nell'orlo del vestito e soprattutto se non fosse maleducato rifiutare l'invito del principe.
Incerta, Shirayuki prese il braccio che Zen le offriva e insieme iniziarono a percorrere la scalinata. Mentre la ragazza osservava con attenzione ogni singolo fiore, allungando ogni tanto la mano per sfiorarne i petali setosi, il principe non aveva occhi che per lei, nonostante non si ricordasse di lui e a causa di questo qualcosa nel loro rapporto si fosse incrinato, lei era lì; bella più che mai nella sua purezza e ingenuità ed in quel momento era lì al suo fianco.
Per Zen Shirayuki era il fiore più bello di tutti.
Si sedettero su una delle panchine che circondavano lo stagno e lei fu svelta a svincolarsi dalla presa del giovane e poggiare le mani sulle ginocchia.
"Come ti senti?" chiese Zen cercando di non fare troppo caso a quel gesto.
"Bene fisicamente" rispose lei sollevando la mano fasciata. "Ma mi sento ancora frastornata ... Zen - Tenka" si affrettò ad aggiungere.
"Non avevamo già chiarito che non devi essere così formale?" domandò lui poggiando il mento sul palmo della mano.
"Ma voi siete il principe" rispose lei nervosa, lisciandosi il vestito.
"Sì ma noi siamo anche ..." iniziò a ribattere Zen, ma s'interruppe quando il suo sguardo si posò sulla mano sinistra di Shirayuki, dove troneggiava ancora il suo anello.
Abbandonando ogni contegno e la discrezione che aveva cercato di mantenere tutto il tempo, Zen afferrò il polso della giovane e lo sollevò finchè l'anello non arrivò all'altezza dei loro occhi.
"Sai cos'è questo?" le chiese con il viso diventato improvvisamente serio.
"Io ..." balbettò lei intimorita " ... non lo so, quando mi sono svegliata l'avevo al dito."
"Questo te l'ho dato io quando stamattina hai accettato di sposarmi."
Shirayuki spalancò gli occhi. "Cosa?"
"Sì, questo è il legame che ci unisce. Perchè noi ci apparteniamo Shirayuki. Io ti ho amata dal primo momento, io ... spero che questo ti faccia ricordare ..." preso dalla foga e dall'ansia di farle tornare alla mente i loro ricordi Zen unì velocemente le loro labbra.
Shirayuki ammutolì; tutte le emozioni dentro di lei iniziarono a vorticare, il principe la stava baciando, dopo averle detto certe cose di cui lei non si capacitava.
Non amava quel ragazzo, lui era stato gentile con lei, ma che diritto aveva di violare le sue labbra in quel modo? Come se per lui fosse qualcosa di consueto.
Sollevò lentamente la mano e, prima di pensare due volte a quello che stava facendo, assestò uno schiaffo sulla guancia del giovane.
Un forte bruciore pervase la pelle candida di Zen. Un attimo prima le sue labbra erano posate su quelle della sua amata, un istante dopo il suo viso era voltato di lato a causa del violento colpo subito.
Portò lentamente una mano sul punto in cui quella della rossa si era abbattuta, dove la pelle pizzicava e si stava man mano arrossando.
"Shirayuki" disse in un flebile sussurro.
Le lacrime che ormai non riusciva più a trattenere iniziarono a rigargli il viso, mentre il suo sguardo rimaneva basso. "Perchè?"
Shirayuki scattò in piedi, portandosi le mani davanti alla bocca, non era sua intenzione ferirlo e nemmeno quel ceffone era previsto, le era sembrato l'unico modo per sfuggire a quel contatto indesiderato.
"Perdonatemi" mormorò mentre sfilava l'anello dal dito e lo appoggiava sulla panchina accanto al principe.
Ora che sapeva cosa stava a significare non voleva tenerlo, non voleva essere legata ad uno sconosciuto.
Si voltò e percorse correndo la strada inversa, salendo di fretta i gradini senza voltarsi indietro, sparendo alla vista di Zen che, rimasto solo, prese l'anello fra le mani e se lo strinse al petto, mentre i suoi occhi non volevano saperne di asciugarsi.

 

 

La mattina dopo uno strano silenzio alleggiava nelle stanze del principe Zen e di questo si erano accorti Kiki e Mitsuhide. Il principe appariva pensieroso, i gomiti appoggiati al legno della scrivania e le mani incrociate davanti al viso, lo sguardo perso in chissà quali pensieri. Le due guardie, giunte nelle stanze reali quella mattina per dare inizio ai loro compiti e ricordare al principe i suoi impegni giornalieri, lo avevano trovato in quella posizione insolita, ma data la delicatezza della situazione che il principe stava attraversando avevano preferito non fare troppe domande, lanciandosi occhiate di sottecchi.
' La notte porta consiglio ' non era una frase che poteva ben adattarsi al giovane principe in quel momento. Dopo quello schiaffo e la fuga di Shirayuki era rimasto a fissare il vuoto per un po', perdendo la cognizione del tempo; continuava a pensare a lei, al suo sguardo prima confuso e poi terrorizzato, un'espressione che non avrebbe mai voluto vedere sul suo volto e la cosa peggiore era che era stata tutta colpa sua. Non era riuscito a resistere, aveva ceduto all'impulso di baciarla pur sapendo che lui per lei non significava più nulla, era un completo estraneo.
Si era illuso che, baciandola, lei avrebbe ricordato tutto ciò che c'era e c'era stato tra di loro.
Purtroppo tutto era andato in frantumi, così come il suo cuore; probabilmente ora Shirayuki era talmente spaventata da lui da non permettergli nemmeno di avvicinarsi, di parlarle, almeno per chiederle scusa.
Non sapeva cosa fare ... tutta colpa della sua impulsività!
"Zen - Tenka."
La voce di Mitsuhide lo riportò bruscamente alla realtà, facendogli incontrare lo sguardo con quello preoccupato della sua guardia del corpo; mentre Kiki osservava silenziosamente la scena dall'altra parte della stanza.
"Tutto bene? Cosa è successo?" chiese apprensivo Mitsuhide, incrociando lo sguardo serio dle suo principe.
Zen sospirò afflitto e si appoggiò allo schienale della sedia, continuando a tenere lo sguardo fisso dinnanzi a se.
Le parole uscirono spontanee, senza che lui lo decidesse: "L'ho baciata."
Il silenzio che seguì fu aghiacciante. Non avendo alcuna reazione Zen sollevò di nuovo lo sguardo.
Mitsuhide era immobile; la bocca semi-aperta e gli occhi spalancati mentre Kiki era immobile, le spalle irrigidite ma niente nella sua espressione faceva trapelare ciò che realmente pensava.
"CHE COSA?!" sbottò Mitsuhide riprendendosi dallo shock. "Ma che ti è saltato in testa Zen! Che cosa ti aspettavi di ottenere con questo gesto così sconsiderato?" urlò ancora rivolto al principe che però rimase impassibile, incurvando le spalle e chinando il capo.
"Il suo amore" sussurrò piano, ma non abbastanza da evitare di essere udito da Mitsuhide che, sbollita la rabbia, si avvicinò al principe poggiandogli una mano sulla spalla in segno di conforto. Intanto anche Kiki si era avvicinata ai due, accostandosi con discrezione alla scrivania del principe.
"Non so cosa mi sia venuto in mente. L'ho vista lì ed era così bella che non ho resistito, speravo solo che, baciandola, avrebbe ricordato qualcosa di noi. Di me" disse sconsolato il principe, chiudendo gli occhi mentre le immagini di ciò che era accaduto gli scorrevano davanti alle palpebre socchiuse, facendogli sentire il dolore che aveva provato durante quel momento, un dolore dovuto non tanto allo schiaffo ricevuto, ma quello che nasce da un cuore innamorato traboccante di speranza così come era stato il suo poco tempo prima, per poi essere pugnalato a morte dalla stessa mano di colei che una volta l'aveva accarezzato e accolto dentro di se come il più prezioso dei tesori.
"E ... e lei come ha reagito?" domandò cautamente l'altro ragazzo, immaginando già la risposta. Zen rise, una risata spenta e senza allegria. "Mi ha dato uno schiaffo. E poi mi ha restiuto l'anello" fece amareggiato, estraendo dalla tasca della casacca il piccolo anello e guardandolo nostalgico, ricordando quando glieli aveva infilato al dito, senza immaginare di vederlo resituito tanto presto per un infausto scherzo del destino.
"Che cosa farai ora?" chiese Mitsuhide, timoroso di aggiungere qualche parola sbagliata, facendo sprofondare ancora di più il giovane principe nello sconforto.
"Niente"
"Come niente?"
"Che altro posso fare? Ho rovinato tutto. Ora Shirayuki probabilmente mi odia, non mi farà più avvicinare e scapperà via alla prima occasione! " disse Zen improvvisamente furioso, scattando in piedi e rovesciando la sedia all'indietro, che cadde causando un gran fragore nella stanza.
Passandosi lentamente la mano fra le ciocche di capelli candidi sbattè i pugni sulla scrivania, facendo sobbalzare le due guardie.
"Maledizione!" imprecò, allontanandosi velocemente e dirigendosi verso la finestra alle sue spalle, spalancandola con un gesto secco, lasciando che l'aria fresca del mattino gli schiarisse le idee.
"Posso dire una cosa?" lavoce pacata di Kiki risuonò nella stanza. Sia Zen che Mitsuhide si voltarono verso di lei e il principe fece un segno di assenso con il capo. "Fa pure, tanto peggio di così ..." borbottò a bassa voce.
"Per me hai commesso un grosso errore."
"Kiki!" sibilò Mitsuhide sconvolto, così come Zen, ma la donna continuò inesorabilmente il suo discorso. "Insomma, quella povera ragazzo ora deve ripartire da zero senza più ricordi. Tu come ti sentiresti se all'improvviso ti risvegliassi e non conoscessi nessun volto attorno a te, nonostante tutti continuino a chiamarti e rivolgerti a te come se ti conoscessero da sempre mentre tu non hai la minima idea di che cosa stanno parlando?
Prova a metterti per un attimo nei suoi panni, come credi che si sia sentita circondata da tutti noi? Non siamo altro che degli estranei per lei in questo momento e saltarle addosso in quel modo non è stata la soluzione migliore; nonostante comprendo le tue motivazioni e i tuoi sentimenti."
Zen chinò il capo di fronte a quelle parole, consapevole della verità che si celava dietro di esse.
"Quindi? Cosa dovrei fare? Lasciarla andare rischiando così di perderla per sempre?" chiese il giovane con tono duro.
"No" scosse il capo la bionda. "Tutto il contrario. Dalle tempo, restale accanto ma senza opprimerla troppo, lasciandole i suoi spazi. Aiutala a compiere piccoli passi alla scoperta di un mondo e una realtà del tutto nuova per lei, consigliandola e aiutandola se ne avesse bisogno ma facendoti da parte al momento giusto.
Falle sentire la tua costante presenza, riconquista la sua fiducia ma non pretendere che torini immediatamente fra le tue braccia, ci vorrà del tempo.
Amala e stalle vicino, sono sicura che in una parte nascosta dentro di lei c'è ancora la vecchia Shirayuki, che aspetta solo che qualcuno la venga a prendere. E quel qualcuno sei tu Zen, lei si fida di te e ti sta aspettando; solo tu puoi salvarla da questa situazione."
"E come?" La voce del giovane Winsteria era ora disperata ed era sull'orlo delle lacrime.
"Dimostrale che il tuo ... il vostro amore è puro e indimenticabile e che non c'è niente di più bello" concluse lei spiazzando i due uomini, rimasti ammutoliti di fronte a quelle parole. Era stata davvero Kiki a pronunciarle? Era davvero una grande sorpresa per entrambi, soprattutto per Mitsuhide che, non le toglieva gli occhi di dosso, guardandola meravigliato.
Per un po' nessuno disse niente, si limitarono a guardarsi negli occhi pensando al da farsi.
"Mitsuhide!" esclamò Zen all'improvviso, facendo sussultare il diretto interessato. "Vai a chiamare Obi, digli che è urgente" disse tornando a sedersi dietro la scrivania dopo aver recuperato la sedia dal pavimento, dov'era rimasta dopo il suo scatto d'ira.
Mitsuhide annuì e si affrettò a scomparire dietro la porta per portare a termine il suo compito.
Rientrò poco dopo seguito da Obi che, dopo un leggero inchino, si posizionò di fronte a Zen, le gambe divaricate e le braccia dietro la schiena, lo sguardo felino fisso negli occhi del principe che lo osservava a sua volta, serio come non lo era mai stato.
"Obi" cominciò. "Ti ho fatto chiamare perchè vorrei parlare con te di una cosa. Ma prima di tutto vorrei scusami con te per il modo in cui ti ho aggredito l'altro giorno nella serra. Ero fuori di me e non ragionavo lucidamente e ti ho accusato in maniera spregevole, nonostante tu abbia sempre svolto il tuo dovere in modo impeccabile. Per questo ti chiedo scusa" disse continuando a sostenere il suo sguardo.
"Io capisco perfettamente cosa hai provato arji, ma non posso fare a meno di sentirmi in colpa" spiegò Obi incurvando le spalle.
"Non devi, si è trattato di un incidente, non addossarti colpe che non ti appartengono" continuò calmo Zen, ma Obi parve non sentirlo perchè s'incurvò ancora di più. Ci sarebbe voluto del tempo prima di riuscire a perdonarsi; ma non erano lì per crogiolarsi nella disperazione.
"Ti ho chiamato anche per un altro motivo.
Voglio che tu diventi l'ombra di Shirayuki e che poi mi riferisca tutto quello che fa. Voglio riavvicinarmi a lei ma devo essere cauto e pensare a qualcosa prima di agire, quindi ho bisogno dle tuo aiuto per tenerla al sicuro e occupata finchè non mi verrà in mente qualcosa. Sei in grado di farlo?" chiese osservandolo, mentre Obi a quelle parole strabuzzò gli occhi; sorpreso dalla fiducia riposta dal principe nell'offrirgli tale compito.
"Arji ... io ... non so cosa dire.
"Dì solo che accetti" replicò Zen serio, lanciando uno sguardo a Kiki e Mitsuhide rimasti in disparte in un angolo dello studiolo.
"Accetto" pronunciò fiero Obi, gonfiando il petto orgoglioso di quell'incarico. "Non te ne pentirai capo" disse accennando un inchino e uscendo velocemente dalla stanza prima che qualcuno si accorgesse dei suoi occhi lucidi. Non avrebbe buttato al vento quella seconda possibilità che generosamente gli era stata offerta: Shirayuki era nuovamente la sua protetta e giurò sulla sua testa di proteggerla, non avrebbe fallito, non di nuovo. Ora lei era la sua priorità.
 

 

 

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Angolo delle autrici:

E anche questo settimo capitolo si è concluso; ma non tutte rose e fiori, se proprio vogliamo essere pignoli.
L'idea di partenza di Zen era sicuramente vincente: quella di portare Shirayuki in un luogo pieno di cose a lei note per cercare di farle ricordare.
Solo che ci ha pensato la sua impulsività a mandare tutto in malora. Visto il manrovescio che si è preso diciamo che poteva pure starsene fermo.
Il nostro principe sta ormai per perdere le speranza, ma poi arriva Kiki con un discorso d'incoraggiamento che in confronto Obama non è nessuno ed ad un tratto lui sa di nuovo cosa fare!
Tutto davanti allo sguardo confuso del povero Mitsuhide che è rimasto alla puntata precedente e non ci sta capendo una cippa.
Poi questo fatto che Zen si abbassi a chiedere scusa nonostante il suo ceto elevato è così Kawaii!! <3 Ti fa onore Zen, davvero.
Adesso toccherà al nostro amato Obi giocare un ruolo chiave nella partita che farà ritornare Shirayuki di nuovo fra loro o che la farà allontanare per sempre e definitivamente.
Modalità Stalking Shirayuki: attivata.
Ce la fara?
Lo scopriremo il prossimo martedì.
Cioccolasha e Hope.

 

   
 
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