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Autore: BluCAstle    30/08/2016    6 recensioni
alla fine della 5' stagione Kate Beckett ha lasciato il 12" distretto e Castle
sono passati 1000 giorni quando finalmente si rivedono
saranno capaci di ritrovarsi?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Il treno era appena uscito dall’area metropolitana di NY e sfrecciava veloce nella notte.

Le luci basse conciliavano il silenzio.

Lo scompartimento dov’era seduta Kate era tranquillo ad eccezione di un bambino di circa 4 anni che continuava a fare su e giu’ per il corridoio inseguito dalla madre esausta e nervosa.

Quando finalmente riusci’ a catturarlo tutto torno’ a quietarsi. 

Kate sorrise.

Per associazione penso’ ai dentini dietro al sorriso di James.

Per la prima volta il viso del bambino associato a quello di Castle non le diede la consueta stretta allo stomaco e non le fece pensare subito al loro piccolo perso tanto tempo fa in un’alba terribile di pioggia.

Sospiro’ forte.

Aveva promesso a se stessa,prima di salire in treno, una tregua dal dolore e dal senso di colpa.

Quel viaggio voleva viverlo come una pausa.

Stava tornando a casa.

E forse poteva anche tornare a se stessa.

Dentro al suo centro.

Quel luogo segreto e custodito con estrema attenzione dove aveva permesso al suo amore per Rick di rimanere intatto e incontaminato nonostante tutto.

Uno spazio nascosto tra le pieghe del suo cuore ferito dove lui non era mai andato via e dove lei aveva continuato a nutrire un amore che non si era mai spento.

Quel luogo magico dentro la sua anima dove Kate aveva sempre nascosto la speranza di  ritrovarlo e di non lasciarlo piu’ andare via.

Sospiro’ di nuovo per quei pensieri che non permetteva mai alla sua mente di formare censurandoli sempre sul nascere.

Rick Castle seduto nella penombra del sedile dietro al suo la sentiva sospirare trattenendo il fiato.

IL treno era abbastanza vuoto.

Aveva visto dove si era seduta poi era andato dal capotreno a farsi consegnare il suo scompartimento riservato come da procedura ed era tornato a cercarla per scivolare non visto nel sedile alle sue spalle.

Era cosi’ assorta nei suoi pensieri che non si era accorta di nulla.

E questo gli aveva dato la misura di come fosse sconvolta.

Era assente,lontana da quel luogo fisico,persa in pensieri che Castle avrebbe voluto anche solo immaginare.

Mentre la sentiva sospirare come se avesse il peso del mondo sulle spalle ripenso’ ai minuti in cui l’aveva seguita da davanti alla stazione fin dentro  al treno.

Dio com’era bella.

L’aveva osservata camminare alta e slanciata e aveva notato come calamitasse ogni sguardo degli uomini che si voltavano al suo passaggio.

Ignara,Kate Beckett sembrava non accorgersi di nulla di quanto la circondava.

La giacca grigio scuro le si avvitava addosso accarezzandole i fianchi stretti.

Le gambe lunghe erano fasciate dai pantaloni aderenti dello stesso colore della giacca e slanciate dai tacchi alti degli stivali di camoscio nero.

Il dolce vita scuro le incorniciava il viso pallido e la cornice dei capelli completava un quadro che sembrava composto per essere ammirato.

Forse era lui che vedeva tutto questo ma le sembrava piu’ bella del solito.

I ricci lasciati sciolti sulle spalle si muovevano con lo stesso ritmo del passo elastico e allenato e la morbida borsa di pelle nera che teneva con la mano guantata completava quell’immagine di raffinatezza ed eleganza.

Bellissima,pensava rievocando la sua immagine mentre era seduta cosi’ vicina che gli sarebbe bastato allungare una mano per sfiorarla.

Come aveva fatto a starle lontano cosi’ a lungo?

Come aveva potuto lasciare che se ne andasse dalla sua vita?

Come aveva resistito senza poterla guardare ogni giorno?

Richard Castle sorrise tra se’.

Ma lui l’aveva guardata ogni giorno.

La loro foto sulla scrivania era stato il suo ossigeno quotidiano.

L’aveva guardata ogni giorno sapendo di amarla e negandoselo per non impazzire.

Ma ora che era solo con se stesso poteva dirsi la verita’.

Lui l’amava.

L’aveva sempre amata.

E ora non gli importava piu’ il perche’,il come o il cosa.

Sapeva solo che gli importava di lei.

In questi ultimi due anni,dopo aver rischiato di morire,era venuto a patti con il suo dolore.

Aveva lasciato scivolare via la rabbia e permesso che l’amore covasse sotto la cenere del fuoco che erano stati.

Seduto dietro di lei,nella notte che portava il numero 1000 delle notti senza i suoi occhi nei propri,si permise di ricordare le cose belle che lei gli aveva dato.

Il loro amore aveva scintillato nel suo cielo rischiarandolo

e illuminando i suoi angoli bui.

Capi’ che era quella  luce che gli aveva fatto capire di se’ cose che non aveva mai saputo prima.

Negli anni in cui aveva imparato ad amarla si era spogliato della falsa immagine di se’ ed era diventato l’uomo che era destinato a diventare grazie a lei.

Aveva smarrito la strada per un po’ senza la sua luce a guidarlo.

Ma poi era tornato.

Lui ora era intero.

E lo era grazie all’amore che provava per lei e che non aveva mai smesso di provare.

Le avrebbe detto tutto questo.

E se anche lei non avesse voluto riprenderlo con se’,lui sarebbe rimasto intero.

Perche’ il suo amore finalmente era libero di stare alla luce del sole.

Lui non si sarebbe piu’ nascosto.

Il gelo si era sciolto.

Starle vicino aveva scaldato di nuovo il suo cuore.

E ora poteva sentirlo battere forte come un tempo.

Dio se l’amava.

E l’avrebbe sempre fatto.

Si ricordo’ di un libro che aveva letto in quei mesi di dolore assoluto senza di lei

“Fine di un amore” di Graham Greene,della frase che l’aveva colpito piu’ di tutti:

“L’amore non finisce solo perche’ non ci vediamo”.

Era proprio cosi’.

Lui l’aveva amata.

E il tempo senza di lei non aveva cambiato niente.

L’avrebbe amata per il resto della sua vita.

Era lei il suo Destino.

Non poteva piu’ combatterlo.

Che lei ci fosse o meno lui non poteva smettere di amarla.

Era cosi’ semplice.

Aveva provato ad odiarla.

Credeva di esserci riuscito .

Ma la verita’ era che aveva solo odiato se stesso per averla persa.

Lei l’aveva sempre e solo amata.

 

Smarrito nei suoi pensieri si accorse che Kate stava piangendo.

Sentiva il suo respiro rotto da lievi singhiozzi.

E senza pensarci le allungo’ un fazzoletto attraverso i sedili davanti a se’.

 

Kate guardo’ il fazzoletto bianco apparire da dietro e si rese conto che stava di nuovo dando spettacolo.

Credeva che nei sedili dietro a lei non ci fosse nessuno.

Poi noto’ le cifre ricamate sul bordo del fazzoletto.

Quelle tre cifre intrecciate che erano tutto il suo orizzonte.

E smise di respirare.

La mano che le porgeva il fazzoletto si appoggio’ sulla sua gamba facendole una carezza lenta.

Quelle dita lunghe dalle unghie curate sembravano una visione.

Si volto’ di scatto.

Lui era li.

I suoi occhi blu oceano fissavano i suoi nello spazio esiguo tra i due sedili di un treno lanciato nella notte. 

Il suo sorriso dolce la confuse.

“Kate…”

lascio’ il suono del suo nome sospeso tra di loro.

Lei sbatte’ gli occhi due volte convinta di avere le allucinazioni.

Lui lesse i suoi pensieri,come al solito.

“sono davvero qui,non te lo stai immaginando”

Poi,per smorzare la tensione,scherzo’ nel suo modo scanzonato

“Lo so che sono una visione,ti capisco!”

 

Un suono a meta’ tra un singhiozzo ed un sorriso usci’ dalle labbra di Kate.

Il tempo di un ulteriore sguardo e Richard Castle era in piedi davanti a lei e le tendeva la mano.

Kate la afferro’ prima che il cervello le ordinasse di non farlo.

Rick la tiro’ in piedi e con l’altra mano afferro’ la sua valigia prima di trascinarla lungo il corridoio.

In silenzio,la mano stretta a quella di lui,Kate lo segui’ fino alle carrozze panoramiche di 1’ classe come sospesa in una bolla.

Il suo cervello non riusciva a produrre pensieri coerenti.

Davanti ad uno scompartimento vuoto Rick si fermo’ ad aprire la porta.

La fece entrare e si volto’ a chiudere a chiave.

Non si erano detti nulla.

Il treno si muoveva nella notte autunnale avvolgendoli nel suo mistero.

Lui le stringeva sempre la mano.

La guardava con un’intensità che lo faceva sprofondare fin dentro  l’anima tormentata di lei.

Continuando a non dire nulla la tiro’ a se’ lentamente,sempre fissandola negli occhi,fino ad averla ad un soffio dal suo viso.

Poteva sentirne il respiro sulla pelle.

Con la mano libera sali’ con una carezza lungo il braccio fino al collo, prima e alle labbra, poi.

L’unico rumore oltre al ritmico andare del treno era quello dei loro cuori che battevano contro la gabbia toracica come impazziti.

Kate lo fissava incantata mentre la carezza di Rick era diventata ipnotica.

La mano di lui a coppa sulla sua guancia come a sostenerla,gli occhi di lei socchiusi prima di spostare il peso del capo verso quella mano che la teneva.

Ed ancora.

Le dita dello scrittore allargate sul suo viso ad accertarsi che lei fosse davvero li.

Le labbra di lei umide a baciare il suo palmo aperto.

Con la mano sempre stretta nella sua Rick la tiro’ ancora piu’ vicina fino a che lei gli si appoggio’ addosso nascondendogli il viso nel collo.

Respirandolo.

Assaporandolo.

Riconoscendolo.

Le mani di Rick erano sui suoi fianchi per incatenarla a lui.

E quelle di lei sul suo collo e tra i suoi capelli.

Kate alzo’ il viso verso quello di Rick.

In quella penombra silenziosa e in movimento,occhi negli occhi,si ritrovarono.

Incantati,persi nelle sensazioni totalizzanti che li aveva rapiti.

Il mondo intorno a loro era sparito.

Lei si morse il labbro in un gesto cosi’ familiare per lui che gli sembro’ di essere tornato a casa dopo essersi smarrito nel deserto.

Si chino’ verso le sue labbra sfiorandole con la delicatezza di una farfalla.

Lei rispose alla sua carezza con identica dolcezza.

Si sfiorarono le labbra cosi’ come si erano sfiorati l'anima poco prima.

Non una parola venne pronunciata per tutto il tempo del loro riconoscersi e ritrovarsi,

Il bacio divenne sempre piu’ profondo.

Affamato.Vorace.

Le mani cercavano la pelle sotto gli strati di vestiti.

Gli occhi erano persi nell’incanto dell’accarezzarsi.

Si scordarono di respirare persi in quel bacio che non finiva.

Quando uno si staccava per prendere aria l’altro andava a riprenderlo per riportarlo indietro.

Ancora e ancora.

 

Finche’ lui non parlo’

“Dio,Kate..”

Era stato piu’ un sospiro,quasi una preghiera.

“Rick..”

Fronte contro fronte si guardarono a lungo

“Mi sei mancata,Kate.

Tutto questo mi e’ mancato.

Mi sei mancata per tutto questo tempo.

Mille giorni,Kate,e mille notti senza di te..”

“Perdonami,babe..”sussurro’ lei sulle sue labbra

“Shhh,va tutto bene tesoro,sei qui adesso”

Aveva letto negli occhi di lei la paura e un’emozione diversa che non aveva saputo riconoscere

“Non avere paura,Kate,basta scappare,andra’ tutto bene”aggiunse lui

“No,Rick,non posso,io…no…”

“Shhhh,Kate,va bene,va tutto bene..”

Lei lascio’ che lui la stringesse ancora tra le braccia.

Era cosi bello stare tra le sue braccia.

Quel calore che solo lui sapeva darle era stata la cosa che piu’ le era mancata ogni notte in quei mille maledetti giorni senza lui.

“Rick…non posso…”

“Kate,non ti lascero’ andare via di nuovo”

“Rick,non capisci,io non mi merito questo.

Non puoi..”

“Kate,ma cosa dici?

Che vuol dire che non ti meriti questo?”

“Oh Rick,ci sono cose che non sai,cose che non vorrai sapere…”

“Kate!Non voglio rinunciare di nuovo a te.

Sono quasi morto senza di te.

Io ti amo,Kate.

Ti amo incondizionatamente.

Non voglio vivere senza di te”

 

Lei guardo’ quell’uomo che era sempre stato tutto il suo mondo,da quando lo aveva incontrato.

L’uomo che l’aveva riportata alla vita,che l’aveva inseguita,capita,cercata,voluta,aspettata,amata.

E pianse.

Pianse stretta a lui tutte le sue lacrime.

Pianse per loro,per il loro bambino mai nato,per tutto quello che avevano perso e per tutto quello che non erano stati.

Lui lascio’ che lei sciogliesse i suoi nodi tenendola stretta e sussurrandole che andava tutto bene,che sarebbero stati bene e che non c’era niente che non potessero affrontare e superare insieme.

Le lascio’ sfogare il suo dolore accarezzandola piano e stringendola e rassicurandola cosi’ a lungo che alla fine a lei sembro’ di essere senza piu’ lacrime da versare.

Quando si fu calmata la fece sedere sul divanetto  accanto a lui senza mai lasciarle la mano con la quale l’aveva portata fino li.

Il treno continuava la sua corsa nel buio del mondo scomparso.

 

“Rick…”la sua voce era un soffio

“C’e una cosa che devo dirti..”

La voce spezzata di Kate sembrava riemergere da un abisso lontano.

Gli occhi incatenati a quelli di lui gli racconto’ tutto,la mano di lui che teneva stretta la sua e le dava il coraggio di non fermarsi.

Gli disse della sua folle corsa nell’alba livida di pioggia,della sua decisione di correre a dirgli che era solo lui quello che voleva,che avrebbe accettato il lavoro a Washington solo se lui le fosse rimasto vicino,gli racconto’ dell’incidente,dell’operazione,del loro bambino.

Lo guardo’ assorbire le sue parole con le emozioni che gli scorrevano negli occhi.

Vide le lacrime scivolargli lungo il viso all’idea del loro bambino che non avrebbero mai conosciuto.Vide riflessa nei suoi occhi tutta la pena contenuta nei propri.

Lui non le lascio’ mai la mano.

 

Quando il fiume di parole che l’avevano travolto fini’ e lei rimase in silenzio fissandolo,Richard Castle ricambio’ a lungo il suo sguardo prima di stringerla forte a se’ e sussurrarle ad un orecchio:”Oh Kate,perche’ hai voluto portare questo peso tutto da sola?”

“Perche’ ho ucciso il nostro bambino,Rick.

E non merito di avere te.

Mi sono odiata cosi tanto che volevo che anche tu mi odiassi allo stesso modo.”

“Kate,come puoi pensare che io possa davvero odiarti?

E’ stato un tragico incidente,Kate.

Avresti dovuto chiamarmi.

Avresti dovuto appoggiarti a me.

Avremmo affrontato tutto insieme,amore mio”

 

“Perdonami,Rick,perdonami ti prego” singhiozzo’

Lui sospiro’ contro il suo collo

“Tesoro,io non devo perdonarti.

Io devo solo amarti”

 

Con lei stretta tra le sue braccia in un treno in corsa perso da qualche parte tra NY e Washington lui sentiva che avrebbe potuto superare tutto.

La sua fuga.I suoi errori.Il loro dolore.

Insieme ce l’avrebbero fatta.

Restarono stretti,abbracciati a scambiarsi tenerezze finche’ l’altoparlante non annuncio’ l’imminente arrivo nella stazione di Washington DC.

Kate si riscosse.

“Rick”

“Kate,non pensare che ti lascero’ uscire da sola da questo treno stanotte”

“Rick,sei sicuro di riuscire a perdonarmi?”

“Kate!”

La guardo’

Era cosi’ fragile,adesso.

Insicura.

Spaventata.

Faceva fatica a guardarlo negli occhi.

Il mondo era tornato tra loro e lei aveva di nuovo paura.

“Tesoro.Non c’e’ niente da perdonare,come devo dirtelo.

Sono qui per te.

E non voglio piu’ lasciarti andare via”

 

Lei alzo’ gli occhi verso i suoi e gli sorrise timidamente

“La magia” sussurro’ piano tra se’ e se’

“Cosa?” chiese lui ricambiando il suo sorriso

“Vuoi venire a casa con me,Rick?”

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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