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Autore: Phoenix_7    30/08/2016    0 recensioni
Quella che viviamo è davvero l'unica realtà che esiste? E qual è il mistero della nostra vita e di tutto ciò che ci circonda? I sogni, l'inconscio, la mente umana hanno un unico obiettivo comune ossia quello di farci conoscere le verità che vanno al di là della ragione. Ed è proprio in questa dimensione esoterica che la protagonista viene catapultata, con tutte le sue debolezze e paure, alla ricerca di un destino e di un futuro.
Perché molto spesso sono i desideri e le scelte del nostro inconscio che determinano chi siamo.
[...] “Il senso c’è eccome. Quella che ora stai vivendo non è che la vera realtà, fuori dal tempo e fuori dallo spazio. La tua mente in questo momento sta viaggiando su frequenze d’onda totalmente differenti da quelle in cui si trova nella realtà sensoriale. Tutto ciò che vedi ogni giorno non è che energia, come lo sei tu in questo momento. La parte di te che si trova qui è la tua vera essenza, il tuo Io assoluto.”
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Astrale.

Lo scalpiccio frenetico dei miei passi era il solo rumore che echeggiava sinistro in quel maledettissimo quartiere. Non conoscevo quel posto, né la sua collocazione geografica e oltretutto non c’era anima viva a cui potessi chiedere informazioni. Ero completamente e inequivocabilmente sola. Correvo senza una meta in quel groviglio di strade asfaltate cercando di trovare una qualche via d’uscita o perlomeno una persona, un albero o anche solo un’ombra che mi risultassero familiari. Non percepivo la stanchezza nonostante lo sforzo fisico, né il freddo o il caldo; qualsiasi sensazione del mio corpo era totalmente inibita. Tuttavia avvertivo con chiarezza ogni minima variazione emotiva e psichica: ad ogni strada percorsa cresceva dentro di me un terribile senso di disperazione e angoscia. Ero forse destinata a passare il resto della mia vita intrappolata in quel nulla assoluto? Schiava della monotonia e della solitudine che quelle strade uguali e mute lasciavano presagire? In preda a quei torbidi pensieri interruppi la mia corsa lasciandomi cadere sull’asfalto ruvido. Alzai gli occhi al cielo nero giaietto: non una sola stella, non una sola nuvola, non un solo accenno di luna. Respirai profondamente allontanando il panico e immergendomi in quella strana tranquillità. Non era così male dopotutto. Certo, potevo scegliere: abbandonarmi con il corpo e i sensi a quella notte perenne e lasciare che la mia vita procedesse per inerzia fino alla morte oppure rialzarmi e permettere al senno, alla fatica e alla volontà di trovare una soluzione e, pertanto, una via d’uscita.
Sentivo l’oscurità e il silenzio inghiottirmi e pensai che infondo non sarebbe stato doloroso lasciarmi trascinare per sempre in quello strano oblio … Eppure c’era qualcosa dentro di me che cercava di riportarmi verso quel barlume di lucidità che sembravo aver perso. E infatti, ad un certo punto, scattai in piedi invasa da un forte e unico obiettivo: volevo uscire da quelle tenebre per ritrovare la luce. Volevo riprendere in mano la mia vita. Improvvisamente un’inaspettata consapevolezza mi piombò addosso e tutti i miei sensi si misero all’erta;  appena realizzai con assoluta certezza di aver preso la decisione di reagire la mia mente iniziò a ronzare frenetica e nello stesso istante un tuono fortissimo squarciò il cielo rischiarandolo gradualmente. Non feci in tempo a chiedermi cosa stesse succedendo che, inesplicabilmente, il quartiere, le strade e il cielo scomparvero, lasciandomi nell’oscurità assoluta e poco dopo il mio corpo iniziò ad essere scosso da tremiti. Si diffondevano in ogni cellula diventando sempre più intensi fino a trasformarsi in vere e proprie vibrazioni sempre più dolorose e insopportabili. Non riuscivo a farle smettere mentre queste sembravano convergere in un unico punto del mio corpo, ovvero la mia faccia. Quanto più mi concentravo su ciò che mi stava succedendo, più lo stato vibratorio aumentava la sua intensità.  Dopo quelle che mi parvero ore, la faccia iniziò a formicolarmi e a diventare rigida e così gradualmente il collo, gli arti, l’addome e tutto il resto, come se mi avessero iniettato una dose di veleno e ogni nervo si stesse paralizzando. Poi, improvvisamente, quando anche il mio respiro sembrava bloccato, mi sentii improvvisamente leggera e libera. Volevo muovermi. Nell’istante in cui formulai questo pensiero mi accorsi di essermi spostata senza che alcun secondo tra azione-pensiero fosse mai passato. Volevo vedere. E immediatamente l’oscurità mi abbandonò. Mi guardai attorno e capì subito di trovarmi nella mia stanza. Eppure c’era qualcosa di strano, stavo guardando da una prospettiva che non mi apparteneva, ero troppo in alto. Abbassai lo sguardo e quello che vidi fu sconcertante: me stessa, sul mio letto, che dormiva beatamente. Una paura indescrivibile si impossessò del mio corpo e, probabilmente come conseguenza, percepii nuovamente le fastidiose vibrazioni.
“Calmati” pensai “ora mi impongo di stare calma.”
Le vibrazioni cessarono all’istante ma lo sconcerto continuava ad aleggiare nella mia mente.  Notai che un filo luminoso, come se fosse un cordone ombelicale, mi collegava con il mio corpo e che quanto più mi allontanavo da questo, più il filo si allungava come se fosse dotato di un’infinita elasticità. Volevo capire in che razza di situazione mi trovavo.  Quasi in risposta al mio desiderio venni spostata con forza da una forte corrente di vento che mi trascinava verso la finestra ad una velocità allucinante, senza che io potessi fare nulla per oppormi. La finestra era chiusa e il vetro duro e freddo mi si avvicinava sempre di più. Chiusi gli occhi preparandomi all’urto violento ma sorprendentemente l’impatto non avvenne e mi ritrovai fuori a fluttuare all’altezza della mia finestra, al primo piano.  Provai a guardarmi le mani ma solo in quel momento mi resi conto che non ne avevo; ero solo … energia, energia pura e luminosa. Era davvero così, come poteva essere altrimenti? Come tale non rispettavo più le leggi della fisica come la gravità o la consistenza della materia e quindi non ero altro che pensiero e coscienza.  Ma se la mia coscienza si trovava fuori dal mio corpo fisico, ciò significava che altre entità avrebbero potuto occuparlo visto che in quel momento era come un guscio vuoto. Mi vennero in mente tutte quelle storie di possessioni, esorcismi e demoni … davvero stavo per correre quel rischio? Improvvisamente, come una risposta alla mia domanda, mi vidi circondata da ombre macabre, coscienze oscure e demoni che avanzavano verso di me. Non sapevo cosa fare, le vibrazioni mi stavano lacerando e la paura mi stava letteralmente soffocando.
Segui la mia voce”.
I demoni stavano per afferrarmi, le ombre per inghiottirmi quando percepii nella mia mente quella voce pacata e calma. Un’energia positiva mi irradiò e senza pormi domande scelsi di fidarmi di quel richiamo.
“Ascoltami, ascolta la mia voce. Vieni verso di me.”
Ogni sillaba pronunciata mi allontanava da quelle spaventose creature mentre seguivo quell’energia come un faro nella notte.
Ci sei quasi, sono qui.”
E infatti vidi una luce accecante piena di energia che riuscivo a sentire scorrere dentro di me. Non aveva una forma indistinta ma aveva i contorni di un corpo umano e sentivo che era un ragazzo. I demoni e le ombre erano spariti.
Volevo ringraziarlo ma non riuscivo ad emettere nessun suono. Perché non potevo parlare?
“Qui i sensi non funzionano, tutto ciò che appartiene al corpo fisico non è ammesso. Se vuoi parlarmi devi usare la mente.”
In quel momento mi resi conto che non udivo la sua voce ma la sentivo pulsare dentro di me. Quindi, come per il movimento, mi occorreva il pensiero. Mi concentrai e lasciai che le parole mi attraversassero e sconfinassero fuori dalla mia sfera energetica. Funzionò.
“Ti ringrazio … Non so cosa sta succedendo, non so perché sono fuori dal mio corpo e non so chi sei.”
“Ti dirò tutto ciò che devi sapere ma è fondamentale che tu mantenga la calma. Hai notato come le vibrazioni sono pronte a tornare nel momento in cui ti lasci invadere dalla paura?”
Sì, ma cosa sono esattamente quelle vibrazioni?”
“Uno stato di transizione. Segno che il tuo corpo energetico e il tuo corpo fisico non sono più allineati. Si avvertono quando stanno per separarsi o quando sono pronti per ricongiungersi. In questo caso una forte emozione come la paura faciliterebbe il ricongiungimento e tu ritorneresti indietro.”
“Indietro? Indietro dove?”
“Nel tuo corpo fisico, nella realtà sensoriale che vivi ogni giorno. Ti sei vista dormire nel tuo letto giusto?”
“Sì … Quindi significa che sto sognando?”
A quelle parole percepii l’accenno di una risata da parte del mio interlocutore.
“Fate tutti lo stesso sbaglio … No, non stai sognando, anzi, la tua mente non è mai stata così vigile. E’ solo il tuo corpo fisico che è addormentato.”
Ora cominciavo davvero a sentirmi confusa e totalmente in ansia.
“Non sto capendo un accidenti. Come posso sia dormire, che trovarmi qui? Tutto questo non ha un senso!”
“Il senso c’è eccome. Quella che ora stai vivendo non è che la vera realtà, fuori dal tempo e fuori dallo spazio. La tua mente in questo momento sta viaggiando su frequenze d’onda totalmente differenti da quelle in cui si trova nella realtà sensoriale. Tutto ciò che vedi ogni giorno non è che energia, come lo sei tu in questo momento. La parte di te che si trova qui è la tua vera essenza, il tuo Io assoluto.”
Con uno sforzo enorme e con un’immensa concentrazione cominciavo a capire, tuttavia molte cose continuavano a non avere logica.
“Capisco, quindi questa è la mia anima?”
“In un certo senso sì, io preferisco chiamarla coscienza.”
“Io credevo che solo da morta si potesse lasciare il corpo fisico, perché non mi è mai successo prima in vent’anni di vita?”
“Sbagli di nuovo. Tutte le volte che ti addormenti, e questo capita a chiunque, viaggi in astrale.”
“Viaggio.. cosa?”
“Quello che stai vivendo è un viaggio astrale pienamente consapevole. Nel sonno le nostre difese mentali sono più deboli rispetto a quando siamo svegli pertanto è più facile, per il corpo energetico, abbandonare il ‘fardello’ del corpo fisico, naturalmente paralizzato durante il sonno onirico. Ma se la tua mente non è vigile, il mattino seguente il tuo subconscio tende a catalogare i ricordi del viaggio astrale come semplici sogni perché, razionalmente parlando, la ragione si rifiuta di credere ad una simile eventualità.”
“E non c’è il rischio che io possa separarmi completamente dal corpo fisico e non vi possa fare più ritorno? O che qualcun altro possa impossessarsene?”
“Assolutamente no. La tua essenza vitale è unica e sola. Vedi questo filo simile ad un cordone?”
Si riferiva allo strano filo luminoso infinitamente elastico che mi collegava al mio corpo e che aveva anche lui.
“Questo è il legame che ti lega alla vita terrena e niente potrà mai reciderlo, tranne la tua morte. E’ grazie a questo filo che puoi facilmente ritornare nel tuo corpo e al tempo stesso lo protegge da altre entità. Al momento della tua morte vivrai unicamente in questa realtà, attraversando i sette stadi.”
“Cosa sono i sette stadi?”
“Piani dell’esistenza e sono il fisico, l’eterico, l’astrale, il mentale, lo spirituale, il cosmico e il nirvanico. Il fisico è quello che vivi ogni giorno, dei successivi tre ne stai avendo un assaggio solo ora. I restanti … beh diciamo che vanno al di là di qualsiasi parola umana. Nel nirvanico si dice che vi sia una tale concentrazione di energia creatrice e benefica da assicurare alle anime una pace perenne.”
Pensai che probabilmente era ciò che comunemente veniva chiamato Dio.
“E quei … demoni da cui mi hai salvata prima?”
“Non erano altro che manifestazioni delle tue paure. Non esiste niente di tutto questo, il male lo creiamo noi e noi soltanto. E’ il tuo inconscio che proietta le tue debolezze.”
Ero estasiata. Se fino a poco prima desideravo svegliarmi ora nutrivo il forte desiderio di saperne di più, di esplorare ogni cosa.
“Sono senza parole … Ma tu come fai a sapere tutto questo? Sei un angelo o … “
“Sono solo un viaggiatore, umano e vivo come te. Solo che il mio viaggio è stato una scelta, mi sono autoindotto l’ipnosi e la paralisi corporea. Lo faccio ogni sera, è questione di allenamento.”
Vidi la sua luce energetica diventare più luminosa e capii che mi stava sorridendo. Qualcosa mi diceva che avrei potuto stare per sempre al suo fianco e non mi sarei mai stancata. Era come un richiamo, come se io e lui avessimo un filo che ci univa.
“Senti anche tu quello che sento io?” gli domandai.
Lui annuì.
“Di solito non interagisco con altre coscienze eppure ho avvertito una sensazione, mi sono concentrato e sono arrivato qui contro ogni volontà. Sentivo di doverti aiutare.”
“E’ strano … E’ come se ti conoscessi da sempre.”
Rimanemmo in silenzio per un po’ fino a quando lui prese ciò che probabilmente doveva essere la mia mano e la strinse con la sua. Una scarica potente ci attraversò, il miscuglio delle nostre energie mi irradiava di felicità.
“Esploriamo un po’ ti va?”
Gli sorrisi e insieme fluttuammo più in alto, verso la volta celeste. Era bellissimo, nessuna preoccupazione, nessun dolore esistevano in quella realtà. Ci fermammo al confine dell’universo. Vedevo la Terra e tutti gli altri pianeti, il Sole e la Luna e tutto l’infinito dell’Universo. Vedevo miliardi di puntini luminosi muoversi su tutta la superficie terrestre e altri sparsi nel cielo immenso.
“Quei puntini sono altri viaggiatori che, come noi, sono vivi e stanno provando le stesse emozioni.”
Mi misi a piangere dalla gioia e dal mio corpo energetico caddero minuscole gocce dorate.
“Sei un’anima pura come poche, queste lacrime lo dimostrano.” Mi disse il viaggiatore.
“Magari lo fossi veramente … Non so più che senso abbia la mia vita.”
“Come hai fatto ad entrare in astrale?”
“Mi trovavo in un quartiere sperduto, fitto di strade buie e vuote. E io correvo, correvo senza trovare una via d’uscita. Ho pensato di abbandonarmi lì ma poi qualcosa è scattato dentro di me. Appena ho preso la decisione di reagire ho sentito le vibrazioni.”
Il viaggiatore emanava una luce che mi accecava, ad ogni mia parola si caricava di energia positiva.
“Quello era un sogno … Il tuo inconscio cercava di dirti qualcosa. Hai indecisioni nella tua vita?”
“Un milione. Ho una paura fottuta del futuro, ho vent’anni e non so cosa accadrà. Vivo ogni giorno aspettando qualcosa, un segno che so non arriverà mai. Non so neanche che facoltà universitaria scegliere … non so quali sono le mie passioni, le mie aspirazioni, le mie capacità. Niente di niente.”
La luce del viaggiatore era diventata fastidiosamente bianca e pura.
“Ecco perché sei qui … Il tuo inconscio ha voluto darti una spinta … Potevi scegliere se abbandonarti all’inerzia o prendere finalmente in mano la tua vita. Tu hai scelto di reagire e per questo la tua mente si è attivata portandoti qui. Era questo il segno che aspettavi e sei stata tu stessa a creartelo. Sei una persona meravigliosa.”
E la dolcezza di quelle parole mi fecero capire chi era lui.
“Tu … tu sei la mia anima gemella.”
Le nostre luci esplosero mentre ci univano con i nostri corpi energetici. Ci baciavamo come se niente fino ad allora avesse mai avuto importanza, ci toccavamo con la nostra mente e lui entrava dentro di me con una forza energetica straordinaria. Il piacere di quel sesso rasentavano la beatificazione e per la prima volta capii di essere viva. Fu probabilmente il flusso di queste enormi emozioni che consentì il ritorno delle vibrazioni. Eppure non feci nulla per bloccarle, sapevo che era giunto il momento di tornare indietro.
“Sei tu ciò che ho sempre aspettato.” Gli dissi mentre ci staccavamo e le vibrazioni diventavano più intense.
“Questo è ciò che il destino ha voluto mostrarti e per questo un giorno ci incontreremo … Ti aspetterò ora che so che esisti. E ricordati, al tuo risveglio sentirai delle emozioni nuove ... Assecondale, asseconda i tuoi progetti … Sarà quello il tuo futuro.”
Mi strinse per l’ultima volta e prima che una nuova scarica di energia mi attraversasse sentii un forte schiocco e poi l’oscurità.
Aprii gli occhi. Ero tornata nel mio corpo. Guardai la sveglia e vidi che erano le sei del mattino.
Corsi  verso la finestra e vidi che stava per albeggiare. Tutto era calmo, fermo e statico. Poi improvvisamente ricordai. Tutto.
E poi, guidata da una nuova forza, presi un foglio e una penna e cominciai a scrivere.  Sarebbe stato quello il mio futuro.
 
 
 
 
 
  
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