Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: keepcalmandwrite    30/08/2016    1 recensioni
Quando Myrcella torna ad Approdo del Re è ormai una giovane donna, il cui carattere forte e fiero è stato forgiato nella calda terra di Dorne. Una volta nella capitale, però, scoprirà che tra sette religiose, nemici più o meno nascosti in tutto il regno e conflitti interni, la sua famiglia non gode più dello splendore di un tempo. Deciderà quindi di prendere in mano il potere riposto nel nome dei Baratheon, la sua casata ufficiale, per proteggere e fortificare quello è che in realtà sangue del suo sangue, la sua vera famiglia. [Nota: in questa fanfiction vengono nominati alcuni personaggi ed eventi dei libri, comunque non determinanti e senza spoiler. Può quindi leggerla anche chi segue soltanto la serie tv]
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Myrcella Baratheon, Tommen Baratheon, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il chiasso dei commercianti e i forti odori di Approdo del Re diedero il bentornato alla famiglia reale. Il viaggio di ritorno fu più breve dell’andata, nonostante l’inverno stesse arrivando anche nelle terre del Sud. Nella capitale era pieno pomeriggio e splendeva il sole, ma le temperature erano scese e il vento soffiava da Nord. Myrcella fece rientro nella Fortezza Rossa desiderosa soltanto di togliere quella pelliccia che aveva addosso e rilassarsi con un bagno caldo. Sapeva che poi avrebbe dovuto indire una seduta del Concilio Ristretto per farsi aggiornare da sua madre e dagli altri membri sulla situazione in città, ma pensò che potevano tutti aspettare. Raggiunse le sue stanze e si distese in attesa che le servette le portassero l’acqua riscaldata. Fu un sollievo entrare nella propria vasca e lasciare che le ancelle le lavassero i lunghi capelli biondi. Ma la quiete svanì non appena un’altra serva entrò con l’aria di chi l’aveva cercata ovunque, prima di arrivare lì.
-Maestà, mi dispiace disturbarla, ma il maestro Qyburn ha chiesto di voi. Dice che si tratta di un’importante faccenda.-
La giovane regina si chiese se non ci fossero stati problemi mentre era via. Si fidava di Qyburn, e sapeva che non l’avrebbe mai disturbata se non per questioni davvero importanti. Finì quindi di fare il bagno in fretta e si rivestì. Decise di non farsi accompagnare e di andare da sola fino ai sotterranei dove aveva luogo il laboratorio dell’ex maestro.
-Vostra Grazia-, la salutò l’uomo, invitandola ad entrare. Myrcella si assicurò di richiudere la porta, prima di addentrarsi verso l’interno.
-Volevate vedermi, maestro?- gli chiese, guardandosi intorno. –Ci sono stati trambusti in città?-
-No, nient’affatto, Maestà.- le rispose prontamente. La regina si sentì allora più tranquillizzata. –Mi dispiace avervi disturbata, di certo vorrà riposare dopo il lungo viaggio, ma ho creduto che volevate essere al corrente al più presto di questo sussurro arrivatomi già da diversi giorni e che non potevo di certo affidare ad un corvo.-
Myrcella, a quel punto, lo guardò incuriosita. –Cosa hanno sussurrato i vostri uccelletti? -
-Un sussurro che solo voi dovevate udire. Mi avevate chiesto di trovare vostro zio Tyrion Lannister, ed è stato trovato. Si trova nel Continente Orientale, nella città libera di Meereen. Sembra che al momento stia servendo un’altra regina, Maestà.- la informò, quasi bisbigliando.
-Quindi è vivo.- decretò Myrcella, immaginando suo zio in quella terra così lontana.
-E non è tutto-, aggiunse l’uomo di fronte a lei. –Pare che vostro zio conosca una delle mie spie, e ha voluto recapitarvi un messaggio tramite essa. Dice che è in viaggio in segreto, e ha chiesto di incontrarvi al suo arrivo, domani stesso. Ha fatto il nome di una locanda, dice che nessun’altro dovrà venirlo a sapere. Confida in voi per la massima discrezione.-

Il messaggio di Tyrion era chiaro: l’avrebbe trovato nella locanda con la porta rossa lungo la Strada Fangosa, alle prime luci dell’alba. Myrcella era decisa nel volerlo incontrare: per anni durante la sua infanzia era stato come un amico per lei, e le sue barzellette e i suoi scherzi la facevano sempre divertire. Inoltre, pensò, avrà di certo avuto dei motivi per macchiarsi di quell’orribile delitto la notte in cui fuggì dalla capitale. Ora più che mai se ne rendeva conto. Myrcella aveva avuto più volte la sensazione di essere l’unica in famiglia a vedere Tyrion per quello che era davvero, passando oltre il suo grottesco aspetto fisico. Avrebbe attraversato l’intera città a piedi anche a notte fonda pur di riabbracciarlo. Così l’indomani, mentre fuori il sole si apprestava a sorgere, si infilò una sacca da comune servetta sopra il vestito e coprì il capo con un cappuccio. Trystane l’accompagnò lungo un tunnel della Fortezza Rossa che dava su un’uscita secondaria, per non dare nell’occhio. Per tutto il tragitto aveva insistito nel voler andare con lei, ma Myrcella aveva rifiutato: per l’incolumità di Tyrion era importante che nessuno la riconoscesse o la seguisse. Lo salutò quindi con un veloce bacio e si incamminò per le strade della capitale come una donna qualunque del popolo. Suo marito si era dimostrato piuttosto preoccupato per quella scelta, ma in cuor suo Myrcella sapeva che sarebbe andato tutto bene.
La Strada Fangosa non era particolarmente lontana ed era facilmente raggiungibile a piedi. La giovane regina camminò per tutto il tempo guardando in basso, evitando il contatto visivo come meglio poteva. A quell’ora le strade erano ancora vuote e, ad eccezione di un paio di bambini che si stavano rincorrendo tra di loro, non ebbe nessun intralcio. Quando arrivò alla locanda indicatele, entrò e si guardò intorno. Diversi uomini stavano facendo colazione ai tavoli, ma nessuno sembrò far caso a lei. Cercò di individuare il proprietario o qualcuno che ci lavorasse e che le sapesse dare indicazioni, quando una donna dalla stazza imponente le si avvicinò.
-Sei la donna che sta aspettando quel nano, giusto?- le chiese, scrutandola da capo a piedi con lo sguardo di chi era abituata a certe cose. –Terza porta sulla sinistra.- Myrcella allora la ringraziò e si allontanò in fretta, certa che l’avesse presa per una qualche prostituta.
Una volta trovata la stanza, bussò. Passarono diversi momenti finché qualcuno non aprì la porta sufficientemente per riconoscere chi ci fosse dall’altro lato. La invitò ad entrare in fretta, per poi serrare nuovamente l’uscio. La regina fu certa che quella figura fosse suo zio solamente per la statura. Il suo capo era coperto da un grosso cappuccio, il viso da una barba lunga quasi fino al petto e addosso aveva degli abiti da mercante tipici dell’altra parte del Mare Stretto. Trattenne il fiato finché non scoprì il capo, e allora si abbassò per stringerlo a sé.
-Zio Tyrion! Solo gli Dei sanno quanto tu mi sia mancato!- Si abbracciarono per un lungo momento, per poi staccarsi e guardarsi in viso. A quel punto la giovane regina constatò come gli ultimi due anni avessero segnato quel volto con piccole rughe ed occhiaie intorno agli occhi.
-Bambina mia, ma guardati! Sei una donna ormai. Una donna molto graziosa.-
Myrcella sorrise al complimento. –Ti ringrazio, zio.-
-E una regina. Sono felice che tu abbia fatto prevalere il tuo diritto su quello di tuo fratello. Era la cosa giusta da fare, e inoltre ho sempre pensato che tra voi tre fosti tu la più adatta a regnare.- le confessò.
-Tommen non è nato per la corona, l’ho fatto per lui.- ci rifletté per un momento. -E per me, anche.-
-Lo sapevo saresti diventata ambiziosa. Proprio come Cersei, ma decisamente più capace.- affermò il nano. Myrcella sentì il gelo calare non appena sua madre venne nominata.
–A tal proposito, non so quanto possa servire ormai, ma voglio farti sapere che sono sinceramente dispiaciuta per ciò che è successo.- Non volle attendere oltre per parlarne, così si gettò a capofitto nella vicenda. –So che non hai ucciso tu Joffrey, e so anche che mia madre non ha esitato un momento nell’accusarti di omicidio.- Tyrion sospirò e si guardò intorno. Myrcella era certa che suo zio non avesse più toccato quell’argomento prima.
–Tua madre non mi ha mai trattato troppo bene fin da quando ho memoria. Che dire, ho immaginato mi sarebbe successo qualcosa di spiacevole l’istante stesso in cui Joffrey iniziò a tossire. Continuo a sorprendermi nel constatare che ho ancora la testa attaccata alle spalle.- Fece una pausa, poi abbassò lo sguardo verso il pavimento. –In ogni caso ha ragione, sono davvero un omicida.- affermò con amarezza.
Myrcella allora si abbassò per stringergli le mani nelle sue. –E io ti perdono per questo tuo crimine. Io ti ho sempre compreso zio, e ti comprendo anche adesso.-
-No-, le rispose lui prontamente, allontanandosi. –Non credo proprio tu possa comprendermi, ora.- Tyrion si guardò intorno, finché non vide ciò che stava cercando. –Vino. Ci serve del vino.- La invitò quindi a sedersi al tavolo in un angolo della stanza. La giovane regina accettò di sedersi, ma rifiutò la coppa. Il nano allora fece una buffa alzata di spalle e decise di scolarsela lui stesso. Quando terminò, riprese la parola.
-Sono tornato nel Continente Occidentale per una missione ben precisa. Approdo del re non era la mia meta in realtà, ma quando ho saputo che la piccola Myrcella era diventata Regina e Protettrice dei Sette Regni mi sono detto: cavolo, come vorrei poterla rivedere di nuovo! E così, eccomi qui.- si versò dell’altro vino, poi la guardò in viso. –Tu, invece? Perché hai rischiato venendo fin qui tutta sola?-  
-Perché volevo rivederti anch’io. Volevo farti sapere che per me non sarai mai un folletto demoniaco che ha ucciso suo nipote, e che se fossi stata presente a quel banchetto, ti giuro che non sarebbe andata affatto com’è andata. Avrei preso le tue difese, a costo di andare contro mia madre.- gli confessò, con quella voce ferma e solenne che la corona le aveva insegnato ad usare.
Tyrion ebbe una grottesca risata. –Buffo come io stesso decisi di mandare via dalla capitale l’unica persona che avrebbe preso le mie difese quel giorno, senza dover fuggire con la coda tra le gambe.-
Myrcella gli rivolse uno sguardo contraddittorio. –Ma è stato grazie a quella tua decisione se adesso io conosco mio marito e re Trystane e ne sono innamorata.- ammise. Suo zio rimase in silenzio nel sentirglielo dire. La regina si chiese se fosse stata quell’ultima parola a farlo sentire a disagio.
–Comunque,- continuò lei. –C’è un’ultima cosa di cui vorrei parlarti. Vorrei che tu tornasti da noi, zio.- confessò, senza fermarsi davanti lo sguardo contrariato del folletto. –Ti vorrei al mio fianco a consigliarmi. Sei una delle poche persone di cui io mi possa fidare senza dubbi. La città ha bisogno di te.-
Tyrion le rispose prontamente. -Io adesso servo un’altra regina. Ho chiuso con Approdo del Re.- disse, per poi aggiungere: -Per il momento.- Il folletto non poté nascondere come le parole di sua nipote lo avessero fatto sentir bene. Per un breve istante sembrò quasi tentato di darle ascolto e tornare indietro, ma sapeva che ormai aveva imboccato un’altra strada.
–Ho attraversato il Mare Stretto per cercare potenziali alleati alla causa di Daenerys Targaryen. Un giorno potrebbe decidere di sbarcare in quest’altro continente.- Myrcella aveva immaginato che la regina di cui parlavano le spie di Qyburn fosse proprio l’ultima Targaryen.
–Dovresti andare a Nord.- gli suggerì allora. –Gli Stark necessitano di supporto per affrontare una battaglia contro dei nemici oltre la barriera. Sono sicura che se questa Daenerys potesse aiutarli in qualche modo, si garantirebbe degli alleati alla sua casata.-
Tyrion ci rifletté per un momento, per poi annuire. –Un ottimo inizio, direi.- si versò dell’altro vino. –Le riferirò inoltre che al momento il trono è in mani sicure. Non meriti che ti venga malamente strappato dalle mani, e io non lotterei mai contro di te.- ammise.
Myrcella gli sorrise compiaciuta. –Per quanto mi riguarda, so che se hai scelto di seguirla è perché avrai di certo trovato delle ottime qualità in lei. Il giorno in cui deciderà di tornare a casa, le porte di Roccia del Drago saranno aperte. La fortezza appartiene di diritto a lei e alla sua famiglia, ora e per sempre.- dichiarò in tono solenne, sicura di quella decisione.
Tyrion sembrò sorpreso nel sentirglielo dire. –Daenerys sarà senz’altro felice di saperlo. Mi chiedo se non decida persino di non reclamare il trono dopo che glielo dirò, ma per il momento mi sembra un buon concordato iniziale.- Le sorrise soddisfatto, poi alzò in aria il calice di vino. –Quindi, propongo di brindare a questo primo accordo di pace tra casa Lannister e Targaryen, sperando non sia l’ultimo!-
Myrcella, allora, prese l’altro calice e finse di brindare con lui, nonostante fosse vuoto. –A casa Lannister e Targaryen!-
Tyrion bevve quindi dalla sua coppa, poi la guardò pensieroso. –Non riesco a capacitarmi di come alla figlia di Cersei e Robert possa non piacere il vino.- dichiarò, con una piccola risata.
La giovane regina rimase in silenzio alla battuta per qualche momento, indecisa su cosa rispondere. Ci pensò su. –Non sono la figlia di Robert.- disse semplicemente, poco dopo.
Suo zio allora la guardò meravigliato: di certo non si aspettava una risposta del genere. Stavolta toccò a lui rimanere in silenzio. –E così... te l’hanno detto.-
-In realtà l’ho sempre creduto da molto tempo prima che me lo dicessero.- Myrcella abbassò lo sguardo e sorrise. –E a dire il vero, a me piace il vino, ma non sono sicura che una donna dovrebbe bere quando aspetta un bambino.-
Se Tyrion era già meravigliato, allora lo fu ancor più. –Un... bambino?- Myrcella poté leggergli l’emozione in quei buffi occhi di colore diverso. –Ma è... fantastico! Meraviglioso! Bambina mia, fatti abbracciare!-
La regina lasciò quindi che il folletto si avvicinasse, poi si abbassò per farsi stringere. Quando si allontanò, notò che i suoi occhi erano umidi. –Sei la prima persona a saperlo.- gli confessò.
Tyrion le sorrise genuinamente. –Saranno tutti così felici quando glielo dirai.-
-Spero di sì.- Myrcella sorrise anch’essa, immaginando quel momento. Fu allora che realizzò: a breve avrebbe dovuto salutare suo zio ed andarsene, o qualcuno si sarebbe insospettito per la sua prolungata assenza. Ma non voleva farlo. –Torna alla Fortezza Rossa con me.- lo invitò in un sussurro. –È anche casa tua. Sei un Lannister anche tu.-
Tyrion allora la guardò carico di sentimento. Myrcella fu certa che nessuno da ormai molto tempo avesse mai mostrato tanto affetto in una volta sola a quel piccolo uomo che aveva di fronte. Notò che gli tremavano le mani. –Casa? Probabilmente non l’ho mai avuta davvero, una casa.- mormorò, con la voce rotta dall’emozione. –Sì, sono un Lannister, ma un Lannister nano e orribile e che ha osato versare sangue del proprio sangue.-
-Sei un Lannister!- lo interruppe lei, senza nascondere una certa rabbia nel sentirgli dire quelle parole. –E questo dovrebbe bastare a farti camminare sempre a testa alta, fiero e orgoglioso, e senza curarti di ciò che dicono gli altri. Chi non ti ha voluto bene, zio, è solo perché non ti ha mai conosciuto davvero.-affermò, con un amaro sorriso in viso. Tyrion semplicemente annuì in silenzio, stavolta senza nascondersi dietro a qualche scherzo o battuta.
Sua nipote lo osservò per un po’, arrendendosi al fatto che non sarebbe mai tornato alla fortezza con lei. –Ci rivedremo, almeno?- gli chiese con più calma. –Non voglio doverti dire addio, qui e ora.-
Tyrion abbassò lo sguardo. –No, neanch’io, ma cerca di capirmi: non posso tornare indietro. Se vorrai, potremmo incontrarci in un luogo comune come due comuni persone del popolo. Da tempo ormai ho perso l’identità che avevo. Ora sono solo un nano e consigliere di un’altra regina.- le disse, alzando le piccole spalle, con l’espressione in volto di chi aveva accettato che il destino fosse qualcosa di troppo grande da poter cambiare.
Myrcella annuì silenziosamente. –Bene. Se mai vorrai tornare ad essere Tyrion Lannister, allora, sai dove andare. Quel posto sarà sempre tuo.- Gli rivolse un ultimo, amaro sorriso prima di voltarsi ed andarsene. 

Quando la giovane regina fece rientro alla Fortezza Rossa, non poté non nascondere un certo risentimento. Avrebbe voluto che quella conversazione fosse andata diversamente, ma sapeva anche che la corona che aveva in testa non le dava le capacità di rendere felice chiunque. “Un giorno ci rivedremo, zio” pensò, mentre passeggiava da sola per i giardini reali. “E quel giorno gioirai anche tu, proprio come sto facendo io adesso. Gli Dei sono stati fin troppo crudeli con te per non donarti un lieto fine.” Raccolse una rosa da una siepe e se la rigirò tra le mani, osservandone le sfumature dei petali. Si chiese poi se pregare per lui al tempio avesse potuto aiutarlo in qualche modo, quando sentì dei rumori. Dalle risate soffocate capì chi altro, in quel momento, avesse deciso di trovare rifugio lì. Nascosta dalla siepe, osservò in silenzio: Tommen e Sansa, all’ombra di un albero di limoni, si stavano scambiando un tenero bacio. Myrcella sorrise spontaneamente, poi fece un passo indietro e, senza far rumore, si allontanò per non disturbarli.
Passeggiò per un po’ verso il lato opposto dei giardini, finché non raggiunse la balconata che dava sulla Baia delle Acque Nere. Si fermò ad ammirare la vista del porto della capitale. Le onde, spinte dal vento, si infrangevano contro la scogliera e la battigia, facendo oscillare le navi attraccate. Ascoltò il chiacchiericcio in sottofondo dei commercianti che caricavano e scaricavano ininterrottamente casse e bauli contenendo chissà quale merce, e il verso dei gabbiani mentre scendevano in volo per poi librarsi nuovamente in aria. Sovrappensiero com’era, non si accorse di suo fratello e della giovane Stark venirle incontro qualche momento dopo. Si voltò quando li udì chiamarla per nome. La prima cosa che notò fu il sorriso entusiasta sul volto di entrambi.
-Myrcella, cosa fai qui tutta sola?- le chiese la ragazza dai capelli rossi, guardandola incuriosita. Non sembrava che i due si fossero accorti di esser stati visti, poco prima.
-Vengo spesso qui a pensare.- le rivelò, per poi rivolgere loro uno sguardo indagatorio. Sansa le sorrise, poi si scambiò una veloce occhiata con il ragazzo al suo fianco.
–C’è una cosa che dobbiamo dirti.- la informò, con voce squillante.
Tommen annuì. –Dobbiamo dare un banchetto stasera. Mangeremo e berremo a volontà, e inviteremo i cantastorie a suonare per noi delle magnifiche ballate. Tutta la famiglia deve essere presente!-
Myrcella rise nel veder parlare suo fratello con tanto entusiasmo. –E perché mai?-
-Abbiamo un annuncio da fare.- le rispose prontamente il ragazzo. Allora Sansa riprese la parola, continuando a sorridere come una bambina. –Tommen mi ha chiesto di sposarlo, e io ho accettato. Vorremmo annunciare il nostro fidanzamento. Sempre se sarete d’accordo, Maestà!-
Myrcella guardò i due incredula, poi sorrise. Per quanto avesse sempre pensato che ci sarebbe stata sintonia tra loro, non si aspettava affatto che avessero compiuto presto tale passo. Ma in fondo, pensò, perché no? Entrambi meritavano di vivere un matrimonio lungo e felice.
–Se è ciò che volete, molto bene allora. Uniremo le due casate!- annunciò loro, dopo averci brevemente riflettuto.
Suo fratello allora si avvicinò e l’abbracciò. -Grazie, sorella. Non immagini neanche quanto questo ci renderà felici.- le sussurrò. Quando si staccarono, la giovane regina guardò in viso i due giovani promessi. Sapeva che quella decisione avrebbe aiutato entrambi ad allontanarsi dal passato e guardare avanti. “Sono due creature così buone e gentili, loro due, che sarebbe crudele non esaudire questo loro innocente desiderio. Insieme sapranno affrontare qualsiasi cosa gli Dei avranno in serbo per il futuro”, pensò.

Rientrarono quindi alla Fortezza Rossa, dove presto iniziarono i preparativi del banchetto. Myrcella lasciò che fossero Tommen e Sansa a dare le indicazioni alla servitù sull’organizzazione generale, come le chiesero entusiasti. Nel frattempo, decise di andarsi a sedere nella veranda della Torre del Re. La camminata di quella mattina fino alla locanda stava iniziando a farsi sentire, e si rese conto di aver bisogno di riposo. Rifletté che quella sera avrebbe potuto dare anche l’annuncio del bambino in arrivo: l’occasione sembrava perfetta. Pensò a dei nomi che le sarebbe piaciuto dare al suo primo figlio, quando Trystane entrò nella veranda e le si sedette accanto.
-Sei tornata. Ti stavo giusto aspettando.- la salutò, fermandosi ad osservarla. –Non è andata come ti aspettavi, non è vero?-
Myrcella gli sorrise, chiedendosi se fosse così palese. –No, in effetti no.- Il ragazzo allora si voltò per ascoltare le motivazioni. –Desideravo che avesse fatto ritorno. Ho persino creduto che fosse quella la ragione per cui si trovasse in città, ma così non è stato.- gli rivelò.
Trystane sembrava sinceramente dispiaciuto nel sentirglielo dire. -Probabilmente ha bisogno di più tempo prima di poterlo fare. Si tratta di un grande passo per lui, dopo tutto ciò che accadde.- tentò di consolarla.
-Probabile. Sono comunque sicura che ci rivedremo, un giorno. Ma per il momento è stato bello poterlo riabbracciare. Ho davvero sentito la sua mancanza.- confessò lei, con una punta di amaro in bocca all’idea che, prima che ciò sarebbe successo, potevano passare anni.
Trystane si fece d’un tratto preoccupato. -Hai avuto problemi durante il tragitto? Ti hanno riconosciuta? La prossima volta lascerai che io venga con te. Me, o un paio di guardie fidate. Puoi scegliere.-
-Va bene.- le promise la regina. –Ma il popolo non è pericoloso, se non si dà loro motivo di esserlo.-
-Preferisco comunque saperti al sicuro.- dichiarò il suo giovane marito, prendendole una mano e stringendola nella sua. Quelle potevano essere solo semplici parole, ma Myrcella sapeva quanto vere fossero e quale profondo significato avessero per entrambi.
-Lo so-, gli sussurrò lei, osservando per qualche momento le loro dita intrecciate e le due carnagioni così diverse. –Quasi dimenticavo-, riprese poco dopo. –Mio zio mi ha parlato di questa regina con cui sembra essersi schierato. Ho intenzione di scendere a patti con lei, se davvero rivolgerà la sua attenzione verso il Continente Occidentale. Tyrion le proporrà un iniziale accordo per conto mio. Ho intenzione di cederle Roccia del Drago, l’antica fortezza che apparteneva alla sua famiglia.-
Trystane sembrò interessato alla faccenda. Una delle tante cose che i due condividevano era l’interesse per le strategie di politica. Ci rifletté su per qualche momento. –Bene, mi sembra una giusta decisione. Non è necessaria una guerra. In ogni caso, abbiamo abbastanza amici da Nord a Sud che sapranno aiutarci, se ciò dovesse succedere.-
Myrcella annuì, poi d’un tratto si alzò in piedi. -Adesso però non voglio più parlare di politica. Stasera ci sarà un banchetto e dobbiamo divertirci e festeggiare.-
Trystane si alzò dopo di lei, guardandola pensieroso. –Un banchetto? Cosa si festeggia?-
-Non dovrei anticiparti niente, ma verrà annunciato un fidanzamento a corte. Ed inoltre- aggiunse, con un sorriso ad illuminarle il volto -ci sarà un’altra notizia, ma saprai tutto a tempo debito.- Il ragazzo la guardò piuttosto incuriosito, ma prima che potesse aprire bocca Myrcella gli diede un veloce bacio sulle labbra. –Ora devo andare a fare un bagno e scegliere il vestito che indosserò. Ci rivedremo più tardi.- gli promise, per poi allontanarsi lasciandolo in preda al desiderio di sapere.
La regina si incamminò quindi verso i suoi appartamenti, continuando a pensare agli eventi della giornata. Constatò quanto la sua vita fosse cambiata nell’ultimo anno e come, ciò nonostante, niente l’avesse mai spaventata, neanche per un attimo. Myrcella aveva sangue Lannister, e non aveva mai avuto paura. Dentro di sé campeggiavano soltanto l’orgoglio e la forza del leone: nessun’altra bestia avrebbe mai dominato il suo spirito.
“Se sarà una principessa, quale nome migliore di Elia? Elia Martell, di sicuro a Trystane piacerà” rifletté, immaginando il momento in cui la lettera sarebbe arrivata a Dorne dando la notizia. “E se invece sarà un principe, sono certa che mia madre Cersei sappia già quale nome desidererebbe dargli.”


Fine.
 
≈Ciao, cari lettori che vi siete avventurati fin qui! Con questo capitolo, la fanfiction giunge a termine. Spero di non avervi delusi durante il percorso e che vi abbia fatto piacere leggermi. A me è piaciuto molto poter sviluppare dei personaggi piuttosto secondari nella saga (e che nella serie se ne sono ormai tristemente andati...). Ringrazio tutti coloro che hanno letto e coloro che leggeranno in futuro. Ricordate che mi farà sempre piacere ricevere un segno del vostro passaggio nelle mie storie ;) Grazie mille e alla prossima!≈
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: keepcalmandwrite